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Il genocidio dei padri, ma siamo sicuri che esista? (Deconstructing Mazzola)

Vi dirò che comincio a stancarmi di decostruire cose scritte nella rubrica “Donne di Fatto” su “Il Fatto Quotidiano.it”. “Donne di Fatto sarà così per noi una sorta di legge che alla lunga, speriamo, finirà per cambiare molte nostre convinzioni e modi di intendere questo mestiere. E, forse, alla fine ci renderà migliori” diceva il direttore Gomez tempo fa nel suo ormai mitico Rifondare l’Italia partendo dalle donne.  E infatti eccoci qui, sentite come vuole renderci migliori l’avvocato Mazzola. (Grazie ad Alessio Spataro per la possibilità di usare la sua vignetta.)

In questi giorni i mass media tutti hanno dato spazio a un grave fatto di cronaca, nel quale è stata barbaramente uccisa una donna. Da un uomo. Il quale è giusto che sia severamente punito poiché dinanzi alla barbarie non può che esservi una severa punizione. L’occasione però è stata sovrana per avviare l’ennesima campagna a tutela delle donne [una campagna a tutela delle donne? Chi la fa? Con quale scopo? E perché è l’ennesima? Le altre non sono andate bene? Oppure è uno sport?], dinanzi al cosiddetto “femminicidio”, invocando così in Italia in danno della donna uno stato di: incivile soggezione, sopraffazione cruenta, violenza inaudita e perpetua, grave disparità di trattamento, terrore psicologico e fisico [Perché invocando? Non c’è bisogno di fare chiasso, basta leggere certi annunci economici, frequentare i centri antiviolenza, ascoltare le testimonianze, insomma interessarsi, ecco] (un Paese pieno di stalker, mobber o quanto meno di feroci egemoni maschi). Ma è proprio così la realtà? [Ha provato a chiedere in giro? E’ un metodo un po’ antiquato ma sembra che funzioni ancora: si chiama “ascoltare gli altri”. Oppure sono tutte pazze, le stesse donne, alle quali invece va tutto a gonfie vele?] Non mi pare proprio e i numeri lo smentiscono [Non si fa così, Mazzola: prima si tirano fuori i numeri, poi si dice che smentiscono qualcosa. Anticipare una conclusione che ancora non ha dimostrato sa tanto di berlusconismo, sa?].

Premetto subito che avverso qualsivoglia forma di -ismo, incluso il maschilismo e il femminismo, che fanno rima con fanatismo [Ah, ecco perché. Mazzola, questo stupido luogo comune ormai ha sorpassato in classifica I neri hanno il ritmo nel sangue e insedia da vicino Non ci sono più le mezze stagioni. Ormai è una barzelletta da liceali annoiati, la prego. Ancora ricordo quanto fece ridere quando ci provò Avvenire a ritirarlo fuori ]. Odio dunque tanto la misoginia quanto la misandria (fenomeno ben crescente se si vuole guardare in faccia la realtà) [ah, beh, visti certi uomini in giro non me ne stupisco affatto che la misandria aumenti, sono d’accordo con lei, sono parecchio detestato anche io, lo sa?] e mi oppongo a qualsivoglia forma di sopraffazione del più debole. Premetto che faccio parte di una Commissione Pari opportunità rilevante ma che non distinguo tra maschi e femmine, quanto tra soggetti deboli e soggetti forti, dunque indistintamente dal sesso [questa me la segno, ne riparleremo più avanti].

Premesso ciò ho la forte sensazione che siamo dinanzi all’ennesima campagna di grave disinformazione tanto cara ai mass media che in un crescendo simil spazzatura tendono a gonfiare una notizia, attribuendo veridicità sol perché lo scrivono, tuttavia non corrispondente alla realtà [scusi Mazzola, le donne morte sono morte, non è che si possano ormai “gonfiare” più di tanto. Quali sono le notizie alle quali si andrebbe attribuendo veridicità? Quelle sono morte davvero in quanto donne, e questo è sicuro]. Si vuole allarmare l’opinione pubblica per la necessità di alimentare un dibattito (ergo le vendite) pur dinanzi a un fenomeno inesistente [Mazzola, quale fenomeno inesistente? I cadaveri? Quelle donne allora non sono morte? Ma come scrive? Prima vanno messi i fatti, poi se ne traggono conclusioni, l’ho già detto – invece lei già ci ha detto tutte le sue belle conclusioni prima. Così non si fa, lei è il primo a fare grave disinformazione]. Come dimostrerò tra poco [e pure io dimosterò il contrario, ma senza annunciarlo due volte prima di averlo fatto, come invece usa fare lei].

