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Toscana, culla della misoginia

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Prima che qualche analfabeta si precipiti allarmato a defecare un suo in-dotto post sul gravissimo reato di "vilipendio del granducato" specifico che si tratta di satira. C’ho fatto pure la categoria apposita, a scanso di equivoci, per quelli più enciclopedicamente toccati da qualche grave forma di malleus maleficarum intramuscolo e anche in vena.

Si badi bene, non è un invito al dialogo con analfabeti e defecatori che sono sempre osservati, denunciati e giudicati altamente lesivi per l’armonia del nostro presente.

Si tratta dunque del bel clima della terra verdeggiante che mi è capitato di intravedere qualche volta e di apprezzare per le sue splendide zanzare tigre, le meravigliose zone non bonificate e l’umido che ti trapana le ossa fino al midollo. Puoi incontrare tanta meraviglia e tante persone piene di un grande senso dell’umorismo.

Deve essere per esigenza goliardica, per divertire questo popolo di giullari e duchi, aristocratici e figliocci del mostro di firenze che da un po’ di tempo hanno dato vita ad una produzione video degna di hollywood. Alla produzione ci sono i/le contribuenti, alla regia c’è il reparto security investigation e i mezzi di trasmissione sono i vari canali video che ripetono le immagini continuamente per non lasciare adito a nessun dubbio.

I filmati scelgono come protagoniste le donne e noi siamo ben contente che finalmente una produzione cinematografica assegni alle donne ruoli non marginali. Le trame effettivamente sono un po’ ripetitive ma non possiamo lamentarci. Verranno tempi migliori.

In un primo video, che le signore delle trasmissioni tv pomeridiane hanno trasmesso un giorno si e uno no con il rallenty, il fermo immagine, la marcia indietro e il coito interrotto (non conoscete la famosa strategia di proiezione del coitus interruptus?), c’erano ben due donne. Una, che poi era la protagonista, faceva la parte di quella che schiaffeggiava un bambino. Un bambino piccolissimo, di quelli che bisogna proteggerli. E la donna era così convincente nella sua parte che suscitava una tale rabbia, attirava un tale odio che quando il mio vicino di casa me lo raccontava gli veniva una strana luce negli occhi e mi guardava come se io fossi una di "loro".

Il secondo video aveva come protagonista una signora un po’ più anziana e perdipiù sovrappeso. Da una donna così che vuoi aspettarti? Ovvio: che picchi la vecchina disabile che dovrebbe assistere. Il ruolo della badante era calibrato tutto per fare venire di nuovo l’occhio allucinato al mio vicino e io che lo sapevo dovevo pur decidere di stargli alla larga.

E’ una cosa abbastanza assurda quanto potere abbia il cinemascope, che nemmeno l’istituto Luce ai tempi di mussolini sapeva fare così bene quel mestiere. Così decisi di mettere a punto una targhetta autoprodotta da affiggere sulla porta in cui scrivevo "Non faccio la maestra e neppure la badante". Al prossimo mestiere di femmina che la produzione cinematografica sputtanerà baderò a integrare la formula e all’occorrenza me ne preparo già uno in cui scrivo semplicemente che sono disoccupata e che mio marito mi tiene a bada con sostanze stroncative di quelle che abbatterebbero un elefante. Perchè sono sicura che presto o tardi l’unico ruolo, tra quelli svolti dalle donne, che non sarà temuto socialmente, sarà quello della bambola gonfiabile in stato di coma vegetativo permanente.

Mi sono spesso chiesta se alla base della scelta delle trame ci fosse una strategia di comunicazione e mi capitò di parlarne con uno che di queste cose ne capiva il quale mi rispose che se vuoi fare interpretare alle donne il ruolo di cattive devi beccarle per forza negli unici mestieri di sfruttamento, i lavori di cura, che sono consentiti. Un po’ come quando gli americani ti fanno il film sulla infermiera che uccide i pazienti o la babysitter malpagata che però si rivela un vampiro che squarta tutte le generazioni con le quali viene a contatto.

Si tratta di horror catartici, immagini riprovevoli che suscitano odio per pareggiare i conti perchè delle donne non puoi dire che ammazzano, che stuprano, che sono pedofile, che praticano violenza domestica ma puoi sempre dire che quando sono fuori a buscarsi 5 euro all’ora, quando gli va bene, cambiano proprio faccia e umore. Jekill e Hide in gonnella e un bel commissario che ama immergersi nell’oppio intento alla ricerca della crudele megera.

Ho chiesto anche come mai dalle questure non arrivano i video degli abusi che gli uomini compiono sui bambini, quelli degli stupri perpetrati sulle donne o delle violenze domestiche. Come mai quando si tratta di violenza domestica non ci sia nessuno che abbia l’idea di mettere una telecamera nascosta che possa aiutare le donne in quei tristi momenti in cui il marito violento dice che sono tutte bugie. Come mai a nessuno è venuto in mente di inventare una spilla/videocamera per le donne maltrattate, con tanto di audio e possibilità di registrazione per milioni di gigabyte. Nessuno mi da una risposta.

