Facciamo il Bignamino del Don Roderigo–Savonarola per facilitarne la lettura.
Vendicatore del web dei gruppi Anti/Pas e delle ortodosse della “Violenza Maschile”.Realizza gogne, schedature, cumula presunte prove, istituisce processi dell’inquisizione ai danni di FikaSicula sul suo blog e sul suo Forum, infine procede per scomuniche.
E’ un paternalista, anzi, un patriarca del terzo millennio. Intellettualmente disonesto, mette alla sbarra FikaSicula e poi attende i suoi due minuti di microgloria immaginando lei debba rispondergli (potrebbe certo farlo, ma in un tribunale vero, nel caso in cui le venga contestato un reato o intenda contestarlo a lui).
Realizza sermoni. Pubblica citazioni di donne che avvalorino le sue idee. Non si sa nulla del suo personal/politico. Non s’è mai visto nelle assemblee femministe. Ce l’ha con quelli che lui chiama mascolinisti e distribuisce patentini femministi doc. Odia il porno. Le sexworkers che non vogliono essere “salvate” da lui e che vogliono regolarizzare la professione le mette sullo stesso piano dei magnaccia, rimprovera le femministe che vanno a fare una slut walk, non accetta che una vittima di violenza possa autodeterminare un proprio percorso che non passi da tutori e istituzioni.
E’ un aspirante tutore, un prete laico che sorveglia il tempio del dogma femminista o di quello che lui ritiene tale. Ritiene di poter mettere paletti di contorno per stabilire confini ai femminismi come farebbe qualunque prete gretto e ottuso.
Spamma quel che scrive su ogni canale femminista che lo riverisce come il “maschio” che, lui si, sarebbe degno dell’attenzione delle donne, a differenza di quegli altri che non vogliono compiacerle e che rivolgono osservazioni critiche. Lui si che è uno che le donne le rispetta. Lui che, per ciò che scrive, riassume tutte le caratteristiche del compagno che le nostre amiche un po’ più grandi di noi, a suo tempo, scansavano come la peste, ché erano quelli che avevano gli harem che li compiacevano tutto attorno e autoinvestendosi come “femministi” in realtà trovavano ancora il modo di togliere voce alle donne e di inventarsi nuove formule di patriarcato.
Infatti è uno di quei tutori della parola pubblica delle donne, che vorrebbero decidere come e quando togliergliela o come delegittimarla.
Sta umiliando/lapidando pubblicamente FikaSicula che gli ha dato del paternalista, non lo compiace, non accetta alcun potere normativo né la gestione patriarcale sulla sua parola, sul suo pensiero e sul femminismo. Nel frattempo intercetta ostilità di deluse, FikaSicula-Dipendenti, paranoiche che pensano che lei abbia mai dedicato loro qualche microgrammo di attenzione, ossessionate da questa figura virtuale. Viene dunque riconosciuto come un vendicatore, un giustiziere del web.
Non compie critiche “politiche” ma mette assieme elementi dubbi, fa congetture, mette in circolo infamie. Non spiega qual è la sua posizione politica su alcuni temi perché il suo posizionamento politico attualmente è “non sto dove sta FikaSicula“, il che è affascinante se si capisce dove sia posizionata lei e se si entra nel merito delle idee prima che dei luoghi ai quali lei viene associata per delegittimarla “alla radice”.
Ci sembra autoritario, pro-censura, pro ronda-antisessista. Un moralizzatore del terzo millennio che accorre a ricoprire i culi delle modelle per salvarle, a prescindere dal fatto che le modelle glielo abbiano chiesto. Immaginiamo che se le modelle gli daranno del paternalista lui le opprimerà per mesi per dimostrare presunte collusioni tra loro e i maschilisti, i magnaccia, possibili complessi di inferiorità, di colpa, e chi più ne ha più ne metta.
