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Non si possono istituzionalizzare la cultura e la politica

Vorrei aggiungere qualcosa a quello che ha scritto la mia "collega" di blog. 🙂

Un paio di concetti che ho espresso in mailing list e che terrei a sottoporre alle tante lettrici (due!) e ai tanti lettori (due anche quelli!) che ci seguono.

Noi facciamo politica e militanza culturale, femminista, antirazzista e antifascista tutto l’anno. Non la facciamo per orientare il voto nè in funzione delle elezioni di qualunque genere.

Semmai registriamo iniziative interessanti che durante le elezioni le donne promuovono a prescindere dal fatto che tutte noi le condividiamo o meno.

Accade però che è proprio durante il periodo delle elezioni che ci sentiamo meno libere di fare "politica", quella che non esige di una rappresentanza istituzionale e che coinvolge le persone in processi lenti di cambiamento fuori dalle dinamiche delle aule parlamentari.

Succede che le donne di partito in qualche modo ci coinvolgano nei conflitti all’interno dei loro partiti, nella loro fragilità rispetto agli uomini che in quei partiti dominano, nei compromessi che scelgono di fare e tutto ciò inevitabilmente provano a farlo passare come indispensabile, ineluttabile, come se non vi fosse altra scelta che quella.

Ineluttabile stare dentro partiti a larga maggioranza maschile? Ineluttabile scendere a compromessi?

Questo filo di ragionamento secondo me già viziato in partenza porta ad un altro vizio di fondo che è quello che finisce per immaginare alleanze tra donne di tutti i partiti contro gli uomini di tutti i partiti.

Considero già questa una modalità maschile perchè è una modalità tipicamente parlamentare: io mi alleo con tizio, caio e sempronio che votano la legge che ho proposto e poi io voto quella che hanno proposto loro. 

Quando la Concia tentò di legittimare questa sua modalità "istituzionale" scelta per appoggiare la legge sull’omofobia ne uscì sconfitta. Sconfitta sul piano culturale e politico in senso ampio perchè aveva culturalmente e politicamente legittimato la carfagna, alemanno e i suoi pari e non era riuscita ad ottenere niente, neppure un minuscolo articolo di legge infilato in un qualunque provvedimentino di qualunque altra natura.

E dire che quella legge la Concia la voleva proprio tanto al punto tale da non dire nulla rispetto al fatto che fosse inserita in mezzo al pacchetto sicurezza. Votata quella e votato anche il pacchetto. Cattivi gli omofobi e buoni i razzisti.

Quello che succede in italia purtroppo è grave perchè condiziona perfino la vita dei movimenti che dovrebbero essere al di sopra di queste dinamiche.

Non si possono adoperare categorie "istituzionali" nell’attività culturale e politica. Non si può istituzionalizzare la cultura e neppure la politica.

Chi promuove cultura e politica, quella vera, con la P maiuscola, non può ragionare con la testa di un parlamentare che fa inciuci a suon di maggioranze, minoranze e via di seguito.

La cultura e la politica dovrebbero essere a mio avviso sprone, spinta, stimolo e non frammenti fagocitati da modalità tipiche del potere a prescindere dal fatto che chi le utilizzi abbia realmente potere o meno.

La società civile non c’è più, non esiste un pasolini, non esiste chi è in grado di affermare i vizi di questa "res pub(l)ica" senza dover essere alleato con lobby di vario genere e sono le lobby a dominare. 

I movimenti sono ridotti a tifare contro berlusconi in una alleanza anche lì trasversale tra gente di destra e di sinistra che si ritrova schierata senza ideali su un unico obiettivo. Finito quello non c’è altro. Anzi il resto è lasciato alla mercè dei poteri che continuano a manipolare e giocare con le nostre vite. E’ il trionfo del qualunquismo.

Trovo singolare che si parli di salto degli steccati quando c’è da ottenere un briciolo di considerazione per il proprio ombelico e non si frantumi il muro, a prescindere dai generi, quando si tratta di diritti degli immigrati e delle immigrate, per esempio. 

Trovo singolare il vota donna in quanto donna e non mi alleo con la mussolini perchè appartiene al mio stesso genere.

Voglio compiere le mie battaglie con chiunque, compagne e compagni, uniti da un ideale prima che da un obiettivo perchè le idee sono quelle che quegli obiettivi li leggono nella giusta direzione e li misurano senza rischiare che siano funzionali ad altri che ci usano.

E se la mussolini ha problemi di debolezza interna al pdl perchè la carfagna la caccia via dal palco. Se cerca visibilità e legittimazione prima con forza nuova, con la destra estrema e poi con le donne del centro sinistra, è un percorso suo, no? A noi che ce ne importa? Perchè dovremmo capire le donne di centro sinistra che si lasciano usare in questo meccanismo da fenomenologia del mussolinismo al femminile?

Posted in Fem/Activism, Pensatoio.