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Di Don Roderigo e della sua crociata paternalista Anti/FikaSicula

Don Roderigo, ovvero “tutto ruota attorno a lui“, meglio conosciuto come il vendicatore del web dei gruppi Anti/Pas (scherziamo, naturalmente, ah ah!) e delle ortodosse della “violenza maschile”, torna a giustificare scorrettezze e insiste con l’infamia. Si badi bene che questa è una critica politica, di metodo, perché il metodo è sostanza, a prescindere dal fatto che qui riteniamo che costui non meriti neppure quella perché la politica non si fa di certo così. Ma le gogne noi le chiamiamo gogne, perché di questo si tratta.

La sua ultima crociata, con schedatura arraffazzonata di un personaggio che deve stargli tanto sulle palle, è contro FikaSicula.

roderigocolpa

Dopo essere stato tacciato di paternalismo (e vedrai che FikaSicula aveva visto giusto fin dal primo momento) quando egli offrì “soccorso” per la narrazione di Finché Morte Non Vi Separi, da quel momento in poi il suo forum costituì una Task Force contro FikaSicula.

Ad alcuni post in cui egli insiste per dire la sua patriarcale idea, ovvero che le donne devono essere e manifestarsi solo in quanto vittime e che mai potranno stabilire soluzioni autodeterminate nei propri percorsi di violenza, ne succede uno che è il massimo della disonestà intellettuale.

Bisogna considerare il personaggio: non si sa chi sia, né quali percorsi politici di presa di coscienza contro un certo maschile egli abbia fatto, d’altronde i suoi post sono sermoni, al massimo citazioni di donne che lui usa per avvalorare sue posizioni, ma del suo personal/politico nessuno sa nulla. Non si sa da dove arrivi, quali percorsi militanti, insomma chi cazz’è, alle tante assemblee femministe che abbiamo fatto o organizzato non s’è mai visto, e dunque non si capisce da quale parte arrivi tutto questo suo grande interesse virtuale per il femminismo. Di lui sappiamo che ce l’ha con i mascolinisti, d’altronde li ha cacciati via dal suo Forum, e virilmente si pone nei loro confronti in aperta sfida. Dunque come potrebbe lui sopportare che qualcuno, una donna e perdipiù femminista, parli con costoro e li trovi perfino più interessanti di quanto non sia lui?

Di Don Roderigo comunque nelle iniziative femministe e affini non c’è traccia. Sembrerebbe esistere solo nel web. Immaginiamo abbia una età non più giovanissima, ha una avversione per il porno (ci spiace per lui!), vuole salvare le sex workers che non vogliono essere salvate, quelle che rivendicano diritti le mette sullo stesso piano dei magnaccia, dà lezioni di femminismo alle FikeSicule, alle ragazze che vanno a fare una Slut Walk, e procede spedito per dimostrare che la vittima deve fare la vittima e che può attendersi solo di essere salvata.

Ha l’indole da cavaliere, difende le donne perfino quando ricevono da FikaSicula critiche realmente politiche (sempre l’animo da tutore resta), non tollera alcuna forma di autodeterminazione che non passi per il suo consenso e il suo riconoscimento, e quelle che non lo compiacciono, come facevano certi “compagni” (di merda!) dei tempi che furono, le scomunica. E’ un prete laico che sorveglia il tempio del dogma femminista o di quello che lui ritiene tale. Perché cosa più orribile di tutte in questo discorso è il fatto che lui ritenga di poter mettere paletti di contorno per stabilire confini ai femminismi come farebbe qualunque prete gretto e ottuso. E anche noi non diamo affatto un giudizio personale. Leggiamo cosa scrive, giacché lui lo spamma su ogni canale femminista che lo riverisce come il “maschio” che, lui si, sarebbe degno dell’attenzione delle donne, a differenza di quegli altri che non vogliono compiacerle e che rivolgono osservazioni critiche. Lui si che è uno che le donne le rispetta. Lui che, per ciò che scrive, riassume tutte le caratteristiche del compagno che le nostre amiche un po’ più grandi di noi, a suo tempo, scansavano come la peste, ché erano quelli che avevano gli harem che li compiacevano tutto attorno e autoinvestendosi come “femministi” in realtà trovavano ancora il modo di togliere voce alle donne e di inventarsi nuove formule di patriarcato.

Deve essere per questo che FikaSicula ha analizzato che soggetti così, poiché certamente non è mica solo lui, ce ne sono un bel po’ in giro, come quelli che andarono a coprire le cosce delle cubiste in quel di Napoli, e lei li ha ben definiti non a caso patriarchi del terzo millennio, inquadrando sociologicamente il fenomeno e fotografando uomini che in nome della difesa della dignità delle donne tornano, legittimati, a fare i tutori perfino della parola pubblica delle donne, decidendo come e quando togliergliela o come delegittimarla.

Il primo post di Don Roderigo sembrava fatto su commissione. Invece no, glielo riconosciamo. L’avversione è tutta sua, sebbene lui abbia una clack di non poco conto e polarizzando il suo conflitto contro una donna che mette in discussione autoritarismi a tutto tondo intercetta quelle che la trattano con ostilità: Anti/Pas e ortodosse della “violenza maschile”. Più che da cecchino è accolto dalle masse plaudenti che non attendevano altro che vi fosse una pubblica umiliazione/lapidazione (virtuale) di questa donna che ne dice senza risparmiare critiche a nessuno/a come un vendicatore, un giustiziere. Bene, bravo, bis. E questa cosa in effetti paga perché più lui si contrappone a FikaSicula più ottiene riconoscimento e legittimazione in un contesto che poi fa passare in gran cavalleria tutti i suoi paternalismi e la sua visione di una gestione patriarcale del femminismo.

