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Le false accuse di antifemministi/fascisti che fingono di occuparsi di padri separati

Il concetto di “false accuse” è divulgato per consegnare al mondo la responsabilità di chi in alcune circostanze produce una accusa falsa per trarne un vantaggio. In generale chi si occupa maldestramente di questione maschile addebita questo fenomeno esclusivamente alle donne in percentuali che variamente loro ritengono siano prossime al 100%. In realtà secondo le procure e le sentenze si può parlare di un 6% di accuse formulate da donne che inventano di aver subito uno stupro o dei maltrattamenti nei loro confronti o dei figli.

Di gravità a proposito di false accuse si occupa il reato di “calunnia” cui segue una “diffamazione” e a seconda della gravità del danno si stabilisce una pena e un giusto risarcimento. E a prescindere dalla questione giuridica di cui non ci occupiamo è fuor di dubbio che produrre una accusa che coinvolge una persona mandandola in galera, per noi a cui la galera piace meno di niente, è una azione assolutamente irresponsabile. In special modo quando coinvolge terzi, i figli.

Detto ciò va spiegato che l’area reazionaria e fascista, cattolico/integralista, che strumentalizza la questione dei padri separati negli Stati Uniti, a partire da quel Richard Gardner che negli anni ’80 ha inventato una falsa sindrome, la Pas, per difendere con le sue consulenze che costavano 500 dollari l’ora gli uomini accusati di violenza, ha assunto quel dato e l’ha generalizzato stabilendo che quasi tutte le donne avrebbero facilità nel produrre false accuse soprattutto in sede di separazione. Da lì il pregiudizio per cui qualunque donna dica di aver subito violenza o affermi che il proprio figlio ha subito abusi deve risultare inattendibile in quanto donna, per pregiudizio di genere.

Il dato del 6% delle false accuse, dati alla mano, è stato dimostrato e divulgato dai procuratori statunitensi e non da noi, tanto per capirci. Ma a prescindere dalla percentuale nessun@ qui intende  – e figuriamoci – rimuoverne e negarne la gravità.

Le “false accuse” (da cui il termine “falsabusologi”) sono state usate a pretesto anche in Italia dove il dato, anche qui ingigantito, ma non per questo, ripeto, non se ne riconosce la gravità, è stato fornito con una enorme quantità di pregiudizi addebitati ad un solo genere.

Nelle relazioni, nei matrimoni, nelle separazioni, quelle che direbbero il falso sarebbero sempre ed unicamente le donne. Gli uomini direbbero sempre la verità quando negano di aver commesso uno stupro, di aver commesso maltrattamenti, persecuzione, di aver intenzione di uccidere la loro ex, di aver commesso abusi nei confronti dei bambini. Gli uomini direbbero la verità a prescindere. In una costante opera di vittimizzazione negano che le donne e i bambini possano mai subire violenza da parte dei padri/mariti, quando mostri le cifre dei femminicidi negano che siano reali o li addebitano a presunti atteggiamenti errati da parte delle donne, come se esistessero pressupposti per cui in Italia possa esserci una autorizzazione implicita alla giustizia fai da te con pena di morte annessa a discrezione di qualunque uomo, si appropriano di uno status di innocenza a priori, addebitando alle donne una colpevolezza a priori (presunzione di colpevolezza innata per appartenenza al genere femminile), e stabiliscono che sia necessaria una legge in cui non si escluda l’affido condiviso quando un uomo viene riconosciuto colpevole di violenza domestica perché si ritiene lecito dire che ogni uomo è innocente in quanto uomo e ogni donna sia colpevole in quanto donna.

Questo è lo spirito che anima la propaganda portata avanti da soggetti autoritari e fascisti che prendono a pretesto e strumentalizzano la questione dei padri separati per introdurre un pregiudizio di genere in un ddl, il 957, attualmente in discussione al senato, che prevede esattamente questo, ovvero che le donne o i bambini non siano creduti mai e che ai genitori (leggasi padri) sia concesso l’affido condiviso sempre anche in casi di violenza.

