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A proposito della madre di Kristian

Due giorni fa abbiamo ricevuto da Gesef Puglia una mail che ci
autorizzavano a condividere:

"*Con preghiera di condividere…*
*Aiutatemi a ritrovare mio figlio Kristian!!!*
Inviamo TUTTI un appello al Tribunale ed al Ministero affinchè Kristian
torni dalla sua mamma:
Tribunale per i Minorenni di Lecce – Fax: 0832 307874 –
tribmin.lecce@giustizia.it
Ministero della Giustizia: giustizia.minorile@giustizia.it
ASPETTIAMO LA TUA ADESIONE AL
GRUPPO
E NON DIMENTICARE DI INVITARE I
TUOI
AMICI, GRAZIE!
"

Abbiamo inviato subito (dopo pochissime ore)
una mail per la quale non abbiamo ancora ricevuto risposta:

"Grazie
mille di questa segnalazione. E’ possibile comunicare direttamente con
la mamma di Kristian? Vorremmo capire meglio come è potuto succedere che
le abbiano tolto il bambino proprio mentre lei e il suo piccolo avevano
bisogno di essere tutelati dopo una così tragica esperienza. Grazie
ancora. Cordiali saluti.
"

Fino a questo momento non abbiamo
perciò alcun contatto con questa donna, non sappiamo nulla di preciso
della sua storia e dunque non possiamo indirizzarla presso istituzioni,
enti locali, centri antiviolenza, rete di servizi per le pari
opportunità e rete di donne e femministe che agiscono su quel territorio
essendo noi a chilometri di distanza e non avendo granchè fiducia
nell’invio di mail in qualunque posto per esortare a prendere un impegno
che va sostenuto innanzitutto in loco.

Ci piacerebbe sapere
anche se Gesef Puglia abbia sollecitato la rete di donne che esiste in
quel territorio oltre a fare conoscere la storia a chi si trova in altre
città. Immaginiamo lo abbia certamente fatto.

Oggi abbiamo letto questo (whois ip) che ci è stato segnalato da chi lo ha
visto divulgare nelle pagine
facebook fake
gestite da persone che sovente negano i dati
della violenza contro le donne
e mai pubblicano o si interessano di notizie relative la
violenza che tutte le donne ogni giorno subiscono
.

Chiediamo
allora, pubblicamente, se la madre di Kristian e Gesef sono a conoscenza
dello scritto che insinua
elementi dubbi circa le "femministe". Chiediamo chi debbano essere i
nostri interlocutori in merito a questa delicata vicenda: una pagina facebook
gestita da soggetti che non conosciamo (o dei quali non si legge con
chiarezza) o una associazione che si è presentata con la sua corretta
intestazione?

A proposito di quanto si dice di noi, a fronte di ogni grave
vicenda che coinvolge donne e bambini, ovviamente non ci importa nulla.
Ci interessa però sapere che questa donna, alla quale rivolgiamo piena
solidarietà, sia tutelata da qualunque forma di violenza e siamo più che sicure che la associazione che ci ha
scritto per chiedere di interessarci a questa vicenda sia d’accordo con
noi.

Se vorrete sollecitarci per eventuali altri casi del genere
tenete comunque conto che il nostro è solo un blog. Noi non siamo una
associazione, non siamo una rete di professionalità distribuite nei
territori e quanto possiamo fare, assumendocene di sicuro la
responsabilità, è quello di veicolare indirizzi e informazioni sulle
reti territoriali esistenti di donne che noi sosteniamo e che fanno un
grande lavoro silenzioso in ogni città d’italia.

Posted in Omicidi sociali, Pensatoio.