Skip to content


A manifestare andiamo nude

Succede che in Egitto una ragazza che sfida il divieto a pubblicare foto di nudo artistico subisca minacce di morte e insulti e che tutto l’occidente democratico si animi in difesa di questa femminista trasgressiva, mentre dalle sue parti altre donne si spogliano nel web per darle supporto e in tutto il mondo la risposta a questa ondata generale di bieco moralismo integralista, censura dei corpi e criminalizzazione delle donne è stata la Slut Walk, la marcia delle “sgualdrine” come vengono comunemente chiamate le vittime di stupro indicando il loro abbigliamento come causa della brutalità degli uomini.

Succede che quello che altrove si ammette sia rivoluzionario in Italia diventa una specie di pagina contraddittoria da gestire tra richieste di allungamento di gonne e marginalizzazione delle sex worker, tra divisione delle donne in quelle perbene e quelle permale e integralismo nella indignazione sull’uso dei corpi delle donne.

Mentre altrove, insomma, la risposta all’autoritarismo è quella di spogliarsi in Italia troviamo Rosi Bindi che dice che devono esserci più cattolici in politica (intervista di oggi su sky24) che noi sappiamo essere altrettanto integralisti che i loro simili sparsi per il medio oriente.

Mentre altrove ci si spoglia, qui l’invito è a rivestirsi. Allora mi chiedo come concilia questa ondata puritana, questa deriva maschilista, questo aggravarsi dei richiami che vertono sul totale controllo dei corpi delle donne e della nostra sessualità, questa attitudine tutta Italiana o di molti stati sud/europei a prodursi in cacce alle streghe e roghi quotidiani di donne con processi a tutte le loro abitudini, alla maniera in cui gestiscono le loro vite e la sessualità, con l’entusiasmo per le modalità liberatorie con cui le donne altrove, in Egitto, conducono le loro lotte?

Siamo davvero noi più progrediti? Davvero lo siamo se perfino le battaglie per la limitazione dell’uso dei corpi delle donne per vendere prodotti di consumo viene cavalcata da quelle e quelli, fascist*, che le donne le vogliono con il burqa?

Davvero noi stiamo meglio se per giudicare le capacità delle donne di governo stiamo attent* innanzitutto a che non abbiano scopato con nessuno prima di entrare nel merito dei loro reali obiettivi politici?

Davvero noi abbiamo qualcosa da insegnare, nei nostri pruriti di giudizio e di esportazione di democrazie fasulle, a quelle altre che vivono dei nostri stessi problemi?

Il punto è che in Italia un nudo di donna, specie se non ritoccato con photoshop, sembra un insulto, viene censurato, disturba e chi lo realizza viene indicato per la lapidazione. Così come succede che pubblicitari e creativi misogini spaccino le loro “creazioni” condite di fika per provocazioni culturali invece che per le bieche operazioni di sfruttamento che in realtà rappresentano.

Il punto è che le nudità reali o simboliche delle donne che gravitano sul web in Italia, vengono comunque giudicate e processate e quelle donne vengono perseguitate da integralisti cattolici e fascisti che le vogliono chiuse in casa a fare figli per uomini orribili.

I corpi liberati sono meglio dei corpi costretti e quei corpi rappresentano molto di rivoluzionario, corpi veri, corpi fatti di storia e di linee che non vengono corrette dagli esteti filo/nazisti del modello di bellezza unico.

I corpi nudi sono meraviglie che dobbiamo pretendere abbiano spazio ovunque sottraendoli alle grinfie di papponi che su quei nudi vogliono fare soldi e riappropriandocene per dichiararci libere di gestirli e fare ciò che vogliamo.

I corpi sono nostri e li gestiamo noi. Giù le mani dai nostri corpi eccezionali e proviamo ad essere più coerenti nelle lotte.

Posted in Anticlero/Antifa, Corpi, Critica femminista, Pensatoio, R-esistenze.


8 Responses

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. Y says

    @acquacheta: semplice, perché non è un fatto politico o religioso ma di genere. Sono gli uomini (non tutti) contro le donne, e non di rado persino le donne contro le donne.
    Il motivo io non riesco a capirlo, probabilmente sono troppo stupido o forse è talmente semplice da sfuggirmi. Magari è la nostalgia dei tempi delle caverne, come nelle vignette dove la donna viene tramortita con la clava, un tempo mitico in cui le donne stavano zitte e aprivano le cosce. Ma soprattutto stavano zitte.

  2. Mary says

    Per arabi intendevo integralisti islamici….

  3. Mary says

    Pure le FEMEN un gruppo femminista ucraino si spoglia e in italia sono venute a protestare contro B. e le hanno arrestate per atti osceni in luogo pubblico ma mostravano solo il seno. Qui in Italia viene accettato il nudo solo in cambio di sottomissione della donna e per sfruttarlo in pubblicita’ ecco xke si tratta di mercificazione e non di liberazione perche’ qui c’e’ una doppia morale: chi si spoglia x protesta ma anche solo per uscire vestendo minigonne viene criticata e pure multata ( come a castellammare di stabia) mentre se critichi il velinismo sei bigotta e invidiosa. Qui una donna ha diritto di spogliarsi se photoshoppata e col permesso di un uomo che ne fa uso strumentale del corpo femminile. L’ Italia ha un modo di pensare molto simile a quello degli arabi, infatti siamo l’unico paese occidentale che vieta alle donne una reale parita’ sessuale anche nella sessualita’ e gestione del corpo. Ad esempio proviamo ad andare al supermercato vestite da veline e ci troviamo in galera come accade alle sex worker. Solo qui in italia ci sono due modi x definire una donna. Negli altri paesi occidentali no e lo dico io che sono una che gira il mondo….

  4. ibeitempideiverbi says

    Su “i corpi dello stato” e l’attitudine reazionaria: http://wedwellinpossibility.blogspot.com/2011/11/diamo-i-numeri-ovvero-di-donne-al.html

  5. acquacheta says

    purtroppo qui in Italia non si viene processati solo dai cattolici e fascisti, ma persino dalle femministe e dai “compagni” di radiondarossa di roma, vedi ultimo “processo politico” risaputo che hanno fatto circa un anno fa a una compagna che trasmetteva da quelle frequenze. Roba da roghi medievali…chiediamoci il perchè!

  6. Giovanni says

    Lodo il coraggio di queste donne a partire da colei che insieme al suo compagno ha dato inizio a questa forma di protesta, perché qui non si tratta solo del mero veder la nuda bellezza, ma si ha la coscienza che un gesto come questo può costar caro in un paese fortemente radicato nella sua cultura retrograda dettata a volte da un certo tipo di ignoranza, un pò come da noi in Italia prima del 68 e a volte in certi paesini sperduti, solo che in Egitto si rischia molto, per molto meno blogger egiziani languono nelle patrie galere in un paese che si è liberato di Mubarak ma che è ancora in fermento http://www.gqitalia.it/viral-news/articles/2011/11/scontri-egitto-wael-abbas-la-rivoluzione-di-piazza-tahrir-e-stata-tradita-intervista
    Solidarietà massima a queste persone coraggiose

Continuing the Discussion

  1. Il corpo delle donne fa paura, ma anche in Italia! « Un altro genere di comunicazione linked to this post on Novembre 22, 2011

    […] ho letto questa storia mi è venuto un dejà-vu. Aliaa Elmagdy è più o meno una mia coetanea, una giovane blogger egiziana ventenne che ha scelto di posare nuda come protesta contro una società che vede il corpo femminile come un peccato. Nei paesi arabi le donne stanno […]