Ma per tornare ai suoi post gogna di presunta “critica politica”.

Nel suo primo post lui compie forzature su forzature. Attribuisce a FikaSicula ogni identità possibile, la fa apparire – volutamente – collusa con contesti che lei non tratta con il dovuto disprezzo, perché se lei rende più “umana” la discussione tra contesti differenti è chiaro che si mette al centro di una guerra e che per continuarla bisogna prima sparare a lei, lo scudo umano, quella che giudica i fascismi e gli autoritarismi sin dai metodi e non dagli appellativi che la gente si dà.

Squalifica il suo ragionamento politico NON con critiche politiche ma delegittimandolo alla radice. Per dire che lei dice stronzate gli basta mettere assieme elementi usati in modo infamante. Lei sarebbe passata da qui o da lì, una immagine usata per un suo post sarebbe la stessa utilizzata dagli antifemministi, quella parola piazzata in quel contesto sembrerebbe ricordare quell’altra. E le critiche? Chissà. Non c’è una critica politica. Lei sarebbe marcia all’origine. Parla con antifemministi e padri separati e dunque tutto ciò che dice è merda. Questa è la critica di Don Roderigo. Senza entrare nel merito delle questioni. Senza dirci nulla di più perché in effetti lui intende il femminismo esattamente, immaginiamo a questo punto, come lo vede Se Non Ora Quando o molte altre femministe autoritarie. Non sapremo mai, perciò, quanto a lui piaccia la repressione e la galera come soluzione per risolvere la violenza sulle donne. Non lo sapremo perché lui delegittima chi dice il contrario senza dire quale sia la sua opinione. Così si tiene al riparo dalle critiche. Fa parlare altre e tanto basta, ugualmente, a tenerlo al riparo dalle critiche. Evidentemente, e questo però lo sappiamo perché si è espresso, a lui piacciono le censure anche se si affatica a produrre inversioni semantiche per far sembrare la censura un po’ meno censura perché è lì pronto, arruolato a fare ronda antisessista, fintanto che qualunque persona che non parli di femminismo e di donne come ne parla lui, sia delegittimato. D’altronde a FikaSicula che prova a fare un ragionamento che parla di no censura, no autoritarismi, lui dice che avrebbe un complesso di inferiorità e torna così il suo discorso costante.

FikaSicula non è FikaSicula in quanto è ma in quanto subordinata a. Perché si sentirebbe inferiore, perché direttamente collegata a gruppi antifemministi, perché di autodeterminazione in lei neppure l’ombra. E sarebbe già meglio se le dicesse che è stronza di suo e basta e invece sta ancora lì a negarle autodeterminazione perché se sceglie soluzioni antiviolenza non istituzionalizzate avrebbe il senso della colpa, se parla di femminismi autoritari è dipendente dalla onlus antifemminista e se non vuole censure deve essere sicuramente gravemente affetta da senso di inferiorità dal maschile. Insomma non le viene riconosciuto alcun pensiero indipendente. Bella storia, davvero. Grande antisessismo, perbacco. Se non ce lo racconta lui come potremmo sopravvivere? 😀

In quanto alla sua correttezza, quella di Don Roderigo, quella di inserire immagini e post, con tanto di orario, per far realizzare collegamenti tra FikaSicula e una tal pagina facebook, attribuendo evidentemente a lei quelle mosse e certi contenuti che lei non approva, bisognerebbe davvero sentir pronunciare contesti un minimo obiettivi, perché farla apparire collusa con certe posizioni improponibili, collusa e perfino autrice ove lei non può essere contestata perché non ha mai scritto nulla di volgare, misogino, violento contro le donne, insistendo su questo punto costui manifesta un cicinino di malafede e l’intenzione di avvalorare con un marchio d’infamia delegittimante quella che NON è una critica politica.

Ovvero egli continua a delegittimarla non per ciò che lei scrive ma per quello che scrivono e fanno altri. Dopodiché sappiamo che lui, così come altre persone, non vedono l’ora di vedere chiusa quella pagina. E con ciò ci viene da ridere se pensiamo che ricorra il sospetto che mentre una folla di censori e censore volevano chiuderla si pensa lei, che giudicava quell’ossessione come un grande esempio di bassa politica, potrebbe essere perfino riuscita a entrarci dentro. Però nei mondi forcaioli funziona un po’ così: la responsabilità di quel che scrivi non è di chi scrive e su quel che scrivi, appunto, ma è riconducibile ai possibili mondi ai quali vieni associata, alle persone con cui non disdegni un confronto senza liquidare la gente con bestemmie, censure e demonizzazioni preventive. Non importa dei cambiamenti culturali che metti in atto, della contaminazione che realizzi. I forcaioli vanno per censure, forche e gulag in cui mandare in esilio dissidenti o isole lontane in cui confinare le opinioni difformi da alcuni. Costoro vedono la società come una eterna guerra tra soggetti che alternano poteri basando le vittorie sul numero di oppositori che riescono a silenziare. E questi a noi sembrano fascismi.

FikaSicula, la criminale, dopo i post che abbiamo scritto qui, merita ovviamente che Don Roderigo la rimetta sulla gogna. Perché costui non vuole disinnescare. Non vuole riportare la discussione ad una critica politica. Continua a voler delegittimare la persona. Costui, come tutti i paternalisti un po’ patriarchi, vuole avere ragione e picchia picchia – virtualmente – perché bisogna che noi tutte ci convinciamo che lui ha ragione, perché lui si che sa cosa è bene per noi, no? Lui si che sa cosa è bene per le donne.

I nostri post su quello che si muove in rete contro FikaSicula e FaS sono questi: QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI.

