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Le cicatrici delle madri

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Talvolta i carnefici si scoprono ipocritamente moralisti e allora potrebbero andare in cerca di “caccia alle streghe” da infliggere per giustificare le loro ipotetiche carneficine: maltrattamenti alle mogli, giustificazioni al femminicidio, persecuzioni alle donne, appoggio incondizionato a persone condannate per pedofilia.

Per esempio: ai carnefici da’ proprio fastidio sentire parlare di solitudine delle madri, della difficoltà di essere madri. E c’è da capirli per la fatica che fanno per rappresentare un modello di madri che non esiste più neppure a walt disney. Felicissime di “sgravare” e di rinunciare ad ogni minuscolo frammento di vita. Felici, felici, felici. Sorridenti, sorridenti, sorridenti. Peggio che le amebe che vediamo nelle pubblicità della mulino bianco.

Non si svegliano mai spettinate, la loro colazione è sempre organizzatissima, non bestemmiano mai, sono gentilissime perfino con i testimoni di geova mentre hanno un pannolino da cambiare e un orario da rispettare per tornare a guadagnarsi il pane.

Madri di ferro, come no, che trovano un muro altissimo ovunque tentino di andare per raccontare le loro paure e la loro solitudine. Devono vergognarsi di esistere, sentirsi perennemente in colpa, perchè il loro gergo mammario lo inventa il maschilista di turno e se non viene rispettato allora è subito pronto un Tso o l’elettroshock.

Ma come: non sei felice di soffrire le pene dell’inferno per dare un legittimo erede all’inseminatore che prima di sposare te ha sposato il tuo utero? Ma che strano…

E se la mattina ti viene da urlare e da strepitare, e se non sopporti più niente, e se hai bisogno di aiuto perchè l’egocentrismo tipico dei bambini (unito a quello del tuo coniuge) ti succhia la vita e non ti lascia neppure il tempo per andare al cesso, e se tu volessi manifestare un po’ di sano egoismo, ricordare al mondo che sei una persona e che vuoi essere trattata da persona, senza che tutti ti deleghino l’impossibile per poi massacrarti la vita se non sei in grado di compierlo, senza che poi ti sottraggano tuo figlio se non hai eseguito gli ordini educativi che l’inseminatore ha impartito. Semplicemente non puoi. Non puoi urlare, lamentarti, denunciare la tua solitudine, raccontare le mille torture che ti infligge lo stato completamente assente mentre ti lascia a cavartela da sola. Non puoi fare niente. L’unica cosa che ti resta da fare è sentirti perennemente in colpa e considerare un tabù, perchè tale lo fa diventare una società maschilista che nasconde il grave problema irrisolto che resta impresso nella maternità, ogni pensiero cattivo che hai nei confronti di tuo figlio.

Ma si, facciamo finta che il problema non esista e non parliamone. Lasciamo che di questo argomento parlino i maschilisti che per facilità ci giudicano assassine anche se loro non hanno trascorso due ore di seguito con un bambino che piange ininterrottamente.

Eppure a qualcuno le madri completamente sole dovranno pur dirlo che ogni tanto si sentono terribilmente in colpa perchè immaginano di non farcela proprio più. Dovranno dirlo che il loro disagio, dovuto ad una imposizione di ruolo rispetto alla quale nessuno produce supporto, non si risolve con Tso e psicofarmaci.

Guardami negli occhi e dimmi se davvero non hai mai detto nulla di brutto a tuo figlio, se non gli hai mollato uno schiaffo, se non hai desiderato stare in pace per un po’. Lo dico a te che parli come barbara d’urso e pensi di stare sempre in un talk show televisivo dove hai bisogno di usare un politically correct che censura ogni tua emozione.

Perchè diamine non dici che hai dei problemi? Perchè non parli? Perchè non tiri via il coperchio e non discuti con noi di maternità “responsabile”, quella che si vive dopo aver accettato anche i propri limiti, i propri egoismi? Perchè continui a dare retta a quei quattro ignobili maschilisti che si affaticano nel dimostrare che qualora venisse espressa la tua “umana imperfezione” sarebbe “innata”, connaturata al tuo essere donna? Perchè non rompi il tabù e non decidi di mostrare al mondo com’è una madre vera, priva di retorica e ipocrisie, coraggiosa e forte, responsabile e terribilmente sola, umana, imperfetta, piena di problemi, senza l’aiuto di nessuno? Perchè non ti togli di dosso quel brutto vestito che il patriarcato ti ha fatto indossare per mistificare un ruolo imposto e rappresentarlo con caratteristiche che non ti appartengono?

Vuoi dirlo anche tu a questi maschi privi di senno che l’istinto materno non esiste, che la maternità deve essere una scelta e che il ruolo va rielaborato e ridiscusso alla luce delle esigenze delle donne e non di chi sfrutta i loro corpi come produttori di figli?

Dimmi che madre sei, senza paura, senza il timore di finire in carcere o in manicomio, dove alcuni vogliono metterti se non reciti il loro copione fasullo. Dimmi che vita vuoi, che aspirazioni hai, perchè io non mi sono dimenticata di te e prima che la madre vedo la donna.

Dimmi chi sei, non vergognarti di volere, desiderare, amare, crescere, non rinunciare a te stessa.

Dimmi quante volte hai pensato di averne abbastanza di pappine, pannolini, strilli e richieste pressanti, minuto dopo minuto, da un figlio che non per questo ami di meno.

La società attuale non ti chiede di amare un figlio ma di custodirlo perfettamente per il bene di chi lo sfrutterà e per la vanagloria di un padre che non sarà mai presente come dovrebbe.

Tu sei migliore di tutte le persone fasulle che si divertono a disegnarti addosso una parte che non ti piace interpretare. Tu sei vera. Se lo sei fino in fondo i bugiardi saranno terrorizzati perchè non sanno vivere se non delle loro bugie e mistificazioni. Tu sei vera e quello che disturba di te è che tu sei in grado di accettarti seppure con i tuoi limiti mentre l’uomo che ti sta di fronte negherà per sempre di essere un carnefice. Tu esorcizzerai i tuoi limiti umani con una parola, senza mai compiere nulla di brutto, e lui invece porterà a termine il suo intento di sterminio.

Tu sei una donna che affronta le proprie contraddizioni e i propri conflitti. Senza paura. Lui è un essere inaffidabile che oggi ti dice che ti ama e domani forse ti ammazzerà perchè riterrà che tu gli abbia fatto un torto.

La società nella quale vivi è commisurata alle esigenze del carnefice, mai delle tue. Tu sei soltanto un giullare, un utero utile, devi intrattenere, divertire, calmare e partorire (con dolore).

Non farglielo fare. Lasciati una chance. Guardati dentro, rimettiti in discussione, chiedi aiuto, non sentirti in obbligo di fare tutto da sola e se qualcuno te lo impone denuncia quello che ti succede. Parla, non restare da sola.

Da madri a madri: noi conosciamo le nostre cicatrici. Perchè dovremmo nasconderle al mondo per rappresentare vite ripassate al lifting che non ci riguardano?

Posted in Fem/Activism, Omicidi sociali, Pensatoio.


One Response

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  1. Nadia says

    Bellissimo post che condividi in toto…mi avete letto nel pensiero! E ora che certi maschi comincino a CRESCERE!