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Vogliamo un welfare differente e non le quote rosa!

Pagina facebook a nostro sostegno. Discussione sulle quote rosa scaturita da uno spunto di FaS che così commenta questa notizia.

FaS:

Chiarendo che non ci piacciono le quote rosa ma il modello unico di donna che viene diffuso è effettivamente discriminatorio rispetto a tutte le altre donne che fanno altro nella vita. Con tanto rispetto e senza alcun moralismo per le donne che vogliono partecipare a questi concorsi e che intraprendono percorsi differenti (buona fortuna anche a loro!) 🙂

Franca:

a me non piace nemmeno il divieto di sosta nei posteggi riservati agli invalidi. ma è necessario, o per loro non ci sarebbe mai posto. pensiamo che gli uomini siano ultrarappresentati, e solo loro a comandare, perchè sono antropologicamente più fattivi, intelligenti, intraprendenti?

Femminismo a Sud:

Grazie di avere appena detto che le donne sono invalide. è questo il punto. noi non ci riteniamo disabili e non vogliamo tutele da chi ci toglie diritti. perché così facendo rafforzate soltanto l’idea di una Istituzione patriarcale. E comunque se fate richiesta di 50/50 anche per andare in miniera e per spurgare le fogne o per i ruoli di cura a tutto tondo invece che soltanto per posti di prestigio allora potremmo perfino cambiare idea. 🙂

Virginia:

per il lavoro penso che non ci piacciono ma purtroppo se servono a sfondare l’impossibilità di accesso..me le faccio piacere…su questo invece proprio penso sia una grandissima cazzata…i park rosa all’aeroporto di fiumicino.. che ne pensate? http://romaeroportoeparcheggio.wordpress.com/tag/adr/ “I posti più ampi (28) sono stati riservati alle neo e alle future mamme per agevolare l’accesso all’auto, lo scarico e il carico dei passeggini; gli altri (52) sono dedicati alle donne in viaggio: tutti segnalati da strisce e pittogrammi rosa per favorirne l’identificazione.” (ovvio in riferimento ai 52 non a quelli per donne in gravidanza e neo-mamme).

Femminismo a Sud:

virginia, il rosa, gli stereotipi, questi sessismi ci fanno senso. ci sono padri che vanno in giro con i bambini e i passeggini e siccome non sono donne li lasciamo a marcire? è tutto fuori tempo. anacronismo allo stato puro. è il passato che ritorna facendoti ritenere un privilegio una cosa che è tutt’altro. per me gli spazi rosa sono un’offesa.

Virginia :

no vabbe per i 28 ci sono necessità anche fisiche a volte (io per esempio avevo una gravidanza super a rischio, non potevo uscire, ma in caso di necessità sarebbero stati utili). per il resto è ovviamente un finto privilegio senza senso e ingiustificato

Franca:

e no amico io non ho detto che le donne siano delle disabili e tu lo hai capito benissimo. sono quelle che stanno sulla scranina (? ndb) a non volere le quote rosa. aggiungiamoci le disinteressate e le incapaci che non avranno frustrazioni. ma ti assicuro, amica, che per le donne in politica sono state chiusissime, per il solo fatto di essere donne. per le donne non fu applicata la parità costituzionale, religiosa e sociale. gli uomini sono autoreferenziali e si intendono fra loro per la spartizione dei luoghi di comando che per loro e potere e spesso ricchezza. non vorranno mai allargare la base dei contendenti..una da sola, o due qua e tre laggiù non ce la faranno mai. altre e poche invece si, ma non le meritevoli ma quelle che sicuramente non daranno fastidio e sapranno chiudere un occhio.ci vuole un’onda d’urto:tante donne in tanti luoghi e la norma che ne garantisca l’accoglienza. fu BERLINGUER a propugnare questa “grande riforma”

Franca:

alcune mie amiche più giovani lavorano otto ore al giorno nelle stive delle navi. stanno alla catena dfi montaggio, maneggiano gru ed escavatori.fino a 30 anni fa le donne non potevano entrare nelle grandi orchestre, poi all’orchestra della bbc occorrevano maestre di viola. gli uomini le trovavano degradanti. per le maestre e prof la legge prevedeva: per un maschio che va in pensione, un altro maschio, per una donna che va in pensione, una volta un maschio e e una volta una femmina. il grande vuoto va colmato e le quote rose ne sono uno strumento. ancora oggi in america, ci sono quote per i lavoratori afro-americani. le grandi offese vanno riparate.

