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La solidarietà alle lotte in Val Susa e i maschilisti che ci vogliono in galera

C’è una storia che ripercorre il nazismo ed è quella che vede come protagonisti un nazista che ha perseguitato in tutti i modi una giovane donna e questa donna che lo rifiuta e anzi denuncia le molestie subite.

Uomini di codesta specie saltano spesso sul carro dei dittatori perchè si servono della repressione per saldare conti personali ed è così che tra le torturate e deportate del nazismo finirono giovani donne che avevano fatto la scelta di non subire alcun genere di precavicazione. Donne che lottavano per ciò che credevano, contro le ingiustizie sociali, le violenze e le prevaricazioni delle camicie nere. Perchè all’occorrenza, indossare una camicia nera o una divisa nazista è uno strumento utile per imporre sadismo, torture e abusi a quella che fino al giorno prima fieramente denunciava di non voler in alcun modo subire molestie.

Da tempo, voi tutt* lo sapete, noi subiamo una accanita persecuzione da persone che ci hanno inflitto commenti, insulti, minacce, intimidazioni. Persone che concordano su alcuni precisi argomenti, padri separati, pas, attacco ai giudici minorili che non concedono affido ai padri non adeguati al ruolo, criminalizzazione delle donne, istigazione all’odio di donne e femministe, giustificazione degli assassini di donne, degli stalkers, degli stupratori, e via di questo passo. Persone che a prescindere dagli argomenti in discussione, pretestuosi o meno, dimostrano che c’è modo e modo di dibattere su temi che dovrebbero essere squisitamente politici.

Come tutta la nostra documentazione dimostra non siamo noi che li abbiamo cercati. Sono loro che non tolleravano e non tollerano che qualcuno possa esprimere una opinione diversa e dunque hanno preso a infliggerci una attitudine squadristica fatta di commenti a raffica e mail indesiderate.

Come se non bastasse, dato che non ci siamo fatte intimidire e anzi abbiamo denunciato pubblicamente quanto accadeva, abbiamo subito una ulteriore persecuzione fatta di censura di pagine facebook (gestite da altre donne allo stesso modo vittime di persecuzione antifemminista) in cui erano presenti link al nostro blog, pagine clonate di campagne che noi portiamo avanti, blog e siti cloni del nostro blog in cui veniamo diffamate, denigrate e in cui vengono diffamati terzi a nostra firma (perchè se non si chiarisce l’equivoco che quella cosa non ha nulla a che fare con noi è chiaro che noi dobbiamo prendere le distanze da qualunque cosa sia firmata con lo stesso titolo del nostro blog).

Alcune news antifemministe, link di blog cloni, e molto altro ancora vengono spesso riportati amabilmente su una pagina facebook fake, dal titolo “No alla violenza sulle donne”, gestita da maschilisti e padri separati, con 250.000 iscritti per lo più ingannati dal titolo, specchietto per le allodole, che viene sistematicamente disatteso con una moltitudine di link che parlano male delle donne o che giustificano uomini denunciati per violenza. Nella stessa pagina pratica costante è la descrizione di catastrofi imminenti tutte attribuite alle femministe.

Di tutta la parte persecutoria che ci riguarda, che ci ha stremato all’eccesso, fino al punto di impedirci talvolta di accettare inviti a partecipare a iniziative pubbliche per timore che si potesse ripetere la tragedia provocata dall’assassino Marc Lepine, abbiamo dovuto rendere partecipe chi di competenza.

Della suddetta pagina, che dichiara oggi di temere una denuncia e una censura, se chi la gestisce non è legat@ in alcun modo alla modalità persecutoria di cui sopra possiamo dire che non ha nulla da temere. Giacchè noi abbiamo sempre scritto in tutte le salse che ciascuno, nel limite della libertà di opinione che noi orgogliosamente pratichiamo, può fare quello che vuole, purchè non venga a disturbarci, molestarci, perseguitarci, citarci ossessivamente in modalità offensiva, diffamatoria, ingiuriosa, reiteratamente molesta. Perchè la molestia, il cyberstalking, individuale o in associazione ad altre persone legate dallo stesso interesse, non c’entrano nulla con la libertà di opinione.

