E’ un pezzo pubblicato su The Indipendent del 31 maggio 2003 a firma Andrew Gumbel. Parla di Richard Gardner, colui che viene considerato l’inventore della falsa sindrome di alienazione genitoriale di cui potete trovare ogni cosa nella nostra categoria dedicata al tema o acquistando il libro che è stato pubblicato di recente in Italia a firma Consuelo Bareo e Sonia Vaccaro. Ricordiamo che esiste un ddl (n.957) in discussione al senato, che peggiora le norme sull’affido condiviso stabilite con la legge 54/2006, e che vorrebbe introdurre la Pas come prassi consolidata nei tribunali italiani. In basso trovate alcuni link che parlano nel dettaglio di tutto ciò. Buona lettura!
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Il dottor Richard A. Gardner – Psichiatra infantile che ha sviluppato la teoria della Sindrome da Alienazione Parentale
Nel corso di una causa controversa per la custodia dei figli che ebbe luogo nei sobborghi di Pittsburgh pochi anni fa, tre ragazzi adolescenti supplicarono un giudice del tribunale familiare di non costringerli a proseguire con le visite al proprio padre, sostenendo che questi abusasse fisicamente di loro. Piuttosto che credere ai ragazzi, il giudice si affidò alla testimonianza di un perito scelto dal padre, un professore di psichiatria clinica della Columbia University, Richard A. Gardner.
Richard Alan Gardner, psichiatra: nato a New York il 28 aprile del 1931, Dottore in Medicina nel 1956; sposato due volte (un figlio, due figlie), e morto a Tenafly, New Jersey, il 25 maggio 2003.
Gardner insistette nel sostenere che i ragazzi stessero mentendo a causa del “lavaggio del cervello” subito da parte della loro madre e consigliò una pratica chiamata “terapia della minaccia”. In sostanza, ai ragazzi Grieco venne detto che avrebbero dovuto essere rispettosi e obbedienti durante le visite al padre, altrimenti la loro madre sarebbe finita in galera. Poco tempo dopo, Nathan Grieco, 16 anni, il maggiore dei fratelli, si impiccò nella sua camera da letto, lasciando dietro di sé un diario in cui scriveva che la vita era diventata un “tormento senza fine”. Sia Gardner che la corte non si pentirono della decisione presa nemmeno dopo il suicidio, e fu solo dopo un’inchiesta del giornale locale che gli accordi relativi alla custodia dei due ragazzi sopravvissuti vennero modificati.
Questa “terapia della minaccia” faceva parte di una teoria molto più ampia di Gardner, conosciuta nei tribunali familiari degli Stati Uniti come “Sindrome da alienazione parentale”. Questa teoria – uno degli esempi più insidiosi di “spazzatura scientifica” a cui viene dato credito nei tribunali degli Stati Uniti negli ultimi anni – sostiene che ogni madre che accusa il marito di abusare dei figli stia mentendo più o meno per definizione. La madre dunque direbbe queste bugie per “alienare” i figli dal padre e, a causa di questa intollerabile rinuncia alla propria responsabilità genitoriale, meriterebbe quindi di perdere tutti i diritti di custodia in favore del presunto abusante.
Questo non è solo un ragionamento di cattivo gusto, allo scopo garantito fin dagli esordi di proteggere gli interessi dei padri divorziati – di gran lunga i sostenitori più entusiasti di Gardner – ma è anche stato capace di distruggere la vita di centinaia, forse migliaia di famiglie americane negli ultimi 15 anni. Stato dopo Stato, i tribunali si sono affidati alle credenziali accademiche di Gardner dando i bambini in custodia ai loro presunti abusanti, anche nei casi in cui i dati raccolti dalla polizia, dai medici e le testimonianze da parte degli insegnanti e assistenti sociali sostenevano le accuse della madre.
