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Dove sono finiti gli zombies post-gender?

Questo post potrebbe intitolarsi anche “e se ti stuprano perfino da morta”…

Personalmente non ho visto questo film, ma esattamente come la vecchia tradizione dei vampiri, non Twilight per pietà (vi ho raccontato qui il perchè) che sembra un film di moccia con i fidanzatini dotati di dentoni, quindi quella in cui i vampiri erano una risposta culturale contro vittoriani, bigotti, censori, omofobi, e chi più ne ha più ne metta, sono appassionata alla vecchia tradizione dei film di zombie. Quello di Romero in assoluto, ripreso a schegge in qualche film più recente ma mai con la stessa forza comunicativa se non in quello che lo stesso Romero rieditò qualche anno fa (la terra dei morti viventi).

Gli Zombie di Romero che attentano alla vita degli abitanti delle città opulente sono i diseredati, i poveri, gli immigrati, quindi i morti che risorgono simbolicamente dalla terra dove qualcuno li ha sepolti per andare a prendersi una rivincita sui “vivi”. Chi sia più morto tra le due categorie è da vedere e lo chiarisce nell’ultimo film del 2005 in cui i vivi sono asserragliati in una fortezza circondata dal mare nella quale rimarranno prigionieri quando i “non morti” riusciranno a sbarcare nell’isola. L’isola dei ricchi potrebbe essere per esempio anche la nostra fortezza europa, quella che mette militari in tutte le frontiere e che tratta gli immigrati che tentano di entrare nei nostri territori esattamente come zombie. Non-morti, affamati, hanno fame, vogliono nutrirsi, vogliono solo mangiare e per questo fanno paura a quelli che quella fame l’hanno saziata e continuano a saziarla senza voler dividere un briciolo di ricchezza con nessuno.

Ve la dico brevemente perchè anche su questo scriverei a lungo: nei film di zombie alla Romero la questione di genere non c’è perchè i film vengono dagli anni settanta, e pari sono le zombesse e i zombi maschi così come pari sono le vittime. Sono semplicemente due fazioni, una a difendere il privilegio esclusivo a nutrirsi e l’altra a continuare ad avanzare lentamente per prendersi quello di cui avevano bisogno.

Il film di cui si parla nel video e di cui parla WilSidez, i cui interessanti stimoli leggerete sotto, sembrerebbe essere stato “arricchito” di un nuovo elemento fino ad ora sconosciuto. Come dire forse i film di zombie vengono presentati con un capovolgimento di senso per affermare comunque la superiorità soprattutto del maschio ricco sul non-morto specie quello di sesso femminile che viene dileggiato, punito e stuprato nonostante la sua condizione. C’è tanto su cui riflettere a partire dalla mutazione di personaggi asessuati e post-gender per ritrovarci di nuovo con una attribuzione di genere. E’ lo specchio della realtà o una restituzione simbolica che accresce le forme di discriminazione?

Buona lettura!

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Wildsidez dalla nostra mailing list:

[Segnalazione per lo schedario “film che propagano stereotipi sessisti e odio per le donne”]

Ciao,
non so chi di voi ha visto l’ultima uscita francese nel genere, LA HORDE. Io non sono una esperta degli zombiemovie (ne ho visti pochi), però mi pare che in questo qui ci sia una “ideuzza” mai apparsa prima (ma posso sbagliarmi…), che segna un piccolo scatto di qualità nel paradigma dell’immaginario maschile sull’utilizzo/oltraggio dell’oggetto donna.

Se di films con donne vive stuprate, torturate, fatte a pezzi, uccise e trasformate in bambole, ce ne sono valanghe, da sempre;  se di films con donne morte “utilizzate” da cadavere ce ne sono ugualmente alcuni/tanti;

beh, è la prima volta che mi capita di vedere una scena (minuto 57) di una zombie insultata e stuprata!  e non perchè zombie (non avrebbe senso), ma perchè identificata dal maschio che la guarda nel genere femminile anche nel suo stato di essere nè vivo nè morto (non più umano, ma pur sempre donna da odiare!).

Per quel che ne so, lo zombie è da sempre identificato con un essere “potente”, un essere che non puoi uccidere perchè è già morto ma è unnonmorto, e ti può fare del male, e che devi solo evitare per sopravvivere.  Lo zombi perlopiù non è rappresentato come un subalterno, e non ha una identificazione precisa di genere, perchè non è più umano.
Invece in questo film, quando i bulli incontrano questo zombi semiparalizzato a terra, di vago aspetto femminile, cominciano ad apostrofarlo, non come “fottutissimo zombie” come magari ci si aspetterebbe, ma urlano “Sale Pute!” (l’ho visto in francese), e sghignazzando tutti intorno tenendol* fermo cominciano a oltraggiare l’essere, in perfetto stile “stupro di gruppo”, tentando di costringerl* a baciare una testa mozzata di aspetto maschile, finchè non interviene il capo del gruppo a interrompere il gioco divertente sparando in testa all* zombie.
Il fatto che alla fine del film l’unico umano a sopravvivere sia una donna, non serve a far apparire il film meno maschilista.

Non so voi, ma l’idea che un non-morto-zombie perda la sua “potenza” quando viene identificato (?) come di “genere femminile”, e quindi sia alla mercè dei maschi umani vivi proprio come le donne vive (e morte), un pò mi ha fatto pensare a che tipo di immaginario maschile possa averlo prodotto.
Ci sarebbe anche da aggiungere le considerazioni sull'”oltraggio al corpo del nemico ucciso”, che è una costante in tutti i conflitti gestiti da maschi, ma lasciamo stare.

[…]

Posted in Pensatoio, R-esistenze, Scritti critici, Vedere.


One Response

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  1. Walai says

    Ragazze sabato 31 a Roma c’è l’evento sull’ Horror di genere.
    Un bacione
    Walai