La cosa curiosa che qui bisogna precisare è che tutta la campagna dell’area fascista/integralista/antiabortista/autoritaria è condita a suon di calunnie, false accuse nei confronti di persone che dicono cose di buon senso come quelle che diciamo noi.

Anche adesso, mentre sto scrivendo, ci sono delle persone, fascisti senza dubbio, cattolici/antiabortisti, gente di destra, che strumentalizza la questione dei padri separati per istigare odio contro le donne, le lesbiche e le femministe. Ci sono uomini che per l’appunto – in forum e pagine facebook – disseminano il web di insulti e calunnie.

E il motivo per cui lo fanno, addebitando a noi tutte o a qualcuna di noi in particolare (nei confronti della quale sono state divulgate le calunnie e le false accuse più gravi in assoluto) false accuse sulle questioni più disparate, è che a loro interessa che i padri separati sposino la loro ideologia.

Non gli importa che siano risolti i loro problemi. Non gli importa nulla della loro povertà, delle difficoltà, del loro dolore. L’unica cosa che a loro interessa è mantenere vivo il rancore e l’odio dirigendolo grazie a false accuse. In questo, siamo certe, siamo state oggetto di altissime percentuali di menzogne.

Alcune le abbiamo svelate QUI. Ma possiamo continuare. E non ci interessa difenderci da accuse gravissime che ci hanno colpito sul piano personale, privato e familiare. Lo faremo in altre sedi se lo reputeremo opportuno. Non interessa a FikaSicula, che è stata disponibile a parlare con molti uomini che si occupano di queste questioni e giusto quando si è capito che in fondo su alcune cose si potevano perfino trovare soluzioni comuni si sono precipitati in tanti, i fascisti, per l’appunto, a istigare odio e incrinare quella fragilissima discussione condendola di insulti e calunnie.

Quello che interessa me e lei, per esempio, è che questo dimostra un fatto preciso: ci sono persone che alimentano la divisione perché a loro fa comodo. Ci sono persone che su quella divisione realizzano una carriera, uno status, un ruolo sociale, reale o virtuale, trovano comodo trarne pretesto per alimentare il proprio odio di genere e per istigarne altro. Usano il dolore dei padri separati, anche quando spesso padri non sono e figuriamoci se separati, per colpire le loro nemiche di sempre, le donne che lottano per la propria autodeterminazione e per l’uguaglianza, quelle che lottano affinché nel mondo vi siano uguali diritti. Quelle cui interessa trovare soluzioni ai disagi piuttosto che tenere vivo l’odio di genere.

In fondo non è difficile da capire. A queste persone non interessa dei problemi di chi soffre perché altrimenti dovrebbero essere felici di vederci disponibili a comprendere e a cercare soluzioni discutendo in modo civile. Invece a loro dei padri separati non interessa affatto. Gli interessa imporre dogmaticamente le loro soluzioni (di destra, tant’è che dicono che se non la vuoi risolvere come dicono loro allora sei “contro”) e gli interessa esclusivamente abbattere quella parte politica italiana che sta più a sinistra e che si occupa di contraccezione, aborto, diritto di donne, gay, lesbiche, trans, migranti, sex worker, precari.

Come abbiamo già detto – e continueremo a chiarire questi punti perché è essenziale capirsi in questo – non abbiamo mai avuto nulla contro i padri separati o contro chi lotta per ottenere un giusto riconoscimento qualora sia stato vittima di una falsa accusa. Lo siamo anche noi, costantemente, vittime di false accuse, lo sono tante donne falsamente accusate in vari modi (di aver provocato, di essere carnefici quando sono vittime) e dunque come potremmo, pur nella differenza di opinioni, non essere empatiche rispetto a questo problema.

