Non va bene. Non va bene vedere che quello che è successo ad un bambino sia il pretesto per una guerra che continua tra adulti. Adulti che non vedono il bene del bambino ma giustificano o condannano quanto è successo sulla base del diritto di un genitore o dell’altro. Sarebbe il caso di fare una precisazione, ulteriore: non ce ne frega nulla, in questo preciso momento, e nessuno mette in discussione, il diritto dei genitori di fare i genitori. Ma non si può accettare che un bambino sia trattato in quel modo e chiunque lo abbia fatto, ha sbagliato, qualunque sia il motivo per cui si è arrivati a tanto, si tratta di un tremendo errore.
Hanno sbagliato tutti quelli, padre incluso, che hanno trascinato il figlio fuori dalla scuola come fosse un criminale. Hanno sbagliato quelli che hanno ripreso la scena e l’hanno diffusa e urlavano invece che rasserenare il bambino e consentirgli di allontanarsi senza procurargli ulteriore angoscia (i ricorsi e le opposizioni si fanno dopo). Hanno sbagliato tutti quelli che fanno ritenere che questo bambino sia stato quasi posto sotto sequestro, portato in un luogo irrangiungibile, drammatizzando un evento al punto tale da far pensare che dopo l’esecuzione del decreto per quel bambino ci sia la morte.
Sbaglia chi sottovaluta la portata del trauma che è stato inferto al bambino e chi ritiene che fosse necessario perché in quel caso non sta guardando al bene del bambino ma a quello del padre e non è il padre in questo momento che ci interessa.
Sbaglia chi pensa che la Pas sia uno strumento giusto e utile perché se c’è un abuso psicologico e un maltrattamento, che nessuno nega, e dunque una situazione di imminente pericolo per cui il bambino debba essere allontanato dalla madre allora è necessaria una denuncia e un processo per maltrattamento, servono prove e valutazioni attendibili e non una teoria che è una scorciatoia, la Pas, e che rappresenta di fatto una condanna per maltrattamenti senza appello, di fronte alla quale in questo caso la madre non ha possibilità di appello né difesa.
Cos’è la Pas viene detto QUI e QUI viene spiegato come questa faccenda viene trattata dai media e in generale che genere di discussioni sta creando anche nel web e la cosa che viene fuori è ancora una volta che, e sono cose sulle quali insistiamo da tempo:
– la Pas è uno strumento che serve ai genitori per ottenere cose che non riescono ad ottenere diversamente. Ecco perché viene usato nelle aule di giustizia ed ecco perchè nella comunità non è riconosciuta come malattia mentre è il giudice che produce una diagnosi oltremodo ingiustificata;
– i parenti, i clan familiari, devono essere tenuti fuori dalle diatribe e dal ddl.957 in discussione al Senato vanno tirati fuori l’art. 9 che parla di Pas come ragione per l’esclusione dell’affido e il comma dell’art.2 che parla di affido ai parenti qualora i genitori non possono fruirne perché a parte il diritto di padre e madre di esercitare la genitorialità si immagina che debbano essere anche i parenti a esercitare il diritto alla frequentazione con un bambino.
La prima questione inutile spiegarla. Va ripensata e ragionata perché l’Italia non può dotarsi di uno strumento autoritario che danneggia i bambini e offre agli adulti disperati l’occasione per usare una modalità profondamente sbagliata. Oltretutto, giacché l’affido condiviso è in atto, quando e se questa cosa sarà usata dalle madri e nei tribunali i bambini diventeranno soltanto cavie periziate sulle quali peseranno eterne dagnosi di malattie mentali, dato che la cultura mammesca di questo paese difficilmente cambierà nell’arco di un decennio, si farà strage anche dei diritti dei padri. Il motivo è che non è uno strumento affidabile ed è e sarà a discrezione di chi lo usa.
La seconda questione è quella che avete visto ieri nel video. Se i parenti avessero un potere/diritto di affido nei confronti di un minore non solo sarebbero ulteriormente legittimati a condizionare la vita del minore ma addirittura potrebbero sostituirsi ai genitori innescando guerre ulteriori. I parenti devono fare i parenti e i genitori devono fare i genitori.
Vorremmo parlare con questo padre, sicuramente in buona fede, che ritiene di aver fatto la cosa giusta per suo figlio, di averlo “salvato” come dice lui, e vorremmo dirgli che non giudichiamo lui, né mettiamo il becco in quella sentenza che gli affida il figlio, ma l’uso della Pas e l’uso della forza pubblica non può essere legittimato. Lui per primo dovrebbe per estremo realismo, e se non lo fa – forse – è perché la causa è ancora in atto, prendere le distanze da questi metodi così autoritari. Per il bene di suo figlio e dei figli di questo mondo.
Vorremmo parlare con questa madre e dire che davvero non comprendiamo il perché sia così difficile tentare di rasserenare un figlio e dirgli che un papà è un diritto prima che un dovere. Un adulto di riferimento è importante ed è una persona sulla quale potrà sempre contare. Abbiamo così poche persone sulle quali contare nella vita e non si può buttarne via una che pure vuole essere presente. Ascoltare un bambino significa anche ascoltarne i disagi, di qualunque genere.