Ad oggi, il concetto di “alienazione parentale” è entrato nella giurisprudenza influenzando migliaia di controversie in cui Gardner in persona non ha avuto alcun ruolo. Eppure questa teoria non ha alcun fondamento scientifico. Non è riconosciuta dalla American Psychiatric Association o da qualsiasi altro organismo professionale. La sfilza di libri che Gardner ha prodotto sul tema dalla fine degli anni 1980 sono stati tutti pubblicati in proprio, senza far ricorso all’usuale processo di revisione tra colleghi. Il suo metodo per determinare l’affidabilità delle accuse di abusi sessuali è stato denunciato da un noto esperto di violenza domestica, Jon Conte dell’Università di Washington, come “probabilmente la peggiore spazzatura scientifica mai incontrata in vita mia in questo campo”.
Nessuno che abbia esperienze di divorzi molto conflittuali può negare che le madri, in alcuni casi, pronuncino false accuse ai danni dei propri coniugi. Ma Gardner si spinse molto più in là. Egli sosteneva che il 90% delle madri fossero bugiarde che “programmavano” i propri figli a ripetere le loro bugie, senza offrire prove di questo. Egli teorizzò che le madri che sostenevano gli abusi stessero esprimendo, in forma nascosta, le proprie inclinazioni sessuali nei confronti dei figli.
E suggerì anche che non ci fosse nulla di sbagliato nella pedofilia, incestuosa o meno. “Uno dei passi che la società deve intraprendere per affrontare l’isteria attuale è quello di smetterla di prendersi in giro e assumere un atteggiamento più realistico verso il comportamento pedofilo”, ha scritto in L’isteria dell’abuso sessuale – I processi alle streghe di Salem rivisitati (1991). La pedofilia, ha aggiunto, “è una prassi diffusa e accettata letteralmente tra miliardi di persone”. Alla domanda di un intervistatore che gli chiedeva quello che una madre avrebbe dovuto fare se il bambino si fosse lamentato di abusi sessuali da parte del padre, Gardner rispose: “Cosa dovrebbe dire? Non dire questo di tuo padre. Se lo fai, ti picchio.”
E ‘incredibile che un tale personaggio sia stato preso sul serio dai giudici dei tribunali familiari, ma, in un sistema ostile in cui i padri spesso hanno più soldi da spendere nei casi di divorzio, le teorie di Gardner si sono rivelate molto persuasive. La rivista della American Academy of Child Adolescent Psychiatry scrisse nel 1996 del libro di Gardner “Protocolli per la valutazione di abusi sessuali”: “E’ una ricetta per invalidare le accuse di abuso sessuale, con il pretesto dell’obiettività clinica e scientifica. Si sospetta che sarà un bestseller tra gli avvocati della difesa. “E così è stato.
Il lavoro di Gardner ha creato una generazione di madri e bambini segnati psicologicamente e, in molti casi, fisicamente dalle sentenze che ha influenzato. In uno dei suoi primi casi, una fisica del Maryland che venne da lui etichettata come “Alienante parentale”, inadatta ad avere la custodia dei figli, fu successivamente colpita a morte con una pistola dal proprio ex-marito. Ciononostante Gardner non cambiò la sua idea della moglie nel ruolo di cattiva della storia; le sue bugie, insistette, avevano reso il marito temporaneamente psicotico.
Le origini di Richard Gardner sono sorprendentemente convenzionali. Nato nel Bronx, New York, nel 1931, studiò medicina e psichiatria presso varie prestigiose Università di New York, e servì come psichiatra al servizio dell’esercito americano in Germania. Assunto presso la divisione di psichiatria infantile della Columbia nel 1963, dove divenne professore di psichiatria nel 1983, fu considerato per molti anni un esperto in tema di esperienza infantile del divorzio.
Dopo aver sviluppato la sua “sindrome di alienazione parentale” nel 1980, però, lui e la Columbia presero reciprocamente le distanze, e Gardner trascorse la maggior parte del proprio tempo in uno studio privato nel New Jersey. Nel corso del tempo si trasformò in un autentico mostro americano.
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Sentenza: oh madre, lascia casa e lavoro o ti togliamo la figlia!
Quanto ci costano e chi sostiene i padri separati
L’Aimmf contro il ddl. 957 [1]
L’Oua contro il ddl. 957 [1]
L’Aiaf contro il ddl. 957 [1] [2]
L’Onu si esprime su affido condiviso, pas, violenza assistita [1] [2] [3] [4]
Tutta la documentazione sulla falsa sindrome di alienazione genitoriale