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13 febbraio: report dalle piazze con gli ombrelli rossi

[Bologna – 13 febbraio]

Ecco solo alcuni dei racconti che sono stati condivisi nella nostra mailing list a proposito della giornata del 13 febbraio (se volete arricchirli, integrarli o descrivere la vostra giornata in altre città scrivete tra i commenti o inviate i vostri racconti e le vostre immagini a ombrellirossi@grrlz.net). In generale emerge la gioia di aver partecipato, in alcuni casi di essere riuscite ad incidere grazie alla campagna di comunicazione sugli ombrelli rossi e in altri casi c’è una riflessione a caldo su una cosa della quale comunque eravamo e siamo consapevoli. Il sessismo che avrebbe presenziato in tutte le piazze, motivo per cui abbiamo deciso di esserci in modo critico. In alcune piazze, specie le piè piccole, la nostra presenza è stata fondamentale. In quelle più grandi è stato tutto un po’ più dispersivo. Roma, in particolare, essendo la piazza del comitato organizzatore ovviamente ha presentato diversi rischi di strumentalizzazione da più parti.

Se non avete letto, potete anche dare una occhiata a qualche anticipo di report e di analisi che abbiamo pubblicato QUI (Pisa), QUI (Mantova), QUI, QUI.

Da Mantova:

leggi il post pubblicato QUI.

Da Torino:

report 1]

1° intervento – Sorelle, torno ora dalla manifestazione di Torino, completamente senza voce ma molto felice!
Non so come sia andata sulle altre piazze – e spero in un resoconto dettagliato – ma ho voglia di raccontarvi quella che ho vissuto io: davvero i numeri erano enormi, piazza San Carlo era gremita di persone, e purtroppo per questo motivo mi sono persa delle presenze molto importanti nella bolgia…non c’è stato verso di riunirsi con alcune realtà che volevano accodarsi allo spezzone critico. di ciò posso anche ringraziare il genio che ha detto di portare delle matasse di filo per creare una rete….in effetti ad un certo punto in piazza pareva di essere dei saraghi in una rete a strascico…
Un’altra criticità, che giustamente si era evidenziata già in sede di discussione, è stata che qui a Torino gli ombrelli sono stati usati in generale come simbolo antib., e per questo motivo gli ombrellini rossi si perdevano in un mare di ombrelli di tutt* i colori (io ho comunque tenuto il mio aperto tutto il tempo, in solidarietà con le sex workers!)
Nonostante queste oggettive difficoltà, e il fatto che ad un certo punto nemmeno più gli sms riuscivo a inviare e perciò si è vanificata la speranza di riunire i vari pezzi, lo spezzone critico ha comunque visto la partecipazione di diverse realtà: c’era la Torino Samba Band – che ha suonato e ballato al grido di “siamo tutte delle puttane!” – in piena forma, il collettivo Sui generis e Medea – per citare realtà del territorio che già conosciamo….
Sono stata anche felice di poter leggere dal furgone il testo del nostro volantino, sia all’inizio in piazza san carlo che dopo alla fine del corteo in piazza Vittorio. Peraltro, debbo dirvi che avevo stampato un bel pò di volantini di quelli “è bella chi si ribella” e…sono stati un successone (me li chiedevano, non ho nemmeno dovuto sbattermi a darli in giro, incredibile) il che mi ha fatto piacere perchè erano uno dei nostri “manifesti”.
Chiudo facendovi notare come si chiama la gallery di immagini di Torino sulla Stampa…
Virale, oserei dire!

2° intervento – A proposito di slogan sessisti. Sciarpe bianche ce n’erano molte, slogan assurdi (un gruppo di ragazze portava uno striscione con scritto su “più cervello meno patata” (!) alchè abbiamo fatto notare loro che forse sarebbe stato meglio scrivere “più cervello più patata”… ho letto striscioni strambi sulla vagina dentata (!) e visto ombrelli pieni di mutande e reggiseni o cartelli con immagini di donne provocanti con scritte come “ora basta”…e uno tremendo, con scritto “io studio, tu ruby” cose così.
Altra perplessità, su molte donne (non quelle dello spezzone critico, ovviamente) ho visto dipinta in volto l’austerity di Maria Montessori, e ho pensato che non si poteva esprimere meglio l’idea che si ha della “donna perbene” (che noia, madò!)
Sono convinta ci sia ancora un grossissimo lavoro da fare anche sull’immaginario femminile, il femminismo delle prime ondate ha sicuramente avuto un effetto prorompente per assicurarci certi diritti fondamentali, ma pare sia riuscito poco a scalfire l’immaginario duale (santa-puttana) che le donne hanno di sè stesse. Non puoi essere leggera, altrimenti sei automaticamente disponibile…le donne perbene si prendono un sacco sul serio!
Perciò ben vengano le lotte sociali, ma anche un pò di sana autocoscienza e lavoro su sè stesse per non ricalcare in eterno il paradigma patriarcale…ho una vita sola, accidenti, e mi voglio divertire!!

