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Per ammazzare un antifascista puoi dire che è un paranoico o un terrorista!

http://files.splinder.com/3efa9c00e407034fd9a54a2dc0d3a20f.jpegSi chiamava Mauro, mio padre mi diceva sempre di stargli lontana perchè era un po’ toccato. La gente che vive delle proprie convinzioni è un po’ così, fastidiosa per chi ama non pensare e per chi vuole immaginare che il mondo sia fatto di belle persone che si amano l’un l’altra appassionatamente.

Con un concorrente come walt disney e il mulino bianco il povero mauro poteva ben poco. E in effetti non si capiva il perchè della sua insistenza. Diventava noioso nella sua determinazione, invadente nella sua ostinazione.

Mia madre aveva una opinione diversa. "Lui è un povero idealista, crede ancora di poter cambiare il mondo!" disse una volta, e a parte la compassione per quel ruolo mi sembrò un poco meglio che definirlo pazzo.

Il prete diceva che era pericoloso perchè le sue idee potevano farmi male. "E’ un comunista!" affermò con quella luce strana che aveva negli occhi quando provava a metterci al riparo dalle cose infernali.

Il sindaco, di destra, pensava fosse paranoico: "vede fascismo dappertutto" diceva "vede mafia dappertutto, ha le allucinazioni".

I bambini lo deridevano perchè era un po’ trasandato e fuori tempo. "Nostalgico", così lo chiamavano quegli altri ben vestiti che stavano nella sezione del partito del sindaco.

Mauro scriveva il suo volantino, lo fotocopiava in proprio e andava in piazza a distribuirlo alla gente e ricordo di aver disobbedito a mio padre, al prete e a tutti quanti perchè di quei volantini ne conservo ancora una ventina.

Aveva un linguaggio semplice e accorato, si leggeva la passione, scriveva nomi e cognomi e denunciava fatti di cui non parlava nessuno. Ma in piazza i seguaci del sindaco lo deridevano, gli altri lo compativano e c’erano perfino quelli che facevano scommesse e poi gli parlavano per sfotterlo.

Così tutto quello che denunciava non veniva mai preso sul serio. Tutto quello che diceva veniva archiviato tra le affermazioni dei matti. Tutto quello che scriveva veniva usato come carta igienica per pulire i culi dei fascisti e dei mafiosi.

Non è una storia lunga e la finisco subito. Mauro morì di stenti perchè il suo lavoro era da povero e la sua vita finì tra i volantini. Nessuno si ricordò mai di lui perchè era un cane sciolto. Non una targa in memoria, nè una riunione alla sezione di partito, nè un attimo per per celebrare le sue lotte.

Perchè per cancellare l’effetto di una denuncia a volte basta ridicolizzare colui che l’ha fatta e dato che da grande quel "sei pazza" (nel caso di una donna vale anche il "sei puttana" o "sei femminista") è risuonato nelle orecchie mille volte anche a me, quando mi lamentavo per le botte di mio padre, quando avevo di che ridire per la violenza del mio ex compagno, quando vedevo la mafia rubare la vita ai compaesani, quando vedevo il fascismo fomentare razzismo perfino in un villaggio di quindicimila abitanti, allora mi venne la curiosità di andare a rileggere i volantini di Mauro.

Ho pianto tutto il tempo perchè c’erano scritte mille verità, cose che ho impiegato una vita a capire, c’erano nomi e cognomi, fatti e situazioni, analisi e descrizioni, testimonianze e interpretazioni. Vorrei che Mauro fosse ancora vivo per dirgli che era tutto vero, aveva ragione lui. La mafia era dappertutto e forse c’è ancora e il fascismo è ovunque pure quello.

E se gli avessimo dato ascolto, se avessimo dato ascolto ai "matti" come lui, a quelli che altri si sono divertiti a descrivere come "paranoici" e "nostalgici" forse non saremmo a questo punto.

Il punto è che di fascismo sono intrisi in tanti e tanto più la cosa è diffusa tanto più è semplice che le comunità estromettano chi li avvisa del pericolo. Le voci fuori dal coro vanno isolate affinchè sopravviva e si evolva il potere. O li chiami terroristi o li chiami matti e paranoici. In entrambi i casi, se criminalizzati o patologizzati, li hai uccisi socialmente e politicamente. E se non basta li ammazzi anche fisicamente.

Perciò ho più paura di chi ora dice "ne destra ne sinistra, ne rossi ne neri, saltiamo lo steccato, dialoghiamo con quegli altri…" che di quelli che conservano saldamente la loro posizione e da lì parlano senza retrocedere di un millimetro.

Chi vuole dominare fa finta di non esistere. Chi vuole dominare ridicolizza quelli che illuminano le zone in ombra, quelli che accendono i riflettori sulle contraddizioni, quelli che vedono anche al buio.

Avevi ragione tu, caro Mauro, i mafiosi, i fascisti, aggiungo anche i razzisti e i sessisti, esistono e sono tanti. E c’è chi non vuole vederli. C’è chi non vuole che si vedano.

—>>>nella foto peppino impastato: prima provarono a dire che era un fanatico, poi lo dipinsero come un estremista, infine la mafia lo uccise con una carica di esplosivo facendolo passare per un terrorista.

Posted in Anticlero/Antifa, Omicidi sociali, Pensatoio.


3 Responses

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  1. Mario says

    E’ la società dello spettacolo: se riesci a diventare un personaggio sei un ribelle, se non fai “il salto di qualità” resti un povero pazzo, un disadattato, non importa la qualità della tua lotta… Splendido post, spero di trovare il tempo di copincolalrlo sul mio blog!

  2. Joel says

    Anche a Bologna, dove vivo io, c’è un uomo che viene trattato nello stesso modo. E’ sempre per strada con bicicletta e altoparlante a denunciare, ad accusare potenti, a dare volantini con cifre e date. Ogni tanto gli viene fatto un TSO e lui torna più incazzato di prima. Forse dire che lui, Mauro e tutti gli altri sono pazzi non è sbagliato, bisogna essere pazzi per restare così lucidi ed integri in mezzo ai matti (quelli veri)

  3. RebelFlower says

    Bellissimo post, davvero 🙂
    p.s. grazie 😀