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Scateniamo diritti!

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Dall’inizio del nuovo anno è in corso la protesta  – silenziosa ma coraggiosissima – di un uomo, Davide Battistini, che con lo sciopero della fame sta gridando il suo “NO!” alla barbarie dei cani a catena nella ‘civilissima’ Emilia-Romagna (ma il problema, come è noto, è endemico in tutto il ‘bel’ paese).

Noi ne avevamo scritto qui qualche tempo fa, e ancora oggi vogliamo spendere alcune parole al riguardo, per sottolineare come le vittime della catena siano spesso non invisibili, bensì ignorate. Cosa intendiamo con questo? Semplicemente che in un paese nel quale vivono, secondo le stime, all’incirca 7 milioni di cani (registrati, senza contare quelli non di proprietà!), dove quindi ci si aspetterebbe una particolare sensibilità e tutela per quelli che sono, senza dubbio, veri e propri compagni di vita per tant*, esistono ancora, con buona pace di troppe persone, cani di serie A e cani di serie Z. Quelli di serie A li riconosci subito: hanno il pelo lucido e le vaccinazioni a posto, gli strass sul guinzaglio, trascinano i propri compagni umani sui marciapiedi delle città con addosso il cappottino imbottito nelle gelide giornate invernali e si accoccolano su una morbida cuccia – quando non direttamente sul divano o sul letto – al rientro in una casa calda. Poi ci sono quelli di serie Z: che arrivano, cuccioli solitamente, nelle mani di una persona che invece che considerarli amici li reputa strumenti, utili ad assolvere qualche compito e nulla più. Per loro si stringe subito attorno al collo la catena, che limita i movimenti in maniera intollerabile per un animale vitale come è il cane,  li costringe a solitudine e segregazione – la peggiore delle torture per un animale sociale! –  li rende indifesi di fronte alla furia degli elementi – il sole cocente, così come la pioggia e la neve – e all’incuria più generale.

E allora li vedi, dopo anni passati a girare in tondo in uno spazio limitato, come stracci bagnati o peluche buttati nel fango, magrissimi, una pentola verdastra di alghe con dell’acqua putrida al suo interno, una cuccia sgangherata quando esiste, il pelo intorno al collo rado e ingrigito dal ferro, oramai arrugginito. Come si fa a guardarli e ignorarli? Come è possibile che tutto questo avvenga in un paese dove si sprecano i volontari, i gruppi di facebook dedicati alle staffette o all’adozione dei cani, dove addirittura si vocifera di ‘tasse sugli animali da compagnia come beni di lusso’ (nb: animali= beni?? Ancora qui siamo? Qualsiasi cosa pur di far cassa!) …Come si fa a tollerare tutto questo? Quanta indifferenza ci vuole, per vedere la vita di un essere vivente spegnersi ogni giorno poco a poco?

In effetti, la legge e le ‘istituzioni’ non aiutano la persona comune che decide di ribellarsi a tutto questo: una legge esiste (una legge sbagliata, poiché l’uso della catena dovrebbe essere abolito, non regolamentato!) una di quelle leggi dalle maglie così larghe che nei fatti è INUTILE. L’uso della catena dovrebbe essere consentito infatti per un periodo di tempo limitato, e per particolari necessità contingenti: ma come provarlo? Quando anche si riesce – con estrema fatica! – ad ottenere l’attenzione delle istituzioni (perché solitamente la risposta è ‘abbiamo cose più importanti a cui pensare’), il proprietario dell’animale candidamente risponde (quante volte è successo!!) “ma no, guardi lo libero tutti i giorni! E’ solo per il cancello quando è aperto/ sto facendo dei lavori di ristrutturazione/ la recinzione ha un buco e non vorrei andasse sotto una macchina/ ecc.ecc.ecc.”  E le istituzioni, di solito sollevate da queste falsissime dichiarazioni d’amore, fingono di non vedere i segni di anni di incuria, così evidenti sui corpi delle vittime. E mentre la fantasia di persone disoneste non ha limite, e sai che anche questa volta non potrai fare nulla e la rabbia ti ottenebra la vista, noti che quel piccolo straccio, per qualche minuto al centro dell’attenzione, si è come rianimato…. che quelle carezze, che mai normalmente riceve da quell’infame che lo ha costretto schiavo, e che ora gli elargisce per dare mostra di attaccamento, fanno vibrare la coda di gioia troppo a lungo repressa, che la speranza si riaccende in un corpo oramai consumato. Ed è la cosa più terribile, sapere che un cane, per quanto brutalmente sia stato trattato, 99 volte su 100 saprebbe riaccendere nel suo cuore quella gioia di vivere in ogni momento!

I cani a catena, gli schiavi a catena, un’altra delle chicche della civilissima Italia, che di schiavitù è zeppa. Schiavitù politiche, volute e coccolate da chi dice di voler governare per il bene del paese, un paese astratto però, dal momento che in quello reale di civile è rimasto ben poco, di etico davvero nulla. La barbarie è in mezzo a noi, tra di noi, e ci colpisce tutt* indiscriminatamente: e in tutto questo io sento di voler fare un plauso alle tante donne che si spendono con tenacia per lottare contro questa ingiustizia, spesso disarmate e costrette all’impotenza da un sistema indifferente… ma sempre pronte ad allungare una mano per una carezza, per un boccone decente, per un gesto d’affetto a chi mai nella vita ne ha ricevuto uno.

