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Sorridete sorelle. La vita è vostra!

In tema di prevenzione di violenza domestica ma anche in tema di prevenzione di violenza maschile realizzata per interposta persona o tribunale.

Le donne vittime di violenza e tutte le persone che si occupano di lotta contro la violenza maschile, ovviamente ci riferiamo a quelle che non lo sanno già, devono sapere che:

non basta avere ragione per avere ragione;
non basta sapere di avere subito violenza quando sei in un’aula di un tribunale;
non basta sapere che vostr@ figli@ è stato abusat@ dal padre quando sei in un’aula di un tribunale.

Per avere ragione devi dimostrare che hai ragione. Ricordiamo che ci occupiamo di questo perché la violenza maschile per procura, giudiziaria, con metodi (legali), come volete chiamarla, è una violenza che sta massacrando centinaia di donne condannandole al silenzio, terrorizzate, sotto minaccia e costante intimidazione di avvocati senza scrupoli al servizio di ex mariti che si servono della legge (del più forte) per torturare la propria ex, sottrarle tutto quello che ha, con richieste che vanno dal risarcimento monetario di decine di migliaia di euro fino al carcere per quelli che proprio vogliono vedere le ex mogli in galera.

E’ un metodo privo di conseguenze, non c’è sangue, non ci sono ferite visibili, non è perseguito legalmente, ma è una forma di stalking molesto che fa leva su tutta la propaganda messa in circolazione dai padri separati.

Se tu hai subìto violenza dal tuo ex marito e l’hai denunciato, dato che lui può contare su una società misogina che lo appoggerà ogni volta che dirà che tu sei una bugiarda, dato che può contare su avvocati che pur di vincere ti faranno sputare sangue, dato che è circondato da soggetti che esasperano il vostro conflitto per conseguire successi a vantaggio della categoria, dato che il suo obiettivo è vendicarsi di te e non affrontarne le conseguenze, dato che in italia sono le donne che subiscono violenza a dover provare quanto dicono in quanto che sono loro a subire il vero processo a vantaggio dell’accusato, devi assicurarti:

di avere delle prove valide;
di avere un buon avvocato;
di non essere precipitosa;
di essere in grado di realizzare pazientemente una tela che racchiuderà esattamente tutto quello che il vostro ex vi ha fatto.

Se il vostro partner vi picchia, stupra, molesta psicologicamente, fa del male a vostr@ figli@, prima di denunciarlo abbiate cura di:

registrare le vostre conversazioni;
filmare le violenze;
fare refertare (da medici) – anche con fotografie dei danni visibili – tutti i graffi, i lividi, le lesioni, le incrinature, i danni fisici, biologici, psicologici che il vostro partner vi ha inferto o ha inferto a vostr@ figli@;
recuperare documenti, dati, file che possono esservi utili a dimostrare le vostre accuse;
non andare via di casa senza prima aver fatto tutto questo a meno che non siete in imminente pericolo di vita.

Ricordate che quella che state vivendo è galera. Voi siete condannate senza appello ad una prigione dalla quale il vostro carceriere non vi farà uscire senza avervela fatta pagare. Perciò dovete recuperare equilibrio, sicurezza, forza e dovete progettare la vostra fuga procurandovi le prove che non gli permetteranno mai e poi mai di perseguitarvi anche in tribunale. Come potrebbe farlo?

vi può denunciare per diffamazione e calunnia e chiedere che vi venga inflitta una pena carceraria o rovinarvi con una richiesta di risarcimento enorme;
può chiedere l’affidamento di vostr@ figli@ che secondo le leggi attuali, volute proprio dai padri separati, equivarrebbe a tenervi sotto scacco, nelle vicinanze, e poter entrare e uscire quando vuole dalla vostra vita;
può attribuirvi una sindrome inventata (pas) dicendo che i motivi per cui voi l’avete denunciato hanno a che fare con la vostra presunta decisione di non fargli vedere vostr@ figli@. In quel caso potrebbe anche chiedere una pena carceraria a risarcimento dell’impedito rapporto tra padre figli@, anche se era vostr@ figli@ a non voler vedere il padre;
può ricattarvi, trovare mille altri cavilli per farvi perseguitare legalmente e assieme a voi può ricattare e minacciare di denuncia ogni professionista, avvocato, perito di parte, associazione che vi ha assistito nella vostra battaglia per difendervi dalla sua violenza.

