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Al sud la chiamano criminalità. Al nord la chiamano italianità

La chiamerò Irina perchè non so immaginare, per mio limite, un altro nome falso da attribuirle per raccontare la sua storia. E’ una donna dell’est, di una zona imprecisata dell’est. L’ho conosciuta in una piazzetta di uno dei tanti quartieri di Napoli. Lo vede anche un bambino che quelle piccole piazzette, più o meno vicine a qualche chiesa o ad un giardino, sono oramai piene di donne dell’est al seguito dei vecchi che accudiscono.

Un popolo di badanti, molto spesso in nero, che riempiono di chiacchiere incomprensibili gli spazi di una città che a parte loro accolgono ragazzi dagli occhi vispi, adolescenti vestite come "noemi" e quei vecchi che spesso sembrano tutt’altro che bisognosi di assistenza.

Le donne portano i vecchi a passeggio e poi si incontrano e parlano. Riuscire a entrare nei loro gruppi non è semplice perchè se ti avvicini si zittiscono. Ce n’è una che accompagna un cieco e lo fa sedere in un posto che piace tanto anche a me. Si vede il mare e lui ha voglia di guardarlo con la mente. Ce n’è un’altra che accompagna un signore che tiene una mano stretta alla sua spalla e l’altra ancorata ad un bastone. Siede sempre con la faccia rivolta alla chiesa. In tanta confusione non c’è mai un giorno che non trovi il posto libero. Chissà perchè.

Le donne dei vecchi di napoli non vengono stuzzicate dagli adolescenti napoletani che le guardano da lontano. Si vede che le considerano puttane ma qualcuno c’ha già messo sopra il marchio e pagherebbero lo sgarbo.

Irina non è che una tra le tante e l’ho conosciuta per caso perchè le è caduto il portafogli dalla borsa e io l’ho raccolto e gliel’ho dato. Il giorno dopo mi ha salutato con un sorriso e l’altro ancora si è avvicinata a chiedermi se volevo fumare una sigaretta con "loro". Mi è dispiaciuto dire che non fumo ma l’ho comunque seguita.

Irina è la più adulta del gruppo, le altre sono incredibilmente giovani e molto belle. Di tutte le forme e per tutti i gusti. Glielo chiedo a bruciapelo. Siete tutte badanti? Una mi dice di si, esita e poi precisa che però c’è una differenza tra loro e le filippine o le nere. Differenza? Che differenza? Le nere sono buone per fare pulizie, come le filippine. Non sono belle come le donne dell’est o almeno ai vecchi napoletani non piacciono. Sicchè le nere fanno le sguattere ad ore e le moldave o le polacche sono una consolazione per gli occhi. 

Allora vi pagano solo perchè siete belle? Non dovete fare niente? Invece si, devono fare tante cose. La bellezza è un valore aggiunto perchè c’è anche il razzismo e il sessismo della schiavitù.

Irina si assicura che "il suo vecchio" resti a parlottare con gli altri anziani e mi trascina a prendere un caffè. Ha un viso delicato, occhi chiari, capelli castani con riflessi oro. E’ trascurata ma non riuscirebbe a sembrare brutta neanche volendo. Parla un italiano abbastanza corretto. Mi scopro a correggerla un paio di volte. Mi capita di frequente in situazioni simili, non lo reputo un’offesa. Residuo di un periodo in cui insegnavo l’italiano agli stranieri. Lei sorride e ripete le parole correttamente.

Mi dice che si fida, che mi ha osservata. Chiede cosa scrivo e guarda il taccuino. Ah quello, si, hai ragione. Se ho tempo per fermarmi osservo e scrivo quello che vedo. Come una fotografia? Una specie, si. Vuoi fare una fotografia anche a me? Mi piacerebbe, certo, se tu ne hai voglia. E poi dove la metti? Su internet. La metto su internet. Perchè? Per raccontare storie di donne, per mostrare agli altri e alle altre il pezzo di mondo che vedo io. Per mostrare agli altri e alle altre come vengono trattate le donne. Vuoi cambiare il mondo? No, non sono in grado. Voglio solo capire che succede e raccontarlo a quelli che conosco. Allora ok. Fammi l’intervista. Poi mi dici dove posso leggerla.

