Come Repubblica vede la faccenda delle Pussy Riot. “Diabolica” “bella del gruppo” e legge perfino Dostoevskij. Bella, demone, colta, intelligente. In un colpo solo Repubblica banalizza le lotte di queste ragazze, accende i riflettori sull’unico dettaglio di cui gli importi qualcosa (la fighitudine), riduce costei in un oggetto sessuale che è quanto di più lontano ci sia dalla sua volontà e dalla sua cultura (e dire che hanno sentito l’intervista in cui le Pussy Riot dicono che si mascherano proprio per non essere oggetti perché le idee sono più importanti delle singole storie) e insulta tutte noi, donne, femministe, che ogni giorno lottiamo anche perché si capisca che le donne sono più che pezzi di carne sui quali giornalacci come Repubblica possono fare soldi, audience, click.
E verrebbe da dire come questi perfetti interpreti della cultura patriarcale, tutti propensi a sfruttare le donne per motivi elettorali quando c’è da fare raccolte vane di firme su presupposti securitari o antiberlusconiani, descrivono le donne che combattono mortificandone le lotte e riducendole a meri oggetti sessuali.
RePubica è molto peggio dei siti misogini, credetemi, almeno quelli non fanno finta di difendere le donne.
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RePubica oltre che indegna e sessista e’ pure ridicola.
“Nadia, volto della band. La vuole anche Playboy”
Ma come fanno a scrivere “volto della band” se si sono sempre esibite con i passamontagna (e non erano neanche sempre le stesse, un pensiero anche a quelle non identificate che vivono probabilmente nel terrore della delazione). Giornalisti cialtroni !
Solo un paio di cose:
1) Nadezhda oltre a essere molto intelliggente è anche molto bella
2) il giornalismo di Repubblica invece no, è vomitevole
Solo una cosa su cui mi piacerebbe magari in futuro tornare: perché di fronte a cose come queste si sta sempre a parlare di ‘cultura patriarcale’, cioé roba delle cultura contadina che erà sì maschilista e discriminatrice ma non in questo senso? Questa forma di maschilismo è parte integrante del capitalismo/liberal liberismo/società dello spettacolo. Quando si tira in ballo il ‘patriacato’ in questi contesti (che invece è valido per la segregazione in casa, matrimoni combinati, i concetti degeneri di ‘onore’ ecc.) a me sembra che passi il messaggio che il sistema è buono o se non altro neutrale, se non fosse per la presenza di residue eredità del passato. A me invece fenomeni come le donne oggetto e la mercificazione del corpo in genere paiono proprio intrinseci al sistema attuale e non ascrivibili alla pre-modernità.
non sono gli unici, anche il sole24ore ha gli stessi toni. di una femminista rivoluzionaria, la cosa più importante da raccontare è che la vorrebbero su playboy?
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-08-16/tolokonnikova-mente-diabolica-gruppo-104546.shtml?uuid=AbypqDPG