Negli anni scorsi, quando per la prima volta ci siamo ritrovate a leggere di questi problemi, abbiamo fatto l’errore di ritenere che i padri separati fossero emanazione della propaganda, la linea di comunicazione fascista che veniva diffusa soprattutto nel web da pochissimi individui animati da odio di genere. Ci siamo dette che se i padri separati comunicavano al mondo attraverso un lessico così misogino e sessista evidentemente erano tutti d’accordo. Ma poi abbiamo approfondito e da sempre diciamo che c’è un problema di comunicazione che vi riguarda perché a chi finge di occuparsi dei vostri problemi interessa criminalizzare le donne tutte e le femministe prima che divulgare i vostri problemi affinché tutta la società civile, noi comprese, se ne assuma la responsabilità. La maniera in cui a noi il problema è arrivato è attraverso insulti incomprensibili su questioni delle quali noi non eravamo e non siamo responsabili. Nessuno ha avuto interesse, a parte alcune rare persone e solo in quest’ultimo anno, a raccontarci in modo diverso questo problema. E non dovrebbe essere invece interesse di chi dice di voler risolvere un problema così grave comunicare in modo chiaro e in modo da non produrre scontri, resistenze e divisioni sociali? Non dovrebbe essere loro interesse far comprendere il vostro problema prima che divulgare il loro odio contro di noi? Cari padri separati: vi è chiaro che per costoro che vi strumentalizzano siete solo un mezzo attraverso il quale veicolare odio nei confronti delle donne, delle lesbiche e delle femministe?

Da sempre negli ultimi anni chi aveva interesse a imporre un’unico modo di affrontare la questione (con soluzioni catto/fasciste) e a inquinare il dibattito con intimidazioni e calunnie ai nostri danni e ai danni di altre femministe ha prodotto menzogne su menzogne dicendo di noi che non saremmo state abbastanza empatiche nei confronti di padri, di persone arrestate ingiustamente, di bambini che soffrono la mancanza di genitori. Ci hanno descritte come arpie forcaiole pronte a mandare in galera un padre per il solo fatto di allontanarlo da un figlio e tutto ciò faceva e fa parte della loro strategia comunicativa, sbagliata, la strategia di chi, appunto, non si occupa di problemi dei padri separati ma sulla pelle dei padri separati, in vostro nome, compie una opera generalizzata di criminalizzazione nei confronti di tutte le donne negando che perfino le vostre madri, sorelle, amiche, colleghe abbiano mai subito una violenza.

Hanno detto di noi di tutto e dunque ribadiamo, così come abbiamo già scritto nel precedente post, che:

Dicono: le femministe sono contro i padri…

Falso. Non è vero. Se ci sono delle alleate possibili per le battaglie che fanno i padri quelle siamo noi che abbiamo sempre spinto affinché la società fosse orientata ad una redistribuzione di ruoli. Dove i padri vogliono occuparsi dei figli noi siamo con loro.

Dicono: le femministe vogliono farsi mantenere dagli ex mariti.

Falso: le femministe fanno lotte su lotte per rivendicare un lavoro e sono i conservatori, i fascisti, che nei loro spazi, forum, blog, pagine facebook, insultano la nostra intelligenza dicendo che le donne dovrebbero sentirsi realizzate nel ruolo di mogli/madri e che le femministe che vogliono lavorare sono cattivissime donne in carriera che distruggono la famiglia. Hanno da decidersi. Ci vogliono indipendenti o no? Allora devono smettere di opporsi alle nostre battaglie per un welfare fondato su valori differenti, dove le donne non devono fare da ammortizzatore sociale per compensare ogni ruolo di cura e tutti i servizi che lo Stato non dà. Perché a parte dettare il come dovrebbe essere l’uomo/padre codesti conservatori dettano regole anche su come dovrebbe essere una donna. Piacevolmente e consensualmente sottomessa. Lo vedi dalla bibliografia che propongono in cui il libro di Costanza Miriano e altre pubblicazioni affini sono in cima alla loro hit parade.

Dicono: le femministe amano il ruolo delle vittime e pensano sia utile trarre un potere dalla maternità.

