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Misoginia e riviste rosa

Secondo voi, date le tante emergenze e le grandi difficoltà che vivono le donne in Italia, di cosa esattamente avevamo bisogno? Nuove leggi? Nuova cultura? Legittimazione delle donne? Campagne di diffusione di nuovi propositi antisessisti? Un welfare che non releghi le donne a ruoli riproduttivi e di cura? Più lavoro, autonomia? Meno violenza maschile? Meno diffusione di maschilista/pensiero? Ma noooo. Invece no.

Secondo alcune donne dell’avanguardia femminil/intellettual/borghese dei bei salotti italioti serviva proprio una bella rivista patinata che fosse intitolata alle donne e poi regalasse spazio ad un misogino come Massimo Fini.

Pubblicizzata sulle pagine de Il Fatto Quotidiano, che in quanto a maschilismo si distingue per aver accolto e coccolato il Fini medesimo e poi altri variegati contenuti che a furor di popolo sostenevano i maschilisti del terzo millennio, rivendicazioni misogine dei padri separati incluse, la rivista patinata dichiara orgogliosamente di accogliere firme di “pensatrici” che se il loro primo pensiero è stato quello di fare una cosa così non ci aspettiamo molto di più di quello che ci aspettiamo dalle pagine della 27esima ora del corriere, cioè niente. Non ci aspettiamo niente se non sonore incazzature.

Ci diranno certo che la figura di Fini è un po’ come una specie di razza in estinzione e la useranno come kamikaze per misurare l’audience con l’odio, che quello è il solo modo forse che una rivista del genere può essere pubblicizzata tra le donne. Se le insulti, le donne, è chiaro che poi parleranno di te. Come fanno i peggiori creativi e pubblicitari italiani. Come fanno tutti, da sempre. E dunque perché mai ‘sta cosa si chiama “women magazine” se poi sembra pensata con il pene?

Di Massimo Fini, quello che ci vuole mandare in afghanistan a imparare come devono comportarsi le donne, quello che userebbe la pistola contro di noi, che odia le donne indistintamente perchè non gliela danno, a lui, orrendo maschio residuato bellico che è preso ad esempio da maschilisti che gravitano sul web e che dunque diffonde cultura sessista e legittima posizioni aggressive e violente contro le donne, un istigatore alla violenza, uno che legittima il vittimismo piagnone di maschi che si spupazzano il membro diagnosticandogli una grave solitudine e addebitandola alla femmina di passaggio, non c’è molto altro da dire.

C’è invece da dire che se una rivista nasce per veicolare le sue distorsioni da ricovero allora è una rivista buona per la monnezza. Che dirvi ragazze, per fortuna c’è il web e non abbiamo bisogno di voi.

Possiamo inventarci di meglio, noi. A voi vi va bene solo che vi pagano e trovate moneta solo se usate il membro come spara cazzate e come lasciapassare, altrimenti non ce la fareste. Noi che in ombra dei cazzi non vogliamo stare mai faremo altro e a voi auguriamo buona fortuna.

Scusate il tono, in ogni caso, ma è preventivo all’uso di un qualunque Massimo Fini testa d’ariete. Come direbbe lui, solo una provocazione, un plausibile “politicamente scorretto”. Vogliamo scommettere che per lui trovate tante giustificazioni alla Ritanna Armeni e per noi neppure una parola di conforto?

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Posted in Misoginie, Pensatoio.