report 2]

Anche io ero alla manifestazione tenutasi a Torino ma per me è stata una brutta giornata, non riesco proprio a vederla diversamente.
Certo lo spezzone critico a fondo del corteo, messo su soprattutto dalle compagne di Sguardi sui Generis, era sicuramente bello e pieno di contenuti e combattività. Appena arrivata in piazza San Carlo ho anche incontrato delle signore simpatiche che volantinavano per l’autodeterminazione e a favore della difesa dei consultori e centri antiviolenza.
Tuttavia non posso non pensare a tutto ciò che ho sentito e visto.
Poco dopo essere arrivata ho prestato attenzione alla ragazza, che credo fosse tra le organizzatrici, che da un furgoncino (credo), che non riuscivo a vedere per la gente, sembrava facesse l’animatrice turistica o d’oratorio proponendo slogan populisti senza senso… Mi ha colpito in particolar modo la frase “questa è una manifestazione gentile, non vogliamo cafoni e cafone!”, che di certo non riguardava maschilisti e stronzi in generale ma chi, come molto spesso succede in città come Torino, s’incazza e giustamente attua forme di protesta diverse dal pacifismo sostenuto da certe correnti dette di sinistra. Spero che con questa frase non si riferisse anche all’azione delle compagne al PDL di qualche giorno fa. Poi dopo vari slogan sulla dignità che anche gli uomini devono aiutare a preservare anche tenendo le bambine a casa (frase che ritengo inaccettabile), sempre la speaker ha urlato una frase che ritengo in contrasto con quello che aveva detto fino a quel momento: “e come dicono gli afterhours: se c’è una cosa che è immorale è la banalità!”.. vai a capire cosa intendesse.. mah…
Oltre a questo incipit poco rassicurante non è una novità che gli slogan sessisti non si sono risparmiati, come un grosso striscione che diceva “costituzione o prostituzione?” come se poi la prima vietasse la seconda. Molti altri erano i cartelloni indirizzati contro le prostitute e la mercificazione dell’atto sessuale, posto come primo elemento di deriva del paese.
Altri cartelloni non erano esplicitamente sessisti ma per me veramente offensivi riguardo a ciò che credo con tutte le mie forze. Per esempio “l’etica del rispetto delle regole”, roba da matti perchè con questa frase si potrebbe giustificare storicamente anche il nazismo; oppure “io sto con i pm”, gli stessi che hanno assolto alcuni stupratori e condannano ogni giorno migliaia di compagni. Altri ancora erano esplicitamente impuntati a chiedere alla chiesa un sostegno alle proteste contro il premier e la deriva morale e questo per me è veramente inaccettabile. Ancor prima di berlusconi, alla radice di molti dei nostri problemi di scelta ci stanno quelli che rappresentano la cultura integralista cattolica. Poi come se non bastasse torno a casa e vedo che a Roma hanno fatto parlare una suora.. alchè non ho risparmiato bestemmie.
Le sensazioni poi a pelle sono state anch’esse negative.. possibile mi sembrassero tutti vestiti più castigati del solito nonostante non facesse freddo? eppure si.. diversamente dal solito sembrava dovessero dimostrare purezza anche attraverso il vestito. mah forse è solo una mia paranoia.
Comunque questa giornata mi ha lasciato una domanda enorme riguardo il potere unificante del genere che a mio parere non può trascendere la trasversalità del credo politico.

[Firenze – 13 febbraio]

Da Roma, più interventi:

report 1]

A Roma non c’è stato il corteo, entrare in piazza del popolo era impossibile, sono riuscita a stare solo sul ponte, dietro la statua del tritone (o almeno mi sembrava un tritone 😛 ).
Me ne sono andata però quasi subito perchè non riuscendo ad entrare in piazza mi dovevo sorbire tutti gli interventi, e già dal terzo mi ero rotta e quindi mi sono buttata in libreria. In generale comunque anch’io ho visto tantissime donne contro B. in generale era una manif anti B. e anti Ruby.
Ho però incontrato le “donne evangeliche” che hanno appiccicato un cartellone che diceva “Se non ora quando? Sempre, ovunque, comunque!”. Gli ho fatto una foto e c’ho parlato un po’, erano più o meno sulla linea del volantino di femminismo a sud, mi ha stupito molto questa cosa!..della serie il mondo è bello perchè è vario! 😀 Comunque ecco io sono praticamente rimasta esterna per cui chi era lì già da prima vi saprà raccontare meglio 🙂

