Da Mamme Coraggio, un brano tratto da un post di Flo. Per leggerlo per intero QUI. Ricordandovi che non bisognerebbe mai obbligare un figlio a vedere un padre anche se non vuole e che mai, dovrebbe essere concesso
l’affido ad un genitore violento (con la ex moglie o con i bambini), invitandovi a leggere i "10 miti sull’affidamento e sulla violenza domestica e come contrastarli" e il post che vi racconta cos’è la "Violenza domestica per procura (Domestic violence by proxy)", vi auguriamo una buona lettura!
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Madri senza figli, figli senza madri. Un ritorno a Sparta!
(…) per un bambino, essere allontanato in maniera coatta dalla
madre è come morire….
(…) per una madre, vedersi strappare il proprio figlio è come morire…
Le nuove morti bianche…
Morire alla vita, alla libertà, al futuro, esseri imprigionati in una
storia che non si è scelta…
Vi presenterò oggi, la storia di due donne a cui daremo un nome di
fantasia: Luisa e Barbara.
Solo il nome è inventato, magari lo fossero pure le loro
vicende!
Luisa è una docente universitaria, Barbara una giornalista:
due donne capaci, che hanno dedicato la loro vita allo studio, alle
scelte lavorative e che hanno fatto carriera, ognuno nel proprio campo.
Donne sicure, intelligenti, ben inserite nel tessuto sociale e con
tutte le carte in regola per un futuro ricco di prospettive.
Donne che ad un certo punto hanno desiderato formare una famiglia,
sono diventate madri, hanno cercato di crescere i propri figli con tutto
l’amore che portavano dentro, nonostante il fallimento del rapporto con
il loro partner.
Donne che si sono ritrovate in solitudine, distrutte, sull’orlo di un
baratro di dolore assolutamente impossibile da gestire.
Donne sole, analizzate come animali da laboratorio, giudicate
inidonee a continuare ad accudire i propri figli, loro, così abili, così
capaci nella vita…
Absurdum che prevale sul buon senso…
Luisa, professore di una notissima università italiana ha una figlia
14 anni, Ginevra.
Ginevra si trova da ben due anni in una casa famiglia, di un noto
quartiere romano.
Motivazione?
PAS, naturalmente.
La ragazza ha difficoltà a relazionarsi col padre, in parole povere non
vuole vederlo, osteggia, in tutti i modi, gli incontri programmati dal
tribunale dei minori.
Ginevra è nata fuori del matrimonio, è una figlia naturale.
Luisa, la madre, dopo una breve convivenza col padre di Ginevra, lo
abbandona per motivi legati a gravi vicissitudini penali dell’uomo, il
quale, per un certo periodo sparisce facendo perdere tracce di sé e non
preoccupandosi mai della figlia.
Nel frattempo Luisa conosce un uomo che sposerà, che la aiuterà a
crescere Ginevra, che le è stata affidata in via esclusiva dal
tribunale, fino al giorno della sua morte precoce.
Ma il padre naturale di Ginevra ricompare sulla scena accusando Luisa
di avergli impedito per tanti anni di vedere sua figlia ed inizia una
feroce battaglia legale.
Da un lato Luisa, che ha cresciuto sua figlia con tanto amore e
dedizione, dall’altro un uomo che si ricorda di avere una figlia, che
rivendica il suo ruolo di padre da cui ritiene essere stato defraudato
ingiustamente e che chiede al Tribunale dei Minori l’affido della
bambina ai servizi sociali, pur di allontanarla dalla madre.
Come dirimere una questione così difficile?
Intanto la bambina viene sottoposta a numerosi pomeriggi di incontri
con gli esperti, a fare test su test, come deciso dal giudice di
competenza.
Tutte le analisi effettuate e la perizia del CTU non
riscontreranno alcuna anomalia in Ginevra.
Ma i servizi sociali inizieranno a far ventilare la PAS,un’ipotesi
che poi, pur rimanendo ipotesi, sarà la strada dell’ingresso di Ginevra,
all’età di 12 anni in casa famiglia, un bellissimo carcere a tempo
determinato…
Perché come volete chiamarlo un istituto in cui sei costretta a vivere
contro la volontà propria e quella della madre che ha cresciuto sua
figlia da sola?
Eppure è un luogo comune affermare che ormai in carcere non ci va più
nessuno!
I bambini sì, sappiatelo, vanno in carcere.
Mentre noi siamo qui a lavorare, a fare quello che dobbiamo o
vogliamo fare, ci sono bambini costretti a vivere dove non vogliono, pur
avendo una madre ed una bellissima casa che li aspetta.
Che dire di più?
Devo far trapelare maggiormente la mia indignazione?
Indignatevi con me, per favore.
Luisa ha perso la patria podestà, lei così in gamba sul lavoro, lei
così brava a crescere sua figlia.
Il padre naturale, mantiene la patria podestà.
Luisa non può occuparsi di sua figlia, non può parlare con i
professori, non può portarla da un medico, ma si fa carico di ogni
spesa, dai libri al vestiario a tutto ciò che serve, nonostante i
finanziamenti stanziati per Ginevra.
