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Sessuofobie: il Degrado e i ghetti per le prostitute

Il Degrado

Il fondamentalismo cattolico imperante e la sessuofobia dilagante regnano sovrane in quel di Roma per merito di uomini tutti d'un pezzo che, convinti come sono di dover infondere di una nuova e cristiana morale tutta la nazione, accompagnati da associazioni di dame della carità, volontarie caste e pure che passano al setaccio ogni luogo e cosa possibile per apporvi l'indelebile marchio della censura, stanno misurando la capitale secondo il metro di un "qui si e qui no" e "questo si, questo no" per farne una sorta di convento di clausura pieno di ipocrisie e delitti celati. Tutto pur di non consentire la libera espressione del desiderio. Così come prima cosa hanno chiuso il "Degrado", noto luogo del vizio e anticamera della perdizione e del peccato. Essendo queste cose moleste non contestabili come reato ma solo enunciabili in quanto pregiudizi delle dame di cui sopra, il luogo è stato chiuso con l'accusa di sfruttamento della prostituzione.

Al "Degrado" vengono apposti i sigilli e Carla Lopes (presidentessa del posto) viene arrestata.

La novità è che:

– E' subito caduta l'accusa per assenza di prove
– Carla Lopes (presidente) è stata scarcerata dal Tribunale della Libertà
– Carla Lopes riferisce di 'pressioni' del pm per farle dire cose inventate dall'accusa
– Viene denunciato quale atto gravissimo questo uso della giustizia!
VENERDI' 20 h 18 al GENDER (via Faleria 9) si annuncia una CONFERENZA STAMPA

Il comunicato stampa dice: 

Ieri è stata rilasciata Carla Lopes, presidentessa del Degrado detenuta per 17 giorni a Regina Coeli (sebbene le transessuali secondo i diritti dei detenuti debbano andare di preferenza a Rebibbia).
Il fatto che Carla Lopes sia stata rilasciata senza nè arresti domiciliari nè tantomeno obbligo di firma o altre restrizioni (considerando che è anche straniera e per lei l'arresto era motivato dal pericolo di fuga) lascia immaginare come le tesi del pubblico ministero siano state interamente rigettate dal Tribunale della Libertà che evidentemente non si è sentito di tenere in galera una persona sulla base di testimonianze che addirittura ammettevano di non conoscere nè Carla Lopes nè il Degrado aggiungendo che "avevano sentito dire che in realtà il locale era una casa di appuntamento".  Le altre 'testimonianze' che avvallavano il fantomatico giro di prostituzione del locale erano tutte state raccolte fuori dal locale come se quello che accade nelle vicinanze del Degrado o a Testaccio o a Portonaccio…insomma nelle vicinanze di locali notturni…fosse imputabile ai gestori di un locale…

Preoccupa questo uso della giustizia fatto di gossip e non basato su prove, quantomeno su indizi consistenti.

E la dimostrazione che dietro tutto ci sia una sessuofobia latente viene anche da una frase riferita dal giudice all'avvocato di Carla Lopes: "Ma come mai lei che è laureata in matematica fa la transessuale?".
Questa frase riassume la totale insensibilità di tanti giudici italiani a rapportarsi con le transessuali in maniera 'normale' come la legge imporrebbe.
La transessuale è sempre devianza giudiziaria, prostituzione, illegalità.
Il giudice infatti dice 'fa' la transessuale come se fosse una professione illecita e non una condizione di essere.

Preoccupa inoltre la pressione che la Lopes avrebbe ricevuto dagli inquirenti per coinvolgere contro la sua volontà e la verità comunque qualcun'altro nell'inchiesta (vista la 'toppa' presa con l'arresto addirittura  di un senzatetto accusato di essere una delle menti criminali di una organizzazione internazionale che evidentemente guidava dalla sua vecchia automobile dove dorme mangia e vive).

E' assurdo che un Tribunale della Repubblica cerchi di barattare la libertà di una persona in cambio di dichiarazioni che non solo non trovano evidentemente riscontro da nessuna parte ma cercano di inserire nelle indagini altre persone al solo scopo di far risultare comunque l'indagine credibile e non INCREDIBILE come invece si sta rivelando per la parte riguardante il Degrado per la quale NESSUNA delle transessuali coinvolte ha mai riferito che il Degrado o Carla o Silvio o chiunque abbiano mai usato il Degrado come luogo di mercimonio.