Abbiamo già vissuto un fenomeno analogo che ha prodotto gravi e irresponsabili danni (con la xenofobia imperante, con la caccia allo straniero, anche se non clandestino) grazie alla politica speculativa della Lega, ben sostenuta dall’intero Pdl, quando per anni si sono posti in risalto i delitti compiuti da alcuni soggetti extracomunitari, nascondendo le buone azioni di altri extracomunitari [Ma che paragone è? Qui si parla di cadaveri, Mazzola! Non di opinioni politiche o dispetti da boy scout! Ma si rende conto?]. La bufala dell’uomo nero e delinquente, a prescindere, ha ingenerato un clima di paura che ha poi portato tanti voti alla destra xenofoba [a lei interessano quelli? Guardi che il razzismo ammazza anche eh, e pure in quel caso c’è poco da gonfiare la notizia. Ma che paragone è? A lei cosa interessa davvero? La vita delle persone o i paragoni azzardati tanto per aggiungere dieci righe?]. Una tale squallida politica ha però destabilizzato la società civile [e ha pure fatto qualche morto! Quando lo diciamo? Mai?]. Il cui prezzo è incomparabile, per tutti [insisto: soprattutto a quelli morti. Mazzola, lei è così fuori strada con questo paragone che un articolo che glielo dimostra è giusto di due giorni fa: “You don’t need an MA in gender studies to know that race matters to feminism].

Ora l’allarme lanciato è che si vive in un Paese nel quale le donne sono costantemente uccise, violentate, sopraffatte da uomini barbari e gretti i quali vogliono esercitare poteri primordiali sulle donne, trattandole come oggetti [No Mazzola, l’allarme non è questo, lei mescola indebitamente le parole, tacendone altre. L’allarme è che le donne assassinate PERCHE’ DONNE è in preoccupante aumento, e nel 99% dei casi ad ammazzarle sono uomini]. Questa grave insinuazione [non è una insinuazione, è una conclusione basata su un certo numero di donne ammazzate perché donne, numero in costante aumento: è un grave sintomo sociale di molti altri fenomeni, al di là della cifra in sé] poi genera mostri, tra cui mi (s)piace ripeterlo, alimenta una cultura sessista del diritto di famiglia [Mazzola, ci provi con qualche altro pollo: la cultura sessista del diritto di famiglia è quella patriarcale che è la causa del fenomeno di cui lei sta (s)parlando, e non la conseguenza], perpetrata da una giurisprudenza retrograda e non paritaria (tanto per le scelte economiche quanto per l’affidamento dei figli, dove le donne sono dipinte tutte come soggetti deboli, caste e pure) [ah sì? “Giurisprudenza retrograda e non paritaria“? E perché allora non riporta qualche testo di sentenza per dimostrarlo? Sono atti pubblici, si può fare. Perché non riporta qualche bella parola di giudice, qualche motivazione di sentenza dove ci sia scritto che le donne sono dipinte tutte come soggetti deboli, caste e pure? Perché non esistono, Mazzola, a nessun giudice frega niente di fare considerazioni moraleggianti. Perchè a lei invece sì, adesso che si ritrova un bel pulpito come quel giornale?].