report 2]

siamo riuscite nell’intento degli ombrelli rossi, diversi in piazza e si vedono anche a Montecitorio. Pia Covre è stata intervistata dalla Annunziata e attorno c’erano ombrelli rossi a sostenerla. Siamo state a piazza del popolo con lo striscione di 7 mt x 1,5 mt con scritto : FEMMINISTE E DISERTORI – SIAMO CON LE DONNE MIGRANTI, DEI CIE E CON LE SEXWORKERS
e poi abbiamo tenuto alto e steso : SIAMO TUTTE ANTI FASCISTE/I  gridando !!

report 3]

Quando, dopo tanta fatica per trovare spazio nella metro, sono arrivata a Piazza del Popolo sono riuscita a trovare un pò di Ombrelli Rossi; siamo rimaste sotto gli archi per circa un’oretta, dopodichè ci siamo unite ad altre donne con striscioni contro la strumentalizzazione della manifestazione e pro diritti e welfare. Ci siamo ritrovate in un corteo. Pieno di ombrelli rossi, colmo di ragazzine e ragazzini con i rossetti rossi o viola, donne over 50, slogan contro il patriarcato e la Tarzia, esortazioni ad uno sciopero generale contro il governo patriarcale e maschilista, e richieste di dimissioni del governo Berlusconi a gran voce.
Il corteo è passato per il Lungotevere, in una sorta di catena umana di almeno 200 persone. C’era un papà che portava sulle spalle la sua bambina: entrambi con il rossetto rosso fuoco, bellissimi 🙂
Mi è dispiaciuto sentire poco le voci degli uomini presenti quando intonavamo cori per i diritti delle donne, voci che però tornavano a farsi sentire quando i cori erano indirizzati al Presidente del Consiglio.  Altra nota negativa è che nello stesso corteo, che comunque era critico verso il filone della manifestazione principale, c’è forse stata un’eccessiva attenzione verso il caso Berlusconi.
Il bilancio però è a mio avviso positivo e soddisfacente. Abbiamo visto una ragazza che ha provato a forzare le transenne per accedere a piazza montecitorio. Il varco si è aperto e a quel punto c’è stata un’invasione pacifica, rapida e colorata da parte di tutto il corteo, arrivando fino alle porte del Palazzo.
Assiema ad una sorella abbiamo volantinato i flyer di FaS. Tutti e tutte li prendevano e leggevano con curiosità, e ad un certo punto addirittura mi si avvicinavano le persone per chiedermene uno. Anche io come l’altra presente in quella piazza ho notato una certa ritrosia a intonare cori per i diritti delle sex-workers; è evidente che c’è ancora tanto da fare e tanto su cui ragionare, ma ieri ci siamo prese il nostro spazio per difendere e promuovere le istanze di cui parliamo da anni. Da oggi si ricomincia, perchè il silenzio non ci è mai appartenuto.

report 4]

Io ho avvistato degli ombrelli rossi in lontananza e li’ mi sono  diretto. Sono cosi’ arrivato sotto al mixer, dove c’era una sorella e altre ragazze. Con loro abbiamo fatto da sfondo alle interviste della  annunziata e credo che abbiamo rappresentato in TV l’unica presenza di  ombrellini, dato che stando alle riprese della rai ci si vedeva parecchio.
Peccato che, essendo gli altri ombrelli rossi (sebbene si dicesse che bisognava stare lì a supporto delle sewx workers) in altri posti, e non avendo con noi volantini, la nostra capacita’  di informare fosse proprio ridotta al minimo.
Quando abbiamo visto partire un corteo con megafono sull’ala sinistra della piazza abbiamo cercato di muoverci in quella direzione (non  prima che finisse l’intervento di Pia Covre, per cui a quel punto avevamo  scelto di stare li’), ma una volta agli archi, e ci sono voluti 15 minuti per  arrivarci, non c’era piu’ nessuna traccia di ombrelli. Sono rimasto sotto gli archi fino alle 17 circa. Alto quasi due  metri, tutto vestito di rosso con appariscente gonna, scaldamuscoli e ombrellino, con una marea di gente che mi faceva foto ma alla quale non potevo dare volantini perche’ non ne avevo, e  con una radio francese che mi ha intervistato e alla quale ho spiegato le nostre ragioni, ho incontrato giusto qualcuna.
Personalmente sono deluso perche’ privo di informazioni e mi sono sentito tagliato fuori da tutte le iniziative per le quali ci eravamo preparate. Non mi sento di dare colpe a  nessuna, se non alla piazza troppo affollata ma l’essermi perso le altre, i  volantini, lo spezzone e tutto il resto mi ha dato veramente un dispiacere.
Penso che la prossima volta dovremo impegnarci di piu’  per dare punti di riferimento organizzativi stabili e sicuri che permettano a  tutte e tutti di partecipare efficientemente alle iniziative.