Oggi invece è di un uomo che parliamo, un uomo che ha compiuto una scelta estrema per dare voce ad una battaglia irrinunciabile – ovviamente nel silenzio e nell’indifferenza delle istituzioni –  ed a questo uomo vogliamo dare piena solidarietà: perché con il suo coraggio sta ridando forza a tutt* coloro che, come lui, non si arrendono né si abituano alla schiavitù – qualsiasi forma essa assuma e qualsiasi sia l’essere vivente su cui si abbatte, e speriamo di rilanciare questa importantissima battaglia in tutta Italia!

Pubblichiamo pertanto qui sotto il comunicato stampa di Restiamo Animali, che sostiene un digiuno a staffetta per esprimere a Davide (qui il suo blog) la propria solidarietà!

Coraggio Davide, siamo con te!

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COMUNICATO STAMPA di RESTIAMO ANIMALI aggiornato al 6 febbraio 2013

PERCHE’ IL DIGIUNO A STAFFETTA

La redazione di RESTIAMO ANIMALI, una trasmissione radiofonica il cui obiettivo è dare voce all’affermarsi della cultura animalista e antispecista, ha invitato tutti gli attivisti e le persone sensibili a unirsi per mettere in atto un digiuno a staffetta, di 24 ore a testa, con inizio lunedì 28 gennaio 2013, in sostegno a quello di Davide Battistini, che dal primo gennaio 2013 sta conducendo uno sciopero della fame con l’obiettivo di fare pressione sulla Regione Emilia Romagna affinché promulghi una legge che impedisca di tenere i cani legati alla catena.

http://www.corriere.it/animali/13_gennaio_21/cani-catena-sciopero-fame_9a1a765e-63c0-11e2-9016-003bf863ea6b.shtml

La petizione on line da firmare lanciata da Davide è qui

Il suo blog 

In Emilia-Romagna – come nel resto d’Italia – c’è l’uso barbaro di tenere i cani incatenati nei cortili di casa come fossero degli antifurto a buon mercato, condannandoli a vivere e morire miseramente.

Siamo consapevoli che i problemi degli animali sono infiniti: dalla vivisezione agli allevamenti e macelli, dal mercato delle pellicce alle barbare usanze di utilizzare animali per divertimento e sport. Ma ogni lotta offre spunti e ispirazioni diversi e può essere giocata e vinta solo se siamo uniti. Una persona sta rischiando la sua vita chiedendo un gesto di civiltà ai legislatori un passo avanti, in fondo piccolo e a costo zero, verso la liberazione animale, e vogliamo che non sia solo nella sua battaglia durissima, giusta e coraggiosa. Siamo convinti che una volta che l’Emilia-Romagna avrà introdotto una norma che liberi dalle catene i cani, altre Regioni potranno fare altrettanto.

Ci sono tantissime persone che, come Davide, hanno coltivato una sensibilità alla giustizia e ritengono che tutti i viventi debbano conquistare il diritto alla libertà e al rispetto, senza esclusioni di specie.
Vogliamo comunicare alla società intera che è il tempo di spendersi in prima persona per aprire ogni gabbia e spezzare ogni catena, fino alla liberazione animale e, naturalmente, umana.
La redazione provvederà a diffondere comunicati stampa giornalieri su questa campagna, sui digiunanti e le loro motivazioni.

La redazione di Restiamo animali ha dato avvio alla staffetta in data lunedì 28 gennaio con Lorenzo Guadagnucci; sono seguiti Valentina Reggioli, Silvia Vallecchi, Camilla Lattanzi e via via collaboratori, amici, sostenitori da tutte le città d’Italia. Oggi sono prenotati digiunanti fino al 1 marzo 2013, 72 persone in tutto.

Chi vuole può unirsi, scrivendo una mail a restiamoanimali@gmail.com e chiedendo di venire abbinato a un giorno del calendario.

PER PARTECIPARE E’ NECESSARIO

1) PRENOTARSI SUBITO inviando una mail all’indirizzo a restiamoanimali@gmail.com con nome, cognome, età, città e le motivazioni per cui si intende far parte della staffetta, in questa mail bisogna confermare la data del digiuno.

2) INVIARE un resoconto della propria giornata di digiuno – da mettere nel blog – incluse le reazioni di chi ha saputo quello che stavamo facendo, le nostre motivazioni, ecc. E’ importante incuriosire e intercettare i commenti e le reazioni delle persone che frequentiamo o conosciamo.

FACOLTATIVO ma molto gradito ed efficace dal punto di vista della comunicazione è inviare una propria foto con un cartello con sopra scritto qualcosa in solidarietà con Davide Battistini.

Nel nostro blog troverete fotografie e testimonianze dei digiunanti

L’obiettivo non è sovrapporci a David Battistini, bensì valorizzare la sua lotta.

BLOG http://restiamoanimali.wordpress.com/
EMAIL restiamoanimali@gmail.com

Posted in Animalismo/antispecismo, Corpi, Iniziative.

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