Se si analizzano invece i dati ufficiali e incontrovertibili, quali quelli forniti dalle Nazioni Unite per il 2011 (dati esaminati 2008/2010) con il Global study on homicide, possiamo verificare nella parte “Homicides by sex” l’esatta ripartizione della percentuale che ha interessato le donne assassinate nel mondo, facendo la singolare scoperta che in Europa l’Italia si pone negli ultimi tranquillizzanti posti (23,9% di vittime è donna), quando ad esempio nella civile Svizzera si ha il 49,1%, in Belgio il 41,5%, a Malta il 75%, oppure guardando ad Est, in Ungheria il 45,3% e in Croazia il 49%. Oltreoceano, i civilissimi Stati Uniti hanno una percentuale del 22,5%, dunque pressoché identica alla nostra [Mazzola, ma che cosa c’entrano quei morti? Quello è un conteggio del mero dato sessuale dei cadaveri, non delle motivazioni per cui sono uccisi. Cosa c’entrano i morti per mafia, quelli per rapina in questo discorso? Il problema sono LE CAUSE di omicidio, Mazzola! FINCHE’ UNA SOLA DONNA SARA’ UCCISA DA UN UOMO PERCHE’ DONNA allora il sessismo sarà anche troppo presente tra i rapporti sociali. E’ un sintomo grave, come sarebbe comunque grave un solo omicidio da parte di un razzista. Ma no, per lei contano solo i numeri che aggregano tutto, complimenti]. Nel mondo siamo tra i Paesi meglio messi. La donna da noi gode di piena tutela ed ogni altro messaggio è falso e tendenzioso. [Ah sì? E’ falso e tendenzioso il rapporto ONU-CEDAW che smentisce in pieno quest’ultima sua affermazione? Non viene da quelle Nazioni Unite che ha citato lei? Non sarà che le fa comodo prendere solo statistiche utili al tuo argomento? Davvero interessante, da parte di un menbro di una Commissione Pari opportunità rilevante che dice di distinguere tra soggetti deboli e soggetti forti, il fatto che ignori proprio un rapporto ONU che mette in luce chi sono i deboli e chi i forti. Qualcuno in quella commissione – lei senz’altro no – ha letto il rapporto alle Nazioni Unite fatto da Rashida Manjoo? Anche lei  fa parte di una certa “commissione”, ed è stata incaricata dalle stesse Nazioni Unite che lei va sbandierando. O si vuole prendere la responsabilità di dire che anche all’ONU fanno l’ennesima campagna di grave disinformazione? E quello è un rapporto, non sono cifre manipolabili. Manjoo ha letto, chiesto, visto le cose come stanno, non s’è limitata a usare tabelle di numeri, e ha descritto quel clima culturale e sociale nel quale avvengono i femminicidi. Questo dovrebbe fare chi parla di certi problemi, non i giochetti retorici.]

Dunque di quale femminicidio stiamo parlando? Di quale sopraffazione stiamo discutendo? Di quale disparità stiamo ciarlando? Di quale emergenza si ciancia? Una tale campagna di disinformazione determina comportamenti e condotte sessiste ovvero risposte sproporzionate, irragionevoli, non meditate, infondate [infondate mai quanto la tua, Mazzola, per la quale indubbiamente serve un bel coraggio]. Che poi pagheremo tutti con una assurda guerra tra sessi [anche alimentata da chi, come lei, si permette di classificare come ciance i dati di fatto che non gli piacciono]. E’ questo che vogliamo? Un Paese continuamente spinto verso le divisioni, le distinzioni, gli scontri? Quelli fisiologici (tra onesti e disonesti) non si affrontano e quelli farlocchi si montano ad arte [siamo al “piove, governo ladro”, complimenti per la profondità di analisi]. Non ci si stupisce certo, in un Paese nel quale gli onesti vengono additati come diversi e i ladri dominano e svettano, impuniti [e nel quale sembra che siamo tutti liberi di scrivere amenità corroborate da numeri usati male, aggiungerei].

Dica un po’, Mazzola, non sono sue queste parole? “Io son libero di battermi affinchè non si perpetui il genocidio dei padri, in Italia.” E i numeri di questo genocidio dove sono? Come mai non si evincono dalle cifre ONU che lei stesso cita? Chi è allora che (s)parla di incivile soggezione, sopraffazione cruenta, violenza inaudita e perpetua, grave disparità di trattamento, terrore psicologico e fisico usando la parola genocidio?  Ma siamo sicuri che il genocidio dei padri esista?

Mazzola, perché non continua tranquillamente a fare il suo lavoro, a occuparsi dei problemi che ha deciso di affrontare, e invece si prende un bello spazio sul giornale più in voga e si mette a parlare di cose che evidentemente non capisce né conosce? Pensa di aver fatto bene “agli uomini” con questa bella ammucchiata di scorrettezze ed errori? Non è forse per colpa di persone che scrivono come lei in questo caso se un serio discorso politico tra uomini e donne è ancora impossibile, in questo paese? Sono uomo, padre, figlio di genitori separati, e mi vergogno di vedere scritte quelle cose.

E tanto per capirci, questa sarebbe la replica uscita nella stessa rubrica, nello stesso quotidiano, da parte di chi dovrebbe “rispondere” a Mazzola. Neanche una volta si parla di sessismo, Neanche qui. Ma la testata è quella che è: molto refrattaria a quella parola, lo si è visto in tante altre occasioni. Ma il sessismo, siamo sicuri che esista?

Finché un solo uomo ucciderà una sola donna perché è una donna, il femminicidio esisterà. E sarà il simbolo, il sintomo, la punta dell’iceberg di sessismo di cui dobbiamo occuparci tutti.

Posted in Disertori, Satira, Sessismo.


