Troppo cordoglio nell’aria. Abbiamo un presidente della Repubblica che esce dal coma praticamente solo per esprimere cordoglio e invocare coesione nazionale. Presto avremo un ministro per il cordoglio, uno che viene fuori da un corso per cordogliatori o cordoglianti, che piange il giusto, che usa parole come “oltremodo” “infausto” e “strazio”, che ha una posa popular/friendly perché bisogna pur far capire che i governanti sono empatici con le disgrazie di noi poveri umani di quaggiù.
Poi c’è il giornalista del cordoglio, quello che si straccia le vesti e batte il pugno al petto e soffre, senti come soffre?, c’ha la sofferenza che gli cordoglia inside e come cordoglia lui proprio nessuno, e va cercando elementi cordoglianti in ogni dove per mantenere desta l’attenzione e per provocare orgasmi collettivi a quella gente così commossa, così partecipe, così curiosa e affamata di dettagli morbosi. Sono zombies che si eccitano alla vista di tanta pornografia emotiva e non sanno esistere senza un pelo di pube dell’adolescente stuprata, una pagina del diario con i cuoricini della ragazzina ammazzata, un “Filomena, piccolo angelo” tatuato sulla fronte.
Vogliono carne, carne a brandelli, brandelli umani, e diteci se in rete se ne reperiscono dei morti terremotati (ché però pare non interessino a nessuno) e delle adolescenti frantumate, di quella uccisa che al pari di una qualunque altra adolescente dalla faccia bella e pulita diventa oggetto di mercificazione. A proposito: qualcun@ è andat@ a casa sua a sottrarre lo spazzolino da denti per rivenderlo su e-bay?
E non ho il coraggio di fermarmi ad assistere alle elucubrazioni di psichiatri e presentatori da quattro soldi che hanno fatto diventare ogni delitto una festa paesana, un momento di incontro in cui porti babbaluci e fuochi d’artificio e i palloncini per i picciriddi, ché tanto è come se fossimo tornati alle grandi feste per le impiccagioni, per i roghi alle streghe, e così siamo eccitati/e aspettando di nutrirci di particolari della defunta, con la tv che pensa agli ascolti per la cronaca in diretta dai funerali di Stato, ché quello per Melissa o il matrimonio di Lady Diana pari sono.
E’ tutto un gossippare cordogliando o un cordogliare gossippando. Ed è talmente americana questa cosa, americana della peggior specie, di quella cultura che ci ha colonizzato fino a farci diventare degli automi, che quasi ci si chiede se tutto ciò non alimenti il desiderio di mitomani di apparire in televisione, di far discutere di se’, per comunicare idee completamente folli, per vedere le fazioni, pro e contro, i simpatizzanti, perfino, quelli che si preparano a provare empatia con gli assassini.
I giornalisti, quelli di una volta, Pippo Fava, Peppino Impastato, per tirare fuori due nomi a caso, non esistono più. Oggi come oggi l’inchiesta consiste nel trovare le mutande sporche della ragazza assassinata, scavare nella vita privata di ciascuno per trovare tracce torbide, buttare fango su tutto e tutti, svendere sentimenti ed emozioni, quelle che fanno presa perché il resto si censura, e si codifica un nuovo tipo di essere umano, l’homo televisivus che parla come maria de filippi e si eccita per il plastico di bruno vespa.
Non so. Abbiamo provato a fare dei ragionamenti e ogni volta che ci proviamo, dal terremoto de L’Aquila alla faccenda di Brindisi ci dicono che il cordoglio e zitte e tacete, perdio, su, sospendete la critica e i pensieri perché si parla con il “cuore” e qui invece abbiamo l’impressione che si parli con il culo, senza offesa per nessuno, ma sembrano tante imperiture scorregge dell’umanità cordogliante che cordoglia e cordoglia e cordoglia e che esige che si cordogli a reti unificate perché anche per il dolore c’è un tempo e un luogo.
“Applausi” e tutti applaudono. “Cordoglio” e tutti cordogliano. Ci faranno anche la danza del cordoglio. Paparaparaparaparapà, e applausi, yeah, e cordoglio… e cordoglia bene, capito?
Scusate il tono dissacrante, ché qui si rispetta il dolore, quello vero e non quello da tastiera, il dolore delle persone ferite a morte, ma non si può che avere il desiderio di restituire due pensieri con quei due neuroni che ci sono rimasti. Cordogliando, of course!
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@luziferszorn @Astarte
Non se si tratti fino in fondo di un qui pro quo, il mio era solo un invito a non essere liquidatori su un film che per altro pare interessante. Forse non ho percepito il chiacchericcio mediatico che ne è seguito ma non ne dubito. Io volevo solo dire che semmai gli abusi “inventati”, ancorché siano pochi, non vanno ad assolvere quelli avvenuti (“ecco che sotto sotto c’è la strega bugiarda”) ma semmai partecipano della stessa costruzione simbolica. L’abuso non è separabile dal modo in cui viene simbolizzato, rappresentato etc. e la strategia vittimizzante che costringe chi lo subisce nella figura un po’ martire della passività e della testimonianza è parte del problema. E’ parte dell’abuso stesso, anche quando sembra invece volerlo riscattare. Tutto qua.