Le screenshot che abbiamo prodotto sono state linkate alle relative discussioni. Leggete i post e troverete tutti i link. Non sono presentati come “attacchi a freddo” ma contestualizzati in una polemica reale che dura da mesi. D’altronde di screenshot ne abbiamo a iosa e se volete possiamo produrle tutte quante per fare quella che Don Roderigo preferisce liquidare come “rassegna stampa”. Cioè questa qui lui la chiama rassegna stampa, una rassegna la cui risposta di FikaSicula arriva per merito di una forumista che sembra essere l’unica che si è stufata di questa crociata contro di lei e sottolinea in più interventi le scorrettezze e l’accanimento che contro di lei sono visibili.

In quanto alle screenshot dei profili “privati” noi, che rispettiamo la privacy di chiunque, non ne mettiamo in giro mai. Piuttosto imparate a scegliere opzioni per la privacy migliori perché i profili da cui traiamo le immagini sono pubblici, visibili a chiunque, incluse le persone “non amiche”. Alle accuse di manipolazione non rispondiamo perché nei post sono linkate le discussioni per intero e mettere a fuoco battute contro le quali neppure Don Roderigo, ci pare, si schieri, riteniamo sia molto meglio di quello che fa lui quando segna l’orario di pubblicazione di un post su due differenti pagine facebook per farne trarre sospette collusioni.

Dossieraggio e metodo Boffo sono da intendersi come accuse non sostanziate da elementi reali, usate per delegittimare l’interlocutore prima ancora che metterne in discussione i contenuti. Dire di una persona che su di lui/lei pende un’accusa che in realtà non esiste per delegittimare le sue opinioni è esattamente identico che dire che FikaSicula sia moralmente criminale alludendo ed insinuando a più riprese che ogni cosa che lei dice e scrive debba essere assimilata a contenuti espressi da altri. In questo processo dell’inquisizione che Don Roderigo continua a tenere in piedi non c’è una critica politica. C’è solo la delegittimazione all’origine che suggerisce ostracismo, mobbing e salda opposizione a qualunque parola lei possa mai scrivere oggi e in futuro.

Quello che Don Roderigo fa non è “rassegna stampa” o “critica politica” ma è forzare connessioni e portare chi legge a ritenere che le SUE conclusioni siano le uniche possibili. E non è vero che riporta le opinioni di FikaSicula integralmente perché per riportare le sue opinioni – in minimissima parte – serve Daitan, soggetto critico del Forum, senza la quale alcune delle opinioni di FikaSicula non sarebbero lì neppure accennate. La verità è che sia sul suo blog che sul suo forum Don Roderigo ci delizia su quella che è la sua opinione circa l’attività online di FikaSicula e a suo sostegno porta presunte prove, associazioni azzardate e argomenti che sono sempre orientati a uniformare il pensiero femminista secondo ciò che a lui piace di più. Nulla di male ad essere paternalista fino al midollo, ma dire quel che dice di FikaSicula e far pensare che le sex worker che rivendicano i propri diritti siano colluse coi magnaccia è esattamente la stessa cosa. E’ la difficoltà estrema a riconoscere livelli di autodeterminazione che non coincidono con la sua opinione e la tendenza a normare, moralizzare, censurare, criminalizzare, demonizzare e scomunicare tutto ciò che a lui non piace.

E confutare le accuse che Don Roderigo divulga ai danni di FikaSicula non è neppure questo, purtroppo, un atto politico, perché è abbassarsi al suo livello, perciò abbiamo aspettato tanto prima di farlo, sperando che si rendesse conto invece che insistere con argomenti che possono valere un “bravo, bis” solo in contesti dogmatici e intrisi di talebanismi senza fine, perché altrove quel che scrive non pensiamo possa aver alcun valore.

In quanto alle risposte non sono certamente tese ad annullare la critica, anzi. La critica politica è sempre ben accetta. La delegittimazione condita di infamie, quella no, abbiamo stabilito che NON E’ critica politica. In quanto alla fragilità, caro Don Roderigo, se si emoziona perché la Boldrini dichiara di essere vittima di cyberstalking, ci sembra strano lei non provi un pizzico di empatia per una che non si dichiara vittima, denuncia scorrettezze e azioni di ostracismo, mobbing, intrusioni perfino nella sua vita privata, da parte di persone che pensano le cose di cui abbiamo parlato qui e delle quali lei, ci pare, condivida le “opinioni”. Dobbiamo pensare che ne condivide anche i metodi? Davvero lei è d’accordo con chi utilizza i suoi link per “avvisare” persone che sono in contatto con FikaSicula  del fatto che lei sarebbe “pericolosa”? Davvero lei condivide chi dice che noi saremmo una associazione dietro la quale starebbero “movimenti violenti“, davvero lei condivide la diffamazione come metodo per mettere in discussione un avversario politico? Ci spieghi come mai non troviamo parole di solidarietà nei suoi scritti e non leggiamo da parte sua prese di distanza per metodi che certo arrivano da un’istigazione all’odio contro di lei della quale bisogna che chi discute in rete si prenda pure la responsabilità politica e morale.