In realtà l’intervista se la fa da sola. Il tempo di tornare sulla panchina vicina a quella del vecchio che assiste e comincia a raccontare. 

Ha un figlio. L’ha lasciato a sua madre. I suoi genitori non sono più giovanissimi e avrebbero bisogno di aiuto ma lei non aveva alternative ed è partita in cerca di fortuna.

Le donne si spostano continuamente. Quelle dell’est sono più libere delle donne africane. Hanno più facilità a raggiungere l’Italia. Basta prendere un pulmann. Non devono passare attraverso i mari. Alle frontiere non vengono fermate perchè sono belle, bianche, in un certo senso utili. Sembrano turiste e gli italiani quando cercano stranieri da fermare li vedono tutti allo stesso modo. Hanno una costruzione dell’immagine razzista lombrosiana e perfino quando cercano "rumene" immaginano di identificarle subito dai denti storti e sporchi, le mani unte, l’espressione cattiva.

Gli italiani sono pieni di pregiudizi e non capiscono niente. Guardano i documenti e si aspettano di trovarci scritto "donna rom, nomade e diretta verso una baraccopoli". Irina ha viaggiato tante volte con le donne rom e tante non sono come le descrive la gente. Si vestono normalmente, sono donne normali. Rom e romene sono una cosa diversa, mi spiega. Annuisco. E mi parla di quelle bulgare, di donne moldave, di donne dell’ucraina, delle polacche.

Lei è arrivata qui per fare la sex worker. Conosceva una che le ha detto che stava diventando ricca con quel mestiere e allora è partita. L’ha fatto per un po’ ed è riuscita a mettere qualcosa da parte fino a che non ha subìto un ricatto da persone intoccabili. Un protettore? No. Trafficanti? No. E chi? Non te lo posso dire. Niente di quello che puoi immaginare. Nella strada il pericolo più grande per "noi" non sono i delinquenti ma quelli che ci ricattano. Come quando un finanziere corrotto va alla bottega del signor tal dei tali e si fa dare la spesa gratis per chiudere un occhio sulle tasse? Si, brava, più o meno.

Il pericolo è diventato sempre più grande perchè le sex workers non sanno a chi rivolgersi, non possono denunciare, spesso non hanno il permesso di soggiorno e più sono ricattabili, più sono in pericolo.

La vita per tante "colleghe" è diventata invivibile. Ora che c’è la legge sulla clandestinità tanti "maiali" italiani vanno a fare i loro porci comodi gratis e se gli dici di no minacciano di denunciarti perchè non hai il permesso di soggiorno. La specie non identificata di italiano cui si riferisce Irina non è da meno e in più chiede la tangente perciò Irina si è spostata, ha cambiato città e ha cercato conforto in una zona franca più calda. Ha imparato sulla sua pelle che la zona franca ha regole proprie che non sono diverse da quelle di altri posti, solo che al sud la chiamano criminalità e al nord la chiamano "italianità". Così si è lasciata convincere da un tale, una specie di cliente fisso, a lasciare il mestiere.

Era già riuscita a comprare la casa dove vive sua madre, suo padre e suo figlio. Poteva prendersela comoda e racimolare senza rischi qualcos’altro per tornare a casa e aprire un negozio.

Il tale che l’ha convinta diceva di volerle bene, che la voleva sposare e che non sopportava l’idea di vederle fare un mestiere così umiliante. Erano parole piene di attenzione e insisteva che l’avrebbe aiutata a trovare un lavoro "degno" di questo nome in cui lei non avrebbe mai subito umiliazioni.

Un bel giorno l’ha portata in casa di un parente, il vecchio che accudisce, dicendole che così lei poteva andare a testa alta.

