http://www.youtube.com/watch?v=dzE-e9-T-Hc
Marco Travaglio non è nuovo in queste cose. Usa le donne per svolgere i suoi interventi berluscocentrici. Le inserisce per meglio spiegare una sua metafora. Ne esibisce l’esistenza non già per attribuire loro un valore. No. Pare anzi che per Travaglio le donne, ciascuna con la propria lotta e le proprie rivendicazioni, prendano vita solo quando sono funzionali ai suoi ragionamenti. Le esibisce in una gara machista tra lui e quell’altro, il premier.
Lo ha fatto quando parlava delle escort, quando diceva di interessarsi alla dignità offesa delle donne, quando prendeva ad esempio un delitto contro una donna per chiacchierare dell’applicazione del codice penale in Italia.
Lo ha fatto di nuovo, in un intervento che ci è stato segnalato da un’amica, con timidezza, quasi con timore, perchè se si parla di Travaglio c’è quasi un timore reverenziale nel dirgli che la sua espressione compiaciuta, le sue battute che usano una denuncia di stupro per strappare una risata, sono solo un ulteriore abuso sui corpi delle donne. Si parla in questo caso di corpi violati, che credo sia cosa diversa rispetto alle accuse rivolte a Berlusconi.
Di questi corpi Travaglio non tiene conto. Osiamo dire che si vede bene che non gli interessa. Si vede perfettamente che la vicenda è per lui solo un pretesto.
E queste sono giornate terribili perchè ogni commento su Strauss Khan o è giustificazionista o è come quello di Travaglio. Questo sembra il massimo della solidarietà che la donna che l’ha denunciato può aspettarsi. E guai a dare giudizi perchè in Italia, si sa, c’è la presunzione di innocenza per tutto, che si trasforma in certezza della colpevolezza per le donne che denunciano qualunque abuso.
In generale, guardando questo intervento di Travaglio, è tutto il suo atteggiamento ad essere fastidioso, perchè, come ha osservato Sandrone Dazieri in un post che vi suggerisco di leggere, tutto si svolge in un clima da compari, lui, Santoro che lo introduce divertitissimo, e io immagino quegli altri che ammiccano e si danno le gomitate per le sue battute impertinenti.
Dazieri si chiede se la satira sullo stupro può considerarsi controinformazione e riesce a esprimere in modo chiaro le sensazioni che io e tante altre persone abbiamo provato.
“Rimango agghiacciato…” – scrive – “sentire un uomo che fa battute sullo stupro mi dà la nausea. Sì, certo, la motivazione è quella di attaccare le scuse del signor B sulle sue questioni giudiziarie. Sì, certo, le battute sono dette a fin di paradosso e non si intende in alcun modo giustificare lo stupro… Ma la sensazione rimane.”
E poi:
“Questo editoriale mi ricorda troppo da vicino le battute che una certa percentuale del mio genere fa in caso di stupro, mi ricorda troppo la gradassata maschilista. E la sensazione è ancor più amplificata vedendo i punti salienti del discorso di Travaglio ripetuti su Twitter, con contorno di sghignazzi.
Mi chiedo se un uomo – sì, da una donna non mi avrebbe dato fastidio, ma sono certo sarebbe stato diverso anche nei modi e nei contenuti – possa permettersi di fare questo genere di satira. A fin di bene o di male. Mi chiedo se si possa dimenticare che l’oggetto di questa satira non è solo il potere, ma anche una povera crista di cameriera che, se le accuse verranno provate, è stata violentata e brutalizzata sul pavimento di una camera d’albergo, solo perché un tizio pensava di poterla usare come usava le suppellettili della stanza. E anche nell’editoriale di Travaglio è ritornata a essere un oggetto, e poco importa che si tratti non di oggetto sessuale ma contundente, da usare contro le palle del signor B.
Mi chiedo: se questa fosse stata una barzelletta del signor B, come avremmo reagito?”
Già, care e cari, come avremmo reagito?
Le donne dovrebbero sentirsi offese solo quando si sentono usate da Berlusconi? Quelli come Travaglio, invece, hanno licenza d’uso in virtù di qualche concessione particolare?