Riporto, per Don Roderigo-Savonarola – abbastanza – sessista:
FikaSicula non è FikaSicula in quanto è ma in quanto subordinata a. Perché si sentirebbe inferiore, perché direttamente collegata a gruppi antifemministi, perché di autodeterminazione in lei neppure l’ombra. E sarebbe già meglio se le dicesse che è stronza di suo e basta e invece sta ancora lì a negarle autodeterminazione perché se sceglie soluzioni antiviolenza non istituzionalizzate avrebbe il senso della colpa, se parla di femminismi autoritari è dipendente dalla onlus antifemminista e se non vuole censure deve essere sicuramente gravemente affetta da senso di inferiorità dal maschile. Insomma non le viene riconosciuto alcun pensiero indipendente.
Associa FikaSicula a contesti che FikaSicula non gestisce. Insistere nel dirlo, demonizzandola e delegittimandola, è infamante. L’obiettivo è il rogo, in pubblica piazza, perché lei è una strega e va silenziata.
Don Roderigo-Savonarola è in aperta crociata e fa post contro la persona, virtualmente picchia perché bisogna che noi tutte ci convinciamo che lui ha ragione, perché lui si che sa cosa è bene per noi, no? Lui si che sa cosa è bene per le donne.
L’ostracismo e il mobbing contro FikaSicula sono la conseguenza. Il cyberstalking che lei subisce da parte di certi soggetti paranoici viene da ciò perfino legittimato.
Don Roderigo-Savonarola mostra di voler uniformare il pensiero femminista secondo ciò che a lui piace di più. Paternalista fino al midollo, ha la difficoltà estrema a riconoscere livelli di autodeterminazione che non coincidono con la sua opinione e ha la tendenza a normare, moralizzare, censurare, criminalizzare, demonizzare e scomunicare tutto ciò che a lui non piace.
Don Roderigo-Savonarola pensa che le “vittime”, nel suo discorso pubblico sulla violenza sulle donne, debbano essere vittimiste mentre legittimano i tutori, o aspiranti tali, mentre legittimano il padre/padrone/Stato/protettore (che le “protegge” mentre le condanna a compiere gratis lavori di cura), e i paternalisti come lui. Capiamo il perché del suo fastidio e possiamo serenamente fregarcene dato che la violenza sulle donne passa sui corpi delle donne e quello che succede agli aspiranti tutori che esigono legittimazione quando una donna “vittima” si muove in senso autodeterminato ci importa fino ad un certo punto. Magari ne parli con Maschile Plurale e indaghi il suo “maschile” tutoriale e paternalista ché non può farle che bene.
Don Roderigo, sposa l’idea che la violenza sia maschile tout court. Vorremmo leggere come lui ritenga un maschile sessuato che non abbia a giustificare la sua stessa esistenza nelle relazioni etero. E lo informiamo che le donne autodeterminate sono quelle che certo esigono che gli uomini riconoscano che le donne subiscono violenze ma sono anche quelle che poi non compiacciono l’ego, con mille pompini metaforici, di uomini che come unica chance per differenziarsi dai violenti sanno solo essere paternalisti e tutori. Speriamo che lui sappia uscire dalla dicotomia tutori/carnefici e sappia diventare un soggetto autodeterminato, non sulla pelle delle donne che lei vuole salvare a tutti i costi – costringendo pure quelle alla dicotomia vittime(sante)/puttane – e non sulla pelle delle FikeSicule che se ne fregano di essere salvate da lei perché esigono strumenti per salvarsi da sole. Strumenti e non tutele ed espropriazione del diritto all’autodeterminazione.
Quel che Don Roderigo non coglie è che per combattere la violenza bisogna combattere non il “maschio” ma una cultura intera, oramai veicolata da chiunque, incluso lui. Perché si tratta di offesa all’autodeterminazione dei soggetti, di costante rimozione del diritto di scelta delle persone, passa per la negazione del diritto alla applicazione della legge 194, alla pma, al lavoro, alla maternità responsabile, a cercare e trovare proprie soluzioni non patriarcali alla violenza, a darsi voce invece che vedersi togliere voce. Perché lui fa proprio questo: toglie voce ai soggetti autodeterminati e li delegittima con accuse che nel caso delle sex workers autodeterminate, e non solo in quello, sono di un paternalismo osceno.
