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Per fortuna esiste il fantasy antifascista

Zona ludica. Quello che ci piace vedere (o che non ci piace vedere) in tv. Le storie di vampiri. No twilights dove la retorica familista e la mistica sacrificale dell’unica femmina che resta incinta a cura del virilissimo vampiro (morto) ha rincoglionito decine e decide di adolescenti. No zombies a meno che non siano post gender. No vampire diaries, dedicati ad un pubblico bacchettone e a quelli che vorrebbero rieducare al bacchettonismo. Vi prego: sparate ai vampiri “buoni”. A me piacciono quelli molto cattivi.

True Blood ricomincia con la quinta stagione e spiace assai non vederlo in trasmissione su Rai4 a cura del lungimirante Freccero che di serie belle, fantascientifiche o fantasy, ce ne fa vedere tante.

La trama di True Blood è semplice. C’è una tizia di nome Sookie (si pronuncia Suki) che già dal nome è una parodia. Occhi sempre sgranati per ogni cosa che succede e attorno a lei non c’è nessuno che sia come vorrebbe, che so, un Giovanardi o una Binetti (anzi si ma fanno parte di una setta :D).

Sesso a go’ go’, poliamore spinto, tanta bella gente che si diverte, e poi amori e passioni, e trasformazioni e streghe, lupi mannari, mutaforma e Suki che si sciala da morire mentre non si capisce come la sua casa possa reggere ancora in piedi dato che la distruggono ad ogni puntata e non si capisce come il bar dell’amico in cui fa la cameriera possa andare avanti dato che lì non lavora quasi nessuno. Il proprietario gira nudo per i boschi, le vampire fanno sesso e quelli che vampiri non lo sono hanno il cervello andato perché sono reduci di guerra.

Quest’anno c’è la vampira vecchia di tremila anni interpretata anche da un’attrice italiana, Valentina Cervi, e in quel contesto tutto a sud, New Orleans, ci si deve trovare tanto bene. E’ bello, divertente, antirazzista, antisessista, antifascista, con personaggi mitici, come il capo della setta integralista/cattolico/leghista contro i legami misti, contro l’integrazione tra umani e vampiri che poi lui in realtà è gay e diventa vampiro e si innamora di un etero che scopa con tutte quelle che gli capitano a tiro.

Se volete dare uno sguardo ad altre serie decenti c’è il britannico Torchwood, spin-off di doctor who che racconta di una squadra di persone che hanno a che fare con alieni che arrivano dallo spazio e da altre dimensioni temporali. Anche lì, a cominciare dal capitano che dirige la squadra, il sesso è esplicito, un po’ censurato per le versioni italiche ma evidente in quelle in lingua originale. Poliamore anche lì, gay, lesbiche, senza timore e sensualità nei personaggi che non c’entrano nulla con certe squadracce autoritarie asessuate o sessualmente frustrate, tutte in difesa della legge che stanno con l’indice puntato contro il mondo a farti la morale mentre ti ammanettano. Torchwood combatte la cattiveria che c’è nel mondo a cura di gente che arriva da ogni secolo, spazio, tempo, con un dettaglio contro i progetti di eugenetica e la speculazione normalizzatrice e autoritaria delle multinazionali farmaceutiche.

Altre cose che potete rintracciare? Maybe Dollhouse, una serie, a cura dello stesso autore di Buffy l’ammazzavampiri, che dopo l’ultima stagione non è più stata rinnovata e che definisce la trama con una storia articolata bene anche se scade in clichè un minimo sessisti. Però per gli/le amanti del genere può far piacere sapere che esiste chi ha inventato un macchinario in grado di farti il lavaggio del cervello, riprogrammarti con un’altra personalità per quello che in realtà è un bordello di lusso del prossimo secolo. Comprano donne o uomini ma non donne o uomini qualunque. Comprano sogni e quelle donne e gli uomini interpretano esattamente il ruolo che viene detto loro di interpretare. Però le loro vere personalità, un giorno, prendono il sopravvento. O meglio accade ad una di loro che guida gli altri in una rivoluzione per la fine del dominio delle loro menti.

