A Torino la battaglia contro l’autodeterminazione delle donne non cessa. Istigati da un dibattito suscitato da provvedimenti reazionari che mirano a introdurre nei consultori i pro-life eccoli gli antiabortisti che si presentano ovunque, incluso i consultori o gli ospedali, con file di bambolotti a rappresentare i feti, frasi ad effetto, e ora ci si mette anche l’Asl ad affiggere manifesti pro-life, che invitano alla “scelta alla vita”, con frasi vomitevoli tipo “mamma ti voglio bene” pronunciate da un embrione, con una serie di ricatti e provocazioni che agiscono laddove hanno sempre agito tutti i rimasugli di misoginia che non potendo controllare le donne mirano a controllarne i corpi e quello che contengono.
Il clima in generale è di tortura psicologica, di stalking vero e proprio, ed è grave specie se realizzato per via istituzionale, perché di persecuzione nei confronti delle donne si tratta e non d’altro.
Giusto oggi sappiamo che è stata data una parziale via libera alla pillola dei cinque giorni dopo, che già quella del giorno dopo viene apposta confusa con la pillola abortiva – la ru486 – perché noi donne, in Italia, pare che non abbiamo diritto neppure alla contraccezione, quella regolare o d’emergenza.
Insistono con una strategia del terrore che fa il paio con le proposte che tendono a smantellare la legge 194, di modo che le donne non siano più assistite gratuitamente quando scelgono di abortire. Ed è così che le condanneranno alla clandestinità e ad affidarsi a gente senza scrupoli che in cambio di tanto denaro talvolta le condannerà a morire se non troveranno la morte con le loro mani tramite cytotec o infusi di prezzemolo.
Torniamo al ferro da calza, a bucarci gli uteri per avere diritto di scelta, a non poter ragionare di sessualità non riproduttiva. Torniamo a fare le code davanti agli ospedali, in fila, ad aspettare l’ultimo turno utile per poter esercitare un diritto, e davanti alla porta dell’asl troveremo questi stalkers, delinquenti, che fanno violenza psicologica e che con le loro facce da fanatici integralisti, pistole in pugno pronte a sacrificare la vita dei medici che praticano l’aborto o le donne che scelgono di interrompere una gravidanza, ché della vita di chi è già nat@ non gli importa niente, impongono la loro ideologia intollerante e arrogante.
Assassini di donne, assassini dell’autodeterminazione delle persone tutte. Quei manifesti sono un abuso ed è grave che li abbia affissi una Asl.
Noi saremo a Torino per il Feminist Blog Camp a fine ottobre e ci ricorderemo anche di questo!
Le ASL… pazzesco ….
segnalo invece per giustizia, altrimenti rischieremmo di “fare di ogni erba un fascio”che mi sono trovata bene e accolta come come a casa in un consultorio (uno dei pochi sopravissuti) qui a Bologna, a villa Mazzacurati …
Ovviamente gestito tutto da donne e tanto speciali da sembrare normali …. accoglienza, garbo, niente file, prenotazioni non obbligatorie, puoi entrare e andare … insomma come era una volta, come dovrebbe essere. Un respiro di sollievo, ogni tanto.