10 Responses

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  1. akarho says

    Pure io non riesco ad arrivare n fondo.
    Comunque le uniche domande da porsi, a mio parere, sono due. Una per mera curiosità e l’altra di sostanza:
    -Ma (odddea! ancora rido) nel paragone tra razzismo e femminismo (questo dice! sic!) l’avvocato Mazzola immagina bande di donne che si organizzano per fare raid contro uomini? Teme che dentro le mura domestiche le donne si armino, inizino a imporre la loro legge. E calci in culo a chi non obbedisce? Inizino a fare battute per la strada, tipo “uomo dimmmmerda” o che prese da impulsi misandrici prendano un fucile ed escano per uccidere? Questo teme? Mah!
    -domanda seria: ma boicottare i giornali che pubblicano articoli del genere? Mandare lettere di sdegno e non comprarlo, non farlo comprare ad amici e parenti (se ne avete) e basta con queste stronzate. Se riteniamo siano stronzate segnalare la cosa direttamente, in prima persona con una mail-letterina: “Non comprerò questo giornale finchè alcuni temi vengono affrontati con la superficalità, se non la malafede, di articoli come questo [citare articolo].”

    Mi sa che devo citare più spesso questa la Dichiarazione delle Nazioni Unite in cui si descrive la violenza di genere come « una manifestazione delle relazioni di potere storicamente ineguali tra uomini e donne, che hanno portato alla dominazione e alla discriminazione nei confronti delle donne da parte degli uomini e a impedire il pieno avanzamento delle donne, e che la violenza contro le donne è uno dei cruciali meccanismi sociali attraverso i quali le donne sono costrette in una posizione subordinata rispetto agli uomini»
    [cit. integrale:« (…) manifestation of historically unequal power relations between men and women, which have led to domination over and discrimination against women by men and to the prevention of the full advancement of women, and that violence against women is one of the crucial social mechanisms by which women are forced into a subordinate position compared with men (…)» A/RES/48/104; 85th plenary meeting, 20 December 1993; 48/104 “Declaration on the Elimination of Violence against Women”]

    Infine, daje lorenzo! 😉

  2. sabina says

    …aggiungo ancora una riflessione perchè sono davvero scocciata da questi discorsi (in quanto lesbica me li sorbisco anche nella loro versione fintoprogressista ma omoba inside) , ma chi dice che il femminicidio o la violenza causata dal sessimo non esiste
    e che i morti sono morti e sono tutti uguali
    è come se sostenesse che non esistono singole patologie ,
    ma solo una generica ” malattia” curabile sempre con il medesimo farmaco e che all’affermazione “guarda che se non ti curi il cancro in quanto tale: muori” mi rispondesse ” ah ma allora tu discrimini chi muore di infarto” . La stessa illogicità mi pare
    eppure di ‘ste stronzate ne fioccano a iosa e ci fanno pure gli articoli “seri”

  3. sabina says

    Il classico processo di negazione di un fenomeno che non si vuole vedere nella sua crudezza e nelle sue implicazioni:
    donne uccise in quanto donne, non in seguito ad una rapina, ad uno scippo, ad una morte bianca o ad un caso di malasanita’.
    Chi confonde le cause fa un pessimo uso della propria e altrui intelligenza.

    Perchè di violenza su alcune categorie specifiche di esseri umani : persone lgbt e donne
    non si vuol sentir parlare ? Sarà solo un caso che siano accumunate dalla medesima matrice sessista e patriarcale ?

    Se sembra facile ammettere l’esistenza dell’antisemitismo, dell’odio razziale, di quello religioso
    e pure di quello calcistico da stadio (dove nessun* si sogna di negare il fenomeno anzi! si stanziano milioni di euro della collettività in occasioni di partite di calcio che interessano solo una parte di essa per prevenire violenze statisticamente irrilevanti) ,
    con il sessimo che genera femminicidio fioccano subito i distinguo e si nega e si nega si nega, si sposta l’attenzione altrove , si tengono macabre contabilità (100 donne!..perbacco mica sono tante se pensi ai migranti morti in mare aperto, per esempio! siete le solite femministe ombelicali!) si mesta in quel calderone “politicamente corretto” dei “soggetti deboli/soggetti forti” che omologa tutte e tutti negando specificità e sistemicità a determinati fenomeni che invece meritano di essere identificati e nominati per poter essere arginati efficacemente

    Eppure il sistema patriarcale uccide milioni di donne e bambini nel mondo ma ammettere l’esistenza di questo fenomeno ci scuote nel profondo perchè ci obbliga a fare i conti con l’educazione ricevuta , sostenuta e veicolata da una società in cui il sessismo e la misoginia sono parte integrante del patrimonio culturale attraverso le sue mille forme possibili:
    la cultura pop , la letteratura “alta” , i miti storici (cos’è il ratto delle sabine se non uno dei piu’ noti stupri di massa?), la bizzarra convinzione di donne che a se ne stavano a casa a fare figli mentre gli uomini forgiavano la Storia (boom!) , le favole e i loro archetipi, l’utilizzo nel linguaggio del maschile universale in virtu’ del quale su una platea di mille donne basta un solo uomo per attribuire genere maschile alle parole.

