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Uomini contro la violenza maschile sulle donne

In genere siamo abituate a leggere di uomini negazionisti, che dissimulano sempre, che fanno di tutto per censurare quelle donne, noi incluse, che parlano di violenza maschile sulle donne. Siamo abituate alla menzogna perenne, a quelli che se gli dici che ti hanno stuprata ti dicono che sei una bugiarda, che hai capito male, che è tutto okay. A quelli che se pensi di subire violenza in casa, da parte del tuo compagno ti dicono che sei pazza, una da rinchiudere, perché la violenza maschile si reitera soprattutto grazie all’omertà, ad un sistema di complicità e di bugie, di protezione reciproca tra “uomini” facenti parte di un unico branco con la complicità delle donne che a quegli uomini sono talvolta legate.

Di fatto è complicato che gli uomini violenti mettano in discussione la propria modalità e di fatto ogni volta che abbiamo parlato di violenza maschile sulle donne ci capita sempre qualcuno che viene qui a difendere la categoria o a chiederci di specificare che non tutti gli uomini sono così. Quasi che parlare della violenza di uno significasse parlare di tutti. Perché è così che gli uomini vengono educati da una cultura che ancora oggi giustifica il delitto d’onore: non sarebbero altro che un branco e spesso si muovono come se ne facessero veramente parte.

Lo abbiamo sempre detto: in termini culturali la violenza maschile si muove come la mafia. Ed è per questo che se noi siamo oggetto di varie forme di pressione, persecuzione e cyberstalking da parte di chi non vuole rispondere delle violenze commesse, da parte di chi NON vuole che si parli di violenza maschile sulle donne, ancora più violente sono le reazioni contro quegli uomini che disertano il branco. Ed è così che qui si chiamano i nostri compagni di percorso che lottano con noi contro la violenza sulle donne: disertori. Che non ci sarebbe neppure bisogno di definirli tali perché già loro non amano essere individuati come parte di un branco ed è questa loro ricerca che compiono principalmente su di se’, per definire una nuova mascolinità che li faccia somigliare solo a se stessi e non ai padri, ai nonni, ai cavernicoli che li hanno preceduti, che noi abbiamo spesso evidenziato e che ci è utile, come interlocutrici altre di relazioni sociali in evoluzione.

Per gli uomini che parlano della violenza maschile contro le donne, che non ricavano privilegi dalla enorme mole di giustificazioni sociali che viene loro offerta e che non le usano per infierire su chiunque, è un percorso che parte da se’, che si discosta da atteggiamenti lesivi della libertà altrui ed è un percorso indispensabile che attraversa la sfera della loro sessualità, pretendendo sia sempre consensuale, della loro quotidianità, del modo in cui si relazionano a madri, compagne, figlie, amiche, e agli altri uomini, senza prestare mai il fianco a commenti lesivi della vita altrui, donne incluse.

Lo abbiamo spesso rilevato: questi uomini che da un po’ di anni hanno preso a leggersi in pubblico e a non nascondere la propria opinione contro la violenza maschile sulle donne sono bersagliati da uno stillicidio di offese. Sono considerati “traditori”. Per loro la corrente neomaschilista e antifemminista ha coniato il termine “maschiopentiti” che non è che la riedizione aggiornata del vecchio “frocio” perché essere uomini per gente così equivale ad esserlo utilizzando esclusivamente la forza bruta, l’odio di genere e la misoginia come metro di lettura di ogni cosa.

Su questo blog scrivono assieme a noi uomini che parlano della propria vita, del proprio modo di essere compagni, “maschi”, padri, e quindi ci piace condividere anche la riflessione di un altro “disertore” che abbiamo scoperto in rete, che non teme di manifestare la propria opinione.

Fabio Faggi scrive su un blog la serie di giustificazioni che una donna dà a se stessa per evitare di svelare la violenza che subisce. E’ uno dei giochi più pericolosi che tante donne compiono ed è una cosa molto conveniente per gli uomini violenti. E’ conveniente, cioè, il fatto che le donne insistano in equivoci e fraintendimenti spesso alimentati dai loro compagni violenti.