report 5]

Siamo entrate in piazza alla  ricerca degli ombrelli rossi, poi li abbiamo visti fuori gli archi e ci siamo  quindi accodate. Abbiamo aperto il nostro striscione “nè sante nè puttane ma donne arrabbiate” siamo poi tornate in piazza del popolo. Mentre eravamo ancora ferme vicino piazza del popolo, come  altre centinaia di persone che non riuscivano ad entrare in piazza, mi si  avvicina un pazzo e mi chiede: “ma questo è un sequestro di persona?” io  rispondo basita: “cosa?” allora il pazzo mi si avvicina e dice che ha un figlio  piccolo in macchina, che ci fotograferà tutte e che ci farà identificare e  denunciare x sequestro di persona….Da notare che passava lì per caso con una  macchina professionale con super zoom….

report 6]

Leggi il report sul blog di Arguzia.

[con l’ombrello, Pia Covre – presidentessa del comitato per i diritti civili delle prostitute – Roma – 13 febbraio]

Da Pisa (tutta la rassegna stampa su Pisa QUI), video da AutAutPisa:

report da Pisa molto poco ragionato: eravamo tantissim*! e gli ombrelli rossi erano prepotentemente ovunque prima, durante e dopo lo spezzone critico! qui qualche foto che danno un
minimo l’idea!
queste le foto da repubblica firenze. e notare che l’unica foto dove si vede il corteo dove ci sono un sacco di ombrelli rossi NON era lo spezzone critico. era la testa, il nostro spezzone non si vede.
il corteo ha attraversato tutta la città fino alla piazza dei miracoli (quella con la torre) secondo la questura eravamo 7000… quindi direi molt* di più! abbiamo lanciato slogan insieme alla comunità rom contro gli sgomberi. la nostra creazione più bella e surreale era indubbiamente: “Né papponi, né padroni, liberiamo i nostri ormoni
alla fine tanti interventi, la maggior parte belli incisivi. poca, quasi niente retorica anti-berlusconiana e neppure moralista. anzi!
le donne delle case delle donne di pisa e viareggio hanno parlato tra le altre cose di violenza sulle donne e femminicidi. arcilesbica ha avuto una gran presenza di piazza. noi abbiamo letto il comunicato di femminismo a sud che si è beccato 3 applausi durante la lettura più il finale. grandioso l’intervento del disertore del patriarcato che ha smascherato l’omertà e il controllo che gli uomini esercitano sugli altri uomini per mantenere i propri privilegi a discapito della libertà individuale di scegliere ed esprimersi come meglio si crede. ci sarebbero mille altre cose da raccontare ma sono esausta. e felice!
spero che sia stata una giornata di lotta bellissima anche per voi! vi ho sentit* tanto vicin*!
che dire! un successone!!!

[Torino – 13 febbraio]

Da Firenze:

