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Che cos’è Femminismo a Sud

Dalle ultime mail (in mailing list) abbiamo tratto soprattutto che sul nostro progetto c’è una grande ignoranza e che tale ignoranza porta alcune persone a trattare con noi come se fossimo o un nemico da abbattere, o un fortino da espugnare.

Il progetto nasce da quattro (diciamo cinque) donne. Amiche, sorelle, sodali. Tre assidue, due davano (danno tutt’ora) contributi tematici.

Siamo diventat* molt* di più. Uomini e donne. Ma anche il numero delle persone che compongono il collettivo è in realtà abbastanza parziale perchè la ricerca, lo studio, la analisi, i contributi dati fino ad ora sono stati arricchiti da ciascuno di voi.

La nostra policy sui commenti la conoscete.
Non pubblichiamo nulla che sia un insulto o che veicoli messaggi sessisti, fascisti, razzisti, maschilisti…
I post sono un contributo individuale o collettivo.
Ciascun@ di noi spende tempo ed energia per condividere risorse, ragionamenti e mettere a servizio di tante altre strumenti di lettura del presente.
Le stesse discussioni poste nella mailing list vengono fatte con questo spirito.
La voglia di condividere saperi e informazioni è quello che anima un passaparola necessario, che ci aiuta a sopravvivere, che ha aiutato tante donne a sentirsi meglio, meno sole, comprese, abbracciate. Che ha raccontato con la voce di uomini e donne che hanno voluto regalarci storie alcune vite difficili da raccontare, difficili da digerire.
Eppure le abbiamo raccontate e le persone che hanno voluto confidarci quei segreti sono state meglio e le altre che hanno letto hanno capito qualcosa in più.

Abbiamo portato avanti un impegno assiduo, costante, incessante, contro la violenza maschile sulle donne. Un impegno che ci costa tempo e fatica, che è volto a realizzare risorse utili a tutte le persone che si dedicano a questo tema.
Lo facciamo noi. Lo fanno le sorelle di bollettino di guerra.

Noi siamo uno strumento. Uno strumento per saperne di più e noi impariamo insieme a voi.
Uno strumento per salvare anche una sola vita. Per dare un appiglio alla ragazza che legge in un paese sperduto ed è intrappolata in situazioni dolorose dalle quali non può uscire.

Noi siamo un salvagente culturale che più di una volta è stato utile ad aprire gli occhi a tante persone, noi comprese, che erano intrappolate in una lettura del presente falsa, manipolata, mistificata.

Noi decostruiamo linguaggi. Facciamo ricerca sulla comunicazione. Comunichiamo quello che scopriamo.

La nostra ricerca è tutta lì. Al vostro servizio. Siamo andate a tentoni. Abbiamo toccato, cercato, scovato trucchi e segreti.
Abbiamo seguito intuizioni e abbiamo ascoltato e accolto ogni tipo di suggerimento utile con l’unico obiettivo di realizzare uno strumento che riassumesse, raccontasse e suggerisse saperi.

Siamo intelligenze attive che partecipano alla vita politica. Noi facciamo politica.

Perciò chiunque dica che la “politica è un’altra cosa” ha una dimensione della politica ristretta a recinti poco lungimiranti. Quegli stessi recinti che tra l’altro si servono della ricchezza che noi condividiamo, degli strumenti che forniamo, della semplificazione linguistica che agevoliamo e che è utile per qualunque tipo di iniziativa.

Recinti che usano l’alibi del “radicamento territoriale” contro ogni forma di situazionismo e nomadismo politico con lo stesso approccio classista e razzista che viene usato in chiave gerarchica con lo stesso atteggiamento che un italiano usa contro uno straniero.

Femminismo a Sud vive delle persone che lo usano, lo ritengono un punto di riferimento, lo custodiscono come un grande luogo di libertà.

Non è un luogo che puoi cammellare con truppe numeriche di quella o della tal altra fazione perchè qui ogni opinione è importante. La minoranza conta persino più della maggioranza.

Ci fosse chi resta in ascolto per espugnare il fortino dunque sbaglia perchè non può farlo.

Non abbiamo velleità egemoniche. Non ci interessa ricevere il bollino qualità dai “movimenti femministi”.
A noi interessa essere utili alle persone.
Chiunque voglia sottrarre questo strumento a chi lo usa sbaglia e sbaglia tanto perchè oltretutto non sa proporre una alternativa.

Nella nostra mailing list non ci sono flame. Il primo lo abbiamo appena (spero) superato. E speriamo sia l’ultimo. Faremo in modo che sia l’ultimo.

In generale per le prossime volte:

– quando leggerete una proposta di iniziativa – che altro non è se non una sintesi o una delle tante possibili versioni di qualcosa che viene evocato in lista e che può evolvere in mille modi – in un post non usatelo come alibi per esprimere la vostra ostilità nei confronti di femminismo a sud.

– quando vi riferirete a femminismo a sud e vorrete lanciare strali e accuse per ragioni che derivano da vecchi scontri tra femministe, ricordate che femminismo a sud è fatto di tantissime persone e non una sola.

– quando leggerete di critiche trasparenti alle iniziative di movimento, non vi affaticate a chiederne la rimozione, a sentirvi offese, a paventare perdita di credibilità, a insultare, intimidire, fare le capriole, i riti vodoo e quello che vi pare. Semplicemente prendete la buona abitudine di ritenere che i panni sporchi si lavano in pubblico e che se avete qualcosa da dire potete usare il blog come risorsa esattamente come lo usano altre persone.

– per chi ha in mente di offendere questo progetto sarà bene si renda conto che offenderlo significa privare tante persone di uno strumento prezioso per tant*.

Credo sia tutto.

Se vi viene in mente altro. A chi lo usa e a chi se lo inventa giorno dopo giorno, dite pure.

Abbiamo l’otto marzo di cui occuparci.

Leggi anche:

Le scomunicate

Posted in Fem/Activism, Pensatoio, Scritti critici.


5 Responses

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  1. MeDeA says

    siete preziose. assolutamente preziose.

  2. fasse says

    @v.
    sono d’accordo! 🙂

  3. v. says

    Non essendo iscritta alla lista non riesco bene a “contestualizzare” il post (detto altrimenti non conosco le discussioni/ avvenimenti che lo hanno generato, comunque sottoscrivo perché credo che certe cautele che suggerite siano valide (dovrebbero essere valide) per tutte e tutti. Sicuramente se si imparasse a discutere (anche nella forma estrema dello “scontro”) costruttivamente invece che scadere in sterili polemiche o idiosincrasie dovute non si capisce bene a cosa, non sarebbe male 😉
    buon lavoro

  4. alma says

    Sto pensando di portare avanti un progetto simile al vostro. In effetti siete uno dei modelli a cui mi ispiro, anche se vi conosco da poco.
    Quando riuscirò ad iniziarlo ve lo farò sapere, perchè c’è bisogno di essere in rete, in rete.

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