Poi ho chiesto alla moglie del mio vicino quale fosse l’effetto di quei film sulla sua vita di tutti i giorni e la mia vicina ha detto che siccome il marito non si fida delle maestre deve essere lei a tenere il nipotino giacchè la madre del piccolo lavora e che siccome il marito non si fida delle badanti deve essere lei a pulire il culo alla suocera perchè non c’è nessun altro che lo possa fare.

In definitiva quei film, così lei mi ha detto, sono una gran fregatura. Belli, per carità, ti fanno sfogare, ti fanno venir voglia di appiccare il fuoco e di mettere al rogo le picchiatrici, ti terrorizzano a tal punto che non puoi che essere d’accordo quando tuo marito ti dice che si fida SOLO DI TE ed è per questo che sarai TU a svolgere i ruoli di cura che prima aveva accettato di affidare ad altri.

A occhio a me sembra che la diffusione di questi film sia effettivamente un po’ sospetta. Lo chiamano female bashing, pestaggio di genere, ed è una categoria che fa parecchia audience in tempi da caccia alle streghe.

Sono davvero curiosa di vedere quale sarà il prossimo film: vedremo delle donne che infilzano i gatti? Che strappano gli occhi alle bambole dei figli? Che schiacciano le zampette delle tartarughine dei nipoti? Quale altra delizia ci riserveranno mai?

Tutto ciò per dire, e chiudo, che nel ddl sulle intercettazioni c’è un emendamento che dice che se tu donna maltrattata, ti servi di un registratore o di una telecamera nascosta per provare la colpevolezza di tuo marito e poi esponi quella registrazione: rischi la galera. Se invece gli inquirenti nel corso di una inchiesta ti fanno un filmato per provare la tua colpevolezza, te lo ritrovi in televisione invece che in tribunale.

Hanno sbagliato il luogo in cui deve svolgersi il processo? Il filmato è caduto nelle mani della stampa per un caso fortuito? E’ una usanza tutta toscana quella di consegnare le immagini destinate ai processi alle televisioni? La privacy delle accusate, cattivissime, mi possino cecare e mi metto la mano sul cuore, tuttavia ancora non condannate, è una cosa da non tenere in considerazione?

Mi piacerebbe sapere: perchè dopo numerose proiezioni del video che ritraeva le maestre di pistoia qualcuno ha pensato di ricompensarne una con una molotov sotto casa? Perchè i media istigano al linciaggio di queste persone? Come mai invece non conosciamo i nomi, i volti, gli indirizzi dei pedofili, degli stupratori (quelli italiani), dei mariti violenti?

Sarà per questo ma in sicilia ci viene in mente di dare vita, a spese nostre e non delle e dei contribuenti, ad una produzione di filmati che parlano di pedofili, stupratori e mariti violenti. Dite che qualche emittente televisiva sarà interessata a tale merce? 

Posted in Misoginie, Omicidi sociali, Pensatoio, Satira.


2 Responses

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  1. sassicaia molotov says

    “Come mai a nessuno è venuto in mente di inventare una spilla/videocamera per le donne maltrattate, con tanto di audio e possibilità di registrazione per milioni di gigabyte. Nessuno mi da una risposta.”

    E che risposta vorresti, di grazia?
    Ci avremmo pensato prima ancora e le avremmo messe nelle fabbriche, nei call-center, negli uffici, in tutti quei posti dove si sfrutta e si fa macello di carne umana per meno di mille euro al mese.
    Così, tanto per prenderla alla larga.
    Ma è evidente che in questa situazione lo sforzo non varrebbe la candela, nè per le donne, nè per chi lavora; almeno non finchè non verranno riequilibrati determinati rapporti di forza fra chi al momento sfrutta e maltratta e chi ne subisce gli effetti.
    Le forze in campo sono queste due e non altre. Punto.

  2. Claudia says

    Sono stata scelta dall’istat per rispondere alle loro domande. Mi hanno chiesto delle cose strane che ora acquistano un senso nuovo.
    Io sono sposata e non ho figli e… sono disoccupata da due anni: l’intervistatrice dopo avermelo fatto ricordare ed avermi depresso oltremodo, mi ha chiesto: 1)si prende cura regolarmente di bambini sotto i 15 anni, senza essere pagata?
    2) si prende cura di anziani regolarmente senza essere pagata?
    Che cosa ne deducete? Con la crisi le donne adulte disoccupate torneranno ad occuparsi di bambini altrui ed anziani altrui come un tempo? Senza stipendio, come un dovere familiare? Affinché lo Stato se ne lavi le mani definitivamente? A che serve metter su lo stato sociale se ci sono le donne casa, a non fare un cazzo?Perché metter su asili e creare figure professionali retribuite? Sono disoccupate, ah hanno studiato, sono laureate e sono pure specializzate e ‘sti cazzi? stanno a casa a non fare un cazzo, non si potrebbe avere un caffé?
    Scusate lo sfogo.Claudia.