una piazza ben oltre le previsioni. mi hanno detto che si aspettavano duemila persone. ce n’erano almeno trentamila. ci si muoveva a malapena. abbiamo faticato a incontrarci anche tra noi.
nota di colore: una tizia, nei pressi di piazza dei giudici, ha buttato una secchiata d’acqua sulla calca. ha beccato tanti. noi avevamo gli ombrelli, alla faccia sua. disorganizzazione massima. il luogo di raduno era troppo piccolo, il corteo è andato per i fatti suoi perchè non c’era spazio e la gente ha sfilato un po’ dove gli pareva attraversando tutte le vie del centro fino ad arrivare a piazza della repubblica.  lì ha parlato la zanardo ma non l’abbiamo sentita perchè non c’era palco e per parlare s’è messa in un punto che comunque era impossibile da raggiungere per chi stava un po’ più in la’. noi abbiamo fatto due punti di raccordo per parlare con la gente e volantinare. in una zona, poi corteo, in un altra. striscione delle scostumate ben visibile, ombrelli rossi tutt’attorno. così ci hanno trovate alcune sperse in mezzo al delirio.
anche a firenze come a torino c’è stato il problema che chi voleva beccarci aveva di sicuro gran difficoltà. abbiamo visto ombrelli rossi in giro. c’era un gruppo di persone vestite in rosso.
la sensazione generale era comunque di grande caos. un caos rivendicativo. contro berlusconi. un caos ordinato. alla maniera molto politically correct di firenze. alcune persone con slogan contro le escort. alcuni slogan apertamente sessisti. ci è dispiaciuto che alcuni di questi slogan siano stati usati da donne.
portavano la sciarpa bianca. la roteavano in segno di lutto come gli arabi (non ho capito se sia una cosa laica o no). c’erano i cacerolazos, musica, percussioni che hanno fatto ballare mezza piazza, numeri coreografici di donne con una lettera a cartello che componevano ora la parola autodeterminazione e poi il motto ufficiale della giornata.
ho visto un cartello con lo slogan che ha aperto il corteo di bologna. uno di una donna che ha scritto “è bella chi si ribella”. quello che stava nello striscione delle scostumate, ne perbene ne permale, era riconoscibile. sapevano cos’era. il volantino è andato a ruba.
alcuni uomini, sul filone di maschile plurale, hanno sfilato con uno striscione a tema. In generale, se ci fosse stato tempo e modo per incontrarsi senza sembrare in una festa del patrono paesano, al seguito del santo, con meno gente sarebbe stata una bella occasione per comunicare.
così hanno vinto i numeri esorbitanti e parlare (e muoversi) è stato più difficile. Abbiamo smontato la baracca dopo aver terminato tutti i volantini ed essere state ridotte allo stremo delle forze.
Incontrato tanta gente, parlato con tante persone. Contrariamente ad altre città a firenze non c’era presenza di gruppi misti antagonisti, collettivi. se c’erano erano mimetizzati tra la gente.
il prossimo appuntamento delle Scostumate, per tecniche e pratiche di guerrilla comunicativa, è il 22 febbraio.

[Roma – 13 febbraio]

Da La Spezia:

circa 2000 persone in piazza, pioveva. Hanno cambiato luogo della manifestazione in corso d’opera. avendo la Lillona al seguito siamo state verso l’esterno. non c’è stato corteo ma siamo rimasti in piazza del mercato. molte sciarpe bianche, buona presenza maschile. ho distribuito  volantini a quelle e quelli meno ingessati. molte sciarpe bianche molte donne mature e anche uomini. discorsi così così, Spezia è piuttosto abulica e quindi 2000 persone sotto l’acqua alla fine sono un buon dato.
ad un certo punto il gruppo di percussioni ha coperto la donna che parlalva sul palco. mha! hanno chaimato a cantare gruppo di bambini, la signora sul palco ha spiegato canzone: mogliettina che aspetta maritino marinaio e prepara letto per copula, vabbhè !
letta anche favola Erbabianca che rientra nella scia delle varie Maria di legno o Pelle d’asino, favole abbastanza cupe nel nocciolo della storia in cui la bambina/ragazza è una brava bambina con un padre Re che vuole ucciderla o farne sua moglie l’eroina  è piuttosto passiva comunque, tranne in qualche versione, ad esempio proprio in quella romana di Maria di Legno, tra tutte le bellissime favole siciliane a me non piace troppo. Magari sarebbe stato molto meglio, se proprio  si voleva raccontare una fiaba, scegliere ” la prima spada e l’ultima scopa” napoletana, o “Fanta-ghirò” o la graziosa “il re nel paniere” in cui l’eroina è intelligente, temeraria e “screanzata” col potente di turno che prende in giro alla grande.
A Genova pare 50.000 persone. più tardi mi farò raccontare qualcosa dall’amica.

Da Catania:

La manifestazione catanese si riassume così (a mio avviso): molta gente – pochi contenuti. L’unica idea che accomunava la folla in Via Etnea era l’antiberlusconismo. E basta.
Ho visto sfilare uomini di sinistra che conosco benissimo da anni per essere maschilisti e sessisti quanto chiunque altro. Unico slogan: B. si deve dimettere.  C’erano, sì, 2-donne-2 dell’UDI con striscioni sul femminicidio, unica cosa che mi ha rincuorata.  Poi pochi e banali cartelli, tra i quali ne ho notato uno: “Donna = Intelligenza / Cultura / Dignità”. Mancava solo “Purezza” e stavamo a posto. La maggior parte della gente (ed era tanta!) era lì per: 1) buttare fuori B. 2) invocare “decenza” e “dignità”. da qui, nel profondo sud, vedo poche speranze per un dopo-B.
Sono felice di sentire che in altre piazze d’Italia le cose siano andate bene…Io sono tornata a casa sconfortata. Brave a tutte voi!