Franca:

la politica non è estro e nemmeno arte. deve avere la consistenza del mestiere. a naso è una boiata e fa male alla società

Martina:

Se fossi afro-americana non vorrei il posto riservato e non lo voglio come donna. La discriminazione si manifesta anche con questi contentini. Io NON HO BISOGNO del posto riservato perchè “appartenente a una categoria inferiore che va tutelata”, se merito quel posto è giusto che sia mio. Detto questo che a tirare i fili in politica ci sia un uomo o una donna a mio avviso non cambia, non sono sessista e le istituzioni mi fanno vomitare di qualsiasi colore, azzurrine o rosa che siano.

Roberta:

E che delirio… Nn mi importa niente delle quota rosa mai state una priorità, direi…pur riconoscendo quella session di bolliti impossibile esteticamente a vedersi. Si perché tanto qualsiasi ministra sarà solo colore!! È questo colore non fa la mia politica a sinistra

Micia:

Se fosse vero quello che dice Franca sarebbe ben strano che quegli stessi uomini “autoreferenziali e che si intendono fra loro per la spartizione dei luoghi di comando” ora permettano le quote rosa. Nel libero mercato poi una cosa del genere sarebbe impossibile: le imprese che adottassero criteri puramente meritocratici invece che discriminare in funzione del sesso acquisterebbero vantaggio competitivo e obbligherebbero tutte le altre a fare altrettanto. Mi spiace, ma questi bei discorsi sul cameratismo patriarcale non reggono. La verità è che la donna sovente è costretta a sacrificare il lavoro per la famiglia; la scelta più razionale dunque sarebbe quella di garantire un welfare che permetta alle donne di trovare il tempo per realizzarsi in ambito lavorativo. Se SNOQ e simili invece scendono in piazza per chiedere le quote rosa, ci sarebbe da chiedersi il perché: io personalmente la mia idea in merito me la sono già fatta.

Femminismo a Sud:

restiamo dell’idea che le quote rosa sono un mezzo per rafforzare una istituzione patriarcale. è una questione di merito e non di generi. bisogna cambiare il welfare per permettere a tutti e tutte di trovare un posto qualunque sia purché attenga alla propria libera scelta. insisto nel dire che le richieste di 50/50 avvengono solo nei consigli di amministrazione, in politica, nei ruoli di prestigio e di potere e non nei luoghi in cui le presenze maschili sono preponderanti perché le donne non vogliono fare quei lavori. allora c’è da decidersi. o si fa a 50/50 su tutto o non si fa per niente.

Roberta:

La concessione non ci appartiene. La lotta strappa… E strappiamo! Brave FaS

Posted in FaceAss, Pensatoio, Sessismo.


One Response

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  1. @___@ says

    il parlamento e la politica però sono ambiti speciali, non sono lavori come altri. anche se le donne non sono necessariamente rappresentative di altre donne, la società è fatta di donne e uomini ( grossomodo ). per cui ha un senso l’uguaglianza forzata di presenze. non la chiamerei quota rosa, e non la vedrei come una concessione. non penso che sia giusto parlare di merito, sia per l’ambiguità del termine in sé e sia perché il politico non ha caratteristiche ben definite per poter esercitare il suo mestiere.

    per adesso è uno strumento che potenzialmente potrebbe dare dei frutti per le pari opportunità, potrebbe fallire oppure aiutare. che non esclude ovviamente il miglioramenteo del welfare.