Altra serie interessante, con ambientazioni curatissime, che è andata in onda per un po’ su rai4 è Sanctuary. Storia di cinque scienziati che hanno inventato l’impossibile e hanno attraversato secoli ed epoche perché resi immortali dal sangue di vampiro, tra loro ce n’è una che è a capo di un rifugio, poi dell’intera rete di rifugi, per “anormali”. In quel caso i vampiri sono gli unici diversi che stanno sulle ovaie a tutt* ma per il resto ci sono eventi e sorprese a non finire fino alla città che sta al centro della terra e poi alle eterne guerre tra diversità e scontri tra la protagonista, i suoi amici, e quelli che perseguono a tutti i costi la purezza della razza.

Una nuova serie che non si vede ancora, credo, nelle tv italiane è Continuum. Lei è una che viveva nel 1977. Di mestiere faceva la Protector, una sbirra ultradotata di tecnologia fino alle mutande che ad un certo punto per la foga di non farsi sfuggire i terroristi vola con loro nel 2012 e resta lì intrappolata a rimpiangere la famigghia, marito e figli, perché – udite udite – nel 2077 il mondo andrà esattamente come ora (dduepalle), e con l’aiuto di quello che sarà il capo di una multinazionale del futuro riesce a comunicare con lui tramite un microchip che ha dentro il cervello e partecipa alle indagini per riacciuffare i ribelli. Interessante e verosimile, almeno dalle prime puntate, è il fatto che il mondo del futuro si immagina sarà governato da leggi scelte dalle corporations e che la politica illusoria come la conosciamo ora non esisterà più. Il golpe sarà realmente portato avanti dai capi delle corporations che ne avranno piene le scatole di essere governate da politici che frenano la loro avidità e dunque si sostituiranno a loro creando una nuova società del “finto” benessere con poveri ovunque, una pretesa idea di “sicurezza” a protezione degli interessi dei potenti e questi terroristi che in realtà sarebbero un po’ dei sanguinari stronzi che in film come Matrix sarebbero stati descritti come eroi. Interessante la traccia ma se rendessero la protagonista un po’ meno beddamatresantissima piangente, che non si masturberebbe mai neppure sotto tortura, con quella idea di giustizia giusta che due ovaie sarebbe tutto molto meglio. La disobbedienza ha appeal. ‘Ste eroine madri che inseguono i cattivi sono noiose.

E visto che ho ancora un po’ di tempo da spendere allora vale la pena parlare anche dell’altra serie targata HBO, Il trono di spade, alla seconda edizione, con re e regine sanguinari, femmine che non valgono niente e che vengono stuprate, ingravidate, usate, da chiunque, bambine che per scappare devono travestirsi da bambini, eredi al trono che detronizzano i re prima del tempo, lotte tra individui incivili che raccontano di un’epoca in cui il mondo era governato solo da squilibrati e stronze assassine. Bambini squartati per non consentire discendenze aristocratiche e il cavaliere più autorevole tra tutti è un nano, alla maniera della HBO che comunque ribalta i luoghi comuni, inserisce relazioni gay e sessualità esplicita per quanto l’omosessualità fosse repressa, e poi c’è il legame incestuoso tra due della stirpe del re e tutta una serie di legami concepiti tra puttane e uomini di merda che le sfruttano. C’è anche il popolo incivile di quelli che poi furono capeggiati da una biondissima figlia dei draghi e c’è una terra del nord (il nord!!!) dove ci sono spiriti del male e morti che camminano. Nella narrazione si vede tutta la misoginia di quei tempi e si declina il fantasy senza fare sconti. Gli eroismi gloriosi vengono svelati per quello che sono: gesta sanguinarie di stupratori e sadici assassini che non avevano alcun problema a scannare un neonato e a farlo a pezzi davanti alla madre. Gente che per “placare l’ira di un dio” non aveva alcun problema a usare le donne come macchine per fare figli e a sacrificare quei figli a quel “dio”. Gente che prendeva le donne come bottino di guerra. I cavalieri eroici non esistono. Sono infantili figure di potere animate da machismo, cultura patriarcale e sentimenti umani. Potere, vendetta, perfidia allo stato puro e possesso. Il senso di proprietà al quale le donne devono assoggettarsi e che poi esercitano per ripicca pervade tutto quanto. Le donne escono intere dalla storia solo se sono in grado di attraversare il fuoco e uscirne vive perché, appunto, figlie del drago. Altrimenti non contano un cazzo e se sbagliano, qualunque cosa dicano, sono condannate a morte.

