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Violenza sulle donne e strumentalizzazione dei corpi

A proposito di violenza sulle donne e di Valentina Pitzalis. Un dibattito appassionato nella nostra mailing list. Ve lo riporto:

Skybia:

“non so se a qualcuna di voi è capitato di vederlo ma vi giro il video di un pezzo di puntata de “la vita in diretta” di venerdì scorso, trovato ora per caso cercando altro.
in particolare l’intervista a valentina una ragazza bruciata viva dal suo ex, in studio con la buongiorno e la hunziker.

i discorsi che ruotano intorno a questa donna sono agghiaccianti, così come lo è la strumentalizzazione della sua vicenda a fini pubblicitari (per l’ associazione).

dopo il racconto di Valentina, in cui evidenti sono i sensi di colpa ancora molto presenti nonostante tutto, ad un certo punto dal minuto 12.15, bongiorno ci tiene a sottolineare che non c’è da parte di Valentina rancore alcuno nei confronti di chi l’ha ridotta così e questo significa che “è una persona intelligente, che sta cercando di capire le possibili ragioni di quello che è successo (…) lei dice “io sono stata troppo accondiscendente”, lei ha rinunziato giorno dopo giorno ai suoi diritti, alla sua vita normale per andare incontro all’altro e probabilmente questo è stato l’unico errore che ha fatto lei, non sappiamo se davanti ad una persona che era malata o no”.

Ora, non solo c’è un pezzo di merda che ha ridotto in questo modo Valentina ma certo un pò pure lei se l’è andata a cercare…magari che ne so, se avesse evitato di essere così accondiscentente forse ‘sta cosa qui non sarebbe successa.
E queste hanno pure un’associazione che si occupa di violenza sulle donne e a me tremano le vene ai polsi se penso che Valentina la stanno seguendo loro. Loro che in mezz’ora di trasmissione, altro non han fatto che sottolineare i suoi sensi di colpa, favorendo processi di autocolpevolizzazione  e colpevolizzazione che poi sono gli stessi che scattano in tutte le donne che subiscono violenza e che consentono agli uomini di perpetrare quella strage quotidiana tutto sommato con così poco clamore…

Chi quotidianamente lotta a fianco di donne che hanno subito e subiscono violenza, conosce bene i loro sensi di colpa e sa quanto sia difficile decostruirli… sa che tutto nasce da quella violenza simbolica che si inscrive nei nostri corpi e li modella attraverso la repressione e l’oppressione dalla primissima infanzia – all’interno di rapporti di forza, dentro una dialettica uomo – donna in cui la violenza di genere rappresenta per me la prima forma di controrivoluzione – al fine di lasciar emergere quelle “qualità tutte femminili” che ci vogliono mansuete, disponibili, sempre attente ai bisogni degli altri, pronte a rinunciare alla nostra vita…qualità da cui da sempre gli uomini hanno tratto e traggono i loro vantaggi e privilegi.

Quando si smetterà di fare i processi alle donne? Quando si smetterà di rafforzare ruoli e stereotipi nonostante l’orrore? Perchè risulterebbe così osceno dire “bè se sei stato gambizzato, pensaci bene, forse un pò te la sei cercata” (con tutta probabilità ti accuserebbero di essere un’ assassina, una terrorista, etc) mentra la stessa oscenità non la proviamo per la logica revisionista che all’interno del discorso pubblico la fa da padrona quando si parla di violenza sulle donne?”

Chiara:

“E’ una vergogna. Questa e’ la classica tattica del “victim blaming”, la colpevolizzazione delle vittime di stupro. La violenza e’ scritta sui nostri corpi fin da piccole, proprio perche’ questo nostro corpo di donne e’ colpevole, nasce colpevole, colpevole di suscitare il desiderio, colpevole di voler vivere. E’ la stessa logica, l’ideologia patriarcale dello stupro. E’ chiaro che se ti fanno violenza “you deserve it” “te lo sei meritato”. D’accordo con tutta la tua analisi.”

Jo’:

“Mi spiace, non sono d’accordo, Valentina è una persona positiva e pro-positiva. E’ stata proprio lei tra l’altro a pubblicizzare la sua partecipazione a “La vita in diretta”.
E’ l’immagine della donna che non rimane vittima della violenza ma si ribella:  “è questo che vorrei dire alle donne, non fate le crocerossine”.
Chi la segue sulla pagina facebook sa quanto sia coraggiosa e come a testa alta mostri ogni suo progresso fisico e mentale; la cosa che ripete più spesso è che il modello d’amore romantico vigente con l’annullamento del sè da parte delle ragazze è MALATO.
Piuttosto mi chiedo perchè voler vedere le donne vittime di violenza come doppiamente vittime, prima dei partners e poi delle associazioni. “

Claudia:

“Non credo che l’accusa di skybia fosse contro Valentina ma contro chi tenta di manipolarla e conoscendo i soggetti credo ci siano pochi dubbi in proposito. Anch’io ho visto la pagina di Valentina e non ci sono dubbi sul suo coraggio e la sua determinazione a parlare per la salvezza di altre donne. “

Skybia:

“sono d’accordo che Valentina appaia come una persona positiva, anche se secondo me a tratti sono evidenti le contraddizioni che emergono nei suoi discorsi e bada bene non è un’ennesima colpa, io ci vivo nelle contraddizioni anche pesanti e credo sia fallace credere che la vita e le relazioni nello specifico possano essere lineari.
Se hai notato poi non ho neanche mai usato il termine “vittima” per riferirmi a lei e più in generale alle donne che subiscono violenza. E volutamente, perchè credo che a tratti si possa incorrere comunque nel rischio di rimandare ad un’immagine di impotenza, di impossibilità di reazione, di paralisi….ma anche qui le scuole di pensiero son differenti ; )

Quello su cui volevo ragionare con voi erano i discorsi fatti da buongiorno & co. questi si secondo me colpevoli e anche gravemente.
Colpevoli di ricacciare ancora una volta, e nonostante l’orrore, le donne all’interno di modelli femminili di bontà e comprensione. La bongiorno ci tiene a sottolineare che Valentina non prova rancore, che capisce e che è intelligente per questo…
Allora mi domando e ti domando e se invece Valentina avesse provato rabbia? Se non avesse capito e/o non volesse più capire? Se Valentina lì in diretta fosse stata rabbiosa, se avesse iniziato che ne so ad urlare, se non avesse più corrisposto a quel modello che fa tanto santa maria goretti, la comprensione da dama bianca della venier della hunziker e della buongiorno ci sarebbe stata comunque? sarebbe stata comunque considerata intelligente?