Squadrismi e linciaggi non ci pare stiano nei suoi metodi eppure lei non sconsiglia di rapportarvicisi né ne prende le distanze, e questo tanto per usare uno dei suoi metodi di esposizione delle “critiche politiche”. Denunciare quanto succede, come abbiamo sempre fatto, perfino definendo il fenomeno del cyberstalking, è fondamentale e anche qui c’è una volgarissima banalizzazione e una menzogna veicolata ad arte: FikaSicula non ha mai scritto che le donne non debbano mai dichiarare di essere vittime. Tra vittime e vittimismi c’è una bella differenza. Però è chiaro che Roderigo le “vittime”, nel suo discorso pubblico sulla violenza sulle donne, le vuole vittimiste mentre legittimano i tutori, o aspiranti tali, mentre legittimano il padre/padrone/Stato/protettore (che le “protegge” mentre le condanna a compiere gratis lavori di cura), e i paternalisti come lui. Capiamo il perché del suo fastidio e possiamo serenamente fregarcene dato che la violenza sulle donne passa sui corpi delle donne e quello che succede agli aspiranti tutori che esigono legittimazione quando una donna “vittima” si muove in senso autodeterminato ci importa fino ad un certo punto. Magari ne parli con Maschile Plurale e indaghi il suo “maschile” tutoriale e paternalista ché non può farle che bene.

Circa il fatto che lei, Don Roderigo, sposi appieno l’idea che la violenza sia maschile tout court non possiamo che dispiacerci per lei. Prima o poi speriamo di leggere come lei ritenga un maschile sessuato che non abbia a giustificare la sua stessa esistenza nelle relazioni etero. Perché le donne autodeterminate sono quelle che certo esigono che gli uomini riconoscano che le donne subiscono violenze ma sono anche quelle che poi non compiacciono l’ego, con mille pompini metaforici, di uomini che come unica chance per differenziarsi dai violenti sanno solo essere paternalisti e tutori. Speriamo che lei sappia uscire dalla dicotomia tutori/carnefici e sappia diventare un soggetto autodeterminato, non sulla pelle delle donne che lei vuole salvare a tutti i costi – costringendo pure quelle alla dicotomia vittime(sante)/puttane – e non sulla pelle delle FikeSicule che se ne fregano di essere salvate da lei perché esigono strumenti per salvarsi da sole. Strumenti e non tutele ed espropriazione del diritto all’autodeterminazione.

In quanto a Bollettino di Guerra di certo non definisce ogni delitto e non relativizza come vorrebbe far credere lei. Di ogni delitto ai danni di una donna si nutre semmai il contatore del femminicidio/mainstream che eleva le cifre in senso emergenziale includendo perfino le vittime collaterali, uomini e bambini, così come è stato fatto l’anno scorso nonostante i tanti avvisi di Bollettino di Guerra che è credibile e corretto nella sua conta. Femminicidio è delitto relativo ai ruoli di genere e non quando una donna viene ammazzata per un furto. Violenza di genere è ogni tipo di violenza che è relativa a ruoli di genere. Se lei, per dire, ammazza un uomo per punirlo del fatto che le avrebbe “fregato” la SUA donna, quello è delitto di genere. Se lei ammazza un partner con il quale convive, anche quello è violenza di genere o, meglio, cultura del possesso. Se lei è una trans e uccide la persona con cui vive e va a letto, anche quella è cultura del possesso. Se una lesbica ammazza la sua ex donna, è la stessa cosa. Perfino il delitto nei confronti di bambini, per punire gli/le ex, rivela cultura del possesso, perché c’è di certo chi ritiene i figli una proprietà e agisce di conseguenza.

Se lei ritiene che sia il Maschio l’unico responsabile di quella cultura è suo diritto ma noi tendiamo a individuare soluzioni preventive e la prevenzione nel suo ragionamento si esaurisce a eliminare il maschio dalla faccia della terra. Combattere una cultura intera, oramai veicolata da chiunque, incluso lei, è tutt’altra faccenda. Si tratta di offesa all’autodeterminazione dei soggetti, di costante rimozione del diritto di scelta delle persone, passa per la negazione del diritto alla applicazione della legge 194, alla pma, al lavoro, alla maternità responsabile, a cercare e trovare proprie soluzioni non patriarcali alla violenza, a darsi voce invece che vedersi togliere voce. Perché lei fa proprio questo: toglie voce ai soggetti autodeterminati e li delegittima con accuse che nel caso delle sex workers autodeterminate, e non solo in quello, sono di un paternalismo osceno.

Ridurre poi tutto il ragionamento che FikaSicula fa in relazione alla violenza sulle donne usata come Brand, da Snoq e altri soggetti che su quel tema continuano a farcisi campagne elettorali, sulla pelle delle donne uccise, ad una similitudine con Il Giornale, fa il paio con quelli che ad ogni persona che difende i palestinesi dicono che sono antisemiti. Stessa reazione dogmatica. Stessa intenzione di delegittimare in origine ogni ragionamento tirando fuori olocausti e massacri, che ci sono stati, per zittire ogni obiezione politica e ogni forma di opposizione critica. Potremmo quasi dire che i talebanismi di un certo modo di vedere la lotta contro la violenza sulle donne oramai sono identici alla politica degli Israeliani che criminalizzano un intero popolo e tacciano di terrorismo e antisemitismo chiunque dica loro che stanno compiendo una seria e autoritaria violazione dei diritti umani.

Un accenno a quelli che vengono definiti negazionisti: il signor Mazzola, per quel che ci riguarda, ha scritto in quel caso una cosa che non è condivisibile, tuttavia le sue critiche ad un certo modo di usare la questione della violenza sulle donne troviamo siano utili a farci comprendere cose che non possono essere trascurate. Che esista un filone autoritario che usa i numeri per tendere a soluzioni repressive, leggi liberticide e autoritarie, è un fatto vero, è una tendenza che arriva dagli Stati Uniti, e se lei non fosse così concentrato a cercare demoni e FikeSicule da esorcizzare e imparasse a relazionarsi con i soggetti, inclusi quelli che scrivono cose che lei non condivide, in modo laico, forse capirebbe perfino che quelle leggi autoritarie e repressive che portano ai braccialetti elettronici, alle censure e alle denunce d’ufficio che si sostituiscono alla volontà delle donne di denunciare o meno una violenza, sono per se stesse una violenza enorme per chiunque tra noi. Chiunque, forse, tranne lei che vivrebbe bene sorvegliato a vista, tra tutori che tra un tutoraggio e l’altro normano e moralizzano, come fa lei, la nostra esistenza, e vivrebbe bene incaricato a fare la ronda in difesa delle donne. A ciascuno la sua Lega (Nord), in fondo. Noi ne stiamo ben lontane.