Sappiate che un ex marito violento non si ferma davanti a niente. Pensate alla persecuzione legale come a qualunque tipo di altra persecuzione. Vi trovate davanti una persona senza scrupoli, appoggiata da altre persone senza scrupoli, che hanno come unico scopo quello di intimidire le donne e impedire che denuncino le violenze subite. Hanno come scopo quello di negare che le violenze avvengano e di recuperare o mantenere privilegi sociali e nel rapporto uomo/donna che hanno perso o non vogliono perdere.

Esistono gli uomini che possono uccidervi con una pistola, un coltello, un martello, strangolandovi, picchiandovi a sangue. Ebbene: quelli sono i più stupidi perché comunque avranno rovinato la loro vita senza gustare la vendetta che ritenevano un piatto gustoso.

Esistono gli uomini che vogliono uccidervi e vi stanno uccidendo in mille modi invisibili e tra questi esiste anche la persecuzione legale e l’embargo economico. Tra questi esiste anche l’isolamento che creano attorno a voi minacciando tutte le persone che potrebbero o vorrebbero aiutarvi. Un isolamento ottenuto sapientemente con la distruzione e lo smantellamento di tutte le strutture, come per esempio i centri antiviolenza, ai quali potete fare riferimento.

Gli uomini che compiono questa violenza sono numerosi, sono più furbi, vi terrorizzano, vi impediscono di parlare mentre loro vanno in giro per talk show televisivi a diffamarvi. Sono quelli che si vendicano senza mai pagare le conseguenze di quello che fanno. Sono quelli che hanno trasformato i tribunali civili e penali in veri e propri tribunali dell’inquisizione dove professionisti, periti, servizi sociali sono addestrati e piegati al servizio di questa perfida logica per garantire impunità ai maschi violenti e punire invece le vere vittime della violenza.

Dovete dunque imparare che:

il silenzio non paga: se siete in situazioni di ricatto dovete dirlo e dovete descrivere quello che vi succede per quello che è, ovvero un ricatto, un insieme di intimidazioni, minacce costanti alla vostra serenità che vi tolgono il respiro e ogni possibilità di esistenza;
dovete recuperare le prove di qualunque cosa, incluse le conversazioni scritte che sono intercorse tra voi e l’ex marito, il suo avvocato, i professionisti che ha assoldato come cecchini per massacrarvi;
dovete esigere di ottenere rispetto in quanto vittime: siete voi quelle che hanno diritto di parola e non i vostri carnefici. Non lasciate che loro parlino anche per voi. Non fatevi rubare le parole, l’aria, la dignità. Non permettete loro di scorazzare per le strade, reali e virtuali, impuniti e arroganti, certi che non pagheranno mai e certi soprattutto di avervi in pugno.

Voi siete più forti e – credeteci – tenere la testa sotto la sabbia sperando che nel frattempo tutto passi e lui si calmi non serve a niente. Lui non si calmerà e voi sarete e rimarrete sempre delle vittime.

Lo vedete anche voi: da un lato vi si dice di denunciare e venire fuori e dall’altro nessuno però vi spiega quale inferno andrete ad affrontare, quante umiliazioni, mortificazioni, accuse, solo per esservi difesa da una violenza che non dovrebbe essere permessa nei confronti di nessuno.

Riprendete voce, uscite dal silenzio, cercate il sostegno di altre donne e uomini che vi possono e vogliono aiutare, insegnate ai vostri figli e alle vostre figlie che la violenza non si subisce in silenzio, che le prevaricazioni non si subiscono in silenzio, che le aggressioni non si subiscono in silenzio.

Tirate fuori l’urlo che è in voi, usate tutta la vostra voce e assordateli con il vostro dolore, imponetegli le vostre ferite che sanguinano, con i lividi ancora vivi dappertutto. Prendete le catene, quelle della paura, che sono assai più forti di qualunque altra catena, e spezzatele.

