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Buon venticinque aprile!

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Le elezioni fanno male un po’ dovunque. Vedi la Francia dove stanno messi così così, con queste dimostrazioni di forza giocate sulla pelle degli immigrati. E in Italia non è che si stia meglio.

Siamo solo alle amministrative e accadono cose che influenzano più o meno direttamente la vita di persone lontanissime dalle città in cui si rinnovano le amministrazioni comunali.

Vedi alcune regioni, a fare la guerra a chiunque. Sgomberi di luoghi occupati, campagna contro gli immigrati. La bella e la bestia in prima pagina (la ragazza troppo bella e il padre severo) ad alimentare pregiudizi di ogni genere.

La vorrei dalle mie parti una campagna di questo tipo, alla scoperta dei grandi padri che in alcuni quartieri della mia città trattano ancora le figlie come strumento da scambiare con una decina di cammelli. Tutti italiani e di religione cattolica. Quella religione che impone purezza e che legittima genitori troppo severi a tenere le figlie adolescenti sotto sequestro e a perseguitare insegnanti qualora insegnassero l’anatomia senza gli omissis richiesti.

Con questa mania di immaginare lo Stato, le amministrazioni, la scuola come luoghi in cui bisogna salvare la fanciulla che ha bisogno di essere liberata.

Parliamo di quella stessa scuola che assume sempre più funzioni di polizia, ora che si è chiarito fino in fondo che una insegnante di storia non può avere idee politiche diverse dalla maggioranza di governo e che i libri che devono gravitare lì dentro devono essere tutti sottoposti a censura preventiva e revisione da parte di un apposito ufficio con un qualunque Winston Smith alla cancellazione.

Io non so se vi rendete conto di quali rigurgiti di fascismo stiamo parlando. E più che rigurgiti si tratta di ruggiti. E’ il fascismo che urla, vittorioso, strepita e comanda, dirige, mentre tutta l’italia è costretta al silenzio, perché se esprimi una opinione ti querelano per diffamazione e se anche solo la pensi intervengono le ronde di squadristi in difesa del patriarcato a minacciarti e intimidirti.

Italia prossima alla giornata in cui di celebra la liberazione e la resistenza partigiana. Nazione in cui eserciti di repressori rastrellano liberi pensatori mentre in televisione vi fanno vedere quanto è figo farsi la plastica alle tette per tenerle su, su vicino al mento.

Io non so come vivo questo venticinque aprile. So che quest’anno è peggiore di quello precedente e che abbiamo da smaltire più sconfitte che vittorie.

So che la gente come me è massacrata perché non hai neppure diritto all’orgoglio per la tua lotta.

Siamo latitanti di noi stessi. Siamo rifugiati politici in un angolo silenzioso, dove non ci è possibile dire più niente. Siamo in asilo politico in un paese che non ci vuole. Siamo a comunicare il disagio a partire dal disagio mentre c’è chi cerca di spegnere il nostro interruttore.

Abbiamo l’aspirazione a essere liberatrici del mondo e parliamo da uno stato di schiavitù sociale che ci obbliga ad allineare il nostro sentire.

Ve la scrivo così per come mi viene ma davvero quest’anno io non ho nulla da festeggiare perché non mi sento affatto liberata e perché la mia festa avrà un senso soltanto quando avrò il diritto di liberarmi senza che nessuno tenti di imprigionare le mie azioni e i miei pensieri.

Sono una strega, perché non obbedisco a nessun ordine e non ho rispetto di nessuna autorità. Sono quella che mescola pozioni per tenere in vita altre persone come me.

Sono un cristo che sa perfettamente dove va il mondo e si arrabbia perché non riesce a impedire quello che succede.

Sono una anima viva che lotta assieme a tutte le altre che resistono ogni giorno contro il fascismo in casa propria, quello che ti infligge un marito violento, un padre oppressivo, un nonno che abusa di te.

Sono una donna… e ho detto tutto!

Buon venticinque aprile!

Posted in Anticlero/Antifa, Pensatoio, R-esistenze.