La critica ai Centri Antiviolenza è politica, lo è da sempre: non ci pare accolgano in grande numero le migranti, le prostitute chi lo sa, intervengono a soccorso e non fanno politiche preventive. Questo è quello che sappiamo. I Centri sono in difficoltà, sono punti di riferimento territoriali. Non vorremmo mai chiudessero men che mai che fossero escluse dal discorso pubblico. Ma non possiamo essere il loro megafono (istituzionale) né possiamo orientare ogni nostro discorso pubblico e politico contro la violenza sulle donne in una costante richiesta di finanziamenti diretta a loro.

Quel che vorremmo sapere dai Centri Antiviolenza, altri luoghi a quanto pare intoccabili, è dove sta una rete di sostegno per lavoro e reddito autonomi per le donne. Vorremmo sapere anche come fanno a risolvere il problema della violenza sulle donne se considerano la violenza originata solo dal maschile e non da una cultura. Vorremmo sapere se davvero vogliono ulteriori aggravanti e se non ritengono di dover fare un discorso nuovo che sia orientato a includere tra le vittime di violenza persone che non sono biologicamente donne. Vorremmo sapere perchè danno origine e  supportano una proposta che intende censurare persone, parole, canzoni, immagini, in nome della difesa della dignità delle donne facendoci apparire deboli, bambine, bisognose di tutela e mai forti abbastanza per contrapporre una risposta culturale. Vorremmo sapere se davvero ritengono di poter risolvere il problema senza immaginare soluzioni preventive che riguardino le persone che quella violenza la mettono in atto.

Perché a noi dovrebbe essere vietato fare un discorso pubblico che parli di violenza sulle donne che non concluda con “finanziate i centri”? Perché non dovremmo scegliere un “date un reddito a chiunque“, donne in testa? Perché non dovremmo arrabbiarci quando nessun@, a parte noi, i collettivi, si lamenta del fatto che la Fornero ha fatto una riforma che ci ha massacrato rendendoci dipendenti economicamente mentre poi viene legittimata perché parla della Convenzione di Instanbul? Ma ve la siete letta quella Convenzione? Avete idea di dove va a parare e cosa imponga? O vi basta che si dica che è contro la violenza sulle donne per accettare tutto a scatola chiusa?

E poi: perché non dovremmo contestare il fatto che i Centri affidano il discorso pubblico ai “generali”, ai “protettori”, ai misteri dell’interno e della giustizia che parlano di braccialetti elettronici? Perché non dovremmo dire che orientano tutto il discorso antiviolenza assolvendo alla radice le donne, vittimizzandole, e proponendo sempre che si affidino a tutori? Perché dovremmo sentire i Centri Antiviolenza dalla nostra parte quando il ragionamento proposto è di “tutela” delle vittime senza fare un discorso politico complessivo che liberi tutte quante dalla dipendenza economica e le migranti da leggi di merda che le portano ad essere rinchiuse dentro i Cie?

La violenza sulle donne è tutta quanta e noi non abbiamo visto i Centri muoversi in piazza contro le leggi che condannano i migranti e le prostitute. Non abbiamo visto i Centri prodursi in un comunicato stampa per dire che le ordinanze fatte dai sindaci, inclusi quelli del Pd, contro le prostitute sono razziste e le mettono ancora più a rischio. Non abbiamo visto prese di posizione politiche precise e radicali perché il discorso politico dei Centri Antiviolenza si riduce al fatto che le donne sono vittime e in nome di questa sintesi che è speculare a conclusioni patriarcali si può trovare un accordo trasversalmente a tutto.

Sicché spostare il discorso su una violenza di genere che colpisce anche gay, lesbiche e trans sembra già una provocazione inaccettabile e parlare di prevenzione sembra una specie di sottrazione di spesa, una spesa di un piano antiviolenza che sarebbe diretta a finanziare i Centri, non le vittime di violenza, che so, associate, cooperative di donne vittime che ricostruiscono le proprie vite a partire dall’indipendenza economica, non le donne ma i Centri, luoghi burocratici, istituzionali, distanti dal sentire comune, che egemonizzano e impongono un discorso pubblico sulla violenza in aperto conflitto con chiunque non le veda uniche legittime propositrici di piani e soluzioni, i Centri quali unici detentori di risposte contro la violenza sulle donne. Sembra una eresia dire tutto questo e certo che arrivano le scomuniche così come eresia diventa il parlare di culture antiautoritarie in difesa dei diritti delle persone che subiscono violenza ché subito detrattori e detrattrici dicono sia una maniera facile di arginare la questione.

Perché in realtà è molto facile trovarsi tutte riunite – parliamo dei Centri – a escludere dal discorso pubblico temi che le posizionerebbero dal punto di vista politico. Vorrei capire tra Centri e Telefoni Pinkeggianti vari dove sta l’antirazzismo, dov’è sta un posizionamento politico chiaro che non le faccia apparire come quelle che stanno a proprio agio in contatto con un governo retto per via di una alleanza con un partito il cui leader condannato gode di legittimazione a partire da argomenti di distrazione di massa, includendo le donne vittime di violenza e le ministre vittime di razzismo.

