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Lo studio che giustifica moralmente i preti pedofili

Dopo una serie di inequivocabili vicende rispetto alle quali la chiesa non può più negare che i preti abbiano commesso atti di violenza nei confronti di bambini, l’ultimo della serie, In Italia, quello di Don Seppia, le cui intercettazioni sono state rese pubbliche, voi penserete che la chiesa sia lì a fare autocritica e a ragionare di prevenzione in nome della tutela dei bambini.

Forse sta facendo anche questo ma al momento noi sappiamo che ha fatto mea culpa, mostrando un po’ di pentimento, ma prima, come atto concreto, ha commissionato uno studio sulle cause della pedofilia che analizza un periodo che va dal 1950 fino al 2002, e indovinate un po’ cosa dice?

Ovviamente che è tutta colpa di Woodstock, del libero amore, di questi stimoli sessuali che avrebbero sovraesposto i preti e li avrebbero “costretti” alla ricerca di prede. Se un po’ tutto il mondo si fosse contenuto e avesse evitato di mostrare quanto era liberatorio, soprattutto per le donne e i generi sessuali che fino a quel momento venivano censurati, il sesso, i preti, secondo il punto di vista espresso in questo studio, avrebbero potuto restare sotto naftalina per secoli.

Queste perle di saggezza sono costate ben 1,8 milioni di dollari e hanno censito un tot di omosessuali all’interno della chiesa cattolica, i quali, da woodstock in poi sarebbero stati troppo spesso sottoposti a tentazioni.

Tra le tante cose che si possono contestare a questo “studio”, impregnato di ideologia e di sessuofobia fino all’orlo, c’è proprio la concezione che si ha dell’omosessualità e quel concetto di “tentazioni” che mal concilia con i numerosi atti di pedofilia denunciati a carico di preti.

Perchè essere gay non significa essere pedofili e perchè la liberazione sessuale, semmai, ha messo in evidenza proprio il fatto che la sessualità è una cosa che non si subisce. Si sceglie. Si vive con gioia.

Non si è certo mai detto che i bambini potessero essere oggetto di attenzioni sessuali, ma si è sempre parlato di adulti consenzienti. Cosa c’entri dunque Woodstock con la pedofilia non si capisce e d’altronde non era neppure intenzione dello studio chiarirlo.

Il punto era scoprire di chi è la “colpa” e non di chi sono le reali responsabilità di secoli di angherie che i preti hanno commesso in violazione dei diritti dei bambini.

Se c’è un merito della rivoluzione sessuale è proprio quello di aver creato maggiore consapevolezza sulla sessualità e dunque di aver permesso a bambini e bambine, in età adulta, o ai loro genitori, di cogliere perfettemente le ambiguità e le storture dei sistemi violenti attraverso i quali i preti hanno infierito sui bambini. Nel senso che le violenze sono sempre avvenute ma che grazie al progresso non è stato più possibile per i preti tenerle nascoste. Vale a dire che Woodstock, se dobbiamo parlare di quello, ha il merito di aver fatto aumentare le denunce e di fare emergere un fenomeno sommerso sempre esistito.

Ma lo studio continua con le sue perle di saggezza e tuttavia non parla delle responsabilità della chiesa in una sessualità frustrata, nel celibato, nell’omertà che ha tutelato personaggi terribili costringendo tante persone, tante vittime, a riunirsi assieme pur di fare venire fuori la verità. Un’omertà che ora viene dissimulata attraverso questo studio che non nega il problema ma cavilla sull’età dei bambini, ovvero sul limite in cui un bambino può definirsi tale e può essere definito preadolescente, un limite che secondo loro va sotto la soglia dei dieci anni.

E questo immagino dipenda dal fatto che l’abuso su un bambino, fino al dodicesimo anno di età, in america è considerato legalmente assai più grave che nell’adolescenza. Va di pari passo con la proposta di depenalizzazione degli abusi di “lieve entità” sui minori presentata in Italia da alcuni esponenti del centro destra.

Oltretutto l’accusa che è presente su tutto il ragionamento è sempre rivolta alla “provocazione”. Come un qualunque stupratore che accusato dichiara che è stata lei a provocare perchè vestiva in modo succinto.

Solo che, mi chiedo, cosa ci può essere di provocante in un bambino al di sotto dei dieci anni?

Solo chi ha prodotto questo studio lo sa. Noi sappiamo soltanto che tanti bambini hanno sofferto e sono socialmente morti grazie all’omertà e a questo genere di ambiguità e sarebbe il caso, dato che la chiesa ha mostrato finalmente di non nascondere questi fatti, che mostrasse almeno di voler cercare la verità a partire da un’autocritica.

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali, Pensatoio.