Il vecchio è una gran brava persona, lei si reputa fortunata perchè normalmente sono gran maiali e pretendono molto di più che il lavoro di "badante". Tutte loro, lei e le sue "colleghe" quando fu approvata la sanatoria hanno pensato che si trattasse di una legalizzazione della figura professionale della "puttana a domicilio". Hanno riso parecchio, perchè sono donne dotate di senso dell’umorismo, pensando ad una nazione che si contorce tanto per trovare il modo di sottomettere tutte le donne agli uomini. Togli le prostitute dalle strade impedendo loro di guadagnare ai prezzi che loro stesse stabiliscono per piegarle ad una schiavitù sessuale in cui non hanno voce in capitolo su niente. Gli italiani fanno il prezzo, dettano le condizioni e se non ci stai vai in galera con il reato di clandestinità.

Il vecchio di Irina però, dicevamo, è una gran brava persona. Un uomo bistrattato dai familiari i quali non aspettano altro che il momento in cui lui muoia per spartirsi l’eredità. Il tizio che "l’ha tolta dalla strada" va a trovarla regolarmente e pretende gratitudine. Una riconoscenza eiaculatoria che vibra con soddisfazione. Tutto molto nobile. Tutto parecchio "cristiano". 

Irina dice che il suo vecchio si è affezionato e ogni tanto le sussurra delle cose a proposito della casa. Lei non vuole saperne niente. Ha capito che napoli non è un buon posto per morire e vorrebbe tornare da suo figlio.

Il suo stipendio consta di 500 euro mensili più vitto e alloggio. Più o meno quello che lei guadagnava in una sola sera o in due se le cose andavano male. Ma in italia c’è questa strana idea della redenzione che fa corrispondere il riscatto personale con la sottomissione e lei non può tornare indietro.

Irina sa di altre "colleghe" che guadagnano meno di lei e se la passano tanto peggio. Nel frattempo i loro figli li cresce qualcun’altro o crescono da soli e i loro vecchi muoiono senza nessuno che li accudisca. Perchè le donne sono schiave dappertutto. Si tratta solo di una questione di prezzo. Ci si sposta rincorrendo una idea di libertà, per cambiare la propria sorte e ci si ritrova vecchie e stanche e piene di nostalgia, impoverite da quel senso di vuoto e di povertà che ti lascia dentro la perdita delle radici.

L’hai fatta la fotografia? L’ho fatta, Irina, grazie. Sono venuta bene? Sei venuta benissimo. E’ tutto il resto che viene sempre una merda. Mi abbraccia. La abbraccio. Il vecchio chiede se sono una parente. Un’amica, è un’amica, gli dice Irina, mi faceva gli auguri di compleanno. Perchè in questo mestiere le donne "badanti" devono spiegare anche il perchè delle loro relazioni umane.

Mi allontano con lo stomaco a pezzi. Ecco perchè quelli della lega fanno di tutto per non lasciare che gli esseri umani si parlino tra loro, perchè quando le persone comunicano poi si capisce davvero dove sta la miseria. Dove stanno i cuori freddi, le menti rattrappite. Dove stanno i sadici, quelli che praticano il sadomaso senza consensualità. Stupratori lega-lizzati, ecco quello che sono.

Continuo a pensarlo: i razzisti scopano male

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—>>>immagine da riotclitshave

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Storie violente.


3 Responses

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  1. fikasicula says

    ciao asya
    non ho capito cosa ti serve. stai facendo una ricerca?
    vuoi sapere come quelli del nord italia vedono quelli del sud?

    scrvici e ti diamo una mano:
    fikasicula@grrlz.net

  2. asya says

    ciao mi chiamo asya sono marrocchina studio l’italiano e ho una cercha per questi del nodr d’italia come vedono quelli del sud puoi mi aiuto?

  3. giorgia. says

    http://www.rainews24.rai.it/…s.php?newsid=135340