Inoltre, caro Don Roderigo, se lei si serve di quello che fu scritto a proposito del non dare piazze alle organizzazioni di estrema destra, per legittimare la sua avversione contro FikaSicula, scade in maniera paurosa ma rivela quel che vuole dire. Noi non tolleriamo che gente che vive la politica con violenza, che zittisce le opinioni altrui a sprangate, sia ammessa nel dibattito pubblico, lei invece vuole togliere la parola a ogni persona con la quale lei non è d’accordo. Vorrà mica dirci che un presunto antifemminista, a prescindere da ciò che ha scritto, sia uguale ad una organizzazione di estrema destra? Vorrà dirci allora che antifemministi che esprimono il proprio parere in forma civile non debbano essere ammessi nel discorso pubblico? Perché allora immaginiamo che lei abbia una sua personale agenda in cui l’intolleranza esclude nomi vari rispetto ai quali lei dedica eguale attenzione con intento censorio e delegittimante. Se ci rivolgiamo in pubblico a chi scrive che virtualmente sia necessario sparare a FikaSicula prima che apra bocca perché non dovremmo leggere, commentare e considerare le opinioni espresse in modo civile di chi si oppone al femminismo?

E immaginare che FikaSicula si sia “convertita”, e lì diamo per scontato che Don Roderigo non abbia letto una riga di quanto FikaSicula scriveva prima della sua presunta conversione, attribuendole perfino l’epiteto di “barbara”, è tanto sciocco quanto ulteriormente delegittimante.

Rispetto alla Pas, tema che gli è tanto caro e che immaginiamo abbia conosciuto, come tante altre persone, grazie al nostro lavoro di ricerca senza il quale stareste ancora lì a chiedervi di che si tratta, il punto è proprio che noi approfondiamo e non ci lasciamo strumentalizzare da chi si è servito dei nostri approfondimenti per liquidare la faccenda demonizzando soggetti e persone. Tutte. Che i padri separati siano tutti pedofili e violenti non lo diciamo noi. Che la Pas sia richiesta per consegnare i figli agli abusanti, non lo diciamo noi. Che le organizzazioni dei padri separati che chiedono l’applicazione dell’affido condiviso siano in odor di pro-pedofilia e pro-violenza non lo diciamo noi. Ce lo siamo sentite dire, lo abbiamo anche tradotto da fonti straniere che dicevano questo, lo abbiamo stupidamente legittimato in passato, e ci siamo pubblicamente scusate per questo, prima di renderci conto di quanto potesse essere ideologica e terribile questa posizione. Una generalizzazione atroce che fa il paio con chi dice che le accuse di violenza delle donne siano tutte false. Una accusa delegittimante che mette in un unico calderone e alla gogna persone, con nome e cognome e nomi di associazioni, che se si ribellano a questa cosa vengono descritte come lobby in difesa dei violenti, una macro organizzazione capillarmente diffusa che avrebbe come fine quello di massacrare le donne e le madri. A proposito di “complottismo”. Rendersi conto di quanto fosse dogmatica e superficiale quella posizione significa convertirsi? Allora si: ci siamo convertite, tutte quante. Al buon senso.

E non ritenendo che il signor Roderigo sia uno scienziato immaginiamo che tutti i suoi ragionamenti a proposito di Pas siano orientati più o meno da una ideologia. La sindrome non è riconosciuta, ne abbiamo sempre messo in discussione i sintomi, abbiamo messo in discussione che avvenisse il suo riconoscimento attraverso una legge che dovrebbe solo parlare di abusi sui minori come esclusione di affido e basta, ed è certamente gravissimo che si ricorra alla psichiatria e dunque a metodi autoritari per prendere bambini e portarli in casa famiglia, gravissimo che non si riesca a dirimere i conflitti prima di arrivare a tanto. Altrettanto grave è il fatto che esistono genitori che godono di impunità e non ottemperano alle decisioni di un giudice che ordina di fare vedere i figli all’altro genitore. Grave è il fatto che vi siano genitori che mettono i figli contro l’altro genitore. Grave è il fatto che si riduca il dibattito pubblico all’emozione che può suscitare un video, un pianto, un urlo di dolore. Grave che attorno a questi temi regni sovrana l’isteria collettiva, ciascuno dalla propria parte, padri che generalizzano da un lato e madri che dall’altro fanno la stessa identica cosa, grave che non si riesca a ragionare in modo pacato e laico perchè chiunque tenti un discorso razionale e lucido sia assimilato alla crudeltà riconosciuta in un video.

Se si vuole che a quel punto non si arrivi più allora bisogna indagarne le cause. Senza semplificare e senza pregiudizi, perché i padri separati non sono una categoria politica, identificabile per schieramenti, come le madri d’altronde, e sono persone la cui denuncia sociale e la cui rivendicazione non può essere archiviata perché in giro per il web c’è qualcuno che scrive frasi inaccettabili. Perché tra l’altro quella rivendicazione è tanto più femminista di quanto non lo sia quella di chi si oppone al fatto che le donne siano sollevate dai ruoli di cura. Ma di approfondimenti Don Roderigo non parla perché non gli interessa. A lui interessa stabilire la sua verità. Le madri sono tutte vittime e i padri sono tutti carnefici. I figli devono stare con le madri e i padri che esigono l’affido devono mettere in campo una sindrome dubbia per poi vedersi bollare come autoritari disumani dal pubblico di canale 5. Non fosse uno che si dice di sinistra sembrerebbe di sentir parlare uno della democrazia cristiana ma tant’è.