    Ammettere la violenza sessista di un sistema patriarcale significa mettere in discussione la propria storia personale, la propria psiche , le proprie figure di riferimento , significa tollerare il pensiero che cio’ che pensavano di sapere non è oro colato perchè ti obbliga a de-costruire le modalità di relazione del proprio sistema familiare costringedoti a ripercorrere il e il “noto”, il “consolidato”, il “familiare” con un altro sguardo confondendo lo sguardo critico con l’abiura della propria storia personale . Atteggiamento psichicamente immaturo.

    Il sistema patriarcale è come quella vecchia poltrona sfondata ma comoda alla quale si fa fatica a rinunciare , si trovano sempre mille scuse per non gettarla via .

  4. Lorenzo Gasparrini says

    per Laura Besana
    Se a te sta bene che fascisti e repubblichini siano uguali, è un problema tuo.
    Proprio perché tengo conto di chi muore, nessun morto è uguale all’altro. Investito da un’auto, ucciso perché non paga il pizzo o accoltellata perché qualche altro pensa che una persona sia proprietà di un’altra fa differenza eccome. Se per te i morti sono tutti uguali allora lo sono anche i vivi – mentre io ci tengo molto che si veda bene la differenza tra me e te, tra me e l’avvocato Mazzola. Come uomo mi sono parecchio scocciato che chiunque dotato di pisello mi ritenga perciò simile a lui per desideri, linguaggi, cultura, istinti e raziocinio. Chi fa le crociate con i morti altrui è l’avvocato Mazzola, non io. Dovrebbe bastare saper leggere.
    per all
    Ho l’impressione che non capirai mai perché il tuo commento è stato pubblicato.

  5. all says

    Io mi chiedo se ognuno di questi 100 e passa femminicidi sia realmente un femminicidio…è la teoria che un uomo uccide una donna in quando donna che mi lascia perplesso. Chi è capace di uccider una donna è capace di uccider anche un uomo.Resto del parere che ogni omicidio di donna vada esaminato distintamente senza generalizzare.Insomma se ti uccide uno che ha un schizofrenia conclamata non mi sembra che sia giusto parlar di femminicidio , se ti uccide uno che di mestiere fa il rapinatore idem…e se ti uccide una donna , parliamo di sorellicidio?Poi non mi sembra ke Mazzola abbia sminuto il fenomeno o negato la violenza, ma evidenzia come tale argomento sia intriso di altro…Ho l ‘impressione che questo commento non verrà pubblicato.

  6. Laura Golding says

    Analisi perfetta. Rispecchia esattamente i concetti che avrei voluto esprimere io se solo fossi stata in grado di scrivere come lei. Complimenti!

  7. marco says

    Ciao Lorenzo,
    con calma quando avrò tempo inizierò a studiare i tuoi deconstructing che mi interessano: è un lavoro che apprezzo molto anche e proprio sotto il profilo metodologico

    ciao e tenete duro

  8. Laura Besana says

    Lorenzo Gasparrini, mi spiace hai anche un bel nome lo stesso che ho dato a mio figlio, diciamo che se dovesse succedere qualcosa a lui o a mia figli che tu e quelli come te lo definiscano omicidio o femminicidio non me ne fregerebbe un benemerito ca@@o, i miei figli sarebbero MORTI, pertanto se la si piantasse di far la propria crociata coi morti degli altri se ne sarebbe tutti grati.
    Sessismo, femminicidio, uominicidio, statistiche, ONU……. e via discorrendo…. chi non tiene conto che chi muore è una persona a prescindere dal sesso non dovrebbe avere spazio nel mondo delle opinioni anche se queste sono opinioni libere…..
    Come donna mi sono scassata il 100% delle mie ovaie a sentire ste storie che servono solo, ripeto, alle crociate di qualcuno.

  9. Mammamsterdam says

    A due trzi ho smesso per sfinimento e mi sento molto in colpa per il lavoro di enorme utilità sociale che ci hai messo, ma c’ è un limite settimanale alla merda che posso leggere e a questo giro meglio che mi abbiocco.

  10. zani says

    Concordo! Non sono i numeri a dare importanza ai fenomeni.