Falso: noi lottiamo affinché le donne si affranchino dal ruolo di “mamme” che pare l’unico destino possibile per noi e sul quale l’Italia catto/fascista divulga una retorica senza fine. Ma se vagate per i loro forum e le loro pagine facebook notate come questa nostra azione politica sia assolutamente denigrata, in modo perfino violento. Eppure dovrebbe essere utile per loro fare in modo che le donne si liberino dallo stereotipo mammesco, smettano di pensarlo un risarcimento a compensazione di ogni altro gap sociale, di modo che anche i padri, come giustamente chiedono, abbiano accesso alla vita dei figli. Chi vuole dunque che le madri restino attaccate al proprio ruolo rendendo difficile la redistribuzione di ruoli sociali? E poi: Noi lottiamo affinché le donne si emancipino e si smarchino dal ruolo di vittima/martire che piace tanto all’Italietta fascista che ti riconosce in quanto soggetto solo se può importi “tutela”. Noi vogliamo strumenti per rimetterci in piedi e non esigiamo alcuna tutela. Vogliamo pubblico riconoscimento se ci stuprano, ci picchiano e ci ammazzano, perché tutto ciò non deve avvenire e perché la violenza sulle donne è in primo luogo una costruzione culturale ma di fare le vittime proprio non ci importa niente. Ed è proprio questo che per i fascisti è intollerabile. Sottrarsi alla loro morsa, quella di chi afferma di voler proteggere  ”le nostre donne” affermando un principio di proprietà sulla nostra pelle e negando ogni principio di autodeterminazione per tutte noi. Chi è dunque che vuole che noi si interpreti il ruolo della vittima affinché l’uomo fascista si scosti dalla mediocrità e dalla sua crisi identitaria per affermare il proprio ruolo di eroe/salvatore sulla nostra pelle? Chi è che esige che le donne siano utili a fornire quintali di autostima a uomini altrimenti privi di fonti di realizzazione? Chi è che esige che noi ricopriamo il ruolo di psicofarmaci sociali?

Dicono: le femministe vogliono soluzioni autoritarie contro gli uomini (violenti)

Falso: Vogliamo che i padri violenti (come le madri violente) non accedano all’affido e dunque non accedano al nucleo familiare, ex moglie, figli, che hanno subìto e che possono subire la violenza. Perché conosciamo le conclusioni di questo genere di situazioni. Imporre l’obbligo di mediazione familiare e di affido condiviso anche in situazioni di violenza o negare che quella violenza esista facendo ricorso ad una sindrome fasulla come la Pas è privo di buon senso da parte di chi dice di tenere alla salute psicofisica dei bambini. Non abbiamo mai chiesto la Sharìa e giusto noi non vogliamo che il “femminicidio”, che sul piano culturale va riconosciuto, diventi una aggravante in termini giuridici e in generale ci occupiamo di cultura, di prevenzione, di comunicazione e di individuazione delle risorse utili alle donne vittime di violenza. Invece sappiamo che certi fascisti che fingono di occuparsi di padri separati immaginano per le madri il Tso, la psichiatria coatta, la terapia della minaccia (Pas), la deprogrammazione e riprogrammazione del bambino che non vuole vedere il padre, si oppongono al carcere per gli uomini che praticano stalking, violenza, stupri, maltrattamenti, ma vorrebbero il carcere e addirittura la pena di morte per le madri che vivono in modo conflittuale la separazione. Non ultimo c’è chi paventa l’esecuzione delle femministe. Chi è che vuole soluzioni autoritarie dunque?

Dicono: le femministe sono contro la Pas e quindi contro i bambini.

Falso ideologico che sta nello stesso calderone delle imposizioni del gruppo di destra che condiziona fortemente la discussione su affido condiviso e affini. La Pas è una soluzione psichiatrica autoritaria propria di chi è di destra ed è orientata a riconoscere una malattia fasulla basata su un pregiudizio di genere, quello che ritiene che le donne che denunciano di aver subito una violenza dicano il falso anche quando denunciano per proteggere il proprio figlio da abusi.

Riformuliamo: le femministe vogliono che le persone che subiscono violenza siano tutelate e questo principio di assoluto buonsenso viene volutamente travisato e mistificato da chi usa il problema dei padri separati per imporre la propria ideologia.

Dicono che le femministe se ne fregano della povertà dei padri.