Che ci sia un uomo che metta in fila con chiarezza alcune frasi tipicamente usate per dissimulare la violenza è una cosa che implica una grande assunzione di responsabilità. Un uomo che ci dice che se i suoi simili si comportano in un certo modo non c’è nulla da giustificare è una persona che si sta giocando ogni alibi e non ne offre a nessun altro. E’ uno di quei “tradimenti” imperdonabili che i violenti non tollerano. Significa non dare appigli a nessuno, né agli uomini dunque neppure alle donne.

Perciò parliamo di noi. Quante volte vi è successo di giustificare il livore, l’odio, la violenza, la molestia, l’autoritarismo che qualcuno esercitava nei vostri confronti? Quante volte avete dichiarato che quelle botte, quelle brutte parole, quei gesti fossero giustificati dal “troppo amore”? So bene che è quello che ci ripetono sempre ma svelare la bugia è compito di tutti. Degli uomini che dicono a se stessi che non è vero affatto e delle donne che devono avere il coraggio di presentarsi alla vita disilluse, spogliate di tutte le menzogne che le lasciano a crogiolarsi in una schiavitù mentale prima che fisica.

Fabio descrive una di seguito all’altra alcune situazioni. Ciò che dice lui e ciò che dice lei. A noi basta rilevare le frasi dette da lei per riconoscerle immediatamente. Frasi come:

…bene, è calmo, forse sono io ad essere sbagliata, sono io ad essere in un brutto momento…chissà, la colpa è mia se non ci capiamo più…

…si, stasera sta bene, è gentile, è come mi aveva promesso, ieri è stato uno sbaglio, e poi anch’io…anch’io l’ho fatto arrabbiare, non dovevo rispondergli così, lui era nervoso, le cose non vanno, ed io dovevo capirlo e assecondarlo…si, lui mi ama…

…che bello, quant’era che non mitrattava più così..? Si, forse, alla fine è vero che ancora mi ama, forse è vero che se ieri ha perso la pazienza è solo perchè si sente impotente di fronte al mio amore che non è più forte come prima…ma io lo amo ancora…forse dovrei essere più accondiscendente, imparare a stargli vicino come lui vuole e non come io sento…si, ha ragione…sono stata un po egoista…si, è stato violento, ma forse un po’ lo meritavo…sono io che per star dietro a tutte le mie cose ho finito per trascurarlo…

…com’è dolce, è così spaurito…

…si si, è lui, è ancora l’uomo che ho sposato…

“...ma no, se non ti ho chiamato è solo perchè sono stata sempre di corsa…

…ma no, ma che dice, non l’ho mai pensato, non potrei mai lasciarlo, è anche il padre di mio figlio…

E tutto procede in un crescendo mentre lui continua la sua altalena dell’umore e lei resta allibita e trova giustificazioni ogni volta che lui passa dalla calma alla violenza e viceversa. Il post finisce con un “denunciate!” che toglie ogni scusa e che è esattamente il contrario di ciò che siamo abituate a sentirci dire.

Neomaschilisti, padri, ex mariti, ex fidanzati, conoscenti e violenti di vario genere minacciano affinché non si denunci e quando le donne denunciano fanno di tutto affinché a loro non si creda.

Ecco, di testi così bisognerebbe trovarne di più sul web. E ci dispiace se mettere a fuoco l’esistenza di uomini “differenti” che non temono di esporsi e di parlare in pubblico di questo ogni volta attira l’attenzione dei misogini che da squadristi si riversano su quegli uomini per prodursi in minacce e insulti. Ma sono questi gli uomini che apprezziamo e sappiamo che anche sul web sono tanti.

Bisognerebbe che tutti dicessero più cose, che parlassero di più, che producessero più opinione di contrasto alla cultura che li vuole tutti omologati. Perché la violenza sulle donne ferisce tutti, donne e uomini, ci riguarda tutti, perché parte da una modalità di costrizione in ruoli definiti dai quali nessuno sembra poter sfuggire.

Essere “uomini” significa mille altre cose e se le donne hanno analizzato e analizzano da anni cosa significa per noi essere quello che vogliamo essere, fuori da ogni vincolo e costrizione, è bello che lo facciano gli uomini per se stessi, per tutti.

La violenza maschile sulle donne è uno scempio che produce vittime su vittime. Combatterla è compito di tutti. Insieme.

—>>>Disertori

—>>>Bollettino di Guerra

Posted in Anti-Fem/Machism, Disertori, Omicidi sociali, Pensatoio.