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#19J (ora #20J)- la Spagna si ribella e riempie le piazze!

Spagna #19J (di Madrid, con il fiato sospeso, abbiamo già scritto QUI e QUI)

In piazza, contemporaneamente in molte città spagnole, Madrid, Barcellona, Valencia, e altre, centinaia di migliaia di persone contro i tagli economici nei confronti di chiunque, pensionati, dipendenti statali e non, realizzati dal governo. Tra questi anche i vigili del fuoco. Un gruppo di persone, tra le tante travasate dalle piazze, a Madrid, ha tentato di raggiungere il Congresso.

Sono state caricate dalla polizia che sparava proiettili di gomma a gente che urlava “Non un passo indietro!” (fonte: Twitter #19J). Del gruppo che avanzava verso il Congresso ha proseguito la fila dei vigili e uno di questi è stato arrestato. Gli altri hanno detto che non si sarebbero mossi da lì fino a che il compagno non fosse rilasciato. Solo alla promessa che sarebbe stato rilasciato il giorno seguente se ne sono andati.

Nell’immagine vedete come vigile e poliziotto, casco contro casco, si fronteggiano.

Qui video e news sulla carica ai manifestanti.

Qui news più generali su com’è andata.

Su Twitter scorrono anche diverse immagini che segnano come in Germania e in Italia l’hashtag #19j fosse al top delle tendenze e in Spagna invece proprio non c’è. Vige la censura.

Da notare che Repubblica Online, che come è noto con le rivoluzioni non ha molta familiarità perché le ammoscia o le criminalizza (Monti non si tocca, già!), come unica cosa di rilievo che ha voluto sottolineare, con titolo e molte foto, c’è la presenza di un attore. Cercare l’aspetto gossipparo anche quando la gente, tantissima gente, va in piazza a fare la rivoluzione… solo Repubblica può tanto. Complimenti.

Posted in Precarietà, R-esistenze.


One Response

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  1. Maria says

    Cosa aspettiamo a mobilitarci anche noi?
    Ieri, nel silenzio generale, (Repubblica e Il Corriere, ovviamente, non ne hanno parlato) è stato approvato dal parlamento, con il solo voto contrario di IDV e Lega, il Fiscal Compact, che ci costringerà a ridurre il debito pubblico di un ventesimo ogni anno, fino a raggiungere il 60% del rapporto debito pubblico/Pil. Questo comporterà l’applicazione di una manovra finanziaria di 45 miliardi ogni anno, che si affiancheranno ai parecchi altri miliardi necessari per raggiungere il pareggio di bilancio, principio introdotto anch’esso in Costituzione in giugno, con il voto quasi unanime del parlamento, ai miliardi richiesti dal pagamento degli interessi sul debito pubblico, che oggi ammontano a circa 80 annui e sono destinati a salire con l’incremento dello spread e ai 12 miliardi con i quali abbiamo contribuito al fondo di 100 miliardi stanziati non per migliorare le pessime condizioni di vita del popolo spagnolo, bensì per salvare dalla bancarotta le banche private di quel Paese (che è cosa ben diversa!). Insomma, in Italia verranno redatte per decenni manovre finanziarie di importo colossale.
    Ciò determinerà un ulteriore drastico ridimensionamento della spesa pubblica destinata ai servizi sociali, un incremento delle tasse, una forte spinta alle privatizzazioni e alla svendita del patrimonio pubblico, misure che produrranno una grave e prolungata recessione con conseguente incremento della disoccupazione, distruzione dell’apparato produttivo, riduzione dei salari e dei diritti sul lavoro, impoverimento generale.
    Di tutto ciò evidentemente molti non sono sufficientemente informati, altrimenti non si spiega perché da noi non ci sia alcuna rivolta come in Spagna. Mobilitiamoci. Che cosa aspettiamo?
    Comunque, tanta, tanta solidarietà al popolo spagnolo.