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Il problema non sono (solo) le tette

di Roberta Galeano

In questi giorni in rete si è discusso animatamente di uno spot sulla prevenzione del cancro al seno – “Por amor a las tetas” – girato da un’agenzia cilena, la Lowe Porta, nell’ambito di una campagna che, come si legge nella pagina Facebook a essa dedicata, è chiaramente indirizzata agli uomini:

https://www.facebook.com/poramoralastetas

Le polemiche sono state di diverso tipo. C’è chi ha posto l’attenzione sulla volgarità o sulla pornografia delle immagini. Chi ha espresso scetticismo sulla possibilità che gli uomini, dopo aver visto tale spot, si sentano effettivamente chiamati in causa tanto da invitare le donne a una tempestiva ed efficace prevenzione medica. C’è anche chi ha osservato, ad esempio, che il problema di tale spot non risieda assolutamente nella volgarità o pornografia, quanto piuttosto nell’incapacità di liberarsi dalla generalizzata paura di fare periodici controlli in modo da scoprire in tempo di avere una malattia, così come nella rappresentazione degli uomini come meri fruitori “materiali” del corpo della donna, non essendoci nello spot in questione immagini di abbracci che siano in grado di mettere in evidenza la reciprocità affettiva della coppia.

Qui leggo, invece, che il problema non risiede tanto nell’esibizione delle tette, perché il nudo non può essere un problema di per sé e l’esibizione di seni nudi fa paura solo ai sessuofobici o bigotti. Il problema, “la parte sbagliata”, si legge, sta piuttosto nelle parole scelte dai pubblicitari: “se ci piacciono tanto, dovremmo averne cura. Incoraggia una donna a farsi un esame al seno”. E in effetti tali parole, invitando gli uomini a prendersi cura del seno delle donne solo perché il seno è qualcosa che loro amano tanto, sono chiaramente sessiste.

Gli uomini, in qualità di estimatori di seni esclusivamente belli e sodi, dovrebbero consigliare e ricordare alle donne di fare periodici controlli medici in modo da intervenire in tempo nel caso in cui venga loro diagnosticato il cancro. Gli uomini, secondo il messaggio trasmesso dallo spot, dovrebbero quindi aiutare le donne a controllare il loro corpo, ponendosi in quella ambigua posizione che non si capisce bene se deve essere di aiutante o controllore (le donne in fondo hanno sempre bisogno di un uomo che le guidi, no?!). Eccolo lo vedo il mio corpo sballottato tra tutti questi controlli e controllori di cui non ho assolutamente bisogno, e di cui non ho fatto richiesta. Questo spot quindi a mio avviso è sbagliato non solo perché tratta le donne come delle irresponsabili, incapaci di affrontare da sole un problema che riguarda il loro corpi, ma, come la maggior parte degli spot sull’argomento, è sbagliato perché riduce la prevenzione a una mera questione di controlli medici (a tal proposito suggerisco questo link “La vera corsa per il cancro al seno è scoprirne la causa:http://amazzonefuriosa.blogspot.co.uk/p/la-vera-corsa-per-il-cancro-al-seno-e_13.html), evitando accuratamente di affrontare il tema delle cause ambientali che stanno determinando un aumento esponenziale del cancro al seno anche tra le fasce di età prima considerate non a rischio.

Le immagini utilizzate in questo spot, però,  sono unicamente quelle di seni belli, sodi e giovani, e visto che si tratta di uno spot sulla prevenzione del cancro al seno (che colpisce anche le donne non giovani), secondo me tali immagini sono sessiste almeno quanto le parole. E credo questo perché, in tal modo, i corpi delle donne che non hanno più un seno a causa del cancro sono cancellati, nascosti e, ancora una volta, offesi. Offesi da un video sulla prevenzione del cancro che si mantiene lontano dalla realtà, risultando fuorviante, ma soprattutto violento.

Non è quindi una questione di pornografia o di volgarità, ma di violenza. Tali immagini sono violente perché irrispettose del corpo di tutte quelle donne che il seno non ce l’hanno più, perché l’hanno perso dopo essersi ammalate di cancro.

Un video sessista inoltre perché denigra e colpevolizza le donne che si ammalano e si sono ammalate. Se a causa del cancro al seno, hai cicatrici o non hai più un seno bello come quello delle donne che sono presenti nel video in questione, non sei più interessante per gli uomini o forse non lo sei mai stata visto che nessun uomo ti ha avvisato in tempo per la prevenzione? E quindi ci risiamo: il cancro al seno ti viene in fondo perché sei brutta, come scriveva quiqualche mese fa Grazia De Michele in riferimento all’edizione 2012 della campagna Nastro Rosa. E se sei brutta, del resto, è anche perché non usi i cosmetici giusti come una vera donna dovrebbe fare!