[Firenze – 13 febbraio]

Da Bologna (premetto che non condivido la parte che riguarda la separazione tra donne e uomini nel corteo ma riporto fedelmente il report):

Sono contenta che qui in lista molte donne siano contente e felici dell’esito complessivo della manifestazione.
Vorrei spiegare il motivo del senso di delusione che ho provato durante e dopo la manifestazione di ieri a Bologna.
Le attiviste di Quellechenoncistanno, MujeresLibres, Clitoristrix, FacciamoBreccia, RetedelleDonne e altre, si sono date molto da fare per caratterizzare bene e intelligentemente i primi spezzoni alla testa del corteo, come deciso nella riunione preparatoria del 7 febbraio.
In quei 20 metri quadri dove c’erano le compagne, ci stavo bene, ma è stato tutto l’immenso contesto intorno che mi ha stranito fino a chiedermi “ma dove mi trovo?”
…E’ anche vero che non sono mai andata a manifestazioni indette dal PD, quindi forse anche questa mancanza d'”esperienza” su questa realtà sociale (purtroppo esistente) ha inciso sul mio umore e senso di straniamento.
Ma bando alle emozioni, passo a descrivere i fatti:
– presenza di cartelli dal contenuto sessista e volgare (nonostante le organizzatrici avessero esplicitamente comunicato che non sarebbero stati tollerati), del tipo foto della bocca aperta della Santanchè a fianco della bocca aperta di una bambola gonfiabile;
– comportamento arrogante degli uomini in mezzo al corteo, che si sono quasi sempre rifiutati di spostarsi per andare in coda, come richiedeva il Comitato Organizzatore: sono testimone di parecchie richieste verbali delle attiviste, rivolte ai numerosi uomini che intasavano le file dei primi spezzoni di corteo, a cui questi hanno risposto con sorrisini di scherno, scuotimenti di testa, diniego con gli indici, e addirittura uno coi rayban scuri ha detto “prima di invitate e poi ci cacciate? ma andate affanculo, io non mi sposto in coda, me ne vado”;   in diversi casi c’erano anche donne (presumibilmente le mogli) a protestare contro questo invito delle organizzatrici a passare in coda e lasciare spazio alle donne;
– l’età media dei partecipanti era molto alta, rispetto ad altre manifestazioni, perchè c’erano molti pensionati e pensionate, e pochi giovani;
– lo sguardo degli uomini era incuriosito-perplesso-voyeuristico, soprattutto alla partenza del corteo, catalizzato dalle attiviste e dalla massa di donne in genere, sembravano dei guardoni col sorrisetto a mezza bocca…
– il comportamento maschile all’interno del corteo era perlopiù passivo e inerte (avete presente gli “umarells” che guardano i lavori in corso?), non gridavano e non portavano striscioni nè cartelli, e stavano lì in mezzo più ad intralciare lo scorrimento del corteo che a rinforzarlo (parlo specialmente della prima parte del corteo), spesso non riuscivo ad andare nè avanti nè indietro per questi qui che stavano in mezzo alle p…e alle o…. a guardarsi intorno per farsi urtare da tutte;
– gli ombrelli rossi erano pochi, poche donne vestite di rosso o viola, in confronto alle molte di più sciarpe bianche;
– diverse donne e uomini erano avvolti nel tricolore della “nazione”;
– il 95% della gente che era lì era palesemente venuto per fare una manifestazione contro Berlusconi, e non hanno capito nulla delle rivendicazioni del Comitato Organizzatore “Libere-Diverse-Unite Nèperbene Nèpermale”;
– ho captato il commento di una passante di mezza età che, sentendo gli slogan delle attiviste nelle prime file, diceva: “Oggi le femministe vanno giù di testa, oggi godono come non hanno mai goduto prima!”
(solito stereotipo della femminista acida e frigida, che grida e rivendica perché non sa godere in modo normale, una immagine creata dai maschi ma che le donne eterosessuali sostengono molto volentieri, come si vede spesso, per rendersi più accattivanti agli occhi maschili…)
– un’altra passante, al sentire urla di donne, ha commentato con sarcasmo: “Queste sono sicuramente femministe!”
– nel corteo, ho visto donne abbastanza giovani che tentavano di lanciare slogans collettivi contro la Minetti;
– la maggior parte dei cartelli visti contenevano battute sul Berlusca, molto pochi i cartelli contro il sessismo (portati quasi solo dalle attiviste);
– un gruppo di tre ragazzini maschi ventenni che ridacchiavano con la loro amichetta, guardando lo striscione di attiviste lesbiche, e nel sentirle urlare slogans.

