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Repubblica e la misura sessista dei cervelli

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Gli uomini ce l’hanno obeso, il cervello, e tanti uomini toscani sembrano averlo più obeso degli altri. Vi sembrerà strano ma è proprio nella rossa toscana che risiedono tanti ciellini che aspirano a gestire allevamenti intensivi come i centri di ovulazione familiare controllata.

A parte questa parentesi umoristica bisogna pur dirvi che tante volte le donne sono costrette a portar pazienza per tutte le sciocchezze che leggono. La pazienza, ovvero la sopportazione delle amenità, però non è una delle caratteristiche che ci contraddistinguono, soprattutto quando leggiamo teorie sessiste a proposito dei nostri cervelli.

Dice repubblica online che quello maschile sarebbe obeso mentre quello femminile sarebbe palestrato, tonico e asciutto. Fin qui tutto bene dato che è noto che non siamo noi femmine ad avere il pallino delle dimensioni dei nostri muscoli. Se ai maschi fa piacere pensare che ce l’hanno grande perchè togliergli questa illusione.

Poi però continua con alcuni concetti che abbiamo già letto e che ci hanno già fatto alzare più di un sopracciglio. Del cervello maschile dice che sanno solo contare, in termini di calcolo matematico, di contatornismo, di gestione della vita con registri di entrata e uscita e gestione delle relazioni come per gli usurai, presti uno ed esigi tremila. Di quello femminile invece si dice che ce l’abbiamo multitasking, ovvero in grado di connettere mille parti del cervello e questa caratteristica per Repubblica diventa immediatamente la giustificazione scientifica per la grande fatica che le donne devono fare a conciliare tutto, maternità, vita, lavoro. Pare che noi abbiamo anche i neuroni a specchio, ovvero neuroni che ci consentirebbero di provare empatia nei confronti del mondo intero.

Se questa da un lato potrebbe essere una bella teoria da sbandierare con i maschilisti per dire che ecco spiegato il motivo per cui l’unico modo che molti hanno per imporsi nelle relazioni è la violenza bruta, dall’altro diventa una giustificazione sociale, economica e perfino giudiziaria per organizzare il welfare a dimensione dei presunti differenti cervelli (il maschio a fare un lavoro per volta e le femmine a impazzire dietro un milione di cose), assegnare alle donne compiti ingrati da schiavitù sociale, a toglierci il diritto ad aspirare ad una vita e a ruoli differenti, a sollecitare la nostra capacità empatica per giustificare le violenze maschili e per essere tanto comprensive ogni volta che qualche uomo ci stupra o ci maltratta.

D’altronde, l’ha detto la ricerca scientifica che l’uomo non ha empatia e dunque dovranno essere le donne a pararsi il deretano per sopravvivere in questa giungla sessista.

Questo genere di teorie che sottolineano la differenza di genere, lusingando la vanità delle donne come sempre ha fatto la cultura patriarcale (sei tanto brava, ciucciati i lavori di casa e i lavori di cura che SOLO tu puoi fare…) per subordinarle in termini sociali e per farci restare ancorate in una dimensione in cui all’uomo si perdona tutto perchè si sa, mentalmente proprio non ce la fa.

Ed è questo clima da perdonismo, giustificazionismo dell’incapacità del maschio di elaborare le emozioni, i lutti, il dolore, i sentimenti che qualunque persona normale dovrebbe gestire in modo equilibrato, o comunque senza fare del male a nessuno, che consente a troppi uomini di cullarsi in un vittimismo che sfocia spesso nella violenza.

Che tipo di uomini possono venire fuori da spinte “culturali” così schizofreniche che da un lato pompano l’ego maschile per coltivare machismo e dall’altro coccolano l’assenza di empatia di quelli che compiono violenze contro donne e bambini o contro altri uomini sterminati in quantità industriale dai propri stessi simili.

A chi giova fabbricare cumuli di muscoli, organi e carne da destinare a lavori schematici, catene di montaggio per le quali non serve la logica ma solo l’incapacità di reinventarsi e il senso dell’obbedienza. A chi giova insistere sul fatto che le donne sarebbero fatte apposta, perfino mentalmente, per fare le mamme a gestione multiuso.

Non sarebbe meglio che ad entrambi i generi – enterni, enquaterni, encinquina, encomevipare – venisse concessa una tregua per consentire agli uomini di non rassegnarsi all’idea di essere fenomeni non empatici che possono produrre solo guerra, violenza e distruzione, e alle donne di usare la capacità di mettere in relazione tutte le parti per cervello per regalare al mondo quella particolare visione di chi guarda le cose a 360°, inclusi i dettagli, quella capacità logica che può essere impiegata per fare bene qualunque cosa, oltre che avere l’obbligo di gestire il governo fisico, affettivo, emotivo della casa. Non sarebbe meglio?

Vabbè, finisco… saluti e baci ai cervelli mosci che avrebbero bisogno di lunghe sessioni di mind building.

Posted in Anti-Fem/Machism, Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze.


3 Responses

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  1. mimì says

    Il dato scientifico è un fatto, l’interpretazione del dato è un altro. Che esistano differenze di genere nel modo in cui il cervello è strutturato è assodato, ma da qui a dire che a) queste differenze possano avere un’influenza significativa sulle sue funzioni, tralasciando il discorso di quelle dovute a differenze ambientali, e che b) esse possano rappresentare una “scusa” per determinati comportamenti, ce ne passa.
    Poi, come già sottolineato, belle scelte negli esempi di multitasking femminile! Complimenti, signori giornalisti di Repubblica!
    P.S. i neuroni specchio ce li hanno anche gli uomini, oh yes.

  2. annamaria says

    Repubblica ospita (non è la prima volta) articoli che in varia misura riprendono le teorie di una star della pop-science americana, Lou Brizendine, molto discussa nel suo paese, come diversi altri esponenti della corrente neodarwiniana. Che -diciamolo- ogni tanto le sparano davvero grosse.
    Ma qui, ammappelo, ‘sta roba viene dagli States e sembra tutta oro colato.
    Qualche mese fa, a partire da affermazioni della medesima vispa signora, ancora Repubblica ha serenamente sostenuto che avere un partner di molti anni più giovane allunga la vita dei maschi, ma accorcia quella delle donne.
    E nessuno ha detto nemmeno “ehm…”

  3. Sandra says

    Ho letto l’articolo e mi ha lasciato un po’ di sasso. Stabilisce infatti una relazione tra la maggior quantità di materia grigia nel cervello maschile e la presunta superiore abilità matematica degli uomini (presunta perché sappiamo che è correlata anche a fattori di disuguaglianza sociale fra maschi e femmine), mentre, per spiegare il “multitasking” femminile, fa riferimento: 1) al fatto di svolgere più compiti insieme, ma si tratta di atti meramente domestici, tipo il pianto del bimbo e il caffè che sbuffa 2) alla famosa “empatia” femminile, la sensibilità e bla bla bla.
    Ok, come al solito: ai maschi la scienza e le reazioni decise, alle femmine la cacca del bimbo e le emozioni, l’amore e i sentimenti.
    La cosa che mi fa più male è che fino a qualche anno fa le scemenze tipo “uomo da marte, donna da venere” sembravano definitivamente sputtanate e prive di credibilità scientifica, non immaginavo che ritornassero alla carica con tanta virulenza.