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Comunicato stampa: “Il lavoro sessuale è LAVORO. Spadaro ci offende!”

[Foto di Woodi Forlano dalla Slut Walk di Berlino. Lo striscione dice: legalizza migranti e sex worker. Non vittimizzare migranti e sex worker.]

La discussione romana sulle devianze e il degrado non si placa. Gli esseri umani sono trattati da espedienti per una campagna pre-elettorale a beneficio di partiti che svelano la propria impostazione di destra premendo su molle securitarie. In ultimo ci sono partiti – Pd/Idv/SeL – che dicono di essere di sinistra ma stanno dando fiato ai peggiori rigurgiti persecutori nei confronti delle sex workers. Campagna nazional-popolare più un manifesto offensivo di chi orienta la discussione sempre e solo togliendo alle donne il diritto di dichiararsi autodeterminate nel lavoro che scelgono. Né vittime né colpevoli. Ma nessuno le considera persone.

Dunque nessuno chiede loro come risolvere la questione. Così come abbiamo detto a Livorno, tempo fa, ragionando di razza e genere e prostituzione. Il lavoro di cura che le migranti svolgono dentro e fuori dal letto degli italiani senza che nessuno consideri la regolarizzazione come uno strumento di liberazione per chi vuole autodeterminarsi anche in quella professione. Ricordando che la criminalizzazione e la marginalizzazione delle prostitute che stanno operando a più livelli tante amministrazioni di centro/sinistra, a salvaguardia del “decoro” cittadino, le obbliga a rifugiarsi in periferie buie e le rende vittime di aggressioni, stupri, omicidi.

Il Comitato in difesa dei diritti delle persone prostitute, con nota della sua Presidenta Pia Covre, dice la sua. Perché sex work is work. Ecco il loro comunicato.

Dal Comitato per i diritti delle persone prostitute:

Condanniamo con fermezza quanto avviene all’EUR, la lotta fra politici di diversi partiti ha poco a che vedere con i problemi dei cittadini e della prostituzione. E’ una speculazione fra amministratori e politici di mediocre capacità che non rispetta nessuna delle parti in causa.

I manifesti che ritraggono la consigliera Matilde Spadaro senza vesti e con un codice a barre sul seno ci offendono.

Il lavoro sessuale è lavoro. E’ lavoro riconosciuto in molti Paesi del mondo, il fatto che in Italia non sia ancora legalizzato o regolamentato non significa che si possa impunemente stigmatizzare le persone che lo esercitano.

Quello che si dice nel manifesto sarebbe considerata una pubblicità scorretta, che danneggia l’integrità delle lavoratrici in molti Paesi. Che piaccia o no alla Spadaro e a altri l’uso del proprio corpo da parte delle lavoratrici del sesso maggiorenni è libero, e come per le persone che hanno orientamenti sessuali diversi non si ha diritto di stigmatizzarlo.

Vorrei anche ricordare che in Italia ci sono state sentenze che hanno obbligato le lavoratrici del sesso a pagare le tasse, e censimenti abusivi di lavoratrici per ottenere ciò, quindi anche se non è regolato è di fatto un lavoro che ci da i mezzi di sussistenza.

Non è accettabile che contro di noi si facciano campagne denigratorie. Per questo valuteremo con i nostri legali se vi siano i giusti motivi per una denuncia e la richiesta di sequestro dei manifesti.

Siamo in lotta da anni contro lo sfruttamento e la tratta e collaboriamo con le polizie per far arrestare i criminali, insieme a molte associazioni che su questo fenomeno sono attive in tutta Italia, ma non è certo con questo tipo di azioni che si sconfigge la criminalità. Abbiamo comprensione per i problemi dei residenti, ma anche per loro non è questa la strategia che risolverà i problemi.

L’idea di poter arginare la domanda di servizi sessuali esponendo questi manifesti all’EUR ci sembra una facile propaganda personale a spese delle tante lavoratrici che scelgono questa attività.

Ci chiediamo anche se dire che si vende il corpo, pure a pezzi, non sia di incitamento alla violenza sessuale. Si dovrebbe dire la verità: cioè che noi vendiamo servizi sessuali. Pretendiamo che la nostra integrità sia rispettata, ogni altra espressione è una manipolazione e speculazione per far passare un pregiudizio morale su di noi e contro i clienti.

Pia Covre

Posted in Anticlero/Antifa, Fem/Activism, Iniziative, Precarietà, R-esistenze.


3 Responses

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  1. andrea perris says

    @Giulia ottima idea..come uomo ci sto e alla grande!!! .e dire che Berlusconi è stato un antesignano in questo..e lo hanno pure accusato di machismo…(quelle strxnze dello snoq…)

  2. dbev says

    Ripeto la mia idea: arrestare i/le clienti delle persone che si prostituiscono, così come avviene in Svezia dal 1999 ed i Norvegia ed Islanda dal 2009.

    Chi vuole criminalizzare le persone che si prostituiscono, quasi sempre schiave, è demente.

  3. Giulia Morris says

    Ottimo. Si deve muovere per primo il MINISTERO DEL LAVORO e dare lavoro come prostitut* a ragazze/i (meglio se con titolo di studio… forse, non saprei) e così sconfiggere LA DISOCCUPAZIONE. Glielo devo dire a mia cugina che sono 6 mesi che cerca lavoro. Grazie per il suggerimento.