Giorni fa dicevamo che domenica 13 maggio a Roma si svolgerà un corteo d’accusa contro l’autodeterminazione delle donne. Si chiama *marcia per la vita* e tra le adesioni a questo evento medioevale c’è di tutto, sigle cattolico/integraliste, sigle in odor di fascismo, trovi finanche i templari redivivi a testimonianza del fatto che – è proprio vero – certe volte tornano e quando tornano lo fanno con tanto di Patrocinio di Roma Capitale, con l’adesione di qualche deputata del Pd, nella città in cui tale Tarzia, con supporto di Polverini governatrice della Regione, firmataria dell’appello che sgrava la coscienza ai più in tema di femminicidio, vorrebbe, appunto, polverizzare i consultori pubblici.
La stessa città in cui si regalano luoghi o sedi fisiche a Casapound e cimiteri agli embrioni (e perdonate l’azzardo ma la filosofia che sta alla base delle due scelte sembra la stessa). La stessa città in cui “è tempo di essere madri” e nella quale lesbiche e gay subiscono aggressioni da parte di fascisti perché bisogna pur essere etero, riproduttivi e cristianamente disponibili a subordinare il proprio piacere ad uno scopo più nobile.
Io non so che gente è quella che sfilerà in questo corteo, dove vive, quanto e come insisteranno ancora nel farmi credere che l’unica chance per le donne sia quella di essere madre, e che il mio corpo debba essere usato come incubatrice, viva o morta che io sia, per soddisfare questo morboso e autoritario intento di sorveglianza delle donne.
Non so come facciano le figlie delle figlie delle figlie di quella gente a sopportare chi ti tratta come se tu avessi sempre bisogno di tutela, come se tu, femmina che ha avuto il culo di avere un utero per il quale non mostri neppure un po’ di riconoscenza, non fossi degna e sufficientemente consapevole circa il destino che ti spetta, come se tu non fossi altro che una demente che bisogna sedare e disinformare sorvegliando i tuoi amplessi e i tuoi orgasmi, impedendoti di fare sesso, come corvi neri che ti stanno addosso in attesa delle doglie. Le tue.
Lola ne aveva parlato qualche giorno fa. Loredana ne parla oggi e segnala un test che a farlo è una delizia perché stai pur certa che se dici “falso” rispondono “sbagliato” e tra le tante cose scritte e veicolate, in odor di terrorismo psicologico e disinformazione, ce n’è una che spiega esattamente qual è l’intento di questa gente.
Chiamano la pillola del giorno dopo “prodotto abortivo” e se impediscono anche la contraccezione d’emergenza, così come risulta a loro difficile l’uso di altre forme contraccettive, è chiaro che non vogliono prevenire l’aborto ma vogliono obbligarci a usarlo come unica scelta.
Il tema resta lo stesso: serve educazione sessuale nelle scuole e contraccezione. Senza la prevenzione e con la brutta morale cattolica che ci vieta di vivere una sessualità libera e consapevole l’aborto, che fino alla 12esima settimana di gravidanza in questo stato è legale, diventa un obbligo. Allora questa gente, che marcerà domenica invocando fulmini e augurando l’inferno per le donne, sostanzialmente marcia contro se stessa?
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@bl
SPOILER
Però Spartacus ha liberato i gladiatori e massacrato i romani, adesso è in fuga. Non so quanto convenga affidarsi a lui XD
Avete visto questa protesta dei centurioni romani?… http://youtu.be/XwzjWOt5JIk
Poi il giorno della festa della mamma, come dire che le donne devono essere tutte madri!
Ma nessuno marcia contro quelli che non vogliono essere padri? sempre colpa delle donne eh? Come se gli uomini non consigliassero di abortire..a parte questo è la solita criminalizzazione del diritto alla sessualità femminile.
ognuno ha il diritto di decidere sul proprio corpo e sul proprio utero, io non voglio obbligare nessuno ad abortire (anzi l’aborto dovrebbe essere legale, sicuro e raro) ma voglio che ogni donna possa decidere su questioni che riguardano il proprio corpo e la gravidanza è una di queste questioni. Chi si oppone a questo è un nemico della libertà personale. In particolare la posizione cattolica che si oppone pure agli anticoncezionali dimostra che il vero obiettivo non è quello di difendere il nascituro ma di controllare e reprimere la sessualità femminile