X luz
Ok, a me interessa solo stabilire che tutte le storie vanno raccontate indipendentemente dai chiacchericci reazionari che possono prendere spunto da esse: il chiacchericcio è una cosa (e viene fatto spesso senza neanche aver visto il film) e il film è un’altra
Scusate la deriva, ma il quiproquò mi pare interessante. Qui nessuno vuole parlare “male” di un film prima che questo esca nelle sale (sempre molto gratificante la fiducia che si ripone negli interlocutori). Il punto è che il chiacchiericcio intorno a questo film ha già generato quanto Astarte ha denunciato. Dunque è dei “bisogni reazionari” di una società che si vorrebbe parlare e non del regista e del suo film, non almeno per ora.
X luziferszorn
mi sa che parliamo di un film che nessuno ha visto…comunque stando a quanto dichiarato dal regista non ci dovrebbero essere “bambini cattivi” nè “adulti-modello”, non credo sia un film così rozzo e manicheo
Bel pezzo, complimenti. La questione del pensiero unico vittimizzante è seria, pervasiva e il risultato più tangibile è la sospensione di ogni critica nel generale e volgare piagnisteo.
@Astarte
il film di cui parli è “Jagten” di Vinterberg, ed è stato appena presentato a Cannes. Da quello che leggo sembra essere tutt’altro che la riscossa dei maschi contro la bambina bugiarda. Men che meno la difesa degli zii di Avetrana. L’invenzione di un abuso non va ad assolvere quelli realmente accaduti, semmai ne condivide in modo rovesciato la stessa potenza simbolica distruttiva. In ogni caso eviterei di stigmatizzare un film che non si è nemmeno visto.
Scusa, Paolo84, ma le due problematiche non sono da intendersi come realtà speculari: non è che da una parte esista la piaga dei bambini abusati sessualmente in ambito familiare e/o sociale e dall’altra il tragico corrispettivo di adulti modello (genitori, insegnanti, preti) accusati ingiustamente di maltrattamenti simili. Questa semmai è la banale lettura reazionaria che un film come quello citato produrrà sull’opinione pubblica. Inoltre chiariamo un fatto: la colossale panzana dei “bambini cattivi” è una psico-mitologia fascista formatasi in seno alle società fasciste.
mi sa che userò questo post anch’io e lo farò mercoledì, quando, per lo meno nella scuola in cui lavoro, si celebrerà la giornata del cordoglio nazionale. L’immagine è di Banksy?
Tutto fa brodo…dicevano le nostre nonne.Stessa cosa vale per la tv…dove illustri inviati sparano favolette allucinate,perchè le bugie pardon le balle da inventare le hanno esaurite.
Domanda della giornalista,mentre il microfono viene ficcato quasi bocca”Ma lei ne soffre?”a chi gli muore un parente in modo attroce.Già che strano!Ne soffrono!!!!
p.s…Per fortuna il Mentano nella diretta ha “sparato”la sua illuminante idea di unamatrice islamica…”Sai i costumi liberi(he????)della nostra società,una scuola tutta al femminile”!Oh cappero,che orrore.Per fortuna si è limitato a 1 unica sparata falsa.
“Aggiungo che tutti plaudono ad un nuovo film, non ricordo di quale regista straniero, che parla di una bambina che accusa falsamente di stupro un adulto: la riscossa dei maschi. Ovviamente la bambina (femmina) è la strega bugiarda…” astarte
guarda no..qua non è questione di maschi e femmine, purtroppo casi come quello narrato nel film in concorso a Cannes possono succedere ed è giusto che vengano raccontati nella loro complessità..tra l’altro il regista stesso (che non è un cretino qualsiasi, è Thomas Vinterberg già regista di Festen che parlava di abusi, stavolta veri, sui bambini commessi dal padre) ha dichiarato che anche la bambina è vittima perchè non mente per “malvagità” ma per far contenti gli adulti cioè la società che ha bisogno di trovare “il mostro”. E comunque prima di giudicare i film (in concorso c’è pure quello di Haneke che affronta il delicato tema dell’eutanasia all’interno di una coppia), in un senso o in un altro, si dovrebbe vederli
E adesso è l’ora infausta del cordoglio al “povero disoccupato” di Brescia che durante una lite con la moglie voleva ammazzare lei e i due bambini. Invece è riuscito ad ammazzare “solo” i bambini di uno e quattro anni e se stesso. Ora tirano fuori il “suicidato dalla società” ma questo è, prima di tutto, un assassino. Se fosse stata una donna ad uccidere il proprio bimbo appena nato, magari una poveraccia costretta dall’emarginazione a non trovare nessuno che l’autasse ad abortire (spesso il frutto di uno stupro) nessuno avrebbe avuto pietà di lei.
Ora si sta in pratica giustificando un doppio (per un pelo triplice) omicidio solo perché poi l’assassino si è suicidato. Come se le difficoltà economiche, giustificassero.
Io lo trovo scandaloso.
Come il cordoglio di cui parla questo bellissimo articolo.
Aggiungo che tutti plaudono ad un nuovo film, non ricordo di quale regista straniero, che parla di una bambina che accusa falsamente di stupro un adulto: la riscossa dei maschi. Ovviamente la bambina (femmina) è la strega bugiarda…
Con tutti gli abusi che vengono perpetrati, qui si sta sempre a parlare della donna mentitrice e a difendere gli zii di Avetrana…
Giulio, certo 🙂
Citaci please e fai girare quanto vuoi.
Un capolavoro. Posso copiare?
illuminante.