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Le donne dichiarano indipendenza dai partiti al maschile

Il 19 febbraio, a napoli, durante la presentazione della proposta di legge per un risarcimento alle vittime di violenza sessuale e per l’equiparazione della violenza maschile alla violenza sostenuta dalla cultura mafiosa, è stato ufficializzato un nuovo soggetto politico fatto tutto di donne. Tra le pratiche femministe esistenti, tutte legittime, tante e varie, vi sono anche quelle che agiscono all’interno delle istituzioni.

In molte occasioni noi abbiamo rilevato come la dipendenza delle donne dalle dinamiche di partito e dalle leggi elettorali le portasse ad essere perennemente marginalizzate, offese, vilipese, mai valorizzate e comunque non utili alle nostre cause. La esigenza di costruire modalità indipendenti in cui fosse possibile rimettere in discussione non soltanto la dipendenza dai partiti ma quelle stesse modalità, tutte maschili, che inducevano le donne ad essere assuefatte ad un unico modello partitico/politico, era venuta con forza qualche tempo fa nel corso della campagna elettorale per le amministrative di bologna. Era nata, ed esiste ancora, la lista civica di donne altra città, con una propria candidata sindac@ e un programma realizzato per intero secondo una visione di genere ma che ovviamente andava oltre ogni genere. Una esperienza bella che si ripeterà.

A napoli, in occasione delle elezioni campane viene fuori un’altra forte esigenza, che non si esprime autonomamente in una unica lista ma che attraversa le liste del centro sinistra per un patto forte tra donne che non dipendono da tutti i "capi", ovvero, come ci dicono via mail, "quelli che "mandano indietro" tutte le questioni che riguardano le donne (in nome dei cosiddetti temi sensibili), quelli che decidono che i servizi alla persona e per la salute vanno mediati con l’etica delle religioni". Di questo nuovo soggetto vi passiamo il comunicato, non perchè partecipiamo alla campagna elettorale (tra noi c’è chi vota, chi assolutamente no, chi non crede nelle pratiche istituzionali, chi crede che ogni pratica sia legittima, etc etc) ma perchè riteniamo sia un ulteriore segnale, sebbene espresso con minore autonomia rispetto a quello bolognese, in risposta a tante situazioni di evidente conflitto vissuto dalle donne all’interno dei partiti (vedi il caso ultimo di rifondazione e quello dell’idv). In attesa di un più ampio partito delle donne (biologiche e non) che non comprenda mai nè la binetti e la roccella nè la santanchè o la carfagna, vi auguriamo una buona lettura!

Un nuovo soggetto politico:

La camera delle donne


Il 19 febbraio 2010 abbiamo ufficializzato la Camera delle Donne.

È un nuovo soggetto politico. Le donne che l’hanno voluta hanno una storia in comune fatta di risultati e traguardi raggiunti in quella parte ufficialmente considerata accessoria di una politica più rilevante, generalmente fatta dagli uomini e pensata dagli uomini.

Il riconoscimento di quei risultati, dal contrasto alle violenze  ai temi della rappresentanza, dalla vigilanza sulla salute alla salvaguardia del territorio, va a tutte le donne che vi hanno concorso all’esterno o all’interno delle istituzioni.

Sono le donne che noi riconosciamo e che sappiamo riconosceranno il metodo politico che vogliamo valorizzare.

La Camera delle donne è una libera convenzione che supera i limiti ambigui della trasversalità: chi sceglie di esserci, sceglie un modo di fare politica che investe tutto quanto riguarda il bene e gli interessi comuni, autonomo di fronte alle decisioni dei capi.

Le elezioni Regionali imminenti, in Campania si svolgeranno con una nuova legge elettorale che, per la tenacia della pressione esercitata da tante tra noi, prevede norme che mirano a contrastare il predominio del genere maschile nel parlamentino regionale.

Il nostro voto, con questa legge, sarà anche un forte segnale simbolico.

Vigileremo perché la legge venga rispettata, anche nelle parti che riguardano l’accesso ai media. Sosterremo nostre candidate al Consiglio Regionale della Campania, donne di partiti diversi che hanno già condiviso con noi idee ed azioni, e che sono :

Antonella Cammardella, Elena Coccia, Angela Cortese, Pina Tommasielli.

Sarà la prima, difficile sfida per farci conoscere e riconoscere.

La Camera delle donne

info: cameradelledonne@gmail.com

Posted in Fem/Activism, Iniziative.


2 Responses

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  1. adriana says

    il clima per certi aspetti è peggiorato rispetto agli anni Settanta; non sono catastrofista e non penso che tutto vada peggio, perché sono innegabili le conquiste di donne e uomini, almeno in fatto di consapevolezze; si sono effettivamente modificati universi simbolici di riferimenti, oggi ci incavoliamo per cose che quarant’anni fa erano considerate “naturali”.
    Ma l’imbarbarimento culturale sociale e politico ha rinforzato i tratti più biechi di chi allora era costretto/a a dissimulare i propri pensieri e sentimenti maschilisti e prepotenti

  2. luisa - bologna says

    Inoltro dalla lista delle donne di bologna
    per dire a tutte che c’è ancora molto da fare

    Ieri sera, 22 febbraio, sono andata con altre compagne di Altra Città alle Scuderie, dove si riunivano vari pezzi della sinistra per decidere che fare dopo le dimissioni di Delbono. Caserta che presiedeva l’assemblea propone di dividerci in gruppi per permettere a tutti di parlare. A quel punto chiedo di intervenire subito, meglio parlare davanti a tutt*. Spiego che faccio parte della lista di donne Altra Città, chiedo alle donne presenti di venire in lista con noi, le invito all’incontro del 10 marzo al Baraccano senza aver paura di indebolire così la sinistra, perché quando noi negli anni
    ’70 ci siamo sfilate dai gruppi misti, la sinistra ha vissuto una stagione di grandi conquiste e invito i maschi ad appoggiarci da fuori. Vorrei spiegarmi meglio, ma Caserta mi interrompe nervoso perché secondo lui, e purtroppo anche per altr* , sono fuori tema. Mentre invito i maschi presenti ad appoggiarci da fuori, un maschio borbotta a mezza voce che lui ci appoggerebbe da DIETRO. Lo sente
    una compagna che me lo riferisce quando torno al mio posto. Partono i gruppi, io denuncio l’episodio, ma il portavoce del mio gruppo, Rudi Ghedini, si guarda bene dal riferire quando torniamo in plenaria. Lo
    fa invece una portavoce, guarda caso una donna, di un altro gruppo dove alcune compagne di Altra Città avevano riferito. Io poi dopo poco sono uscita. Non ci sono state altre reazioni, per quello che ne so io. Questa omertà mi ha convinto ancora di più della necessità di una lista separatista dove i maschi ci appoggino eventualmente dall’esterno. Negli anni ’70, quando il PCI organizzava incontri nei quartieri per promuovere i consultori, noi femministe facevamo irruzione per spiegare a tutt* che la contraccezione non bastava, che volevamo l’aborto libero. Nessuno ci ha mai accusato di essere antidemocratiche, come ha fatto ieri sera Renato Lideo che mi ha intimato di chiedere scusa all’assemblea per aver fatto un intervento fuori tema e nessuno ci ha mai fatto battute maschiliste, anche perché allora le donne avrebbero reagito pesantemente. I tempi sono sycambiati e Berlusconi ha fatto scuola, purtroppo.
    sandra schiassi