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Fatti bella: la violenza sulle donne è un brand!

Notizia presa da Giornalettismo.

Scommetto che non c’è un corrispondente al maschile di una campagna come questa. In giro si vedono solo facce peste e corpi minacciati, feriti, ma splendidi, per carità, senza un capello fuori posto, doverosamente belle anche da morte, e sono tutte donne perché l’estetica della violenza si basa sull’assunto che donne+livido sia una gran figata, ed è una cosa che la sbagliamo noi quando facciamo campagne contro la violenza vittimizzando le donne, facendole apparire come bambine, prive di capacità di intendere e volere, in attesa soltanto di tutela invece che di strumenti da usare con autodeterminazione, ed evidentemente la sbagliano i pubblicitari quando speculano sui cadaveri delle donne perché lucrano su tutto, anche sulla violenza che le donne subiscono.

Vuoi o non vuoi la violenza sulle donne è il brand. L’immagine della donna colpita, ferita, picchiata, ché se la erotizzi è meglio, è una costante di questi anni. Venduta la notizia che – udite, udite – le donne subiscono violenza ed ecco venduto un altro filone attraverso il quale chi vuole speculare e commerciare si inserisce.

Questo vale per sigle e partiti che vogliono farsi conoscere, che esigono consenso, o per gruppi e testate giornalistiche che mirano ad un target e capiscono che parlare di donne picchiate è cosa “utile” e può essere monetizzata, e vale anche per le aziende (come quella di cosmetici che si pubblicizza sopra) e i pubblicitari che se potessero metterci le mani sopra, ai cadaveri di donne, userebbero anche quelli.

Non è la prima volta e non sarà l’ultima. Certo è che così si alimenta anche il luogo comune che essere succube sia bello. Guardale lì come sono bone queste tipe nonostante squarci in gola e facce sfregiate. Vuoi mettere averci la faccia tagliata da parte a parte? Da pagare qualcuno per farsi fare un disegnino così, no?

Scherzi a parte, nel frattempo la stampa, in particolare il Corriere, è concentratissima sull’ultimo femminicidio, delitto n.71, la straniera per mano del notaio, e di lui si dice che fosse rispettosissimo della moglie, che ha detto che lei è una brava donna e poi aveva anche la madre che l’adorava e quindi parrebbe che ammazzare la straniera, l’amante, e suicidarsi fosse opera del diavolo. e in questa storia chi può essere il diavolo tentatore se non la bellissima straniera? Per inciso di lei sappiamo solo che era molto bona. Perché anche nel dare le notizie di cronaca, quelle vere, i media mainstream tengono molto al fatto di stabilire se la vittima sia decorativa e trombabile oppure no. Quelle bone le divulga via foto perché si vende di più (le ventenni morte ammazzate dagli ex fidanzati di recente per non parlare delle minorenni che vengono morbosamente svendute sui media). Quelle che bone non sono se ne occupano il giusto, anche niente. Perché la bella presenza, potete giurarci, vi serve anche da morte e perché quando si parla di voi che subite violenza, se l’utente, il lettore medio, non gode alla vista per il trastullo serale o mattutino che gusto c’è?

Posted in Comunicazione, Corpi, Critica femminista, Pensatoio, Scritti critici.


2 Responses

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  1. unannodiracconti says

    Sono d’accordo. Chiunque abbia fatto queste fotografie non è stato lì a pensare al loro significato intrinseco. L’espressione sul volto di queste donne e’ comunque provocatoria, avvincente, irreale.

  2. Sil says

    Interessantissimo e giustissimo! Solo, non sono molto convinta della prima foto che avete scelto, che mi sembra differente rispetto alle altre proprio perché parte di un progetto, e dichiaratamente a contrasto (anzi, sinceramente quelle foto e il progetto mi sembrano belle e interessanti).