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Io non sono tua madre

Io non sono tua madre. Non puoi trasferire i conflitti adolescenziali che avevi con lei e puntarli su di me.

Io non sono tua madre e mi aspetto che tu sia un uomo, adulto, risolto. Almeno consapevole dei tuoi limiti, disposto a rimetterti in discussione, a collaborare, senza spocchia e arroganza, ad accettare critiche senza reagire come se fossero rimproveri.

Tua madre, forse, ti rimproverava. Io no. Io desidero che tu ti assuma le tue responsabilità, che tu sia una persona sulla quale posso contare. Desidero non essere sola perchè vivo con te e mi sento terribilmente sola in ogni scelta che faccio.

Sono sola quando devo crescere mio figlio e resto sola quando tu eviti di assumertene la crescita per dichiarata incapacità di intendere e volere.

Scuse banali come "non sono adatto", "non l’ho mai fatto", "non ci sono portato" per me non funzionano. Credi che io sia adatta? Che l’abbia mai fatto prima d’ora? Che ci sia portata? E chi ti ha detto questa stronzata?

Impari con me o io imparo senza di te e se imparo senza di te inevitabilmente io e te non avremo più niente da dirci. A quel punto meglio sola che avere anche te a mio carico.

Non ne posso più dei sensi di colpa che mi butti addosso, delle tue accuse, degli insulti, della tua ostilità.

Guardati: mi tratti come se fossi una tua nemica e io ti sto solo chiedendo un po’ d’aiuto. Mi tratti come se fossi qualcuno di cui vuoi liberarti e io ti sto solo dicendo che devi piantare i piedi in terra e restarci perchè io e tuo figlio siamo qui e non lassù dove ti piace stare.

Io non sono tua madre e non puoi chiuderti nella cameretta immaginando che io ti escluda dalle responsabilità e ti protegga dagli impegni. Se tu non vivi con noi allora questo non è il posto giusto per te. Inutile rivendicare la tua paternità quando ti avrò piantato perchè sono tutte balle.

Io non sono tua madre e se hai dei problemi con lei devi risolverli con lei e non con me. 

Io non sono tua madre e comunque nella tua sfera di assegnazione delle "colpe" mancano i padri, come te, che sono tutti assenti, come te, e che sono tutti vigliacchi, livorosi e ostili, esattamente come te.

Perciò alla fine la *colpa* è sempre di chi resta e si fa il mazzo. Perchè le madri ci sono sempre. E se ci sono talvolta non è per scelta ma è perchè non si ritrovano al fianco qualcuno altrettanto cresciuto, maturo e responsabile come loro.

—>>>Post ispirato alla storia di Teresa.

—>>>Nella foto una bambola giapponese del diciannovesimo secolo. Qui potete vedere l’intero kit della pregnancy dolls.

Posted in Narrazioni: Assaggi, Omicidi sociali.


One Response

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  1. Maria says

    E’ come se l’avessi scritta io