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Il reato di stalking serve a depenalizzare delitti più gravi?

Nella nostra mailing list stiamo parlando di ridefinizione del termine “stalking” o meglio del modo in cui viene utilizzato per sminuire delitti ben più gravi che vanno dalla tortura, al tentato omicidio, al sequestro di persona, allo stupro, all’aggressione violenta, all’incendio doloso con responsabilità eventuali di omicidi colposi e via di questo passo.

La riflessione parte dalla notizia di quell’italiano che secondo le cronache avrebbe marchiato a fuoco con le proprie iniziali la fidanzata giusto per ribadire il principio di proprietà e per far in modo che qualora lei lo lasciasse tutti vedessero da quale allevamento di mucche era fuggita.

In quel caso, come ci ricorda Barbara, si potrebbe parlare di “maltrattamenti” e “tortura” che però non è un reato compreso nel codice penale. I maltrattamenti sarebbero puniti per legge con una decina d’anni di galera mentre lo stalking finisce per essere un richiamo, qualche mese ai domiciliari, al massimo quattro anni di pena detentiva.

Tra le notizie di cronaca documentate su Bollettino di Guerra a proposito dello stalking potete trovarne di tantissime in cui lo stalking può fungere da sfondo rispetto ad una grave azione violenta.

Feminoska in mailing list si chiede: sarebbe il caso di riflettere, perchè se lo stalking deve essere usato per “alleggerire” reati più gravi, allora ci troviamo di fronte un nuovo problema.
Ma è una questione giornalistica (termini inappropriati) o risponde alle imputazioni?

Mara, che fa parte del gruppo che si occupa di analizzare le notizie documentate su Bollettino di Guerra, racconta così il suo punto di vista:

Abbiamo scritto spesso che la legge sullo stalking era servita più che altro a depenalizzare certi reati che altro. Tra lo stalking viene compreso il tentativo di omicidio, lo stupro, l’aggressione, la violazione di domicilio privato, il sequestro di persona, il rapimento di minore e varie altre cose che nel codice meriterebbero svariati anni di prigione e che finiscono per concludersi con un buffetto e qualche mese di domiciliari. Da quando c’è la legge sullo stalking i delitti contro le donne non sono diminuiti anzi sono aumentati.”

Ci ricorda così che siamo a #35 vittime dall’inizio dell’anno. L’ultima ieri sera è stata ammazzata dal suo ex, un poliziotto. Poi continua:

Tra le varie notizie di stalking riportate e analizzate su bollettino di guerra ci sono quelle che riguardano uomini che tamponavano le ex per farle uscire fuori strada, uomini che si presentavano con i coltelli dopo aver sfondato la porta di casa della ex, uomini che minacciavano la ex dicendo che avrebbero ucciso i figli, uomini che le sequestrano, le stuprano e poi le mollano in mezzo alla strada perchè secondo il loro umano punto di vista dovrebbero fargli provare quello che prova una puttana.
Tra gli accusati di stalking ci sono quelli che hanno tentato di dare fuoco alla casa della ex e varie altre cose.
Via via che abbiamo registrato queste tipologia le abbiamo registrate definendole secondo voci un po’ più adeguate.
Di fatto questi delitti assumono la dimensione del reato più compatibile con l’azione violenta realizzata solo quando lei muore, il figlio o la figlia vengono uccisi, quando dare fuoco alla casa o alla macchina della ex vuol dire fare esplodere un bene di altre persone, di terzi, estranei, o coinvolgere altre vittime che muoiono per colpa del violento.
Sembrano dunque assassini in libertà e nessuno li ferma perchè in fondo rispetto a quello che viene commesso contro una donna o contro i bambini c’è sempre un approccio che dice che quelli sono affari della “coppia” e quindi assumono una rilevanza diversa.
Il nostro problema rispetto a questa analisi consapevole è che non vogliamo allinearci a chi chiede “certezza della pena” intesa come metodo giustizialista che implica una totale deresponsabilizzazione da parte della società e dunque continuiamo a cercare di focalizzare piuttosto quali siano i gravissimi livelli di complicità di chi ricodifica i reati a seconda di quello che è funzionale al governo o alla necessità di minimizzare i comportamenti violenti maschili.
Per esempio abbiamo analizzato che, come per tanti altri argomenti, la legge sullo stalking è stata propagandata come una riforma nuova, parte integrante della campagna sulla sicurezza fatta dal centro destra ma che viene utilizzata per ridefinire una serie di comportamenti e renderli quasi più plausibili.
Qualunque cosa un uomo faccia è perchè avrebbe difficoltà ad accettare la separazione. Tutta l’attenzione viene puntata su di lui. Sarebbe lui ad avere la sindrome dell’abbandono, che bla bla bla e che dunque in fondo finisce per essere descritto come una vittima.
In realtà è un criminale e delle ragioni delle vere vittime non si occupa nessuno.
E’ esattamente quello che succede rispetto alla violenza sulle donne in generale. Quello che fanno il centro destra e tutti i contesti conservatori e reazionari è di insistere su un aspetto pubblico delle conseguenze della violenza che viene inflitta a te.
Tu sei parte di uno stato, rispondi al diktat dio patria e famiglia. Il tuo corpo appartiene allo Stato e dunque io ti vengo in soccorso perchè la violenza a te in realtà la intendo come violenza a chi è proprietario del tuo corpo. Stato, chiesa, padre, fratello, marito.
Siamo tornate indietro alla propaganda che veniva fatta quando la legge puniva il reato di violenza sessuale contro le donne intendendolo un reato contro la morale invece che contro la persona.
E’ un regresso totale e abbiamo analizzato che purtroppo anche buona parte del centro sinistra, quella che chiede maggiore sicurezza, che si inserisce nel dibattito per invocare soluzioni giustizialiste senza cambiare una sola parola d’ordine della destra, anzi sdoganandone altre, la pensa allo stesso modo.
Questa è solo una delle conseguenze per chi vive subordinato ad un regime fascista.

Come vedete la discussione è ricca di stimoli e continua a svolgersi. Se volete partecipare raggiungeteci nella mailing list!

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.


4 Responses

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  1. ilaria says

    Grazie per avere detto con chiarezza quel che da tempo cerco anch’io di dire. Credo anch’io che ci sia da fare chiarezza sugli abili pervertimenti di linguaggio e ragionamento che attirano anche consensi da sinistra.

  2. Mary says

    Mi sono dimenticata di dire che vi ringrazio per la vostra denuncia..bisogna diffondere questo schifo..devono saperlo tutte..spratutto le vittime di violenza….
    Bisogna far uso di facebook e mailing list..facciamo correre la voce…

  3. Mary says

    Dovrebbero cambiarla questa legge contro lo stalking..anche io ho notato questa cosa…è vergonoso sembra una sorta di sotterfugio per attenuare i reati che avvengono in famiglia..insomma x farci tornare come delle proprietà illudendoci però che siamo + protette…

  4. wildsidez says

    ottimo articolo!