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Amanda Palmer e la tetta che scappa

Da Abbatto i Muri:

di Jinny Dalloway

Il tempo è adesso: come sovvertire il sessismo dei media con ironia e nudità autodeterminata

Per chi non la conosce, Amanda Palmer è una cantante, compositrice e performer americana: “la vera ragazza cattiva che Lady Gaga vorrebbe essere”. Incidentalmente, suo marito è Neil Gaiman, uno dei più apprezzati scrittori inglesi contemporanei.

Il 28 giugno scorso Amanda si è esibita al famoso festival annuale di Glastonbury, in Inghilterra. Viene fotografata mentre canta, con il reggiseno casualmente fuori posto che rivela un seno. Il tabloid inglese Daily Mail pubblica subito uno scoop con la fotografia “osé” titolando con un gioco di parole (“making a boob of herself”) che rimanda all’idea del “fare la figura di una scema” e insieme all’idea di “tetta” erotizzata. Il sottotitolo spiega che una “tetta” le è “scappata dal reggiseno” e l’articolo la descrive come “vittima di un imbarazzante errore nell’abbigliamento”. Senza accennare alla musica dell’artista, il Daily Mail, sfoderando il suo migliore (ma non mi dire…) sessismo scandal-voyueuristico, si concentra sulla parte del corpo di Amanda esposta al pubblico ludibrio, con grande godimento, si presuppone, di lettori arrapati. Già che c’è, non tralascia di buttare lì un altro ingrediente piccante: la cantante, udite, udite, è pure bisexual.

Venerdì scorso, 12 luglio, Amanda Palmer scrive una lettera aperta in riposta al Daily Mail, ma invece di inviarla in forma tradizionale, la scrive in forma di canzone (un valzer!) e la canta, indossando un kimono, durante un concerto alla Roundhouse di Londra. Ma non finisce qui. A metà di questa sua performance, riprendendo l’immagine usata dal tabloid della tetta “che scappa dal reggiseno”, canta ridendo…:

OH NO! sento che adesso tutto il corpo mi sta scappando dal kimono!”

…mentre si toglie il kimono restando completamente nuda davanti alla tastiera. Continua a cantare l’altra metà della canzone così. Il testo della canzone (in basso in italiano) è di un’ironia sferzante, a tratti diretto e volgare: “massa di deficienti misogini!”, “Daily Mail, fottiti”. Soprattutto è chiaro che Amanda Palmer si sta divertendo un sacco.

E ora la parte seria:

In Italia si discute tanto (giustamente) di immagini sessiste: spesso col presupposto del femminile come significante stabile e la categoria “dignità delle donne” come universale morale imposto da certo donnismo in tailleur. La moglie-madre sobriamente vestita che sorridendo serve a tavola marito e figli del Mulino Bianco non provoca altrettanta indignazione di un corpo seminudo. Ma riflessioni su questo sono già state fatte ampiamente da Un altro genere di comunicazioneAbbatto i Muri e Femminismo a Sud .

In un contesto diverso da quello italiano Palmer segnala una possibile alternativa controculturale: anziché derive autoritarie e censorie o richiami alla “dignità” donnesca, lei, da artista, dà una risposta rivoluzionaria e dissacrante, con la geniale ironia, un po’ da sbruffona, che la contraddistingue e che a volte manca alle più seriose, “eroiche”, Femen (che operano a loro volta in contesti molto diversi).

Quella di Amanda (viva Amanda!) è una reinvenzione dell’immaginario come pratica femminista. Il che, peraltro, ha del tutto spiazzato il Daily Mail, ora chiuso nel silenzio – questo sì imbarazzante. Così come spiazzerebbe il nostro Libero che lamenta censure sulla “gnocca”.

Amanda Palmer non avrà letto il saggio di Alessandra Gribaldo e Giovanna Zapperi Lo schermo del potere. Femminismo e visualità nell’Italia contemporanea ma mette in pratica divertendosi proprio ciò che sostengono le studiose:

Se il tempo è adesso, non abbiamo bisogno di redenzione per fare posto a un’immagine di donna integra e dignitosa, quanto piuttosto di reinvenzione.

Amanda reinventa. E in Italia ci sarebbe bisogno di più amandismo e meno snoqqismo.

Se non fosse ancora chiaro cosa io intenda con amandismo, basta dare un’occhiata alla brillante carriera artistica di antisessismo dissacrante di Palmer: per esempio l’esilarante pezzo The Map of Tasmania (isola australiana la cui forma triangolare ricorda il monte di Venere), che attacca con feroce ironia i tabù sul pube femminile e relativa peluria.

A proposito di peluria, come si vede da foto e video, Amanda non si depila.

L’ultima parola a lei:

(traduzione della lettera al Daily Mail scritta e cantata da Amanda Palmer qualche giorno fa a Londra)

Caro daily mail,

Sono venuta a conoscenza recentemente

Del fatto che la mia esibizione al festival di Glastonbury è stata da voi gentilmente menzionata.

Lì sul palco facevo una serie di cose tra le quali persino cantare canzoni (come di solito si fa…)

Ma questo avete deciso di tralasciarlo e invece avete fatto un servizio speciale sulla mia tetta.

Caro daily mail,

Esiste una cosa che si chiama motore di ricerca: usatelo!

Se aveste cercato prima le mie tette su google, avreste scoperto che le vostre foto non sono certo un’esclusiva.

Inoltre affermate che il seno mi è scappato dal reggiseno come un ladro in fuga

Come fate a sapere che non stava tentando di prendere un po’ del vostro RARO sole inglese? 

Caro daily mail,

È così triste quello che fate voi tabloid,

Il vostro sforzo per svilire l’immagine delle donne rovina tutta la nostra specie umana.

Ma un fogliaccio è un fogliaccio e lungi da me andare in giro a censurare qualcuno!

OH NO…! sento che adesso tutto il corpo mi sta scappando dal kimono…! 

Caro daily mail,

Massa di deficienti misogini,

Sono stanca di pance ingrassate dalla gravidanza, sbirciatine alla figa, pieghe di carne nei jeans stretti

Dove sono i CAZZI che fanno notizia?

Quando Iggy, Jagger o Bowie vanno in giro in topless non fa notizia

Bla bla bla femminista bla bla bla solite stronzate sul genere bla bla bla

Oh mio dio! Un capezzolo!

Caro daily mail,

Non farete mai nessun articolo su questa serata,

Lo so, perché vi ho chiamato in causa direttamente e ora per voi non ci sarà più gusto ad attaccarmi

Ma grazie ad internet la gente in tutto il mondo può godersi questo discorso

In sintonia con un gruppo di spettatori qui a Londra che non si bevono la propaganda come la vostra

Anche se ci sono milioni di persone che accettano il divieto culturale come lo ponete voi

Ce ne sono moltissime altre che sono perfettamente disposte a vedere i seni nel loro habitat naturale

Resto in trepidante attesa dei vostri colti servizi giornalistici sulle prossime date del tour

Caro daily mail,

fottiti.

Qui il testo inglese nel blog di Amanda.

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[Amanda Palmer, Roundhouse London, 12/07/2013]

Imagine: Amanda Palmer alla Roundhouse, Londra. Gus Stewart/Redferns via Getty Images. Fonte: The Guardian

Posted in AntiAutoritarismi, Comunicazione, Critica femminista, Fem/Activism, R-esistenze.

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