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Se ti stai separando: non sottovalutare mai il fatto che devi salvarti la vita!

Come può sentirsi un figlio quindicenne mentre vede il padre che accoltella alla schiena e poi alla gola sua madre?

Si chiamava Carmela Scimeca ed è l’ultima vittima del delirio che attraversa le menti degli uomini che non accettano che le donne prendano autonomamente le proprie decisioni.

Un’altra donna che voleva solo esistere, vivere, respirare, lontano da un uomo che poi l’ha ammazzata.

Già immaginiamo i commenti dei soliti sciacalli e criminali, gli apologhi del femminicidio, quelli che istigano allo sterminio di tutte le donne che si oppongono ai deliri concepiti da menti pervase da sete di dominio nei confronti del genere femminile.

Immaginiamo le scuse e le diffamazioni verso la vittima, come per la vittima precedente volgarmente diffamata e usata per giustificare i pensieri di vendetta, odio, che popolano gli intenti di persone che dovrebbero essere messe in condizione di non nuocere più a nessun@.

Per una donna uccisa ce ne sono mille altre che rischiano di morire oggi, domani, dopodomani, come se il nostro destino fosse segnato da un “fato” incontrollabile e imprevedibile. Invece è tutto previsto, così come è previsto che già oggi, o domani, chissà, qualcuno farà un comunicato stampa in cui dirà che questo “povero uomo” non avrebbe ucciso se gli uomini avessero la possibilità di vedersi riconosciuto il diritto al terrore contro le donne.

E’ tutto previsto e nessuno fa niente per fermare questa mattanza senza fine della quale si parla solo come questione “varia ed eventuale”, come ultimo punto all’ordine del giorno di una società che vede per primi, quali protagonisti, i carnefici che pretendono e ricattano e terrorizzano e poi intimidiscono e minacciano.

Una mafia che si comporta da mafia e che chiede il diritto di lavare l’offesa con il sangue, quello che noi abbiamo disegnato nei nostri lenzuoli dedicati ad ogni vittima mentre c’è chi pensa che le vittime non meritino neppure quello, neppure un lenzuolo solidale che passa di balcone in balcone a denunciare uno sterminio senza fine.

Il nostro lenzuolo resta lì: per Emlou, per Mara, per Carmela, per tutte.

—>>>Se hai dei problemi, non immaginare che tutto si risolva da se’, non perdere tempo, non farti ammazzare, rivolgiti SUBITO ad un centro antiviolenza. Allontanati immediatamente dalla casa in cui vive il tuo carnefice. Non sottovalutare mai le parole che ti dice, le sue minacce, intimidazioni e la sua violenza. Un uomo violento può ucciderti. Salvati la vita. Chiama il 1522, rivolgiti ad un centro antiviolenza, denuncia subito quello che ti succede.

—>>>Segui e partecipa alla campagna “Un lenzuolo contro la violenza sulle donne”

—>>>Leggi e segui il “Bollettino di guerra”

Posted in Corpi, Fem/Activism, Iniziative, Omicidi sociali, Pensatoio.