Non abbiamo ancora capito, perché non ce lo dice, se Don Roderigo-Savonarola, ama soluzioni repressive, leggi liberticide e autoritarie. Sappiamo che cerca demoni e FikeSicule da esorcizzare ma non abbiamo colto la sua idea a proposito di leggi autoritarie e repressive che portano ai braccialetti elettronici, alle censure e alle denunce d’ufficio che si sostituiscono alla volontà delle donne di denunciare o meno una violenza, e che sono per se stesse una violenza enorme per chiunque tra noi.
Se ci chiarisce potremo smentire il fatto che allo stato attuale riteniamo Don Roderigo vivrebbe bene sorvegliato a vista, tra tutori che tra un tutoraggio e l’altro normano e moralizzano, come fa lui, la nostra esistenza, e vivrebbe bene incaricato a fare la ronda in difesa delle donne. A ciascuno la sua Lega (Nord), in fondo. Noi ne stiamo ben lontane.
Pensiamo che lui sia parecchio intollerante e voglia togliere la parola a ogni persona con la quale non sia d’accordo. Per lui antifemministi che esprimono il proprio parere in forma civile meritano marchi di infamia e altrettante scomuniche e meritano di non essere ammessi nel discorso pubblico.
Mentre delegittima e lapida pubblicamente FikaSicula rilascia speciali scomuniche nei confronti di uomini che si occupano di questione maschile, padri separati e nuove compagne. Giacché saremmo tutte, a questo punto, cattive perché in contatto con le Nuove Compagne dei Padri Separati esigiamo di sapere quali crimini le stesse avrebbero commesso. Perché il fatto di farci apparire tutte cattive associandoci ad acronimi di vario tipo lascia dedurre che per quegli acronimi rappresentino il peggio dell’umanità. Ci dica, anzi, lo dica a loro, sia bravo, faccia la sua scomunica totale/globale così ci si capisce meglio.
In conclusione Don Roderigo si autoinveste di un titolo di merito per scomunicare FikaSicula e attraverso lei per scomunicare tutti i femminismi che lei coniuga ed esprime. Parla di post-femministe per liquidare i femminismi da post/porno, pro rivendicazioni delle sex workers, autodeterminati, immaginiamo non sappia niente di femminismi queer, lesbiche e trans non stanno nella sua agenda politica, chiude il discorso dicendo che non solo FikaSicula non sarebbe femminista ma non lo sarebbe neppure Femminismo a Sud perché non è d’accordo con quello che lui intende essere il femminismo.
Insulta infine l’intelligenza di FikaSicula squalificando i contenuti che divulga a partire dal fatto che piacerebbero ad antifemministi, padri separati, nuove compagne. Quel che a noi è perfettamente chiaro è che mentre afferma questa cosa e la fa rimbalzare su tutto il web non fa altro che sostenere il fatto che antifemministi, padriseparati, nuove compagne non sono poi così misogini/e, con grave pregiudizio contro le donne, criminali, pro-violenza dato che FikaSicula di certo non è misogina, contro le donne, criminale, pro-violenza.
La tesi secondo cui se i contenuti di FikaSicula piacciono a persone ritenute molto cattive, dunque quei contenuti sarebbero molto cattivi, non è credibile. Ci sta che Don Roderigo inavvertitamente abbia scoperto un mondo tutto nuovo (welcome!) in cui antifemministi, padri separati, nuove compagne, si relazionano con gli argomenti in senso critico, non hanno alcun pregiudizio contro le donne e non sono affatto pro-violenza.