[Vicenza – 13 febbraio]

Da Napoli:

Ci siamo date appuntamento a piazza Dante verso le 10;30 e quando sono arrivata a Napoli le vie brulicavano di donne. Anche nei treni ho incontrato numerosissime donne che erano dirette a piazza Matteotti dove sarebbe partito il corteo che poi sarebbe confluito a Dante. Noi avevamo deciso che era meglio aspettare il corteo a Dante e lì fare un po’ di informazione sulla situazione della donna in Italia che và ben oltre il rubygate e per la quale bisognerebbe scendere sempre in piazza. Appena arrivo a Napoli incontro un’altra sorella e ci incamminiamo verso la piazza. Lì troviamo già un po’ di donne in rosso, sono le fantastiche e simpaticissime donne che lottano contro la discarica di Chiaiano e Marano. Dopo poco arrivano le compagne e si inizia a creare cartelli da attaccare per tutta la piazza, a tagliare metri di tulle rosso da distribuire a chiunque lo voglia, ci si adopera per attaccare la cassa e poi via con lo striscione, che è davvero una meraviglia. Mentre si aspetta che il corteo confluisca nella piazza ci si adopera per fare volantinaggio sia dentro la piazza che presso le metro vicine. Le persone che leggevano il volantino sembravano molto interessate a ciò che vi era scritto (era il nostro appello) e alcune di loro si sono riavvicinate a noi per dirci che gli piaceva cosa avevamo fatto e che concordavano con ciò che avevamo scritto, ovvero che i problemi delle donne sono la precarietà, la legge 54, la PAS, le leggi che ci obbligano a scegliere la conciliazionetra casa e lavoro, le discariche, i CIE ecc.
Poi arriva il corteo e noi siamo pronte con il nostro striscione a gridare slogan tipo “Quando?Sempre”, “Il tricolore non ci rappresenta, il rosso è il colore della r-esistenza”, “Siamo tutte Antifasciste”, “Libere tutte” , “Siamo tutte clandestine” ecc… ne abbiamo inventati di carini ma ora mi sfuggono.
Data la nostra posizione, eravamo ai margini di un marciapiede che dà accesso alla piazza, abbiamo visto tutto il corteo e posso dirvi che c’era di tutto. A parte il gazebo dei PD in piazza per raccogliere le firme per le dimissioni di Berlusconi, che io davvero avrei fatto sloggiare, nel corteo c’erano cartelloni assurdi, che incitavano al bigottismo più schifoso: ricordo uno che diceva “A quando la fine dell’era del puttanesimo” oppure un altro che diceva “Vergogna siamo con Veronica”. Non vi dico quanto abbiamo urlato mentre passavano questi cartelloni e le bandiere d’Italia, perché c’erano anche loro (per questo ci siamo inventate lo slogan sul tricolore).
Come volevasi dimostrare il corteo era eterogeneo, c’erano i moralisti/bigotti e le persone semplicemente arrabbiate per ciò che sta accadendo in Italia.
Quando la piazza ormai era piena abbiamo usato la cassa per mandare un po’ di musica e fare qualche intervento, mentre sul paco che si trovava in piazza sono intervenute le organizzatrici e i vari movimenti/associazioni del “se non ora quando”.
Ad un certo punto abbiamo deciso di salire sul palco per fare un intervento, ma ci è stato impedito dato che la DIGOS aveva detto che bisognava sgomberare perché a breve ci sarebbe stata un’altra manifestazione di cui, almeno noi, non sapevamo nulla. Ci siamo messe davanti al palco e in mancanza di microfono o di un megafono potente abbiamo deciso che la cosa migliore era passare con lo striscione tra la folla e ribadire il nostro punto di vista. Lo abbiamo fatto ed è stato divertente e liberatorio. Alla fine altre persone si sono avvicinate e ci hanno chiesto chi eravamo e che apprezzavano ciò che avevamo fatto. Credo che questo sia il miglior risultato che potevamo ottenere.
Vi linko un po’ di foto:
http://www.facebook.com/pachamama.collfemminista#!/album.php?fbid=1676803512399&id=1006810740&aid=2084942
http://www.facebook.com/home.php#!/album.php?aid=2076969&id=1459067947
http://www.facebook.com/home.php#!/album.php?fbid=1730602279291&id=1665536501&aid=93956
http://www.facebook.com/pachamama.collfemminista#!/album.php?aid=2076969&id=1459067947
e video:
http://www.facebook.com/pachamama.collfemminista#!/video/video.php?v=1601649088660&comments

Da Milano:

leggi il report pubblicato QUI.