Ogni due settimane, sì avete capito bene, ogni due settimane, per il
week end può vedere sua figlia, stare con lei e poi riportarla in casa
famiglia.
Casa famiglia…che nome dolce…
Non vi si strappa il cuore dal torace?
Purtroppo questa è una delle tante storie fotocopia, in cui i servizi
sociali relazionano quanto pensano di aver riscontrato ad un giudice
che, in seconda battuta, può disporre l’allontanamento del minore dalla
madre.
Ipso facto.
Credete che Ginevra sia stata interpellata?
Certo che no.
Che strano, oggi i nostri giovani sono talmente indipendenti da
decidere sin da piccoli addirittura come vestire…
Per la legge invece un minore non può proprio decidere niente.
Minore o minorato?
Minorato. Non in grado di saper decidere senza supporto.
PAS, questa sconosciuta ai molti, di cui ho tanto scritto, ma
che continua a provocare morti bianche…
L’altra storia di cui vorrei parlarvi è quella di Barbara, una
giornalista, madre di due figli molto piccoli che si è separata dal
padre dei suoi figli.
In fase di separazione, il marito ha presentato ai giudici una vecchia
cartella clinica che documentava una fase di anoressia di cui Barbara
aveva sofferto.
Nella lotta per l’affido dei figli, questa antica malattia di Barbara ha
giocato un ruolo particolare, per cui è stata sottoposta a perizia per
verificare la sua idoneità ad allevare e crescere i suoi figli.
Barbara è stata periziata, si sono svolti due soli incontri, in cui è
stata osservata mentre giocava con i suoi figlioletti.
Ha giocato con i birilli, è stata costretta a giocare con i birilli
assieme all’ex marito, naturalmente con i figli.
Evidentemente il marito ha giocato meglio di lei, che invece ha avuto
l’ardire, mentre era esaminata, di prendere in braccio suo figlio per
consolarlo durante un pianto, o di accarezzare l’altro…
In base ai risultati della perizia, un giudice ha dichiarato
Barbara inidonea a crescere i suoi figli perchè “il rapporto simbiotico e
il legame troppo profondo…potrebbe creare un impasse evolutiva” nei
bambini.
In parole povere Barbara rivela un eccessivo attaccamento ai suoi figli.
Meglio quindi il padre, più idoneo lui.
Barbara perciò si è ritrovata da un giorno all’altro senza figli, con
un dramma affettivo impressionante, sola a lottare contro tutti.
Perché quando c’è una sentenza in tal senso, è difficile trovare
solidarietà.
Tutti credono che se un giudice ha deciso così, lo ha fatto perché
assolutamente certo della verità e con in mano delle prove al di sopra
di ogni possibile rivendicazione.
Barbara, giornalista, non ha trovato nessuno dei suoi colleghi che la
sostenesse, nessuno che si curasse di aiutarla, di raccontare il dramma
delle madri senza figli dei figli senza madri.
Il dramma nel dramma: nessuno che si curi di queste madri
coraggiose e di questi figli che subiscono l’absurdum.
Nessuno che ascolti…
—>>>A proposito
della sindrome inventata, la cosiddetta sindrome di alienazione genitoriale, ovvero la Pas,
per approfondire:
(chi l’ha inventata, quanta parte del mondo scientifico
internazionale la giudica immondizia, quanta parte di avvocatura e
procuratori internazionali la giudicano inammissibile nei procedimenti
di affido) [1] [2] [3] [4] [5] [6] [7] [8] [9] [10] [11] [12] [13] [14] [15] [16] [17] [18] [19]
Ovvero:
Pas, sindrome da alienazione genitoriale o impunità per il genitore abusante?
La sindrome di alienazione genitoriale non esiste
Affido condiviso e Pas: come legalizzare l’omertà familiare per proteggere gli uomini violenti
La Pas non esiste: a proposito di sindrome di alienazione genitoriale e pedofilia
Pas: la favola della psichiatria creativa
Sindrome di alienazione parentale, la malattia inventata
L’associazione spagnola di neuropsichiatria contro la Pas
Nel mondo scientifico internazionale la Pas è una invenzione
La Pas è stata da tempo rigettata dall’istituto di ricerca dei procuratori americani
La Pas non esiste. Mai affido ai genitori violenti
Pas, il no della comunità scientifica
L’inventore della sindrome di alienazione genitoriale e le sue opinioni sulla pedofilia
Purtroppo, quando sento queste storie i commenti che mi vengono sono molto duri: ho vissuto anche io una situazione del genere, da figlia, ma ho avuto la fortuna di essere già maggiorenne e di non avere restrizioni di sorta. Non ho mai capito cosa spinga questi maschi a sparire e poi ricomparire pretendendo l’affido di una figlioa che non hanno mai cresciuto (non solo economicamente, visto che poi per queste persone che compaiono magicamente spesso è tutta una questione di soldi – parlo per esperienza), me lo spiego solo con la loro volontà di usare il bambino contro una madre che loro odiano immotivatamente.