Perché vede, Don Roderigo, fare un discorso autodeterminato che non passa per l’approvazione di femminismi vari e di paternalisti come lei non significa essere idioti, sessisti o pro-violenti. Significa semmai che si analizzano le cose in modo differente. Possiamo non condividere molte conclusioni, così come non condividiamo le sue, ma quel che FikaSicula ha trovato in queste persone, tra i tanti motivi di disaccordo che permangono, è il fatto che mai sia stata offesa la sua autodeterminazione. Nessuno ha cercato di soccorrerla o le ha imputato complessi della colpa. Nessuno l’ha patologizzata o immaginata inferiore ad altri. Nessuno l’ha immaginata come interprete di pensieri che non fossero i propri. E ai suoi pensieri possono attribuire meriti o demeriti, possono opporvisi oppure no, ma le riconoscono almeno l’autonomia di fare scelte ed esserne responsabile rispetto al mondo. Insomma, Roderigo, il fatto è che c’è più patriarcato il lei di quanto non ce ne sia in molti di loro e questa è la cosa che proprio non le va giù (inutile che ci porti i soliti due esempi di cattivissima manifestazione di misoginia perché i mondi antifemministi, dei padri separati, delle nuove compagne, sono molto più grandi di così).
La sua soluzione nei confronti di FikaSicula, dunque, qual è? Curarla? Espellerla dal discorso pubblico? Dopo la delegittimazione, tentati esorcismi non riusciti, cos’altro c’è se non il rogo?
Il post per intero da cui è tratto il bignamino è QUI.
Altri post sulla questione: QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI.
I link che qui mancano li trovate negli altri post.
Si intenda questa una azione di R-Esistenza ad un patriarca perché il patriarcato è una merda, anche se si traveste da antisessismo rivoluzionario.
Alla prossima gogna di Don Roderigo-Savonarola.
Preciso: io non gestisco la pagina facebook di cui parla il tizio. L’inquisitore prenda nota. In ogni caso mi predispongo al rogo e ad ulteriori infamie.
Ps: minchia che scoop… questo si che è giornalismo d’assalto. Lo scandalo lockheed in confronto è niente. Una inchiesta del genere Anti/FikaSicula richiede un coraggio che tipo un articolo contro la mafia impallidisce al confronto.
vabbè. io da dirgli ho solo questo (tratto da qui http://abbattoimuri.wordpress.com/2013/05/14/il-medioevo-in-nome-della-difesa-delle-donne/)
“Il mio Al di là del buco è perciò “rischioso” perché chi tiene in vita solo barricate e ne ha bisogno per sentirsi legittimamente protagonista di lotte di frontiera sente delegittimata la propria postazione. Dunque bisogna che delegittimi la mia.
Le barricate spesso sono dovute a resistenze attive contro chi ti vuole mettere a tacere, una sorta di legittima difesa, ma certe volte, ed è questo il caso, diventano solo un pretesto che abbisogna di tenere in vita mostri, evocarli ove non sono presenti, perché se non ci sono mostri, se non si mette in circolo la paura dell’altro (e l’altro, per intenderci, al momento sono anch’io), bisogna fare uno sforzo, mettere giù le armi e capire.
Manca la volontà di capire perché la barricata è tanto più semplice da gestire. Tutti uniti in nome della paura del mostro. Un po’ come fa chi ti dice che lo straniero va braccato e buttato via al confine. Certezze. Sicurezze. Che diventano prigioni. Senza ossigeno. Senza complessità.
A chi vi dice di aver paura di loro o di me ricordate che un ministro della paura lo abbiamo avuto già. Perfettamente parodiato da Antonio Albanese. Istigare fobie sociali nei confronti di un intero gruppo di persone o di una sola produce unità tra i fobici ed esprime volontà di controllo in senso autoritario.
Non abbiate paura di me. Non abbiate paura di chi è divers@ da voi. Parlateci senza pretendere di cambiarli. Ascoltate e fatevi ascoltare. L’umanità chiusa in mille trincee fatte di paure e mostri inventati è medioevale, ed è questo quel che vedo oggi: il medioevo. In nome della difesa delle donne.”