Di altre storie per ora non me ne vengono in mente. Se ne avete raccontatecele perché l’estate è arrivata e nella lotta un po’ di distrazione si che ci vuole. 🙂

Ps: a me Battlestar Galactica e Caprica non piacciono per niente. Sorry.

Posted in Anticlero/Antifa, Comunicazione, Critica femminista, Pensatoio, Vedere.


13 Responses

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  1. Paolo84 says

    l’importante è che le scene mostrate siano necessarie per comprendere la storia, le atmosfere, i personaggi e siano efficaci, credibili, coerenti..per me questo conta nel giudicare un’opera..qualsiasi opera artistica (pop o non pop)

  2. Tiresia says

    Mi permetto di dissentire. Una trama fatta di personaggi stereotipati può sicuramente funzionare ma il suo valore come narrazione diminuisce notevolmente (che poi credo sia proprio la critica base dell’articolo che stiamo commentando).
    Poi ovviamente sono solo opinioni personali, ad esempio a me Battlestar Galactica piace e nn sono d’accordo con la critica fatta a “La Horde” perchè i film di zombie hanno un loro meccanismo che credo sia stato frainteso. Rimane però che una storia è fatta di scene che l’autore sceglie di mostrare e, come per i media, sono comunque scelte di campo.

  3. Paolo84 says

    “stereotipati” o no, l’importante è che questi comportamenti siano credibili e abbiano un senso nella trama

  4. Tiresia says

    x Stefano
    scusa ho letto solo ora. Bhe nei libri Martin è abbastanza morboso quando non serve e tende a fare delle scelte di trama in cui si ingarbuglia da solo per poi non concluderle. Nella serie hanno dato una certa linearità e coerenza a molti personaggi che invece nel libro hanno spesso una certa superficialità psicologica.
    E’ indubbio che nel medio evo le donne nn avessero accesso a gran parte della vita sociale e che la storia scritta da uomini abbia teso a cancellarle ma Martin ha introdotto molti personaggi femminili ispirati a figure che hanno avuto un’indubbia rilevanza. Senza approfondire Daenerys che è la copia di Galla Placidia, vi sono state regine, amanti e signore che hanno influenzato la politica dell’allora mondo, guerriere che hanno ispirato eserciti e religiose che sono diventate delle icone viventi. Nei libri lui prende questi archetipi ma poi tutti prima o poi rimangono chiusi nella banalità di comportamenti così stereotipati che sembrano usciti da uno spot della peroni (Sansa e Catelyn sono le 2 punte dell’iceberg)

  5. Paolo84 says

    comunque i supereroi problematici non sono nati con Misfits, già Stan Lee ci aveva pensato anche se Spiderman non ruttava (e sì non mi dispiacciono nemmeno i supereroi ed eroine della tradizione)

  6. Tiresia says

    Di Miyazaki i capolavori assoluti sono “La Principessa Mononoke” e “La città incantata” ma ce ne sono anche molti altri come “Porco Rosso” (peraltro un omaggio all’Italia solo recentemente arrivato nei nostri cinema) o “Il castello errante di Howl”.
    Della Le Guin hanno recentemente ristampato “La leggenda di Earthsea” (o di Terramare in base alla traduzione) di cui esiste anche un’adattamento di animazione giapponese. Oppure c’è “La mano sinistra delle tenebre” che invece è una sua opera di fantascienza con cui ha vinto il premio Hugo se nn erro.
    Figurati, è un piacere 🙂