Che il rumore sia fragoroso, che l’urlo si senta per chilometri e chilometri, che la vostra rabbia e la vostra fierezza possa insegnare a quei codardi di cosa è fatto il coraggio, quello vero, quello delle donne come voi che resistono in catene per proteggersi e proteggere i vostri figli.

Condannateli con la vostra libertà. Fate esplodere, infine, la miccia che vi hanno tenuta accesa come perenne ricatto sotto i piedi. Quel boato non turberà voi perché niente può più scalfirvi dopo quello che avete già vissuto.

Nulla fa più paura della determinazione e del coraggio di una donna. Ricordatelo.

E ora sorridete, sorelle. La vita è vostra!

—>>>QUI il vademecum per donne straniere vittime di violenza domestica

—>>>Bollettino di guerra: bollettino di violenze maschili contro donne e bambini

—>>>La pagina facebook della campagna “Un lenzuolo contro la violenza sulle donne

Posted in Corpi, Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio, R-esistenze.


5 Responses

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  1. cybergrrlz says

    grazie a te elena e piena solidarietà per quello che stai vivendo.
    un abbraccio fortissimo.
    siamo con te!

  2. elena says

    volevo ringraziare l’autrice di questo articolo…grazie davvero, della forza che mi fatto scorrere nelle mie fiacche vene, distrutta perchè sto vivendo tutto quello che scritto quì…passo per passo… Ho ancora la pelle d’oca, ed un forte nodo alla gola….non vi conosco personalmente ma sono contenta che ci siete: questo sito mi ricorda di avere una dignità quando la giustizia e l’ipocrisia delle istituzioni me la tolgono…
    Scusate e vi sembrerò una debole, ho tanta rabbia dentro, rabbia da soffocare perchè non mi è concesso di piangere altrimenti mi accusano di depressione, non mi è concesso di difendermi altrimenti mi accusano di aggressività, ma non mi è concesso nemmeno non far nulla: l’accusa è di passività.
    Le mamme sono in gabbia….Grazie

  3. retroguard1a says

    Io aggiungerei a tutto ciò un vademecum per vittime di violenza straniere:
    – mettere i propri documenti al sicuro, se possibile, o fotocopiarli e fare lo stesso se sono sotto il controllo del proprio marito
    – cercare di autodeterminare la propria cittadinanza al di fuori delle mura domestiche, per esempio lavorando (che poi è una cosa che se è possibile fare, conviene a tutte)
    – mettere comunque un po’ di soldi da parte per le emergenze, in un luogo irraggiungibile dal marito violento
    – in generale, creare reti fa sempre bene: più amiche hai meglio stai, anche se il tuo lui è tanto innamorato da allontanarti dalle stesse.

  4. Mara D. says

    Cosa c’è di attraente nel matrimonio? Tutte le favole che ogni donna, appena messo piede nel mondo (e, se solo si potesse, anche prima) è costretta a sorbirsi o a ingoiare a forza, con tanto di imbuto metaforico. Dalle bambole alla cucina giocattolo, ogni messaggio inviato alla donna parla di realizzazione tramite il giogo (mai dichiarato tale) della famiglia fondata sul matrimonio. Eh, sì, perché si parla già di sposalizio: alla bambina che dimostra una simpatia particolare per un amico dell’asilo non è tanto assurdo sentire chiedere “E quando sarai grande lo sposerai?”. Non c’è via d’uscita, non c’è scelta.
    Ecco cosa ci trovano di attraente: le bugie ed il lavaggio del cervello.

  5. Alberto says

    Ma le donne non capiscono che per loro il matrimonio è una gabbia, è una prigionia ?
    Come mai le donne non comprendono che il matrimonio genera solamente una famiglia dentro la quale c’è solo la schiavitù e la violenza che gli uomini esercitano sulle donne ?
    Lo testimoniano i tristi fatti raccontati in questo articolo.

    E visto l’alto numero delle violenze cha avvengono in famiglia, mi sorge spontanea una domanda: ma le donne che cosa trovano di tanto attraente nel matrimonio ?