No, non c’è e non ci può essere solo una parte sbagliata in un video completamente sbagliato. Questo è uno spot che affronta in modo totalmente inadeguato e riduttivo il problema della prevenzione del cancro al seno, perché riconduce tutto a una mera questione di controlli medici per sapere se hai o non hai il cancro, evitando accuratamente di affrontare la fondamentale questione delle cause che stanno determinando un aumento dei casi di tumore al seno anche tra le donne più giovani e nei confronti della quali non esiste, in Italia, come in Cile del resto, neppure un adeguato programma di screening gratuito. Per quanto riguarda il tumore al seno, infatti, è possibile avere accesso gratuitamente allo screening mammografico, ogni due anni, dai 50 anni in su.

Posted in Corpi, Critica femminista, Omicidi sociali, Pensatoio.


4 Responses

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  1. rg says

    Ecco la risposta dell’agenzia cilena http://vimeo.com/52488415. Un secondo spot dove questa volta però, verso la fine, si vede anche il viso (ammiccante) della donna. Un buon investimento da parte di uno Stato che non copre le cure mediche di una delle forme di cancro al seno più aggressive! a che serve dire alle donne, anzi mi correggo agli uomini di dire alle donne di fare un esame al seno, se poi quando si scopre di averlo non ci si può curare? Inoltre la donna dello spot ha sicuramente meno di 50 anni. Dunque, come scrivo anche nell’articolo, perché è lei la protagonista dello spot se lo screening mammografico è gratuito (in Cile come in Italia) dai 50 anni in su?

  2. rg says

    Eba scrive “tanti individui, l’unica cosa che possono fare è quella di controllarsi regolarmente. E nel caso di tanti individui, l’unica cosa che possono fare è controllarsi regolarmente il seno”.
    La prevenzione è importante, certo, su questo siamo d’accordo. Ma la prevenzione intesa come corsa ai ripari non può essere l’unica soluzione. Sempre più donne si ammalano di cancro al seno. Il 30% circa prima dei 50 anni, al di fuori cioè dell’età prevista dai programmi di screening mammografico. E’ necessario quindi chiedere che sia fatta chiarezza sulle cause di tale incremento.
    Vorrei inoltre ricordare che questo spot è cileno. Come fa notare l’Amazzone furiosa in uno dei suoi commenti all’articolo di Serbilla (che trovi qui http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/10/28/il-problema-non-sono-le-tette/): “in Cile, l’Herceptin, un farmaco di ultima generazione, utilizzato nel trattamento dei carcinomi del seno piu` aggressivi (compreso il mio) le donne devono pagarselo. Circa un terzo di tutti i casi di cancro al seno va trattato con Herceptin”.
    Bene, io credo che sia contraddittorio spendere dei soldi per dire alle donne, anzi dire agli uomini di dire alle donne (!), di fare una mammografia, e poi non coprire i costi dell’herceptin.
    No, non stiamo parlando di dettagli, stiamo parlando del diritto alla salute che, come dice bene l’Amazzone, è una questione politica.

  3. Amazzone Furiosa says

    ” E nel caso di tanti individui, l’unica cosa che possono fare è controllarsi regolarmente il seno”

    Non e` affatto cosi`. La salute e` prima di tutto una questione politica e c’e` bisogno di una seria riflessione sull’epidemia di cancro al seno, sulle sue cause, su cosa possiamo fare per difenderci nel breve periodo e su quali dovrebbero essere gli obiettivi di lungo periodo. Quando iniziamo?

  4. Eba says

    “riconduce tutto a una mera questione di controlli medici per sapere se hai o non hai il cancro, evitando accuratamente di affrontare la fondamentale questione delle cause che stanno determinando un aumento dei casi di tumore al seno ”

    Però c’è da dire, è uno spot per incoraggiare l’individuo a fare quel che può. E nel caso di tanti individui, l’unica cosa che possono fare è controllarsi regolarmente il seno. Sarebbe bene fare anche uno spot che denuncia tutte le cause ambientali etc, va bene, ma questo è uno spot mirato a una cosa precisa, che è comuque una cosa importante. Insomma, come se fosse un male incoraggiare la gente a controllarsi il seno, su, perchè c’è ‘di più’ che si potrebbe fare. Si potrebbero scrivere interi trattati. Nessuno fa mai abbastanza riguardo a niente. Intanto però una piccola cosa si può fare, no?

    Altrimenti suoniamo come quelli che ‘ma cosa parlate di dettagli del femminismo quando la gente muore di fame omg.’ Alle volte si sceglie di concentrarsi su un pezzettino anzichè sul tutto. ‘Controllatevi il seno’, non starò facendo un trattato medico-sociologico-politico, ma può anche andare tanto per cominciare, no? Tanto di sapere tutti i motivi e sciorinamenti vari non me ne faccio niente se non i controllo il seno e non mi accorgo di avere il cancro.