Ringraziamo poi per aver spiegato a chi o cosa fosse riferito il “cacciatrice di streghe” ma se lei lo scrive sopra i link a due post di Abbatto i Muri la conclusione è abbastanza semplice. Un po’ meglio, tra l’altro, delle conclusioni che trae lei quando da una immagine o un link decide che FikaSicula sia maschilista. La Ringraziamo ancora, poi, per aver citato Lipperini/Murgia (deve pesarle proprio tanto questa cosa, eh?) che citano FikaSicula nel loro libro proprio a proposito del mettere in campo correttezza nei conteggi e circa le nuove posizioni di Bollettino di Guerra. Immaginiamo che tale pubblico riconoscimento debba essere accettato male da chi invece che discutere con le persone di idee diverse dalle proprie, in una dialettica legittima che non può certo essere inquinata da dogmatismi e pruriti di scomunica di tal specie, le delegittima e le rinchiude in un recinto fatto di infamie.

I titoli ai nostri post, di cui parla, sono cambiati proprio perché FikaSicula ha preteso che non si facesse alcuna querela in quella direzione, perché lei ritiene che quelle donne abbiano un proprio difficile percorso da superare e per difendersi dalle loro accuse basta solo dire che sono menzogne, talmente sono evidenti a tutti/e. Dopodiché è noto a tutti che noi non mettiamo a tacere le opinioni diverse dalle nostre con una querela. Noi non siamo fasciste. Semmai le querele per zittirci ce le aspettiamo dai contesti giustizialisti che gradiscono quello che lei scrive. Però se il Signor Roderigo insiste affinchè le quereliamo ci dica pure. D’altronde è lui che rilascia patentini di “femminismo doc” e che stabilisce la linea di Femminismo a Sud, no? E se non la seguiamo siamo molto cattive. Giusto? (è una battutona scherzosissima, suvvia non se la prenda! 😛)

I tre blog che supportano la petizione contro la Violenza di Genere non sono di “FikaSicula”, in quanto che lei non ha proprietà di niente. Ma attenderemo con ansia il suo ulteriore post  e la sua ulteriore gogna per spiegarci come e perché le nostre intenzioni con quella petizione sarebbero molto cattivissime.

Per ora le diciamo che è poco serio che lei la liquidi come bruttissima perché l’hanno firmata le nuove compagne dei padri separati. Della serie, appunto, è tutto un grande Gomblotto ordito da FikaSicula. Ancora una volta lei delegittima usando l’associazione tra parole, firme e pretenderebbe su questo una risposta (davvero?). Ma giusto per seguire il suo filo di ragionamento: Vorrebbe forse dire che le nuove compagne dei padri separati siano cattivissime? Come noi? E sa che tra cattivissime, streghe che sfuggono l’inquisizione, ci si ritrova sempre bene? E se per roba transitoria siamo cattive perché sarebbero cattive loro ci spiega perché loro sarebbero cattive? Qual è l’accusa precisa alle nuove compagne? La sostanzi, la prego, perché così ricade nel vizio dell’illazione, non ci sono link, né riferimenti precisi, basta evocare un nome e il gioco è fatto. A proposito di correttezza. E qui parliamo di scorrettezza nei confronti delle donne del Movimento Femminile per la Parità Genitoriale che sono perennemente dileggiate come uteri sterili e ladre di affetti e denaro, matrigne feroci e tutta un’altra serie di epiteti stereotipati circa i quali non ci pare di averla vista riconoscere alcun sessismo.

Sono le madri difensore dei bimbi dalla Pas che le chiamano “prugne secche, fichesecche, esagitate carrieriste dalle tube annodate, donnine represse e frustrate, compagne di maschi da riproduzione, sterili, patetiche, represse e impotenti, donnette di secondo letto, Principessine sul pisello ammogliato, Befane e Petronille in lingerie, Donne di seconda mano, compagne di cadaveri rimasti da relazioni decompostesi, la pista di atterraggio per dei volatili vani e volubili, sguaiate carampane e peracottare, frigide nullipare attempate, vaginofobiche, Brutte, insultate da madrenatura, sterili, cagnette, Movimento Femminista contro le Prime Genitrici, troiette che vengono dopo le mogli…“.

Nulla da dire su questi fulgidi esempi di Anti/Pas così antisessiste? Davvero noi ci teniamo a prendere le distanze, per dire, da petizioni che potrebbero essere state firmate dalle donne che hanno scritto queste cose. Lei invece ci sta in squadra o cosa? Vede come è semplice delegittimare in origine soggetti e petizioni? Basta veramente poco e invece, pensi, noi usiamo argomenti politici per raccontare perché abbiamo scelto di formulare una nostra petizione invece che supportarne un’altra.

Registriamo dunque che a lei piace la petizione di Ferite e a Morte e della Convenzione No More. Perfetto. A noi per niente. L’unica task force che ci vorrebbe è quella per il buon senso. La proposta dell’Osservatorio viene da noi, se non lo sa, fatta a suo tempo a persone che sono andate a sedere sul tavolo delle Snoq, nomi che non le citiamo perché non vorremmo fossero trascinate nella merda con FikaSicula, accadde quando segnalammo anche che prendere le cifre di Bollettino di Guerra, includendo uomini e bambini, per poi spararle in televisione, era una sciocchezza sovrumata. Leggi liberticide non ne vogliamo e parte delle proposte di No More sono censorie e non discutono affatto di prevenzione. Siamo ancora al livello del megafono istituzionale e noi, no, non siamo un megafono istituzionale e vogliamo diritto di parola autodeterminata sulla questione della violenza in quanto che di violenza ci occupiamo da anni.

