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Il problema non sono le tette

Tette, seni, mammelle, zinne, zizze, menne o come le chiamate voi? Non sono loro il problema dello spot della campagna Por Amor a Las Tetas di Lowe Porta, che invita gli uomini a suggerire alle compagne di fare prevenzione per il cancro al seno, attraverso periodiche mammografie.

www.youtube.com/watch?v=oisbxT5pbxc

Le sise o poppe sono parte del nostro corpo (raramente il cancro alla mammella colpisce pure il genere maschile). Noi ci abbiamo fatto la campagna una tetta per la vita per esempio, ed esiste pure un gruppo di discussione nato dal workshop desiderio, sessualità, politica del Feminist Blog Camp di Livorno che si chiama tettapower.

Lo spot non è sessista perché fa vedere i seni, il taglio esclusivo su quella parte del corpo non è pornografico, in fondo è una campagna sul cancro al seno e, anche se non racconta di tutte le tette del mondo, ma solo di un tipo, tondo, alto e sodo, il seno non è fuori luogo. Quello spot è sessista per la frase “Si tanto nos gustan, deberiamos cuidarlas” che tradotto all’italiano sarebbe “Se tanto ci piacciono, dovremmo prendercene cura”.
La domanda quindi è: se non piacciono agli uomini allora non si curano? Col cancro si può morire, senza un seno si sopravvive, certo si sta male, è traumatico, ma tra perdere un seno e morire?
Se l’intento era quello di spingere chi ci ama (ma solo gli uomini amano le donne?) a sensibilizzarci, paradossalmente la campagna potrebbe suggerire che se rischi di perdere un seno, quindi di non piacere, è meglio morire! E’ quella la parte sbagliata, non le tette. E’ uno spot calibrato sul sessismo dei sessisti.
Il motivo per cui tutti sembrano essere concentrati sui seni a me appare molto chiaro: questo è un paese sessuofobico, è facile che l’ago si sposti sul moralismo, reale o solo di facciata (molto furbo e sensazionalistico), se non lo fosse, invece di guardare al dito si sarebbe vista la luna.

 

Posted in Comunicazione, Corpi.

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8 Responses

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  1. cybergrrlz says

    “Ammazzone Furiosa” non riesce a posta questo commento. Provo io:

    “la campagna e` chiaramente indirizzata agli uomini. E` scritto chiaro chiaro sulla pagina Facebook
    https://www.facebook.com/poramoralastetas

  2. Mary says

    Condivido al 100%.
    Ad esempio le campagne italiane che essendo molto bigotte perchè non fanno vedere i seni, veicolano lo stesso messaggio: dovete prevenire il cancro solo per ragioni estetiche. La campagna della Lilt lo diceva implicitamente nell’opuscoletto e nell’immagine di copertina (quella con la Chiabotto a bocca socchiusa e con il seno coperto) e non c’è stato nemmeno il bisogno di far vedere le poppe per dare quel messaggio. Secondo me la campagna della Lilt è più sessista perché censura il seno quasi come se fosse una cosa scandalosa di cui vergognarsene, mente poi nel frattempo veicola il messaggio che le tette dobbiamo curarcele perché sono sessualmente attraenti. E si sa che in Italia le tette sono dappertutto per vendere ogni cosa, ma per una campagna non vanno mostrate ma nascoste con pudore. Penso sia la doppia divisione della donna i santa e puttana, dove la donna va scoperta solo quando si vendono prodotti destinati agli uomini ma vestita quando è rivolta a mamme e quando raffigura mamme, sorelle, figlie ecc..
    Sul fatto che la pubblicità nel tuo post sia sessista non ci piove.

  3. Serbilla Serpente says

    @Gilda
    Abbiamo (non è plurale maiestatis, per dire nel web ^_^) dato per scontato che fosse diretto agli uomini perché sembrava un linguaggio (anche visivo) diretto a loro, però non vengono mai citati direttamente, mi resta il dubbio che non citarli sia stato ritenuto futile piuttosto che una volontà per rivolgere a tutt* lo spot.

    @mariobadino
    Come dici tu. La seconda parte della frase palesa, di più, il sessismo del messaggio, ci affida alla cura di un* altr* e noi siamo passive.