Poi: come è possibile che le testimonianze dirette non valgono nulla e la frase di una trans raccolta fuori dal locale che dice al carabiniere in borghese: "sto lavorando, vuoi un bel bocchino in macchina o se sei timido entriamo nel locale"…questa frase serva a costruire un teorema giudiziario e ad arrestare delle persone…

Peraltro per un cavillo tecnico (non avendo avuto egli la notifica in tempo per un errore dello stesso tribunale), Silvio Orsaia è ancora agli arresti domiciliari e deve aspettare fino al 20 aprile il pronunciamento del tribunale della Libertà.

*INVITIAMO TUTTI ALLA CONFERENZA STAMPA DI VENERDI' 20 ALLE ORE 18 AL GENDER DI VIA FALERIA 9 A ROMA DURANTE LA QUALE GLI INDAGATI E I GESTORI DEL DEGRADO RACCONTERANNO NEI DETTAGLI QUESTO INCUBO GIUDIZIARIO…LE PRESSIONI RICEVUTE DAGLI INQUIRENTI…LE MODALITA' ILLEGALI DI SEQUESTRO DEL LOCALE…IL TRATTAMENTO RISERVATO ALLE PERSONE TRANSESSUALI.*

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Prostitute? Chiudiamole in un ghetto!

Nello stesso periodo succede che il Prefetto di Roma (vi dice niente un certo Achille Serra?) dichiara di voler vietare la prostituzione in strada per ghettizzarla in zone dedicate.

Per consentire questo il solerte Prefetto ha proposto una modifica normativa al codice penale che vieti l'esercizio della prostituzione in strade e piazze.

L'ha proposta durante i lavori della conferenza regionale sulla sicurezza. Una modifica di questo tipo – ha spiegato Serra – "utile a scoraggiare i clienti", ma sopratutto "a ripristinare condizioni di decoro per le vie della citta'", lascerebbe spazio ad alternative come "la nascita' di cooperative tra donne e l'individuazione di zone particolari per garantire le minime condizioni di decoro, come avviene peraltro in molte altre metropoli europee". Si tratta di soluzioni – ha concluso il prefetto – che potrebbero anche assicurare "una limitazione all'insofferenza della gente; una riduzione dello sfruttamento della prostituzione; l'azzeramento del problema della clandestinita' legata al fenomeno; la garanzia di minime condizioni igieniche, tenendo sotto controllo pericolose malattie infettive".

Peccato che questa bella trovata non sia piaciuta al Coordinamento per la difesa delle persone prostitute e sia un tantino in contrasto con la richiesta dei/lle sex workers di regolamentare la professione, riconoscere diritti civili, senza produrre ghetti. 

Così il Coordinamento ha risposto con il seguente comunicato stampa:

La ricetta repressiva e regolazionista-oppressiva proposta in tema di "prostituzione" dal prefetto di Roma, Achille Serra, è pregiudizievole, irresponsabile, autoritaria e, soprattutto, pericolosa e storicamente superata.

I clienti non si "scoraggeranno" con dei semplici divieti normativi, specie se protendono a soluzioni regolazioniste, dato che il fenomeno è essenzialmente culturale e di costume. Ridurre un fenomeno, che assomma in sé atti di abietta e "libera" violenza, a tema di decoro e di ordine pubblico, prevedendo rebus sic stantibus soluzioni cooperativistiche, è faciloneria e moralismo. Propagandare le false "ricette miracolose" d'oltralpe è abuso della fede pubblica.

L' "insofferenza della gente" e lo sfruttamento si possono validamente affrontare e risolvere già oggi; manca semplicemente la volontà istituzionale, degli organi inquirenti e delle forze dell'ordine. Parlare in questo modo, infine, del delicato tema delle MTS (Malattie Sessualmente Trasmissibili) è un censurabile atto di attentato alla salute pubblica da crassa ignoranza.

Noi donne e "prostitute" temiamo per la nostra incolumità e denunciamo pubblicamente chi, come il prefetto Serra, cerca di istituzionalizzarci come oggetti di sfogo maschile e macchine da soldi per chi ci sfrutta. Speriamo che il prefetto si ravveda e si convinca a confrontarsi finalmente anche con noi.
  
  Ufficio Stampa
  Co.Di.Pe.P. – ROMA
  (Coordinamento per la Difesa delle Persone Prostitute)

 

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Dopo queste tristi notizie provo a risollevarvi il morale proponendovi una bella intervista alla geniale inventrice del Post Porn Modernist Annie Sprinkle proposta da Fastidio e rilanciata con ulteriori consigli di lettura da Porno.

 

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