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#19j e #20j: Spagna si oppone e Monti teme il contagio

Questo è quello che avveniva in Spagna ieri. Con tanto di cariche, lancio di proiettili di gomma e arresti a Madrid.

In Italia Monti parla di pericolo di contagio da parte di chi, secondo lui, gestisce l’economia peggio di come lui fa. Infatti noi stiamo benissimo, figuriamoci, e ci prendiamo la libertà di dire che l’unico contagio che egli teme, semmai, è quello di una accresciuta consapevolezza della gente che se si smette di mediare, con i sindacati vigliacchi e tutti quanti ciascuno a badare al proprio culo, al massimo ad esibirsi in indignazione da tastiera o a immaginare che il nemico sia l’altro povero, quello straniero, magari una rivoluzione la fa per davvero. Forse. O facciamo prima a trasferirci in Spagna per capire cos’è la forza di una rivolta popolare…

Tanto che ci frega, noi abbiamo una ministra, la Fornero, che piange quando ti taglia i viveri, vuoi mettere una schiavista che si commuove mentre ti tortura invece che quelli che ti sputano con disprezzo mentre lo fanno?

Sapete cosa? Io preferisco quelli che mi sputano. Almeno posso sputargli anch’io senza temere che arrivi qualche non meglio precisata organizzazione di donne a difenderla in quanto appartenente al mio stesso genere.

Guardate che succede in giro per il mondo e noi siamo completamente immobili. Al massimo la gente si emoziona e scende in piazza per una partita di pallone. Immobili. E criminalizzati tutti coloro che, nel loro piccolo, si incazzano.

Maria scrive:

“Cosa aspettiamo a mobilitarci anche noi?
Ieri, nel silenzio generale, (Repubblica e Il Corriere, ovviamente, non ne hanno parlato) è stato approvato dal parlamento, con il solo voto contrario di IDV e Lega,  il Fiscal Compact, che ci costringerà a ridurre il debito pubblico di un ventesimo ogni anno, fino a raggiungere il 60% del rapporto debito pubblico/Pil. Questo comporterà l’applicazione di una manovra finanziaria di 45 miliardi ogni anno, che si affiancheranno ai parecchi altri miliardi necessari per raggiungere il pareggio di bilancio, principio introdotto anch’esso in Costituzione in giugno, con il voto quasi unanime del parlamento, ai miliardi richiesti dal pagamento degli interessi sul debito pubblico, che oggi ammontano a circa 80 annui e sono destinati a salire con l’incremento dello spread e ai 12 miliardi con i quali abbiamo contribuito al fondo di 100 miliardi stanziati non per migliorare le pessime condizioni di vita del popolo spagnolo, bensì per salvare dalla bancarotta le banche private di quel Paese (che è cosa ben diversa!). Insomma, in Italia verranno redatte per decenni manovre finanziarie di importo colossale.
Ciò determinerà un ulteriore drastico ridimensionamento della spesa pubblica destinata ai servizi sociali, un incremento delle tasse, una forte spinta alle privatizzazioni e alla svendita del patrimonio pubblico, misure che produrranno una grave e prolungata recessione con conseguente incremento della disoccupazione, distruzione dell’apparato produttivo, riduzione dei salari e dei diritti sul lavoro, impoverimento generale.
Di tutto ciò evidentemente molti non sono sufficientemente informati, altrimenti non si spiega perché da noi non ci sia alcuna rivolta come in Spagna. Mobilitiamoci. Che cosa aspettiamo?
Comunque, tanta, tanta solidarietà al popolo spagnolo.”

(di Madrid, abbiamo già scritto QUI e QUI e QUI)

 

Posted in Omicidi sociali, Precarietà, R-esistenze.


One Response

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  1. giovanni says

    in Italia abbiamo avuto snoq, Sel, il PD, Repubblica e l’antiberlusconismo dei padroni, cui la ggggente si è aggregata.
    La legalità e il decoro come valori.
    L’indignazione contro la casta, le veline, e le mignotte.
    Eh! Ora la società civile ha vinto!
    Godiamocela 🙂