  7. Paolo84 says

    X cybergrrlz
    io sono quasi onnivoro sulle serie-tv e sul cinema, guardo e apprezzo anche cose molto diverse tra loro, quindi pure i detective “tradizionali con sensi di colpa e sentimenti come i “duri” alla Callaghan (e poi amo Clint) mi piacciono, per me c’è spazio per tutto, per la “tradizione”, per l’innovazione e per ogni commistione o variante l’importante è che il film o la serie tv sia fatta bene, che i personaggi, lo ripeto per l’ennesima volta, risultino convincenti
    E pure di Misfits mi hanno parlato benissimo.
    Spostandoci alla letteratura e parlando di fantasy apocalittico, io ho molto amato L’ombra dello scorpione del grande Stephen King, il romanzo ha un afflato “cristiano” (anche se è un cristianesimo molto “pop” e non consolatorio, è king stesso che lo definisce “un racconto di oscuro cristianesimo”) che non a tutti potrà piacere ma io (che sono agnostico) mi sono prprio goduto la lettura (adesso sto leggendo It e sono in estasi)

  8. stefano says

    scusa tiresia,ma come puoi dire seriamente che la trama di GoT sia stata migliorata rispetto ai libri?e dai…io della 2 serie sono riuscito a guardare solo 3 puntate,poi non ce l’ho più fatta.sta diventando proprio tutta un’altra cosa,con scelte degli sceneggiatori (a mio avviso)pessime e prive di logica.per quello che riguarda la visione maschiocentrica del fantasy,nel nostro caso,essendosi ispirato lo scrittore al mondo medievale ,mi sembra normale che le donne in quel tipo di mondo non avessero molto spazio.ad ogni modo,uno dei miei personaggi preferiti (dei libri)è asha greyjoy.

  9. fasst says

    tiresia, si infatti. il trono di spade ha degli elementi di cura, la sessualità esplicita, le donne che la agiscono, la consapevolezza delle oppressioni machiste che pervade le puntate. si vede che c’è un buon lavoro dietro e tuttavia potevano fare di più.
    di Miyazaki c’è qualche film particolare che secondo te è il caso di vedere?
    la le guin non l’ho letta. la vado a cercare. grazie! 🙂

  10. Tiresia says

    Il Trono di Spade (o Game of Thrones nella versione originale) è sicuramente una serie realizzata alla perfezione per gli amanti del fantasy. E’ però l’esempio + lampante di come questo genere sia normalmente afflitto da una visione maschiocentrica del mondo. Gli sceneggiatori hanno fatto un lavoro eccezionale nel migliorare la trama (la serie è uno dei rari casi in cui si supera di gran lunga i libri) ma non possono fare dei miracoli.
    Per trovare un fantasi maggiormente sensibile e raffinato (o “femminile” direbbe il gretto senso comune) bisogna andare a cercare i libri di Ursula Le Guin o i film di animazione di Miyazaki.

  11. cybergrrlz says

    Dexter piace pure a me 🙂
    E’ bellissimo che ci sia un detective finalmente dirty, sporco, addirittura assassino. che noia quei detectivi tutti integerrimi che hanno mille sensi di colpa per qualunque cosa e che fingono di avere mille sentimenti umani.
    Dexter da quel punto di vista è magnifico perché è dissacrante.
    così come misfits http://it.wikipedia.org/wiki/Misfits_(serie_televisiva)
    con questi pseudo eroi che finalmente non sono supermen e neppure superwoman ma sono gente di periferia che scaccola, rutta, scorreggia e bestemmia e non gliene frega nulla dell’etica statunitense dell’eroe machista. qui donne e uomini pari sono e i ruoli sono tutti sovvertiti.
    sempre su rai4, come dice fasst che ha ragione in questo (bravo freccero).

  12. Paolo84 says

    purtroppo non vado pazzo per il fantasy (a pare il fantasy-horror tipo Buffy e anche Streghe) ma del Trono di Spade (e pure di True Blood) mi hanno parlato bene proprio per come costruisce personaggi maschili e femminili convincenti,complessi e sfuma i confini tra bene e male. Non ho nulla contro le eroine madri, le madri, eroine o no, sono una realtà, è giusto che vengano rappresentate. La sola cosa che conta è avere personaggi credibili, coerenti col tipo di storia che si racconta
    Tra le serie-tv da vedere consiglio pure Dexter

  13. Serbilla Serpente says

    Ho già scritto “vi amo” sul web? 😀
    (bad wolf)