Prima fu un delitto di mafia. Si predispongono i gudgets di ricordo sulla strage di Capaci e di Via D’Amelio. A sera tutti riuniti nelle piazze, la fama della sacra corona unita arriva fino a timbuctù, un dubbio serpeggia tra i cortei ma tutti se ne fottono. Saviano ne approfitta per leggere l’evento con un suo scritto (dotato di copyright).
I quotidiani che danno la notizia sono strapieni di pubblicità. Qualcuno fa notare che è decisamente fuori luogo fare soldi sulla pelle dei morti. Bisognava dirlo ad ogni strage e ogni terremoto e ogni femminicidio. Avete notato che per le notizie di cronaca più succulente vi si apre la pubblicità come per incanto? Le notizie di cronaca spesso riguardano donne morte per mano di uomini violenti.
C’è comunque tanta confusione. Si dice che sono stati colpiti dei ragazzi. Poi si chiarisce che le persone colpite sono ragazzE.
Tirano fuori la storia degli anarchici. Un Pinelli di mezzo non guasta mai. Qualche giorno prima la ministra aveva detto che la madre di tutte le preoccupazioni erano i #notav. Poi spunta la traccia dell’uomo solo, un “non” immigrato. Gli faceva troppa fatica dire bianco, europeo, italiano, chi lo sa.
I giornalisti si affollano dinanzi alla scuola, seguiranno la diretta a reti unificate dei funerali della ragazza uccisa. Ministri e politici sfilano e non manca qualche fotografia più intima. Il presidente Monti piange. Nel frattempo la gente continua a suicidarsi per assenza di ammortizzatori sociali e di lavoro. Serve proprio un’arma di distrazione di massa.
Ancora non si sa nulla sulla matrice (politica?) della strage. Viene descritto un uomo solo, arrabbiato con il mondo. Si susseguono notizie su interrogatori e fermi, indagati e ricercati, arrestati perfino e rilasciati. La Procura non dichiara. Fondamentalmente smentisce.
Poi arriva un nome, quello di un tale che circola per tutto il giorno, e perfino io sono curiosa, di sapere se è stato un uomo e per quale ragione, perché colpire le ragazze? perché prendersela con una scuola? nel rispetto della privacy, non serve il nome, ma non mi sento in colpa se sono interessata a conoscere i retroscena di questa faccenda che giudico strumentalizzata fin dall’inizio.
Invece viene fuori un nome, di uno che è stato interrogato ma non è indagato, ma circola quel nome e la via e il numero civico del luogo in cui abita, lo mettono alla gogna, il che suscita particolare indignazione anche se nel mostrarla si ripete quel nome e si moltiplica il messaggio.
Ad ora abbiamo una serie di figure di merda da parte di quelli che avevano ipotizzato gigantesche trame mafiose. Cannibalismi e morbosità a mezzo stampa di chi mercifica pure la morte di sua madre. Una manifestazione (antimafia preventiva?) che non si capisce bene per cosa sia stata fatta e non abbiamo ancora il motivo per cui si è compiuta quella strage. Ed è il motivo che è importante, per mettere fine a tutte le speculazioni di Stato. Del nome ce ne freghiamo.
Leggi anche:
Brindisi: strage a scuola. Vi ricordate Columbine? Vi ricordate Marc Lèpine?
#Brindisi: c’era una manifestazione e mi sono chiesta che ci facevo lì!
#Brindisi: l’uso e l’abuso dei corpi delle donne (si dice ragazzE chiaro?)
#Brindisi: c’è un “non” straniero che può servire a spostare l’attenzione!
#Brindisi: chi ha armato la mano dello stragista?
bello, altro che. brava! 🙂
(io nel mio piccolo sono per la strategia della tensione. che poi si siano usati soggetti provenienti da altre parti, utili idioti o quel che l’è, cambia poco. naturalmente, non ho prove 🙂 se non una sgradevolissima sensazione)
saluti