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Marisela, come sua figlia, abbandonata e uccisa dallo stato messicano

[Nella foto, tratta dal blog http://maquilasquematan.blogspot.com/ , Marisela abbraccia la croce delle vittime di femminicidio dedicata alla figlia Rubi]

Ieri notte è stata brutalmente assassinata Marisela Escobedo Ortiz; una vera e propria esecuzione con un colpo diretto alla nuca. Marisela è stata uccisa perchè donna in un paese, il Messico, dove il governo è complice di centinaia di femminicidi. Dove le giovani donne, le bambine, povere, spariscono e vengono ritrovate cadaveri. Di loro il governo dice che sono prostitute, come se questo giustificasse la loro morte, non risponde alle richieste di giustizia che vengono dalle famiglie e copre i colpevoli. Tutte e tutti abbiamo sentito parlare delle donne che spariscono a Ciudad Juarez, nello stato di Chihuahua. Nel 2010, in questo stato è stata assassinata una donna ogni 24 ore, praticamente solo per il fatto di essere donne. Marisela è morta proprio di fronte al Palazzo del Governo di questo distretto dove da giorni protestava per il verdetto che ha assolto l’assassino di sua figlia.

Nel 2008 Ruby, la figlia di Marisela, viene ritrovata uccisa e bruciata in una discarica fuori Ciudad Juarez. Il suo assassino è il fidanzato Sergio Bocanegra. Durante il processo il bastardo prima confessa, poi ritratta e alla fine viene assolto “per insufficenza di prove”. Rubi è una delle migliaia di donne vittime del femminicidio i cui assassini restano impuniti e intoccabili.

Marisela da 11 giorni protestava vicino alla Cruz de Clavos, croce simbolo della lotta delle donne messicane contro i femminicidi con la richiesta: Ni una más! Non una di più! Proprio qui è stata assassinata, una morte annunciata da minacce a cui lei aveva risposto coraggiosamente e a testa alta, continuando a lottare. Probabilmente il suo assassino è lo stesso della figlia o qualche suo complice. Lo stato ha permesso che perdesse la figlia, assecondando i femminicidi e il clima di terrore con cui si vogliono far vivere le donne a Ciudad Juarez, ha lasciato impunito e in libertà il suo assassino e l’ha nuovamente abbandonata, ignorando le sue richieste di giustizia e il pericolo che correva dopo le minaccie di morte.

Da quando è morta la figlia, Marisela ha lottato perchè venisse fatta giustizia. Ha viaggiato per tutto il paese chiedendo di essere ascoltata dal presidente Calderón e dal procuratore Arturo Chávez Chávez, i quali si rifiutarono di ascoltarla. Incontrò i capi della procura generale della repubblica che le promisero invano di trovare l’assasino della figlia. Giorni prima di essere assassinata si confrontò con il governatore di Chihuahua, César Duarte e mostrò un cartello che recitava: “giustizia, privilegio dei governi”. Questi, come testimoniano molti giornali locali si infuriò con la donna, disprezzandola pubblicamente.

Lucha Castro, coordinatrice del Centro de Derechos Humanos de las Mujeres (CEDEHM) ha dichiarato “in questi momenti, non possiamo scartare nessuna linea di investigazione, inclusa quella di un crimine di stato perché Marisela non si sarebbe fermata fino a che non avessero arrestato l’assassino di sua figlia“.

Di fronte all’ingiustizia, all’impotenza, alla rabbia e al dolore di questa morte, donne e associazioni che lottavano e continueranno a lottare, anche al fianco di Marisela, esigono che le autorità del governo diano una risposta immediata per chiarire questo assassinio e per iniziare a contribuire alla lotta contro i femminicidi, essendo i primi complici di queste tragedie.

La manifestazione spontanea e partecipatissima convocata il giorno dopo la sua morte ha subito la repressione della polizia, che in un primo momento ha scacciato da davanti il palazzo del governo le moltissime partecipanti  e le ha poi accerchiate quando si sono dirette di fronte ad un altro palazzo delle istituzioni.

Abbracciamo e ci uniamo al grido di dolore e di rabbia delle donne messicane che lottano contro uno stato che difende e copre gli assassini.

Mai più femminicidi! Ni una más!

Per conoscere la situazione dei femminicidi in italia leggi: http://bollettino-di-guerra.noblogs.org/

Posted in Anti-Fem/Machism, Misoginie, Omicidi sociali, R-esistenze.


One Response

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  1. Janette says

    Come messicana, ringrazio alla stampa internazionale per diffondere quello che sta succedendo in Messico, perché la stampa nazionale serve anche al governo e compie le istruzioni di non parlare del tema degli assassini in Chihuahua, come del brutale clima di violenza che si vive per il crimine organizzato. Sembrasse come se il Presidente volesse che si parlasse solo dei suoi successi, e punisce a chi parla del crimine nel paese, principalmente quando è lo stesso governo e la sicurezza pubblica chi protegge i criminali o è infiltrato. Se non fosse perché voi, la stampa straniera, parla di questo, il mondo non saprebbe quello che sta passando in Messico, voi siete la nostra unica speranza per pressare al governo a che faccia il suo lavoro e protegga la sua gente. Non smettiate di farlo per favore.