Le piazze in cui sono stati annunciati e avete trovato gli ombrelli rossi:

Posted in Disertori, Fem/Activism, R-esistenze, Sex work.


One Response

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  1. Crisa says

    Il mio racconto della manifestazione a Roma.

    Con simpatia

    Cristiana

    http://cristianalonghi.splinder.com/post/24001756/verso-il-13

    “Roma 13/02/2011 Di sicuro ho capito che ad una manifestazione non si arriva in ritardo… Cosi quando sono arrivata non ho trovato le indecorose e libere, quelle che vogliono tutto, quelle con gli ombrellini rossi…che manifestavano per i diritti delle donne TUTTE, ma una piazza indignata pronta a scagliare le sue parole contro altre donne. Ho letto slogan raccapriccianti del tipo: ci ruby il futuro (GD) o, hanno ridotto l’Italia uno zoccolificio… Sul palco, mentre mi infilavo in una piazza gremita e mi rammaricavo di nutrirla con la mia presenza, suore, attrici, una studentessa, ecc… si esibivano; ovviamente alcune parole erano condivisibili, soprattutto nell’intervento di una dottoressa congolese, che ha parlato di maltrattamenti nei CIE e degli stupri in atto nel suo paese come arma di guerra. Ho ascoltato i “monologhi della vagina” che per quanto interessanti, non li ho reputati singolari, un’eccezione, in quel contesto. “La mia vagina sta benissimo e sa esattamente quel che vuole”. Non ho voglia, né bisogno di altre lezioni sul mio corpo… Sono stanca di sentirmi dire quel che è meglio per noi (per quanto riguarda mente e sesso. Sembrano dirmi anche loro, dove, quando e con chi scopare!)… quel che auspico è la possibilità di esprimermi anche nella diversità e nell’accettazione di me stessa. Invece no: si inveiva contro donne che usano il loro corpo per guadagnare posizioni politiche e questo alla piazza non andava proprio giù, visti gli applausi che si elargivano a dette parole. Quindi la linea costante era di risentimento verso donne che si prostituiscono in cambio di… posizioni di potere, che nel contempo di autorevole hanno ben poco (visto che le loro istanze, altro non sono che le direttive di un governo, dettate dai piani superiori), mentre non si accennava affatto alla prostituzione maschile, al servilismo intellettuale (e forse non solo…). Questa è esattamente la mia posizione discordante con quello scorcio di manifestazione cui ho assistito o, meglio, con quella esibizione (mega-palchi, diretta tv, personaggi noti…). Non credo che oggi una ministra sia peggio di un ministro, una consigliera regionale, di un altro consigliere regionale, e così via… L’unico nostro interesse è davvero che non siano puttane? Però va bene se sono servi di un potere fascistoide e autoritario, se legiferano a cazzo di cane, se creano reati inesistenti, se creano emergenze per poterci speculare economicamente, se vi sono cricche di delinquenti che si fregano le mani in una notte terribile?… Oddio, quale sacrilegio può aver commesso questa donna di turno da additare e schifare? E siamo sicuri che è questo tipo di comportamento da parte di alcune donne a fare schifo? Perché non domandarci cosa e quali comportamenti contribuiscono a far sì che l’uomo consideri ancora la donna come puro oggetto sessuale da sottomettere per sentirsi superiore? E mentre ribadivo nella mia mente tutte queste osservazioni, mi dispiacevo del mio ritardo e di non aver potuto trovare i presidi di donne che cercavo. Coloro che non si sono fermate ad un becero moralismo catto-comunista (creato per ricevere consensi, coadiuvato da giornali, programmi tv, ecc…), coloro che non si sono nascoste dietro l’ipocrita dicotomia del bene e del male. Ma che solo poi ho saputo essersi recate verso Montecitorio, per ribadire le dimissioni di una classe dirigente insana e per far vedere che le donne e le femministe sono sempre in prima linea nelle loro rivendicazioni, che siano in una piazza a manifestare o nel quotidiano. Conquistando anche l’attenzione dei media, cosa assai difficile, vista la monopolizzazione che vige nel panorama editoriale italiano (e non mi riferisco solo a quell’assurdo conflitto di interessi che affligge il nostro scenario politico, ma a gran parte dell’opposizione che ha permesso ciò, frazionando fra i soliti “ignoti” posizioni strategiche, economiche e mediatiche).
    Brave! La prossima volta sarò puntale… :-)”