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Mastectomia e capezzoli tatuati

Ultimamente si è parlato di mastectomia perché una famosa attrice ha voluto farsi operare ai seni per prevenire una malattia che non aveva ancora. Qualche migliaio di dollari e due seni in meno per garantirsi l’immortalità. La prevenzione è essenziale, certo, tant’è che in Italia farsi un test è difficilissimo. Nella mia città la prenotazione ti rimanda all’anno dopo se va tutto bene. Tocca farsi l’esame da un privato. Però a parte tutto c’è il fatto che talvolta il cancro arriva in una età che neppure te l’aspetti. Ed è troppo complicato parlarne perché a farlo deve essere sicuramente chi ha vissuto e vive questo grandissimo problema.

Poi la mia amica mi segnala questo articolo e io penso che ricordo immagini bellissime pubblicate sul nostro blog in cui le donne mostravano con fierezza le cicatrici e rifiutavano qualunque operazione di chirurgia estetica a carattere risarcitorio perché i corpi mutano e accettarne i cambiamenti diventa a volte necessario perfino per fare emergere una sensualità adulta, bella, una nuova sicurezza.

Però rispetto molto anche le donne che hanno voglia di dimenticare e guardarsi vedendo i seni in forma il più possibile simile a quella che già avevano, perché la chirurgia estetica e in questo caso un tatuaggio ti rimandano indietro una immagine di te che ti è più affine. D’altronde siamo qui a fare cultura queer dove raccontiamo che c’è chi è intrappolat* in corpi nei quali a volte non ci si riconosce e un cambio d’abito o una operazione può essere necessaria oppure no ma è un desiderio lecito somigliare quanto più è possibile all’idea che si ha di se’.

Ogni desiderio è lecito. Bisognerebbe dirglielo ai controllori di facebook che accettano la pubblicazione delle tette solo mutilate di capezzoli perchè capezzolo sarebbe porno, quello che sta attorno invece no. Tanto per rispondere alla domanda finale della signora che alla fine si chiede nell’intervista perché aveva passato tanto tempo a nascondere i capezzoli quando invece avrebbe dovuto mostrarli di più…


Posted in Corpi, Pensatoio.

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2 Responses

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  1. ornella says

    dopo il referto, le operazioni e la radio , la mia voglia di vita è esplosa, anche sotto l’aspetto della sessualità. Mi ritrovo asimmetrica ma più vitale di prima. Mi dispiace che si parli di tutto ma non della sessualità di una donna operata, come se non potesse più esistere solo perchè non si ha un seno. Non è così. Ora sono asimnetrica e non lo nascondo, so di essere più forte, ma ringrazio anche le donne che si sono fatte rifare le tette per diletto perchè ora i chirurghi sono più attenti con noi malate. Ho scoperto che il tamoxifene può sospendere il mestruo ma non l’ovulazione…..perchè i dottori non ce lo dicono….si da pet scontato che non

  2. Ale says

    Capisco e non giudico chi ha desiderio di rifarsi il seno, indipendentemente dalla causa: però anch’io non amo l’equazione meno seno=meno donna o assenza di seno=non donna.