    @AmazzoneFuriosa
    E’ una precisazione importante, lo chiamiamo cancro al seno, ma non è solo il seno che si ammala, bensì tutto il nostro organismo, sia la parte materiale che quella immateriale!

    Il post è sbilanciato sulla percezione dei seni nel video, lo so. Ieri sono fioriti su vari portali e giornali online articoli che si concentravano sulla pornografia e sull’indecenza delle tette. Grazie per i commenti che ampliano la riflessione!

    🙂

  4. gilda says

    però nel video non appare, nè è nominato, nessun uomo, neanche alla fine. non è così scontato che la frase sia rivolta agli uomini, o almeno non solo a loro.

  5. mariobadino says

    Sono d’accordo con quanto scrivi, ma secondo me la parte peggiore della frase non è il «Se ci piacciono tanto» (un uomo fa presto a liquidarla come una premessa scherzosa), ma il «dovremmo prendercene cura», perché sembra suggerire che a prendersi cura del seno femminile, in questo caso a scopo di prevenzione medica, debba essere l’uomo, non la donna. Mi sembra cioè, come in milioni di pubblicità d’altro tipo, che la donna sia soggetto passivo, degna o bisognosa dell’attenzione dell’uomo anche per curare se stessa. O magari ho equivocato il senso della frase, non so.

  6. Ettore Panella says

    Non ho visto lo spot , anche perchè con lo spagnolo ho dei problemi, quindi parlo sulla fiducia. Non credo onestamente in letture sessiste però capita che i creativi facciano dei danni pur animati dalle migliori intenzioni anche perchè talvolta non hanno idea di come un messaggio che sembra così efficace va invece a fissarsi nella mente di chi lo vede, un caso del genere lo criticai pure io
    http://www.sublimia.it/relazione-uomo-donna/seno-fronte.html

    Non è neppure anomalo che nel marketing si usino terzi per ottenere lo scopo voluto. Se non fai breccia puntando dritto alla categoria di riferimento ci puoi arrivare per via traverse e quindi sensibilizzare gli uomini può essere una strada utile, (personalmente non la vedo produttiva perchè gli uomini di loro sono meno attenti alla salute rispetto alle donne però se i creativi hanno deciso di seguire questa strada avranno le loro ricerche di riferimento).

    Non amo molto questo settorializzare troppo i tumori, è vero ogni tumore ha caratteristiche proprie però ,(è solo una mia opinione personale voglio precisarlo), credo sia meglio una campagna che almeno tocchi più punti.

    Obiettivamente il messaggio è ambivalente, credo nella buona fede dei realizzatori ma effettivamente non mi sento di dare torto all’autrice dell’articolo.
    Mi permetto di suggerire anche un’altra possibile lettura. Le donne che hanno subito una mutilazione al seno vivono ovviamente la cosa molto male, la reazione ovviamente dipende sempre dalla personalità di chi vive il trauma però non è raro che una donna rifiuti l’intimità con il partner arrivando addirittura a buttarlo tra le braccia di un’altra pur di evitare di essere vista nella sua nuova immagine. In molti casi non è la mutilazione che crea la fine della relazione ma è la fine dell’intimità ed è questo il problema.
    Più che gli effetti sugli uomini io temo gli effetti sulle donne di questa campagna.

    Mi scuso in anticipo per non poter seguire il seguito del dibattito ma non riesco a dilatare il mio tempo purtroppo.

  7. Amazzone Furiosa says

    D’accordissimo! Vorrei aggiungere solo due cose. 1) Ancora un volta lo spot lascia credere che ad ammalarsi siano solo le tette e non il corpo intero per non parlare poi dell’anima e di come ne esce. 2) Il video e` cileno. In Cile, l’Herceptin, un farmaco di ultima generazione, utilizzato nel trattamento dei carcinomi del seno piu` aggressivi (compreso il mio) le donne devono pagarselo. Circa un terzo di tutti i casi di cancro al seno va trattato con Herceptin. E questi fanno il solito spot per la mammografia

  8. Marge says

    a me di solito piace vedere tette in libera circolazione però poco fa avevo visto quella pubblicità e ne ero stata turbata: non mi piaceva ma non capivo perché. Mi sono sentita incoerente perché le tette di Femen non mi creano disturbo mentre Las Tetas sì. Grazie per avermi fatto capire cos’è che non mi andava in quella pubblicità