Giura che ti farai abbassare le mutande finchè morte non vi separi

Se vi siete sposate, quando vi siete sposate, avete sentito qualcuno dire le parole: “prometto di tenere sempre le mutande abbassate e di non rifiutare mai uno stupro finchè morte non ci separi“?

Scommetto di no. Però per un tribunale nel matrimonio ci sarebbe “presunzione di consenso” neanche fosse la sacra rota. Così hanno assolto un tale che aveva tentato di forzare la donna con la quale non aveva rapporti da tempo, era arrivato a toglierle le mutande, immaginiamo con non poche resistenze, e tuttavia ha avuto bisogno di un più deciso NO per rendersi conto che lei non voleva saperne. Ci chiediamo se il No decisivo sia consistito in una ginocchiata alle parti basse.

L’articolo continua e scherza sulla questione facendo perfino allusioni divertite su questo uomo che dopo aver fatto il sacro sforzo di accettare un ripetuto NO, dopo aver abbassato le mutande della donna senza il suo consenso, è dovuto ricorrere dentro una doccia fredda per calmare i bollori.

Robe di testosterone stuprantizio che solo chi ha scritto l’articolo evidentemente capisce.

Di che avrà avuto bisogno lei per riparare all’umiliazione e alla mortificazione subita, dopo che un tizio con cui non voleva avere rapporti le aveva abbassato le mutande negandole il diritto di decidere quando, se, con chi e come farlo, non ci è dato saperlo.

La necessità impellente sembra essere sempre e solo quella del maschio. Una specie di urgenza, come la pipì da riversare in fretta nell’urinatoio. Bisogna immedesimarsi nei dolori dell’uomo a reggersi la patta dolorante mentre si accinge a farsi una doccia fredda. Quale eroico gesto, quale miracolosa rinuncia essersi fermato appena appena alla mutanda calata.

E ci ricorda altre volte in cui qualcuno ha mostrato quel gonfiore come fosse affar nostro: come fosse un male che noi infermiere del pene avevamo il dovere di curare. Ahiahi, guarda come è gonfio poverino. Curami, fammelo sgonfiare. Altrimenti beccati i sensi di colpa perchè tu sei stata cattiva e io devo farmi una doccia fredda.

Ed è tutto lì il senso di un secolare malinteso costruito sui bisogni dell’orpello mentre di noi e delle nostre mutande a chi vuoi che freghi.

Se te la sposi, la femmina, avrai pur diritto di calarle le mutande di tanto in tanto. Non è questo che c’è scritto nel contratto di matrimonio?

Ma sapete che c’è? Sposatevi la mutanda e scordatevi quello che c’è dentro!

—>>>Nella foto un po’ di carne al naturale, mestruata. Dato che vi piace tanto. Cos’è, v’è passata la poesia? Ma voi non eravate quelli dei “complimenti garbati“?