Non ci mettiamo nei loro panni. Ma gli adulti devono fare gli adulti e il mondo attorno a loro dovrebbe essere altrettanto adulto invece che ridursi a tifoseria. Non stiamo con nessuno dei due. Stiamo con questo bambino che abbiamo visto urlare e strepitare e battersi e resistere per non essere portato via, affinché non fosse violato il suo diritto all’ascolto.
E’ il bambino che va tutelato. Gli adulti possono e devono cavarsela in altro modo. E far dipendere la psicologia degli adulti, sovrascrivere il diritto dei bambini tirando fuori le tristi e senz’altro vere imprescindibili storie di genitori in fase depressiva o suicidi, o quelle di genitori resistenti agli attacchi dell’ex coniuge, non va bene. Perché sia recuperata l’obiettività: il diritto dei bambini che altrimenti vengono condannati senza appello senza neppure un giusto processo non può essere violato per riparare ai danni che la società e una legislazione insufficiente fa nei confronti dei genitori. Di genitori si parla in un altro momento. Ora stiamo parlando di bambini.
Nb: No all’uso della forza pubblica per prelevare i bambini dalle scuole, dalle famiglie, dai padri, dalle madri, da nessun posto. Qualunque sia la ragione per cui si decide l’allontanamento di un bambino (a meno che non sia in imminente pericolo di vita): i bambini non sono criminali e i loro diritti non possono e non devono essere violati in favore di adulti che devono preservarli da ogni tipo di trauma.
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In molti casi la polizia è intervenuta per togliere i figli ai padri o per allontanare questi ultimi, però “stranamente” a nessuno interessava l'”interesse del bambino”
Ma no Mary, non è svenuto. Non diciamo cose che non sono vere. Io ho visto il video intero e il bambino era più che sveglio mentre lo strascinavano via al punto che insultava chi lo stava trascinando.
Come e’ possibile che si permetta ai giudici di fare gli psichiatri? A me sembra abuso di potere…
Lo abbiamo visto bene con i nostri occhi quanto faccia schifo la Pas quando il bambino e’ svenuto mentre lo trascinavano per le braccia e le gambe. Sono indignatissima, non si possono trattare i bambini in questo modo.
Attenzione: in casi di accuse di pedofilia (che non siano palesemente false) la prassi è di sospendere i liberi contatti fra il genitore accusato ed i figli PRIMA di fare accertamenti nominando CTU. Un giudice che sbagliasse a non proteggere un bambino passerebbe dei guai, e quindi nel dubbio esagera nel senso opposto.
In casi di accuse di alienazione genitoriale, la prassi è di prima fare una CTU, poi sentenziare qualcosa, e poi magari addirittura eseguire la sentenza. L’alienazione genitoriale non è percepita come un abuso grave, e comunque è qualcosa di graduale, che richiede almeno un anno e non necessita di protezione immediata.
Poi però si arriva a tragedie, come a Padova. Io credo che se la polizia avesse potuto 4 anni prima far rispettare la sentenza ed andare a scuola e dire al bambino “dai, ti portiamo da papà”, sarebbe finita lì.
@unpapà
però c’è una differenza. per dimostrare un caso di pedofilia ci vuole un processo e non una semplice perizia in Ctu. sarebbe grave se durante un procedimento di affido un genitore venisse escluso dall’affido bollato con una perizia che stabilisce che è un o una pedofil@.
invece per l’abuso di condizionamento del minore basta una perizia.
qualunque sia la forma di maltrattamento verso un minore se l’errore sta nella eccessiva lunghezza dei processi (e sono d’accordo) bisogna intervenire su quelli.
I crimini vanno denunciati in quanto crimini e come tali si servono di una accusa, di un processo, ove sia possibile ogni garanzia per chi è accusato e per chi accusa, c’è la presunzione di innocenza, non ci sono sintomi che dicono che qualunque obiezione offerta è riconducibile alla prova dimostrata della presenza di una malattia.
Che un genitore disperato debba essere obbligato a usare uno strumento come la Pas è grave. Grave che gli altri strumenti non siano efficaci e che lo espongano a tutto questo.La giustizia deve intervenire prima. Questo è quello che dico anch’io.
È facile dire no a questo, no a quello. Però allora dovreste proporre alternative. Cosa avreste fatto?
Dite un processo per maltrattamento. Ma la giustizia penale serve a punire i colpevoli di un crimine, non a prevenire ed a proteggere i bambini. Se anche fra 8 anni la madre venisse condannata, nel frattempo il bambino può essere diventato un adulto disturbato. E una madre che plagia il figlio per impedirgli di andare dal papà, credete che gli permetterebbe di andare a parlare liberamente un processo penale contro se stessa?
E poi la PAS non è uno strumento, ma è un abuso, proprio come la pedofilia. In entrambi i casi i bambini non possono aspettare l’esito di un processo penale: occorre che la giustizia civile intervenga prima. C’è chi usa come strumento false accuse di pedofilia, e false accuse di PAS. Si tratta di strumenti pericolosi. Ma non per questo bisogna impedire leggi che consentano alla giustizia civile di proteggere i bambini, perché ci sono anche i casi veri.