In un articolo secondo me bellissimo scritto tempo fa dalla Fiocchetto e che se vi va trovate qui
http://www.fuoricampo.net/il_soggetto_lesbico/atti_convegno/pdf/Rosanna%20Fiocchetto.pdf
lei a pag 2 scrive che “l’espressione della rabbia rappresenta un vero e proprio tabù individuale e sociale per la maggior  parte delle donne e che essa sia un “interdetto di pensiero”.
Mentre invece è quella rabbia che va trasformata in forza e poi in lotta collettiva e se te me la togli e/o non la legittimi come possibile risposta/reazione personale e politica non fai altro che ristabilire uno status quo pesantemente reazionario (il che fatto dalla bongiorno non mi stupisce).”

Jo’:

“continuo a non essere d’accordo con te.
Valentina è assolutamente una vittima di violenza maschile e ben venga a mio parere che si usi questo termine.
La volontà di descrivere una supposta incapacità di reagire nelle vittime è un altro paio di maniche a mio modo di vedere e riguarda i media o i divulgatori delle notizie più che le vittime in sè. Anche per me è importante quello che sottolinea la Bongiorno, che comunque continuo a non stimare per ben altri motivi. La Bongiorno non sostiene che la rabbia sia un sentimento negativo o da censurare ma che è segno di intelligenza il superamento del sentimento con un’azione diretta, una reazione fattiva.
In questo caso Valentina è voluta diventare un monito per tutte le altre donne e che piaccia o no è una sua precisa volontà. Il fatto poi che insista sul livello patologico dell’amore come è inteso oggi dalle ragazze è ancora più rimarchevole, oltre al suo sottolineare continuamente la normalità della violenza (la banalità del male?) continuando a ripetere “non era un mostro”.
Poi non potremo mai sapere perchè non abbia deciso di reagire in altro modo magari scegliendo di restare il più possibile nell’anonimato come molte altre donne, circondata solo dagli affetti più cari, o magari creando e investendo se stessa in altre forme di lotta collettive, se non chiedendolo direttamente a lei. Chissà.”

Aggiungo io che, concordo con Skybia sul fatto che la rabbia sia sempre oggetto di censura e criminalizzazione e che la “comprensione” per l’altro non è minimamente dovuta ma le tre donne insieme dicono una cosa importante, ovvero che un uomo che pure tutto il mondo patologizza, non possiamo aiutarlo, a differenza di quello che scrivono sulla 27esimaora, per esempio, e che non bisogna fare le crocerossine, bisogna individuare la violenza nelle relazioni “normali” e non nei tratti di mostruosità e per il resto ho trovato stucchevoli gli sguardi e le battute della venier ma non particolarmente fastidiose le affermazioni della bongiorno (anch’io la stigmatizzo per altre cose) e della hunziker.

Posted in Comunicazione, Corpi, Critica femminista, Pensatoio.


One Response

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  1. Serena says

    Quando skybia chiede: cosa sarebbe accaduto se Valentina avesse dato di matto invece che stare lì con l’associazione, formula male la questione: la rabbia assoluta si può provare per i primi tempi, e nessuno può escludere che lei non l’abbia provata (non dice niente a proposito, infatti). Dice però che lei dopo un anno di lavoro psicologico riesce a dire queste parole, a stare affianco alla Bongiorno e alla Hunziker, ad affidarsi ad un’associazione… certamente anche io non provo la minima stima per la Bongiorno, ma mi domando: se le lotte collettive non sono più forti come prima, inutile negarlo, cosa doveva fare se non entrare in un’associazione che si occupa di violenza sulle donne (sicuramente senza andare oltre quello, senza farne un discorso politico)? Una donna “comune”, mediamente non politicizzata, che subisce violenza, oggi (senza arrivare al caso estremo come questo qui sopra del fuoco, non è necessario…), se decide di agire in maniera propositiva e non distruttiva (e non perché la rabbia sia tabù, ma perché la rabbia distruttiva ti distrugge la vita e basta, soprattutto la tua), a chi può rivolgersi per sentirsi parte di qualcosa? Attualmente, guardandomi intorno, io vedo realtà del genere, perchè hanno più spazio nelle istituzioni. Questa cosa dovrebbe far riflettere, in qualsiasi senso, ma è un segnale importante.

    Poi, per la rabbia: sì, è tabù, ma ripeto, in sé e per sé, secondo me non può portare da nessuna parte, alla lunga. Se la rabbia non si incanala in realtà di azione territoriale, allora diventa autodistruzione. Io non le vedo queste realtà, per cui non so,personalmente non andrei mai da Doppia Difesa, però non è che avrei molta altra scelta su come sfruttare la mia esperienza per aiutare altre donne.

    In tutto ciò boh, non mi è sembrato che la Hunziker e la Bongiorno stessero dicendo granchè… anzi, per una volta mi è sembrato di ascoltare discorsi utili, visto che stanno sempre lì in televisione.