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Stragi nere coperte dal segreto di Stato

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Cosa ci si poteva aspettare da un processo sulle stragi fasciste se non l’ulteriore atto di tutela nei confronti dei fascisti?

Dopo le stragi se ne sono andati, sono scappati, coperti dai servizi segreti italiani e americani, pieni di soldi, si sono arricchiti, hanno messo su i loro business e poi sono tornati o alcuni torneranno, con calma, senza tutta quella pressione che viene esercitata per quelli che stanno all’estero e che sono chiamati terroristi rossi.

Quando i fascisti stragisti tornano, con i loro reati caduti in prescrizione, con le loro assoluzioni ottenute in un contesto sociale che tutela i nazisti e anzi li richiama in patria per ringraziarli con una legittimazione pubblica, qualche massaggio sulle reti televisive, una intervista di umanizzazione del personaggio, sono pronti a ricostruire consenso ufficiale.

Escono fuori dalle fogne e i loro gruppi nazisti diventano formazioni che si permettono perfino di esigere la partecipazione alla vita pubblica, alle gare elettorali.

E’ così che viviamo in Italia, un posto dove chi ha ammazzato centinaia di persone per restaurare il fascismo, in accordo con le mafie e con quelli che dicevano di voler combattere il comunismo, con mille stragi non risolte, con gli atti di quel tempo coperti dal segreto di stato.

Nessuno ci spiega perché lo Stato debba ancora coprire le responsabilità di una serie infinita di criminali che sono quelli sui quali poggia la prima e la seconda repubblica. Riciclati nei partiti di centro destra. Mai pentiti. Arroganti, a fare il loro saluto romano e a diffondere politica di odio e terrore contro i loro nemici di sempre: gli stranieri, le altre religioni, i compagni e le compagne, le donne, i gay, le lesbiche.

Sono nauseata dai tanti inviti alla conciliazione, dagli inviti alla rimozione, un insulto alla memoria che viene infangata con chilometri di revisionismo e con pessime e patetiche interpretazioni di una opposizione politica che non c’è.

Tutti complici. Tutti colpevoli. Tutti tra noi, legittimati a intimidire gli antifascisti, oramai trattati per le strade, in casa, ovunque, alla stregua di criminali. Ricattati con armi subdole, quelle che ti sconfiggono politicamente e personalmente. Perché se parli della storia di un fascista terrorista a lui è stata data perfino l’autorità di querelarti per diffamazione.

L’antifascismo non perde perché un processo assolve per “insufficienza di prove” i fascisti accusati per la strage di piazza della loggia.

L’antifascismo perde perché prima di quella sentenza, e di molte altre simili, c’è un governo, di destra o sinistra, che protegge gli stragisti decretando verità mistificate e non consentendo un dibattito vero su quegli anni.

La prima cosa che avrebbe dovuto fare, per esempio, un governo di centro sinistra, era quella di togliere il segreto dagli atti e misurare il dibattito pubblico non sull’onda della rimozione ma sull’obbligo della memoria.

La memoria delle stragi fasciste, del neofascismo, del nazismo, della più recente ricostituzione del partito fascista sotto altre forme e altri simboli.

Invece nessuno ha fatto niente e questo la dice lunga sullo stato della nostra democrazia. Perché non si può insistere dicendo che la gente deve dimenticare quando la cosa sana che dovrebbe fare ogni paese per ricostruire qualunque prospettiva di futuro è il recupero della memoria.

Noi vogliamo ricordare. Noi ricordiamo.

E non voteremo nessuno, mai, che invita alla rimozione o che non si proponga come primo obiettivo quello di restituire dignità alle persone ferite in questi e in quegli anni.

L’antifascismo non muore. Perché il fascismo è riconoscibile anche se cambia il proprio nome.

Come ha detto Paolo Rossi ieri sera alla trasmissione Vieni via con me, basta con i mondi bipartisan, finanziati anche da quella che lui ha chiamato associazione per i nazisti dal volto umano.

I nazisti sono nazisti. L’umanità sta da un’altra parte.

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali, Pensatoio, Scritti critici.


4 Responses

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  1. Rachel says

    perchè naturalmente questa è l’italia.

  2. paola says

    Perché nella popolazione italiana c’è un ricordo diffuso del terrorismo br e non altrettanto di quello neofascista? Ho cercato di rispondermi: per lunghi anni sono stati celebrati i processi contro le br e questi processi hanno avuto una costante copertura mediatica, che ne ha permesso una sedimentazione nella memoria, proprio anche perché i processi ci sono stati, e sono stati tanti. Inoltre, negli anni successivi, ci sono state tutte le rivisitazioni del fatto ormai in via di storicizzazione: memoriali, riflessioni, libri, produzione editoriale e cinematografica adeguatamente visibile. Tutto questo non c’è stato per lo stragismo e per il terrorismo neofascista, anche per questo la società italiana se ne è dimenticata.

  3. ventopiumoso says

    io ci sono rimasto secco quando l’ho letto, tutto il giorno ad aspettare.
    so che non avrei dovuto stupirmi, ma ci sono rimasto secco lo stesso.
    e ho commentato con un post mooolto breve e mooolto poco educato.
    comunque, la memoria è svanita. gli amici mi hanno detto che ho esagerato, in fondo era la sentenza su una cosa “vecchia” (non ci arrivano che QUESTA italia è figlia di QUEGLI eventi). e poco tempo fa ho visto un breve documentario su quel che resta della memoria della strage di bologna: nulla. dai 30-35 in giù, pochi sanno che c’è stata, e fra questi quasi tutti pensano siano state le br.
    br come brivido, mi verrebbe da dire.
    saluti

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