In conclusione, caro Don Roderigo, il suo è un continuo fare post contro la persona. Citata in molti post del suo blog sin dal momento in cui FikaSicula le diede del paternalista. Non parla di politica. Le dà della maschilista e si autoinveste di un titolo di merito per scomunicarla e attraverso lei per scomunicare tutti i femminismi che lei coniuga ed esprime. Parla di post-femministe per liquidare i femminismi da post/porno, pro rivendicazioni delle sex workers, autodeterminati, immaginiamo non sappia niente di femminismi queer, lesbiche e trans non stanno nella sua agenda politica, chiude il discorso dicendo che non solo FikaSicula non sarebbe femminista ma non lo sarebbe neppure Femminismo a Sud perché non è d’accordo con quello che lei intende essere il femminismo. Dopodiché insulta ancora l’intelligenza di FikaSicula perché in un forum maschile, che lei mette alla stessa stregua di un sito in cui l’apologia di nazismo era all’ordine del giorno, citano sue parole e sue opinioni e se ci dice dove sta la critica politica rispetto al fatto che lei ritiene non valide le opinioni di FikaSicula perché lei viene letta e citata da antifemministi, nuove compagne e padri separati, noi lo gradiremmo.

Il metodo è lo stesso. Entrare nel merito non se ne discute. FikaSicula direbbe cose sbagliate perché quello che dice piace a queste persone. Ma quel che dice dove sta? La critica al donnismo può essere liquidata in questo modo? E nel merito? Qualche parola che non sia quella del fronte Anti/Pas armato in crociata contro di lei? Nulla.

Lei è cattiva perché piace a gente giudicata cattiva. Sapete che c’è? Che quella gente “cattiva” forse allora è migliore di quanto non siate voi. Perché criticano sui contenuti ferocemente FikaSicula quando scrive cose che a loro non piacciono e dicono di essere d’accordo con quello che li convince. Non erano forse loro – secondo voi – quelli che volevano al rogo le femministe tutte e a prescindere? Non erano loro che ce l’avevano per partito preso con tutte le donne? Allora forse non è poi così vero.

Allora, forse, chi ce l’ha con alcuni soggetti verso i quali indica accuse con grande pregiudizio sono proprio altri. Chi squalifica tutti i ragionamenti di alcune femministe sulla base di alcune diverse opinioni sono altri. E per quello che ci riguarda un antifemminista che ci parla senza insultarci e senza che abbia un pregiudizio a priori solo per il fatto che siamo femministe è sicuramente più laico e libertario di un Don Roderigo qualunque.

Alla prossima gogna, dunque. Attendiamo con ansia.

Posted in AntiAutoritarismi, Comunicazione, Critica femminista, Muro del Riso, Omicidi sociali, R-esistenze, Satira.


3 Responses

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  1. Guit says

    “Però, credo che qualsiasi uomo percepisca se stesso come una vittima se subisce un abuso o una violenza, senza farsi troppi problemi” (Roderigo)

    Credi male. Negli USA la prima vittima di violenza (fisica) domestica è l’uomo, ciò malgrado le denunce sono circa dieci volte di meno di quelle per maltrattamento di animali.

  2. zagaro says

    Per alcuni lettori di questi forum io dovrei essere il rappresentante di una genia aliena perchè sono maschio, e sono pure cattolico, e tendenzialmente un tradizionalista,ma questo non mi impedisce di vedere con il sorriso il pastafarianesimo
    E premetto che esiste una storia pregressa con una persona a me vicinissima.
    Questi comportamenti descritti nella querelle, mi ricordano quelli di quel bambino che pretende che gli altri gli passino la palla, perchè deve fare gol, se no prende il pallone e va via, perchè il pallone è suo.
    Solo che si è dimenticato che a FaS l’admin è un’altra bambina,e sopratutto non stiamo giocando a calcio!
    Spero che questi tentativi di colloquio fra il punto di vista femminista,ed il punto di vista maschilista (e NON fra il punto di vista femminiLIsta e quello machista) possano arrivare ad un punto di equilibrio se non di sintesi.

    In merito alla PAS non so se possa esistere come malattia , ma io sono conterraneo di FikaSikula, e lei conosce benissimo un termine in vernacolo: ‘insasizzatu’ , letteralmente ‘insalsicciato’,e altro non è che una metafora della salsiccia e del ‘bizantinismo’. Cos’è la salsiccia? Come tutti ben sappiamo è un budello di animale che fa da involucro, che poi successivamente viene riempito di carni lavorate e speziate secondo fantasia. All’ora chi è la ‘pirsuna ‘nsasizzata’? È una persona riempita delle idee degli altri, e parla con queste idee, e non con la propria testa. Così è ‘insasizzatu’ dalla madre quel figlio che dice alla moglie che non gli cucina come faceva sua madre, come è insazizzatu quel marito che riempito dalle idee della moglie sul suo valore va dal capufficio per un aumento. Come è ‘insasizzato’ il teste subornato, e così via.
    Ora secondo una certa narrazione femminista la violenza maschile deriva dai principi del patriarcato insegnati ai maschiotti fin dalla più tenera età, e questo da qualsiasi agenzia di socializzazione possa agire, ed in primis i genitori. Ora se ai figli, sopratutto maschi, si può insegnare questi paradigmi di violenza, perchè non si può insegnare altro?
    Poi la qualità di cosa possa essere quest’altro insegnamento è tutta una roba da verificare

  3. anti-femminismo says

    Consiglio a Don Rodrigo di vedere il film polacco SeksMisja (sex mission) sulle femministe cattive che, dopo aver sterminato tutti i maschi, terrorizzavano le donne facendole vivere sotto terra. Alla fine si scopre che la capa delle femministe era un uomo.

    PS attenzione però che ci sono delle donne nude.