Clonare un blog per censurarne i contenuti, per invisibilizzarlo, non c’entra nulla con la libertà di opinione. Clonare una pagina facebook e fare chiudere a furia di segnalazioni la pagina originale non c’entra nulla con la libertà di opinione. Minacciare querele su reati inesistenti, intimidire in vari modi, non c’entra nulla con la libertà di opinione e infine, riferirsi a chiare lettere ad una femminista morta nulla ha veramente a che fare con la libertà d’opinione.

La libertà d’opinione consente a chiunque, persino a noi, di manifestare liberamente un pensiero circa una manifestazione politica, circa una legge in discussione al parlamento, circa una modalità di comunicazione errata e mistificatoria quando si parla di violenza sulle donne. Questo vale in democrazia, dove i diritti civili sono garantiti. Non vale certamente nelle dittature cui sembra fare appello chi ha scritto il commento sulla pagina facebook.

Dunque non resta che questo? L’uso di una dittatura e della repressione feroce per mettere a tacere una voce scomoda?

Noi, contrariamente a ciò che è stato scritto (il down di autistici non c’entra nulla con la nostra presunta autocensura perchè noi rivendichiamo ogni parola scritta e la difenderemo politicamente ovunque), in questa brutta epoca di capovolgimenti e revisionismi, in questo tempo in cui i carnefici vorrebbero passare per vittime e le vittime vengono descritte come carnefici, facciamo politica per passione, abbiamo coraggio, e forza, e coerenza, e dignità, ci difendiamo dalla violenza maschile, dalla violenza di chi abusa del proprio potere, dalla violenza di chi nega la violenza sulle donne per difendere un esercito di uomini violenti, dalla violenza di chi produce disinformazione per mettere a tacere la voce dei cittadini e delle cittadine.

Noi siamo orgogliose di lottare dalla parte della gente che lotta per la propria autodeterminazione, delle persone che difendono il proprio territorio, dalle persone che tirano a campare, che si svegliano la mattina per andare a lavorare senza sfruttare nessuno, che dignitosamente portano avanti le famiglie senza doverle maltrattare, che conducono vite coerenti, intransigenti, mai dalla parte degli intrallazzi, della corruzione, dei razzisti, dei fascisti, di chi in modo osceno consuma le proprie giornate a ripristinare regole reazionarie che consentono lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sulla donna.

Perciò, ribadendo (per i maschilisti) che qualunque parola, qualunque cosa, qualunque accenno, qualunque post su un clone che ci riguardi viene considerato un ulteriore mezzo di persecuzione, invitiamo tutti e tutte a ricopiare il nostro post di solidarietà per chi lotta in Val Susa perchè noi potremmo anche essere denunciate per via di gente che ci vuole male (noi siamo qui! a mangiare pane e panelle o pane ‘cca meusa. A favorire!) ma quelle parole sono di chi lotta, sono per voi e dovranno continuare ad essere leggibili a prescindere dal fatto che qualcuno ci censuri o ci metta in galera per dare soddisfazione ad un qualunque maschilista pieno di odio contro le donne.

Il post è questo: Black Block, click clock, tip tap e altre fiction italiche

Update: un commento a questo post lasciato da un solito, oramai a noi noto (e non solo a noi), che a parte insulti e diffamazioni (concetti mistificati, falsi e violenti che non veicoleremo mai) mette giù una calunnia vera e propria che rivela ignoranza su mille cose (per esempio sull’hacking) e rivolge accuse che coinvolgono altri ipotetici individui i quali, tutti (chissà chi), a questo punto possono sentirsi calunniati da tante menzogne. Bisognerebbe chiedere a questo individuo che ne pensa invece di chi si intrufola nei profili privati delle persone per spiarle o nelle mailing list come la nostra per perseguitarci o di origliare le nostre conversazioni online nei modi più disparati. Ma di questo e oltre sono informate varie entità. Beccatevi lo screenshot.:

Per le puntate precedenti sulle “attenzioni” speciali che ci riservano i maschilisti potete leggere:

Sul web c’è chi vorrebbe rinchiudere le lesbiche

Neomaschilisti al lavoro: missione riabilitazione di un assassino

Gli antifemministi vogliono la femminista morta

Attenti alle femministe, brrrr…

Misoginie

Muro del riso

Posted in FaceAss, Fem/Activism, Misoginie, Muro del Riso, Omicidi sociali, Pensatoio.