Falso: le femministe hanno dei problemi in rapporto alla propaganda che si realizza sulla pelle dei padri separati quando tramite quella propaganda si legittima/alimenta un business assistenziale che non risolve i problemi di povertà alla radice, che alimenta divisioni sociali, tipiche di una certa destra, e che discrimina un intero genere. Opporre critiche a chi vuole gestire risorse pubbliche e vuole dirigere le soluzioni (a destra) sfruttando un fenomeno così complesso non significa affatto criticare i padri separati o negare il loro disagio. E’ ovvio che da una separazione gli ex coniugi escano fuori impoveriti, entrambi, e che ciascuno ricorrerà alle risorse di cui dispone, i genitori, i familiari, il buon senso, la solidarietà reciproca quando c’è. Rilevare la povertà di padri e madri, così come racconta l’ultima indagine Istat in rapporto alla povertà di entrambi, è un dato essenziale per comprendere che in questa epoca di grande precarietà donne e uomini piuttosto che farsi la guerra in un reciproco egoismo dovrebbero lottare, insieme, per assumere una lotta contro i veri responsabili di tutto questo: chi gestisce l’economia, ci governa, ci toglie reddito e lavoro e ci impoverisce giorno per giorno. Bisogna pretendere lavoro e un reddito adeguato per tutti e pretendere che le donne abbiano un lavoro se non ce l’hanno piuttosto che supportare la politica governativa che le vuole economicamente dipendenti per realizzare un welfare che le sfrutta gratuitamente per i compiti di cura. Bisogna lottare affinché lo Stato smetta di delegare agli uomini di risarcire sul piano economico le donne che vengono impiegate nel “ruolo” di cura. Come sopra: le donne non vogliono essere mantenute e supportare le lotte per l’indipendenza economica delle donne sgrava gli uomini da un fardello economico pesante. Gli interventi assistenzialisti, forniti a partire da un pregiudizio di genere, sono una soluzione finta che serve solo a chi specula su questi problemi.

Questo è quanto abbiamo da dire e dovrebbero esserne lieti coloro i quali vogliono sensibilizzare il mondo rispetto ai problemi dei padri separati. Non fosse che non è quella la questione che a loro interessa. Anzi.

Esistono, come dicevamo nell’altro post, e l’abbiamo visto, tra chi si occupa di questione maschile, quelli che non mettono in discussione la legge 194, quelli che supportano le battaglie per l’autodeterminazione, che non calpestano la questione di classe per fare emergere un conflitto di genere, che producono ragionamenti complessi in rapporto alle questioni che ci/li riguardano e quelle persone alla fine soccombono allo strapotere e alla prepotenza dei conservatori che in quell’area di movimento fanno la voce grossa. Esistono certamente padri separati che pur di vedersi risolta la propria disperazione si affidano a gente che sul loro dolore ci si sta ritagliando una carriera mentre sdogana autoritarismi. Esistono tante categorie di persone e in questo mare di confusione, noi, tenacemente, insistiamo nel voler capire.

Perché a noi importa della vita delle persone, tutte, donne, uomini, bambini. Sempre.

 

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Il rancore degli uomini

Posted in Anticlero/Antifa, Misoginie, Omicidi sociali, Pas.


2 Responses

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  1. cybergrrlz says

    segnalo che i soliti noti sul web stanno producendo reazioni prevedibili: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=356805231057408&set=a.239920599412539.56718.201992303205369&type=1&ref=notif&notif_t=photo_comment&theater
    riporto il commento delle amiche che registrano quel comportamento:
    “volevamo rilevare come a fronte della netta intenzione di FaS di centrare il problema per discutere nel merito (invece che perdere tempo dietro tutte le mistificazioni ideologiche che lo strumentalizzano contro le donne e le femministe) si levino queste reazioni indispettite. evidentemente NON SI VUOLE discutere e trovare una soluzione che metta insieme le parti sociali nell’interesse di chi vive disagi. questo la dice lunga su quale sia lo spirito attraverso il quale certi stanno strumentalizzando la questione.”

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  1. Le false accuse di antifemministi/fascisti che fingono di occuparsi di padri separati « Il Malpaese linked to this post on Luglio 7, 2012

    […] : http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/07/01/le-false-accuse-di-antifemministifascisti-che-fi… Share this:CondivisioneFacebookTwitterDiggRedditStumbleUponLike this:Mi piaceBe the first to like […]