Fateci sapere. Noi proviamo a restare umane.
mi meraviglio che le gente rida, io sono una persona molto cinica e spesso faccio sfoggio di ‘humor nero e pesante ma non mi verrebbe mai in mente di usare uno stupro come argomento comico/satirico soprattuto se riferito a un episodio reale.
Ho avuto modo di “confrontarmi” con altri giornalisti del Fatto quotidiano sul caso Massimo Fini e le sparate di Travaglio non mi stupiiscono per niente. Mi dispiace dirlo ma quando una donna esprime un’opinione loro la da liquidano con un pat pat e con un: “brava cara, visto che la testa non ti serve solo per tenere separate le orecchie, ora ti diamo uno spazietto sul giornalino così puoi scriverci di tematiche femminilii e ti sfoghi, non siamo mica trogloditi noi! Siamo molto liberal democratici, diamo voce a tutti!”.
la sua biografia parla della sua opera: di formazione cattolica, ha sempre scritto per testate cattoliche, delfino (o forse più trota?) di Montanelli…
Limitatamente a questioni di politica interna Travaglio mi è sempre sembrato un bravo giornalista, persino eroico alle volte. Tuttavia ci sono degli aspetti per cui ho grossi problemi a farmelo piacere, per esempio: certe posizioni sulla politica estera (vedi Israele e/o America), la tendenza allo sfottò delle persone basato su particolari fisici – non lontano peraltro dalla prassi di altri giornalisti/politici da lui criticati -, un protagonismo smanioso che mi da sempre più fastidio e, non da ultimo, questo atteggiamento per cui il fine (attaccare Berlusconi) giustifica TUTTI i mezzi. Come in questa tendenza a usare casi di violenza contro le donne o del loro sfruttamento materiale o simbolico solo come punto di partenza, dimenticandosi poi delle vere vittime. Cioè non si parla del fatto in sè o delle vittime, ma solo attraverso di essi, e men che meno viene preso in considerazione l’aspetto sessista degli stessi fatti che è un fattore comprimario della loro gravità. Ma su tutto questo si glissa, perchè l’obiettivo finale è supremo e mette in secondo piano ogni altro aspetto. E Travaglio non è il solo. Pochi giorni fa ho letto un post di Pino Corrias (ilFatto), nel quale secondo me (e non solo, a giudicare da alcuni commenti) ha fatto un’ operazione simile. Non vedo infatti alcuna sottile ironia, nè bellezza stilistica che possa giustificare l’accostamento anche solo metaforico di Berlusconi (proprio lui!) ad una probabile vittima di stupro e in posizione subalterna, discriminata per sesso, razza e classe sociale.
Travaglio dovrebbe rendersi conto che non si può scherzare o fare satira sullo stupro.
Salve, sono una fan del vostro blog, che seguo sempre con interesse; stavolta, però, non sono completamente d’accordo con quanto affermate nel vostro articolo. Sicuramente Travaglio ha usato un episodio gravissimo e violento come quest’ultimo stupro per attaccare Berlusconi, e l’ha fatto molto cinicamente. E’ altrettanto vero, però, che non mi sembra un’umiliazione o un’ulteriore violenza ai danni della vittima. E’ vero che il giornalista ha girato intorno al caso per usare alcuni elementi contro il premier, ma non ha attaccato o mancato di rispetto alla povera ragazza, non ha fatto battute contro di lei, anzi ha utilizzato alcuni elementi della vicenda per attaccare un certo modus operandi comune non solo a Berlusconi ma anche a una certa classe politica. Personalmente ritengo che, paradossalmente, trattando in modo così cinico l’accaduto ha suscitato un sorriso amaro che è servito anche, forse, a sensibilizzare il pubblico su cosa accade generalmente quando esponenti di rilievo della scena politica ed economica mondiale si macchiano di questo genere di reati.
Eh, son d’accordo: anche nell’ultimo “passaparola” Travaglio aveva fatto qualche scivolone sulla vicenza DSK…..